La Casa Ecologica : news, incentivi, certificazioni...

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Re: Re: Re:
tc-3, 05/11/2007 0.39:




ma è solo contatore o è una batteria di accumulazione (non so bene come si chiami)?




Tranquillo: è un semplice contatore per la corrente "in uscita", simile a quello che già hai.
D'altraparte istallare delle batterie elettriche che accumulino tutta l'energia prodotta durante il giorno sarebbero troppo ingombranti oltre che costose!
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06/11/2007 22:24

Re: Re:
Etrusco, 06/11/2007 15.30:




Dove hai trovato questo riferimento legislativo?
[SM=x44466]




Lo trovato al momento del ritiro dei nuovi permessi x costruire.., x le nuove costruzioni è obbligatorio l'adempimento di quella legge..., anche se presentate prima dell'entrata in vigore di questa legge.è nella finanziaria.la dicitura precisa non la so a memoria, domani se vuoi te la scrivo.... Il mio dubbio è sul ricepimento dei regolamenti comunali al riguardo...

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06/11/2007 22:51

Re: Re: Re:
alexbis01, 06/11/2007 22.24:




Lo trovato al momento del ritiro dei nuovi permessi x costruire.., x le nuove costruzioni è obbligatorio l'adempimento di quella legge..., anche se presentate prima dell'entrata in vigore di questa legge.è nella finanziaria.la dicitura precisa non la so a memoria, domani se vuoi te la scrivo.... Il mio dubbio è sul ricepimento dei regolamenti comunali al riguardo...




Sapevo già che alcune regioni avevano recepito in anticipo certe normative sulle coibentazioni termiche, ma di quest'obbligo sui pannelli fotovoltaici mi torna nuovo (strano che non ci sia un obbligo anche per i pannelli solari termici ACS),
fammi sapere altri dettagli [SM=x44460]

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Non condivido le tue idee, ma darei la vita per vederti sperculeggiare quando le esporrai.
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06/11/2007 23:15

ma la cosa buffa sono i 0.2 KW è una presa in giro, a che servano x una lampadina ?
Poi "dice" (xchè anche i comuni sanno assai) fin quando non viene recepita dal regolamento comunale, non importa appalicarla...e questo un mi torna....
Non faranno mica come la legge sull'acustica che c'era dal 96 e fino a 3 anni fa non la chiedevano quindi sono stati fatti un si sa quanti edifici non conformi alla legge vigente......

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07/11/2007 01:17

Re:
alexbis01, 06/11/2007 23.15:

ma la cosa buffa sono i 0.2 KW è una presa in giro, a che servano x una lampadina ?
Poi "dice" (xchè anche i comuni sanno assai) fin quando non viene recepita dal regolamento comunale, non importa appalicarla...e questo un mi torna....
Non faranno mica come la legge sull'acustica che c'era dal 96 e fino a 3 anni fa non la chiedevano quindi sono stati fatti un si sa quanti edifici non conformi alla legge vigente......




Ci alimenti un computer di fascia media.
Se c'è scritto in quel modo forse bisognerà aspettare che venga recepita dai vari comuni. Magari fai una telefonata al tecnico del comune per chiedere maggiori dettagli.
Altrimenti posta qua quella legge quando la ritrovi. [SM=x44515]
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07/11/2007 23:30

Re: Re:
Etrusco, 07/11/2007 1.17:




Ci alimenti un computer di fascia media.
Se c'è scritto in quel modo forse bisognerà aspettare che venga recepita dai vari comuni. Magari fai una telefonata al tecnico del comune per chiedere maggiori dettagli.
Altrimenti posta qua quella legge quando la ritrovi. [SM=x44515]




la legge la cerco quando ho un po di tempo... e poi te la posto...
già sentito in vari comuni.., e solo 1 su 3 mi ha confermato la legge... xrò non mi ha dato nessun documento dove deduco che la normativa deve essere adottata dai comuni...
Won x noi che li paghiamo.....

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08/07/2008 20:23

Approvato definitivamente il decreto per l’efficienza energetica: bonus volumetrici per le coibentazioni


Il Consiglio dei Ministri ha approvato in via definitiva il decreto sull’efficienza energetica che recepisce la Direttiva europea 2006/32/CE, in base alla quale l’Italia dovrà ridurre i consumi energetici del 10% entro il 2016.

Il provvedimento approvato include alcune novità di rilievo per il settore edile.

L’art. 11, infatti, prevede incentivi “urbanistici” per gli edifici (di nuova costruzione o esistenti) più efficienti dal punto di vista energetico.

Per gli edifici di nuova costruzione, in particolare, il comma 1 del suddetto articolo prevede che non siano considerati nei computi per la determinazioni dei volumi, delle superfici e nei rapporti di copertura:

gli spessori delle murature esterne, delle tamponature o dei muri portanti superiori ai 30 centimetri
(per la sola parte eccedente, fino ad un massimo di 25 cm)

il maggiore spessore dei solai e tutti i maggiori volumi e superfici necessari all'esclusivo miglioramento dei livelli di isolamento termico o di inerzia termica degli edifici (fino ad un massimo di 15 cm per i solai intermedi).

Sempre nel rispetto di tali limiti è permesso derogare a quanto previsto dalle normative nazionali, regionali o dai regolamenti edilizi comunali, in merito:

alle distanze minime tra edifici

alle distanze minime di protezione del nastro stradale

alle altezze massime degli edifici.

Per gli edifici esistenti, sui quali si intende realizzare interventi di riqualificazione energetica che comportano maggiori spessori delle murature esterne e degli elementi di copertura, è prevista (art. 11 comma 2) la deroga alle normative nazionali e locali, alle distanze minime tra edifici e dalle strade:

nella misura massima di 20 centimetri per il maggiore spessore delle pareti verticali esterne e delle altezze massime degli edifici

nella misura massima di 25 centimetri, per il maggior spessore degli elementi di copertura.

Tale deroga può essere esercitata nella misura massima da entrambi gli edifici confinanti.

Le installazioni di impianti solari termici o fotovoltaici (comma 3) sui tetti degli edifici, con la stessa inclinazione ed orientamento della falda e che non alterino la sagoma dell’edificio sono considerati interventi di manutenzione ordinaria e pertanto non sono soggetti a DIA.

Il Decreto prevede l’invio di una semplice comunicazione preventiva al Comune, ad esclusione degli edifici ricadenti nei centri storici.



Testo del provvedimento approvato in via definitiva dal C.d.M.
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08/07/2008 20:29


La nuova guida dell'Agenzia delle Entrate alla
detrazione del 55% aggiornata a giugno 2008




La Legge 24 dicembre 2007, n. 244 "Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato", pubblicata sul Supplemento Ordinario n. 285 della Gazzetta Ufficiale n. 300 del 28/12/07, ha confermato gli incentivi introdotti dalla Finanziaria 2007.

L'art. 1, comma 20, infatti, ha prorogato fino al 31 dicembre 2010 le agevolazioni previste dall'art. 1, commi 344-347 della Legge 27 dicembre 2006, n. 296 per la riqualificazione energetica degli edifici.

Come noto i benefici consistono nella detrazione dalle imposte sui redditi (Irpef o Ires) del 55% delle spese sostenute, entro un limite massimo che varia a seconda della tipologia dell'intervento eseguito.

La procedura da seguire, sostanzialmente, è invariata: sono confermate (art. 1, comma 22) le modalità definite con il Decreto 19 febbraio 2007 che è stato aggiornato con il Decreto 7 aprile 2008.

Con quest'ultimo provvedimento, insieme al Decreto 11 marzo 2008 che ha fissato i nuovi valori limite di trasmittanze ed Epi, si è definito integralmente il quadro normativo di riferimento per gli interventi realizzati successivamente al 31 dicembre 2007.

L'Agenzia delle Entrate ha pubblicato la guida "LE AGEVOLAZIONI FISCALI PER IL RISPARMIO ENERGETICO" aggiornata con la legge finanziaria 2008 e il decreto interministeriale 7 aprile 2008.

La guida, che illustra le tipologie di interventi per i quali si può fruire della detrazione fiscale e gli adempimenti alla luce delle ultime disposizioni, si articola in 5 capitoli:

l'agevolazione per la riqualificazione energetica

gli interventi interessati all'agevolazione

la tipologia di spesa e relativa detrazione

gli adempimenti necessari per ottenere la detrazione


per saperne di più:

"LE AGEVOLAZIONI FISCALI PER IL RISPARMIO ENERGETICO"
aggiornata con la legge finanziaria 2008 e il decreto interministeriale 7 aprile 2008


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08/07/2008 20:34

La nuova edizione (2008) della guida al
conto energia del G.S.E.



Il Gestore dei Servizi Elettrici ha redatto la seconda edizione della "Guida al nuovo conto energia" aggiornata ad aprile 2008.

La pubblicazione del GSE, in collaborazione con gli uffici tecnici dell'Autorità per l'energia elettrica e il gas, costituisce un utile supporto per tutti coloro che intendono realizzare un impianto fotovoltaico ed usufruire delle incentivazioni previste dal "conto energia".

La guida si articola in due parti:

nella prima
sono illustrate le novità per il Conto Energia introdotte dal D.M.19 febbraio 2007, l'iter autorizzativo per la realizzazione e la connessione dell'impianto alla rete e le modalità di richiesta dell'incentivo e del premio al GSE.

Nella seconda
sono approfonditi alcuni aspetti tecnici relativi all'impianto fotovoltaico, ai tempi di ritorno dell'investimento ed alla normativa vigente.

Non manca, in appendice, infine, un sintetico glossario.


"Guida al nuovo conto energia" del Gestore dei Servizi Elettrici - 2° edizione



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05/08/2008 10:05

La capitale In Trentino: la nuova frontiera dell'edilizia sostenibile.
Le case che risparmiano
Certificato internazionale per le abitazioni verdi
Cambiano (e costano meno) i metodi di costruzione


DAL NOSTRO INVIATO
TRENTO — A vederla dal basso, sembra una casa come tante; un giardino curato all'ingresso, il vialetto che si inerpica sul fianco della montagna, in un tranquillo quartiere di periferia. Bisognerebbe avere le ali di un falco, per scoprire il segreto di CasAstuta.
Al posto del tetto, una distesa scintillante di pannelli fotovoltaici; nascoste tra l'erba, le sonde della pompa di calore.

Benvenuti a Trento, laboratorio dell'edilizia sostenibile, patria elettiva della casa «ad impatto zero».
Il futuro dell'edilizia verde passa da qui: non più (solo) risparmio energetico, ma un sofisticato processo di valutazione della sostenibilità ecologica di un edificio, sin dalla posa del primo mattone. Standard americani, per un fenomeno tutto italiano. Che dal Trentino si sta diffondendo, un passo dopo l'altro, nel resto del Paese.


La scommessa trentina

C'era una volta il sogno della casa ecologica: eticamente corretta, drammaticamente costosa. Oggi, nell'era del petrolio a 120 dollari al barile, il piatto della bilancia pende tutto a favore dell'edilizia sostenibile, complice un mercato sempre più competitivo, che ha contribuito ad abbassare i prezzi e moltiplicare le offerte. E il 49,8% degli italiani, secondo un'indagine Cnr-Ivalsa di Trento — l'Istituto per la valorizzazione del legno e delle specie arboree, «papà» dell'avveniristica CasaSofie ( www.progettosofie.it ): ignifuga, antisismica e ad alto potere isolante, realizzata con un sistema di pannelli in legno «montati» con giunti metallici —, ritiene che il risparmio energetico giustifichi una maggiore spesa.

Gli esempi spuntano un po' in tutta la Penisola, grazie anche ai contributi forniti da Stato e Regioni, soprattutto per l'installazione di pannelli solari e fotovoltaici (con incentivi di lungo periodo che garantiscono un ammortamento decennale).
La Toscana, per dire, ha elaborato sin dal 2005 le sue «linee-guida per la bioarchitettura»;
in Veneto la sede della Savno (Servizi ambientali Veneto Nord-orientale) è costruita con rifiuti provenienti dalla raccolta differenziata.
In Trentino, invece, hanno deciso di alzare l'asticella: non solo efficienza energetica — quella certificata dai «pionieri» bolzanini di CasaClima ( www.agenziacasaclima.it ) — bensì uno standard internazionale di eccellenza a tutto tondo, talmente flessibile da poter essere applicato agli chalet alpini come alle candide casette eoliane. In una parola: Leed, Leadership in Energy and Environmental Design.

Nuovi standard
Il sistema Leed, sviluppato dall'associazione americana Green Building Council, è una griglia di valutazione in 69 crediti, a loro volta suddivisi in 6 categorie: Siti sostenibili, Gestione delle acque, Energia ed atmosfera, Materiali e risorse, Qualità ambientale interna, Progettazione ed innovazione. L'obiettivo è fornire un «bollino di qualità» — in 4 livelli: Certified, Silver, Gold, Platinum — a quegli edifici che garantiscano, con un aumento dei costi contenuto (in media +3% rispetto a un cantiere «convenzionale »), un «ciclo vitale» in grado di limitare al massimo l'impatto con l'ambiente e il consumo di energia.
La differenza, poi, la fa il mercato: un edificio certificato Leed vede crescere il proprio valore fino al 7,5%.
Il sistema è ormai diffuso in 41 Paesi.

«Il vantaggio di Leed
è che fornisce sostenibilità dalla progettazione alla cantierizzazione, dai materiali impiegati alle performance energetiche »
, spiega Alberto Ballardini di Gbc Italia ( www.gbcitalia.org ),
nata a fine gennaio come spin-off del Distretto Tecnologico trentino.
L'Italia è l'unico Paese con India e Canada cui la casa madre americana ha concesso il marchio in licenza;
in soli 7 mesi, i soci sono raddoppiati, e gli atenei di tutta la Penisola — da Padova a Pescara, passando per Milano, Torino, Bologna, Roma — hanno già stretto una rete di contatti con l'associazione.

Non solo case
«L'edilizia sostenibile non è più un fenomeno di nicchia, ma di massa

— spiega l'assessore alla Programmazione della Provincia di Trento, Gianluca Salvatori —;
in un momento di flessibilità del mercato edilizio, la gente cerca un valore che si mantenga nel tempo.
E Leed è una garanzia:

d'ora in poi tutti gli edifici che costruiremo, tra cui una ventina di scuole, rispetteranno questi standard ».
I vantaggi, va detto, sono indubbi. CasAstuta, ad esempio, non è (ancora) certificata Leed; ma la villetta della famiglia Pegoretti, proprietaria della Elettropiemme — azienda leader nel fotovoltaico —, è già un eccellente «testimonial» del nuovo corso: «Grazie a un pozzo di 125 metri per la pompa di calore,
50 metri quadrati di fotovoltaico
e 2 pannelli solari termici per l'acqua sanitaria,
ci scaldiamo come prima, consumando un quinto del gas»,

fa il punto Massimo Pegoretti.

Anche il «modello Sofie», perfezionato nei laboratori trentini del Cnr-Ivalsa, sta conquistando sempre più fan;
e a Londra, la Waugh Thistleton sta realizzando un palazzo di 9 piani interamente in pannelli di legno, con un «taglio» di 125 tonnellate nelle emissioni di Co2. [SM=x44461]
Ma il progetto più ambizioso, ancora una volta, nasce sulle sponde dell'Adige: è la sede del Muse, il Museo delle Scienze di Trento, progettato da Renzo Piano. Aprirà nel 2012, e sarà «un laboratorio di sostenibilità — spiega il direttore Michele Lanzinger —.
Una cabina di regia indicherà in tempo reale quanta energia viene dai 2mila metri quadrati di pannelli solari, quanta dalle 16 sonde geotermiche... Ci saranno una parete di ghiaccio e una foresta pluviale; l'obiettivo è che tutto sia autoalimentato». La certificazione? Leed, ovviamente. Livello Gold.

Gabriela Jacomella - 05 agosto 2008 - Corriere della Sera
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05/08/2008 16:58

L'edificio a "impatto zero":
[Modificato da Etrusco 11/11/2008 19:38]
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11/11/2008 19:39



Case «pulite» - Pannelli solari sui tetti di tutte le abitazioni a Ota, in Giappone:

una città che testimonia lo sforzo del Paese nella direzione di una maggiore consapevolezza ambientale,
ma anche le difficoltà e i costi legati alla ricerca di nuove fonti di energia
(Reuters)

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14/11/2008 17:27

Una segnalazione:

Il nuovo numero del Corriere della Sera Magazine


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15/11/2008 13:15

DOSSIER ENERGIA
Petrolio in ribasso e «verde» necessario
I prezzi stellari di quest’anno non sono dovuti alla crescita di Cina e India.
Il consumo mondiale è aumentato solo dell’1%





di Bill Emmott


Se c’è un mercato che potremmo considerare abbastanza prevedibile da consentire stanziamenti e investimenti a lungo termine, questo dovrebbe essere il mercato dell’energia.
Dopo l’acqua, l’energia è l’elemento più importante della nostra vita economica e sociale.
Dato che per realizzare nuove fonti energetiche ci vogliono ann
i, le previsioni sulla loro disponibilità sono più attendibili di quelle sulla raccolta del grano, ad esempio, o sulla produzione di computer. Questo mercato si sta però dimostrando il più capriccioso di tutti. E la sua volatilità, nell’attuale crisi economica mondiale, sta gettando un’ombra oscura sugli investimenti nelle energie rinnovabili e «alternative» ricavate dal vento, dal sole, dalle biomasse e dal nucleare.



La ricerca

Così un'alga
farà volare gli aerei Eolico




Pale da cento metri
in alto mare




Solare
Spagna caliente
con 28 centrali



La lettura
Gaetano Cappelli
e il sogno lucano



Se nutriamo dei dubbi sulla stravaganza del mercato, facciamoci questa domanda:
di quanto è aumentato il consumo mondiale di petrolio nel 2007?
È l’anno in cui il prezzo del greggio è più che raddoppiato, passando da 55 dollari al barile a più di 100, per poi continuare a salire fino a raggiungere un picco di 147 dollari al barile nel giugno 2008.
La maggior parte delle persone risponde tra il 5 e il 10 per cento, facendo riferimento alla rapida crescita delle economie emergenti, come la Cina e l’India. La risposta corretta, secondo l’autorevole BP Statistical Review of World Energy, è invece che il consumo è salito dell’uno per cento. Sempre in quell’anno, la produzione di petrolio è scesa di circa lo 0,5 percento. Questa piccola differenza tra la domanda e l’offerta ha quindi prodotto un aumento dei prezzi di più del 100 per cento.

Il fraintendimento che porta alla risposta più comune — quello per cui la crescita cinese e indiana è così forte e inarrestabile da superare tutti gli altri fattori di domanda — è anche quello che ha determinato la corsa a investire nelle fonti alternative di energia. Questi investimenti conobbero un rapido sviluppo negli anni Settanta, per la forte impennata dei prezzi del petrolio. Quando, negli anni Ottanta, i prezzi crollarono, la stessa sorte toccò agli investimenti nelle fonti alternative. Così, ora che i prezzi del petrolio sono ritornati ai livelli dell’inizio del 2007, perdendo quasi due terzi del loro valore e scendendo a meno di 60 dollari, dobbiamo chiederci: succederà di nuovo?

Nel cercare di rispondere a questa domanda, dobbiamo anzitutto essere realisti: la recente, estrema volatilità del mercato del petrolio dovrebbe indurci a diffidare delle facili previsioni. Dobbiamo poi riconoscere un fatto ancora più sgradevole: che è la politica, più che l’economia, a darci indicazioni per una risposta.

La politica influenza il mercato del petrolio fondamentalmente su due fronti. Il primo riguarda la produzione. Questa è diventata, infatti, una questione di natura eminentemente politica dall’inizio degli anni Settanta, da quando, cioè, l’OPEC ha il controllo sulle forniture e sui prezzi del petrolio. Il secondo è legato a un nuovo fattore di portata mondiale, intervenuto successivamente agli anni Settanta: il cambiamento climatico.

I Paesi OPEC, situati in gran parte in Medio Oriente, Africa del Nord e America Latina, soddisfano circa il 40 per cento della domanda mondiale di greggio. Nel periodo della crescita vertiginosa dei prezzi, a partire dai 25-30 dollari al barile del 2002-03, l’OPEC è riuscita a mantenere il controllo della produzione anche grazie all’aiuto di Paesi non membri, soprattutto della Russia. La domanda era in crescita, soprattutto negli anni 2003-06, e un lungo periodo di bassi investimenti nella ricerca di nuovi giacimenti rendeva difficile aumentare la produzione. Ora, invece, sono cambiate due cose: grazie alla recessione globale la domanda sta calando, e c’è un’abbondante disponibilità di petrolio, soprattutto in Arabia Saudita.

Questo ha provocato il calo dei prezzi ai livelli attuali che, se verranno mantenuti, renderanno la maggior parte degli investimenti nelle fonti rinnovabili di energia poco competitivi, senza un sostegno dei governi. Ulteriori cali dei prezzi dipenderanno dall’eventuale decisione dell’OPEC di ridurre la produzione in sintonia con la riduzione della domanda, ma anche da quanto i suoi membri continueranno a rispettare gli accordi presi durante gli incontri OPEC. Molti Paesi, con in testa l’Iran e il Venezuela, vogliono tagliare drasticamente la produzione per sostenere i prezzi. Altri, guidati dall’Arabia Saudita, credono che questo sarebbe un errore, perché prolungherebbe la recessione mondiale. L’Arabia Saudita, il produttore di petrolio più a buon mercato e con le maggiori riserve, potrebbe anche essere mosso da un’altra ragione: teme la competizione di un Iran forte nella regione e preferirebbe vederlo indebolito dal calo dei prezzi del petrolio.

Con la recessione che sta iniziando a farsi sentire in America, Europa e Giappone, e che sarà con ogni probabilità profonda e dolorosa, le prospettive dei prezzi del petrolio non sono rosee. Ma la misura in cui questo quadro scoraggerà gli investimenti nelle fonti energetiche alternative, come si è verificato negli anni Settanta, dipenderà dal secondo fattore politico di cui si è parlato: il cambiamento climatico.

Mentre miliardi di dollari venivano investiti nell’energia solare, eolica, nucleare e derivata dalle biomasse, anche l’industria automobilistica di tutto il mondo dedicava notevoli sforzi al miglioramento della tecnologia delle batterie, per rendere possibile la produzione di motori completamente elettrici o ibridi. La scommessa era che l’aumento dei prezzi, il mutare dei gusti dei consumatori e il cambiamento climatico avrebbero reso vantaggiosi questi investimenti. Uno di questi fattori sta venendo meno. Gli altri, però, potrebbero essere più durevoli, anche se non del tutto indifferenti alla recessione. Le finanze pubbliche subiranno pressioni enormi; i consumatori saranno meno disposti a pagare di più per essere «verdi»; i governi saranno poco propensi a imporre nuovi oneri all’industria.

Contro queste tendenze, però, possono giocare due elementi. Uno è che i governi si sono impegnati a trattare della questione del cambiamento climatico nella seconda metà del prossimo anno a Copenhagen, e non possono sottrarsi a un confronto in proposito. L’altro è che molti governi, nel sostenere la crescita economica, si metteranno alla ricerca di nuove tecnologie da finanziare, sperando che nel loro paese nasca l’industria vincente del futuro. Barack Obama, eletto presidente, ha già promesso di seguire questa via. Se sarà così, l’energia alternativa diventerà un cambiamento in cui potremo credere davvero.

(Traduzione di Maria Sepa)


13 novembre 2008(ultima modifica: 14 novembre 2008)
www.corriere.it/economia/speciali/2008/energia/index_86169f54-b1b6-11dd-a7b7-00144f02aa...



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Auto, basta ricaricare le batterie per andare lontano


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Forse verranno ripristinati gli incentivi del 55%

La Camera ha approvato con voto di fiducia la conversione in legge del DL 185/2008 anticrisi.
Confermato l’articolo 29, relativo alla detrazione del 55% delle spese per la riqualificazione energetica degli edifici,---

Dietrofront del governo sulla detrazione fiscale. Tutto torna come prima o quasi. Almeno per i prossimi due anni verrà mantenuto il 55% --- non ci saranno più limiti di spesa annuali, --- L’esame in aula è iniziato lunedì e dovrà poi passare al Senato. --- avrebbero inficiato il provvedimento e costretto ad una doppia presentazione cautelativa della richiesta di detrazione, una per il 55% e un’altra per il 36%. Ma molto più probabilmente avrebbero scoraggiato questi interventi e favorito i lavori in nero. E’ inoltre eliminata la procedura del “silenzio-dissenso” da parte dell’Agenzia delle Entrate.
---
Altra novità riguarda una comunicazione preventiva all’Agenzia delle entrate che dovranno fare i contribuenti interessati alle detrazioni. La comunicazione, che ha l’obiettivo di monitorare l’andamento delle richieste, dovrà essere definita nei termini e secondo le modalità previsti con provvedimento del Direttore dell’Agenzia delle entrate (sarà emanata entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto).

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14/02/2009 20:19

Stazione a zero emissioni -

La nuova stazione polare antartica "Princess Elisabeth": alimentata unicamente con fonti di energia rinnovabile

e realizzata su commissione del governo belga, è un centro di ricerca sul cambiamento climatico e sarà inaugurata il 15 febbraio
(Ap)
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22/05/2009 09:14

l'unica pecca è Il prezzo: l'ABITAZIONE costa circa 570.000 euro
La prima "casa attiva" a emissioni zero:
genera più energia di quella che consuma

È stata costruita a Lystrup, vicino Aarhus, in Danimarca.
La progettista: «Stiamo costruendo un'idea»


AARHUS (Danimarca) - Produce più energia di quella che consuma, ha un computer centralizzato che controlla temperatura e clima degli interni ed è superecologica.
La prima "casa attiva" (Active House), abitazione che usa tecnologie innovative in grado non solo di rendere gli alloggi autosufficienti da un punto di vista energetico, ma
anche capaci di produrre energia in eccesso
, è stata costruita a Lystrup, quartiere periferico di Aarhus, in Danimarca.
Un giornalista del [URL=javascrtpt:openlink("http://www.guardian.co.uk/environment/2009/may/21/active-house-denmark-zero-carbon")]quotidiano inglese Guardian è andato sul posto per vedere questo gioiello tecnologico a emissioni zero.

RISCALDAMENTO ED ELETTRICITA' - La parte del tetto che si affaccia a sud è coperta completamente da pannelli solari e da cellule fotovoltaiche: l'energia assorbita dai primi sarà utilizzata per riscaldare la casa, mentre le seconde convertiranno l'energia dei raggi del sole in elettricità. Il computer controllerà le temperature interne ed esterne e automaticamente aprirà o chiuderà le finestre quando è necessario. L'energia in eccesso potrà essere venduta dai proprietari della casa agli enti pubblici della zona e secondo il Guardian
in 30 anni, i guadagni ottenuti dovrebbe coprire la somma versata per costruire la casa.

CONVENIENZA - Secondo gli studiosi questo tipo di abitazione è molto più conveniente delle cosiddette "case passive", molto di moda in alcuni Stati ecologisti, come l'Austria, la Germania e i paesi scandinavi.
Le case passive riescono ad ottenere «il benessere termico> grazie alla particolare forma dell' edificio che consente di risparmiare circa l'80% dell'energia rispetto a una casa normale (in queste abitazioni è quasi nullo l'utilizzo di elettrodomestici o di impianti convenzionali come i termosifoni o le caldaie).
Tuttavia, le case attive, grazie alla loro innovativa tecnologia riescono a far meglio perché producono un eccesso di energia e sono completamente ecologiche. «Molte persone credono che se una cosa è ecologica, deve essere per forza complicata» afferma Rikke Lildholdt, project manager che ha ideato questa casa attiva. Invece secondo la progettista non vi è nulla di complesso: «Si tratta di vivere una vita confortevole in una casa che produce più energia di quella che usa» dichiara entusiasta la Lildholdt.

PRIMA FAMIGLIA – Quella dei Simonsen sarà la prima famiglia a vivere in questa casa supertecnologica. In tutto, il nucleo familiare è costituito dal Sverre, il capofamiglia, Sophie, sua moglie e due bambini, uno di otto anni e l'altro di sei. Si trasferiranno il prossimo primo luglio e resteranno nell'abitazione circa un anno. Durante questo periodo scriveranno giorno dopo giorno un diario per raccontare le loro impressioni e il loro rapporto con la casa. Alla fine l'unica pecca sembra essere il prezzo, forse un po' eccessivo: la casa costa circa 570.000 euro, ma secondo Lildholdt quando diventerà un "prodotto commerciale" il suo prezzo non supererà quello di un normale trilocale. Attualmente altre nove case attive sono in costruzione in Europa. «Non stiamo costruendo case. Stiamo costruendo un'idea» commenta orgogliosa la Lildholdt.

Corriere.it - Francesco Tortora
21 maggio 2009


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03/06/2010 15:12

Con i tagli spariscono gli sconti per la casa verde

Via lo sgravio del 55%. Prestigiacomo insorge: la green economy è il futuro
CARLO BERTINI
ROMA

Chi ha in animo di ristrutturare la propria casa per renderla eco-compatibile, magari con una caldaia di ultima generazione o addirittura con pannelli solari sul tetto se abita fuori città, è bene che si sbrighi se vuole usufruire del 55% di detrazioni fiscali: quella norma ormai ha i giorni contati. «Anche l’energia diventa un elemento di pregio di un immobile e il rendimento energetico sarà un indicatore che dovrà essere sempre presente in ogni annuncio di vendita o di locazione», esultava il 27 maggio un ambientalista della prima ora come Edo Ronchi salutando così il varo di una direttiva Europea mirata a centrare l’obiettivo sul cambiamento climatico usando il 20% in meno di energia. «Circa il 30% dell’energia consumata in Italia - spiegava Ronchi - è assorbita dagli edifici e a questi consumi è riconducibile il 28% delle emissioni nazionali di CO2».

Peccato che in capo a una settimana, gli ambientalisti del Pd Stella Bianchi e Fabrizio Vigni, spulciando la manovra, hanno notato che la detrazione fiscale del 55% non è stata rifinanziata e se il governo non provvederà con la legge di stabilità in autunno, l’agevolazione introdotta con la manovra 2007 scadrà il 31 dicembre 2010. Una bella grana per Tremonti, costretto a fare i conti in questo caso con la collega dell’Ambiente, Stefania Prestigiacomo: «Condivido le ragioni e la portata della manovra», è la sua reazione, ma «credo che tutto ciò che punta all’efficienza energetica e allo sviluppo delle fonti rinnovabili vada incentivato e supportato. Perché come ha sottolineato recentemente lo stesso Ministro Tremonti, la green economy sarà il motore dello sviluppo globale del futuro». Conclusione della ministra, «promuovere, seppure in una fase di difficile congiuntura, l’economia del futuro è una scelta obbligata».

E il Pd ci mette il carico da novanta: «Bel capolavoro!», attacca Vigni. «Con questa manovra, da una parte si spalancano le porte al condono edilizio, dall’altra si colpiscono al cuore le politiche per l’efficienza energetica e le energie rinnovabili». E se quelle per l’efficienza energetica soffriranno dalla mancata proroga degli incentivi fiscali, quelle per le energie rinnovabili subiscono un «colpo di mannaia», stando a quel che dice il responsabile economico del Pd, Boccia. «L’articolo 45 - spiega la Bianchi - elimina ogni certezza per le aziende che producono energia da fonti rinnovabili sul prezzo finale di vendita, togliendo l’obbligo per lo stato di ritirare i cosiddetti “certificati verdi” in eccesso: il che può comportare la non sostenibilità dei piani di investimento su energie alternative. Con ricadute pesanti sull’occupazione e sugli obblighi dell’Italia con l’Ue a produrre con fonti rinnovabili il 17% dell’energia consumata».

La misura sugli “edifici intelligenti” dal 2007 in poi ha messo in moto un giro di affari notevole, riportato in una tabella dell’Enea. Il primo anno sono stati realizzati 106 mila interventi, più che raddoppiati a 248 mila nel 2008 e scesi a 236 mila nel 2009. E nella classifica delle regioni più virtuose, il Piemonte risulta terzo dopo Lombardia e Veneto, seguito dall’Emilia Romagna e quindi da Toscana, Lazio e Friuli.

Certo è pur vero che se il governo in tempi di crisi non ha ancora rifinanziato questa misura ha le sue buone ragioni: che si traducono nelle cifre contenute in una relazione dell’Agenzia delle Entrate sul beneficio della detrazione dalle imposte sui redditi (Irpef o Ires) del 55 per cento delle spese sostenute. Detrazione possibile fino a un limite massimo che varia dai 100 mila euro «per la riqualificazione energetica di edifici esistenti» ai 30 mila euro «per la sostituzione di impianti di climatizzazione invernale». Ebbene, solo considerando i «lavori pluriennali» e cioè quei 27.559 interventi che incidono «in più periodi di imposta», si vede che sono state sostenute spese per oltre 309 milioni di euro per rifare infissi, pareti e finestre. «Ma con questa misura - obietta la Bianchi - lo Stato incoraggia la ristrutturazione degli edifici a fini ambientali. E in molti casi si tratta di lavori, come i pannelli solari o la sostituzione di impianti di riscaldamento, che senza la detrazione fiscale non verrebbero fatti e quindi è un volano per l’economia che porta a un gettito conseguente per l’erario». Un volano che la Confindustria vorrebbe portare oltreconfine, visto che la Marcegaglia, dalla Fiera di Shangai dove è in missione insieme al governo, dice che «l’Italia deve aumentare significativamente» la sua presenza in Cina, puntando anche sulla filiera legata alla green economy, all’efficienza e al risparmio energetico. Tradotto, il futuro si gioca su questo terreno.

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21/09/2010 16:19

Pubblicate in Gazzetta Ufficiale Le Linee Guida per l'autorizzazione degli impianti da fonti rinnovabili.
Tutte le reazioni e le nuove implicazioni
Martedì 21 Settembre 2010 11:46    Scritto da Andrea Marchetti
Linee_guida_fonti_rinnovabili
Come, e più, di una bella donna prima di un appuntamento importante, le "Linee Guida per l'autorizzazione degli impianti da fonti rinnovabili" si sono fatte aspettare e "desiderare" per ben 79 mesi,  decorrenti dalla approvazione di quel D.Lgs 387/03 che, quasi sette anni or sono, ne aveva previsto l'adozione con l'articolo 12.

Adesso l'attesa è finita: si tratta dell' ultima importante tappa di un procedimento che ha portato, due mesi fa circa, alla approvazione del Conto Energia 2011 e delle stesse Linee Guida, dalla Conferenza Unificata Stato Regioni contestualmente al Nuovo Conto Energia che però era stato pubblicato già il mese scorso.

Finalmente, ma comunque entro i termini previsti, anche le Linee Guida sono state pubblicate  nella  Gazzetta Ufficiale n. 219 del 18 settembre 2010 e, a partire dal  3 ottobre, gli operatori del settore delle energie rinnovabili e della green economy potranno contare su procedure autorizzative più snelle e, soprattutto, come da più parti auspicato, su regole certe, valide su tutto il territorio nazionale, senza discrepanze tra le Regioni italiane che, adesso, avranno 90 giorni di tempo per uniformarsi al disposto delle Linee Guida.

Per comprendere l'importanza delle Linee Guida basti ricordare un recente "disguido" che, in tema di fotovoltaico, ha visto coinvolti la Regione Marche ed Aper: la Giunta regionale, il 14 settembre,  ha adottato una proposta di delibera, da sottoporre alla approvazione definitiva della Assemblea Legislativa, con cui vengono fissati i criteri per l'individuazione delle aree in cui sarà vietata la installazione di impianti fotovoltaici a terra, non integrati. Con un comunicato stampa la Regione ha fatto sapere che la procedura di individuazione sarà affidata ai Comuni e, inoltre, che c' è stata concertazione e condivisione del procedimento di formazione della delibera e dei suoi contenuti da parte delle associazioni del settore, Aper compresa. Aper ha subito smentito la piena condivisione e, sia pure confermando la piena disponibilità, ha criticato il metodo della Regione ma anche le stesse Linee Guida, approvate proprio alla vigilia dell'entrata in vigore di quelle nazionali ed in contrasto con esse. Aper, infatti, teme che le norme proposte dalla Regione Marche ostacolino il fotovoltaico in quella Regione, in contrasto con le tendenze nazionali.

Benvenuto, dunque, alle Linee Guida nazionali, sperando che si riesca ad armonizzare le esigenze di sviluppo delle energie rinnovabili e della green economy  con le esigenze di tutela del paesaggio, da preservare indistintamente da nord a sud, senza perniciosi federalismi.

Tra gli operatori non sono mancati, infatti, i commenti positivi: "Le Linee Guida licenziata dal Minstero dell' Ambiente di concerto con i Beni e le atività culturali, dovranno  essere recepite entro 90 giorni senza modifiche dalle Regioni”, sottolinea con soddisfazione Domenico Inglieri, tra i padri della normativa italiana, avendo partecipato dal 2002 al processo di formazione del D.lgs 387/2003 che, infatti, ha salutato il provvedimento definendolo " ancora più importante dello stesso Conto Energia per il 2011 .Da oggi gli investitori avranno regole certe da seguire che permetteranno di porre fine alla confusione che ha caratterizzato fino a oggi gli iter autorizzativi”. "Le Regioni - prosegue Inglieri- "dovranno individuare i siti dove non si possono installare gli impianti a fonti rinnovabili" e le misure di compensazione “non monetaria, ma a carattere ambientale o territoriale a favore dei Comuni da utilizzare per interventi di miglioramento ambientale al fine di garantire la mitigazione degli impatti riconducibili al progetto”.

Grande soddisfazione anche di Anev (Associazione nazionale dell'energia del vento): "Finalmente - si legge in una nota dell'associazione - gli operatori del settore avranno una procedura unica a livello nazionale in grado di evitare differenze inaccettabili nei procedimenti autorizzativi tra regioni".

Soddisfazione anche sul piano politico, espressa dal senatore Francesco Ferrante, uno dei deputati "ambientalisti" del PD: "Da sette anni si aspettavano le Linee guida nazionali per gli investimenti nell'energia verde. Finora la crescita delle rinnovabili nel nostro Paese si e' dovuta scontrare contro la rete delle regole regionali, spesso confuse e contraddittorie  Ora finalmente le Linee guida sono legge". "Con la pubblicazione, avvenuta il 18 settembre, - prosegue Ferrante- da ottobre saranno operative su tutto il territorio nazionale ed entro il primo gennaio del 2012  tutte le regioni dovranno adeguarsi  ad un provvedimento atteso da tempo da tutti gli operatori per dare un quadro di certezze nell'ambito di una normativa regionale contraddittoria e spesso in contrasto con la Costituzione, discostandosi  in vari punti da quella nazionale:  per quanto attiene a limiti troppo rigidi sui siti di localizzazione e al versamento di somme spesso esagerate per chi installa". "Le Linee guida -aggiunge Ferrante- sono dunque un passaggio decisivo per spingere la green economy nel nostro Paese, perché favoriscono gli investimenti e consentono di coniugare le esigenze di crescita e il rispetto dell'ambiente e del paesaggio".

Ma quali saranno, d'ora in avanti,le procedure da adottare ? La costruzione, l’esercizio e la modifica degli impianti di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili richiederanno una "autorizzazione unica" rilasciata dalla Regione o dalla Provincia delegata, che dovrà essere conforme alle normative in materia di tutela dell’ambiente, del paesaggio e del patrimonio storico artistico, e costituirà, ove occorra, variante allo strumento urbanistico. Gli impianti più piccoli, tuttavia, saranno realizzabili con una procedura semplificata, attraverso una  Denuncia di Inizio Attività (DIA) disciplinata dagli articoli 22 e 23 del Testo unico dell’edilizia (Dpr 380/2001).Si tratta, ad esempio, di impianti fotovoltaici fino a 20 kW; impianti a biomassa fino a 1000 kW; impianti eolici fino a 60 kW; impianti idroelettrici fino a 100 kW. Le eventuali concessioni o autorizzazioni ambientali e paesaggistiche devono essere acquisite e allegate alla DIA. Inoltre gli impianti ancora più piccoli, cosiddetti "minori"  (es.: impianti fotovoltaici integrati negli edifici; impianti a biomassa fino a 50 kWe; minieolico; piccoli impianti idroelettrici e geotermoelettrici; ecc.) sono considerati “attività di edilizia libera” e possono essere realizzati semplicemente previa comunicazione di inizio lavori indirizzata al sindaco del Comune sul cui territorio si eseguono i lavori.

Andrea Marchetti


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Progetto "Eco Plus Home" by Bosch & Maple Leaf Homes

Una casa tutta verde

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http://t2.gstatic.com/images?q=tbn:ANd9GcSuOeQFj_jF01EzqF69A8ycj1wMMOjKcG5e2RrZIx_Zu6Ibpvg&amp;t=1&amp;usg=__QqRN7yPQHqSn-_bp-xP6jh0iniQ= Una famiglia canadese, composta da sei persone, ha deciso di vivere per un anno in una casa passiva ecosostenibile, in grado di produrre piu' energia di quella consumata da coloro che vi abitano.

Balthurst e' una cittadina della provincia canadese del New Brunswick; le temperature invernali sono piuttosto rigide - si puo' arrivare fino a - 30°C in pieno inverno, mentre d'estate si ha un clima mite, in media sui 30°C. Una condizione ideale per testare la tenuta e l'efficienza di una casa ecocompatibile, realizzata con le piu' moderne tecnologie per raggiungere l'efficienza energetica.

Il progetto si chiama Eco Plus Home e prevede una fase di sperimentazione lunga 12 mesi. A testare l'efficienza della soluzione realizzata e' la famiglia Kenny, composta da padre, madre e 4 figli dai 7 ai 15 anni.

Realizzata grazie alla tecnologia e all'impegno profuso dalla tedesca Bosch - che negli ultimi anni ha investito 3,6 miliardi di euro in Ricerca & Sviluppo, il 9,4% del suo fatturato, di cui circa il 45 per la tecnologia 'verde' -, la villetta mono familiare destinata alla famiglia Kenny e' un modulo sperimentale prefabbricato che produce integralmente l'energia che consuma, immettendo il surplus nella rete elettrica nazionale.

Capace di garantire risparmio energetico, e di permetter alla famiglia di condurre la propria vita quotidiana come sempre, Eco Plus Home si sta rivelando un buon prototipo da riproporre anche altrove. Una risposta concreta allo slogan di lancio del progetto: 'salvare il pianeta, una casa alla volta'.

Oltre alla citata Bosch, e alla societa' di costruzioni canadese Maple Leaf Homes, in molti hanno investito nel progetto, fornendo le proprie conoscenze e il relativo impegno in termini di materiali e componentistica. Elettricita' e riscaldamento vengono garantiti da pannelli fotovoltaici e solari - per la produzione di energia elettrica i primi, e per la produzione di acqua calda sanitaria e per il riscaldamento i secondi - e dall'impianto di ventilazione e dalla pompa di calore geotermica per il riscaldamento e il raffreddamento della villetta.

Tutti gli elettrodomestici sono stati progettati per garantire il massimo dell'efficienza consumando il minimo possibile, dalla lavatrice al forno a microonde, dalla lavastoviglie al frigorifero fino alla macchinetta per fare il caffe'.

Grazie a questo tipo di progettazione, le emissioni nocive sono tendenti allo zero evitando, quindi, la produzione delle circa 8 tonnellate di anidride carbonica emesse da una abitazione standard in un anno. Sul sito web dedicato all'iniziata e' possibile visionare i dati riguardanti l'energia prodotta ed essere aggiornati sull'andamento della sperimentazione. Il buon andamento di Eco Plus Home e' solo l'inizio.

L'obiettivo iniziale del progetto era far capire alle persone che un nuovo modo di concepire la propria casa e' possibile
, senza dover rinunciare alle comodita' e alla vita di sempre, guardando solo alle proprie abitudini da un'ottica differente. Le nuove tecnologie, un'attenzione all'ambiente e una grande collaborazione possono davvero avere effetti incredibili sull'ambiente. E sulle propria vita quotidiana. La famiglia Kenny e' tra le prime a crederci.

( Tratto da: http://www.ariannaeditrice.it )
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