Masturbazione: al di là del "peccato"...
La sessualità va orientata al vero bene, non repressa.
• Cosa si intende per peccato?
Spesso la posizione cattolica in materia di sessualità viene equivocata e finisce così per essere etichettata come sessuofobica e in contrapposizione a posizioni più progressiste ed emancipate. Spesso si finisce per irridere le persone che hanno questo tipo di compostamento perché non si comprendono i motivi profondi che la Chiesa insegna e che hanno obiettivi ben diversi e ben più alti di quelli che vengono presentati dalla nostra società contemporanea e che sono in apparenza risultano più soddisfacenti. La Chiesa riconosce un fatto incontrovertibile: la sessualità umana, in seguito del "peccato originale", è una sessualità ferita, e per questo motivo fornisce alcune linee guida per riscoprire la verità di questo gesto in maniera tale da indirizzare, e non reprimere, gli orientamenti sessuali in vista di una piena realizzazione della propria persona. Il peccato, dunque, non va visto come un qualcosa che non va fatto perché altrimenti avviene una punizione divina, ma piuttosto deve essere inteso come uno sbaglio, un comportamento che non conduce sulla giusta strada e che a lungo andare ci rende infelici e scontenti. E noi vogliamo vivere una vita infelice e scontenta?
• Perché il NO alla masturbazione?
Pochi sanno che la vera condanna a questo gesto non è venuta tanto da ambienti cattolici, bensì piuttosto dall'illuminismo e da ambienti medico-scientifici. Fu nel Settecento che il medico svizzero Tissot scrisse ben due trattati sulle malattie prodotte dalla masturbazione: disturbi visivi, occhiaie, foruncoli, bulimia, problemi digestivi, tremito alle ginocchia, blefarospasmo, mal di testa, malattie veneree, caduta dei capelli, tisi, mielite e simili. Tra i suoi seguaci incontriamo addirittura i filosofi Rousseau e Kant e tutta una schiera di pedagogisti da Salzmann a Campe che mettono a punto una serie di suggerimenti e di allucinanti pratiche per dominare la masturbazione che oggi verre.
La Chiesa, invece, sottolinea che l'atto è peccaminoso non tanto perché procura piacere, quanto perché si tratta di un gesto che chiude la persona in sé stessa, portandola a concentrarsi esclusivamente sul piacere fisico senza però alcun aspetto legato alla relazionalità. Inoltre l'atto è spesso accompagnato da fantasie illusorie più o meno ricercate, che isolano ancor più la persona in un mondo non reale e che alla lunga finoscono per chiudersi ancor più in sé stessi. Non è infatti un caso che la moderna psicologia attribuisca alla masturbazione una dimensione nevrotica soprattutto nei casi in cui la persona soffra di problemi legati alla propria incapacità di relazionarsi con gli altri e dunque preferisca, piuttosto che affrontare i problemi connessi a tale difficoltà, richiudersi in se stessa, salvo poi sviluppare sensi di colpa, stati d'angoscia e dipendenza.
È infatti noto da tempo che la incondizionata repressione dell'autoerotismo spontaneo può produrre conseguenze psicologiche negative, anche perché spesso rappresenta l'epifenomeno di disagi psicologici ben più profondi. I molti ambienti educativi del passato spesso è stata propinata una morale rigorista formulata con la formula terroristica del «Dio ti vede», usata e abusata per reprimere ogni forma di esperienza sessuale col risultato che tali persone si ritenerranno sempre colpevoli di tutto: l'idea di un Dio che «sorveglia» è infatti estremamente traumatica, perché provoca sentimenti di colpa. La religione cattolica invece mette l'accento sul concetto evangelico dell'amore piuttosto che su quello biblico dell'Antico Testamento legato al concetto della legge e della giustizia. Ma molti educatori hanno predicato, specie nel passato, un Dio punitivo e castigatore, secondo la tattica di intimorire i figli o i fedeli per renderli più disponibili alla scelta del bene, o come mezzo di repressione e di potere. Il suscitare o virulentare i sentimenti di colpa è il metodo più sicuro per imporre degli obblighi e ottenere che vengano adempiuti. (cfr. Giacomo Dacquino, Credere e Amare, Mondadori, 2000)
D'altro canto va evitato l'errore contrario, ossia ritenere assolutamente normale ogni atto masturbatorio. A tal riguardo il Dizionario medico edito della UTET così scrive: "Un bambino psicologicamente equilibrato, sano, attivo, che vive in un ambiente privo di specifiche influenze nocive, dimostrerà perlopiù una tendenza assai limitata alla masturbazione. Negli adolescenti le attività masturbatorie, quando siano più evidenti e intense, si manifestano spesso sotto forma di gratificazione compensatoria nei confronti di frustrazioni familiari o ambientali o di insufficienti socializzazioni. La masturbazione frequente inoltre è spesso riconducibile alla carenza affettiva e all'insoddisfazione per i rapporti interpersonali esistenti e porta, il più delle volte, con sé la tendenza a chiudersi". (cfr. Dizionario del Benessere e della Salute, UTET, 2004)
• Quali sono i documenti ufficiali della Chiesa al riguardo?
Le attuali posizioni ufficiali della Chiesa al riguardo sono contenute nel Catechismo della Chiesa Cattolica al numero 2352, nel quale si ribadisce esplicitamente la condanna morale dell'atto (dunque si tratta di materia grave) pur tenendo in grande considerazione le motivazioni di carattere psicologico sottese al fenomeno (immaturità affettiva, forza delle abitudini contratte, stato d'angoscia o altri fattori psichici o sociali). Nel documento Persona Humana, la condanna dell'atto dal punto di vista oggettivo ("in materia morale, l'uomo non può emettere giudizi di valore secondo il suo personale arbitrio") si inserisce in un discorso più ampio dal punto di vista soggettivo sulla necessità di orientare le manifestazioni della propria sessualità nella direzione di una migliore realizzazione della propria persona.
Il documento Orientamenti educativi sull'amore umano curato dalla Sacra Congregazione per l'educazione cattolica, suggerisce come affrontare concretamente il problema: "Un educatore e consigliere perspicace deve sforzarsi di individuare le cause della deviazione, per aiutare l'adolescente a superare l'immaturità sottesa a questa abitudine. Dal punto di vista educativo, occorre tener presente che la masturbazione e altre forme di autoerotismo sono sintomi di problemi assai più profondi, i quali provocano una tensione sessuale che il soggetto cerca di superare ricorrendo a tale comportamento. Questo fatto richiede che l'azione pedagogica sia orientata più sul
le cause che sulla repressione diretta del fenomeno. Pur tenendo conto della gravità oggettiva della masturbazione si abbia la cautela necessaria nella valutazione della responsabilità soggettiva."