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Rfid: pagheremo e ci identificheremo col cellulare

Ultimo Aggiornamento: 14/05/2007 21:42
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Nfc in ritardo
di Federico Ferrazza
20 aprile 2007




Sarà la tecnologia che consentirà i pagamenti via cellulare.
Sarà una delle applicazioni Rfid con i più ampi margini di crescita.
Sarà uno dei principali "vestiti" con cui l'identificazione a radiofrequenza si presenterà a tutti i consumatori.

Sarà, già. Ma quando?
Negli ultimi mesi le previsioni di successo dell'Nfc (Near Field Communications, il sistema a 13,56 MHz pensato per applicazioni come i pagamenti elettronici o lo scambio di dati) si sono susseguite al ritmo di una o due al mese pronosticando numeri eccitanti per i prossimi anni.
Uno per tutti: nel 2003 il valore mondiale dei pagamenti con il telefonino era di 2,4 miliardi di euro, fra un anno – anche grazie all'Nfc – sarà di 27,7 miliardi.

Ora però a frenare gli entusiasmi ci ha pensato uno studio di Abi Research: nel 2012 “solo” più del 20% dei telefonini sarà munito della tecnologia Nfc. Un numero che prende maggiore forza soprattutto se si considera che nel 2006 i dati della stessa società dicevano ben altro: più della metà dei cellulari sarà Nfc entro la fine del 2010.

Che cosa è successo quindi?
Tutta la partita, secondo Abi Research, è in mano agli operatori telefonici, il ponte fra le applicazioni, i servizi e in molti casi i produttori di terminali e il consumatore finale.
“Offrendo servizi basati su questa tecnologia”,
spiega Jonathan Collins, senior analist di Abi Research,
“gli operatori hanno tutto da guadagnare: da un aumento delle revenue a una più stretta relazione con i propri utenti”.
Ma allo stesso tempo, vista la delicatezza di alcune applicazioni come quelle per i pagamenti “i carrier vogliono soluzioni tecnologicamente solide e con standard ben testati prima di ordinare ai produttori un grande quantitativo di cellulari Nfc”.
Ed è proprio qui il punto:
“Tutti gli aspetti tecnologici, in particolare quelli legati alla sicurezza e alle applicazioni di management, non sono stati ancora risolti”, prosegue Collins.

A tutto questo sta pensando l'Nfc Forum, l'organizzazione internazionale che si sta occupando di scrivere gli standard per pagare con il telefonino (e non solo) in tutte le parti del mondo.
Che la scorsa estate ha presentato le prime specifiche e un'architettura. Ma siamo solo all'inizio.
Non tutti gli operatori e i produttori si stanno muovendo nella stessa direzione e per l'esplosione di questo mercato è necessario una completa interoperabilità.
“E' necessario coordinarsi in tutta la catena del valore, dall'industria fino a chi ha i servizi”, spiega Claudio Canella di Consorzio Triveneto, l'unica azienda italiana presente nell'Nfc Forum e specializzata “nei campi della monetica – con la gestione dei servizi Pos (point of sale) e Commercio Elettronico – e del Corporate Banking a supporto delle imprese”.

L'Nfc Forum avrà il compito di far dialogare le diverse architetture che caratterizzano i cellulari sul mercato.
La ricerca di Abi Research, per esempio, sottolinea la necessità di realizzare uno standard unico sia per il Gsm che per il Cdma (Code Division Multiple Access, Accesso Multiplo a Divisione di Codice), tecnologia alla base del funzionamento dei telefonini di terza generazione che funzionano secondo lo standard Umts. “Per questo i dati di Abi”, continua Canella, “trovano conferma soprattutto nella situazione del Gsm, ancora indietro rispetto al Cdma”, tecnologia più testata visto che in Giappone e in Corea del Sud, i paesi in cui ci sono più utenti e applicazioni Nfc, la telefonia mobile è per lo più declinata al 3G.

In ogni caso, anche gli studi più pessimistici, parlano di un futuro (più o meno lontano) promettente per l'Nfc. “Anche perché”, dice Canella, “questa tecnologia non è sinonimo solamente di pagamenti con il telefonino, ma anche di scambio di dati ed è per questo che troverà applicazione anche nei set-top-box o nelle tv, magari per traferire da un terminale mobile un video o un qualsiasi altro contenuto. Nei pagamenti, poi, l'Nfc non dovrebbe avere concorrenti. Lo stesso ZigBee “lavora” su lunghezze più ampie e quindi non rappresenta il massimo per la sicurezza delle transazioni”. Insomma l'Nfc non sarà una meteora. “In fondo”, conclude Canella, “anche l'e-commerce, quando è partito, ha alternato fasi di entusiasmo a periodi meno buoni. Nonostante tutto il commercio elettronico si è rivelata un'applicazione di successo”.

Fonte: rfiditalia.com . . .

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Non condivido le tue idee, ma darei la vita per vederti sperculeggiare quando le esporrai.
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