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I momenti che hanno fatto la storia della F1

Ultimo Aggiornamento: 19/10/2007 02:18
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19/10/2007 01:41

Re: Ayrton
radcla, 19/10/2007 0.49:



Ayrton






La straordinarietà di Senna, al di là della retorica per la morte avvenuta in pista, sta nel suo carattere che lo rende unico rispetto ad altri piloti vincenti come o più di lui.

La carriera di Senna non lo ha visto correre sempre con auto molto competitive: corse il primo anno con la tragica Toleman, poi passò alle varie Lotus auto ottime ma non più ai livelli di eccellenza degli anni 60-70, fino ad approdare alla mclaren dove dall'88 al 90 ebbe un'auto effettivamente superiore alla concorrenza (ma dovette lottare con un grandissimo avversario prima in casa poi alla ferrari)

poi fino al 94, quando si ritrovò per sole due gare sull'auto migliore, dovette mettere moltissimo del suo.. in particolare nel bienno 92/93 quando la Mclaren in crisi tecnica era un'auto non certamente all'altezza delle stratosferiche Williams di Head e Newey con gli ottimi motori renault.




Quindi la sua carriera non è paragonabile a quella di altri campioni vincenti, come Prost, che venne sempre supportato dal suo paese potendo debuttare con l'ottima renault e poi vincendo per anni con le competitive mclaren mp porsche o honda, o a quella di schumacher che vinse i primi due mondiali su auto non eccelse ma con avversari di basso profilo, e che poi ebbe il merito di riportare ad alti livelli la ferrari combattendo anche con grandi piloti, ma con una squadra che lavorava per lui.


Ecco Ayrton era poco politica, poco tattica, era un velocista, e il suo record di pole lo dimostra

cercava sempre il limite suo e dell'auto, in ogni occasione, e gli piaceva correre al limite... non a caso era il mago della pioggia


questa sua stratosferica velocità (non era inusuale vedere delle pole di senna con un secondo di vantaggio sul secondo... il record fu un secondo e 9 decimi sul secondo...) è il suo tratto distintivo, la ricerca della massima prestazione lo porta al livello delle leggende degli anni 50 e 60.


E' questo che lo fa amare, era un fenomeno che cercava sempre un limite sempre più distante da lui stesso.


Sulla sua morte poi si è detto di tutto e di più...
gli abitacoli troppo stretti delle williams, quella modifica artigianale dello sterzo, la mancanza di protezioni al tamburello nonostante non fosse il primo incidente avvenuto in quella curva, la sfiga assurda dei pochi millimetri di diametro di tubo che trapassarono la visiera...

un'insieme di coincidenze, per chi ci crede, potrà essere stato il karma, o Dio, o l'anima dei motori...
ma alla fine era suo destino andarsene in testa da numero 1.


I numeri van bene per gli almanacchi, ma io ritengo il suo lo spirito di questo sport.
QUindi è e resterà sempre il migliore.


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