Il problema dei 3 corpi: Attraverso continenti e decadi, cinque amici geniali fanno scoperte sconvolgenti mentre le leggi della scienza si sgretolano ed emerge una minaccia esistenziale. Vieni a parlarne su TopManga.
 

Alitalia, chi la salverà ?

Ultimo Aggiornamento: 27/05/2023 20:07
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12/09/2008 10:57

Re: Re:
Etrusco, 12/09/2008 10.54:




Non solo: il loro stipendio base (rispetto ai colleghi di altre compagnie) è già alto, ma non significa molto se non vengono anche paragonate le condizioni di lavoro e soprattutto benefit (spesso nascosti), trasferte, straordinari ed altri incentivi e premi di produzione.
Mi risulta che il personale Alitalia, trasferito a Malpensa per motivi operativi, fosse considerato perennemente fuori sede, con costi facilmente intuibili.

Comunque le modifiche ad hoc alla legge Marsano, suscitano motivi legittimi di perplessità.
Un esempio tra i tanti:
solo agli azionisti e titolari di obbligazioni della vecchia Alitalia, verrà data la qualifica di creditori privilegiati. Come pure è eccessiva la garanzia data ai nuovi acquisitori che li mette al riparo da qualsiasi azione di rivalsa dei creditori della vecchia società. [SM=x44463]

In ogni caso spero di cuore che l'operazione riesca, ma nutro seri dubbi che l'Europa non intervenga con azioni punitive e/o correttive. [SM=x44473]




ripeto il male non è il sindacato in sé, ma i rappreesntanti. I lavoratori, quelli veri, quelli che si sporcano le mani e che fanno fatica a mantenere una famiglia, sanno dialogare e hanno intelligenza. I rappresentanti giocano con i numeri, al pari degli imprenditori, non hanno certo a cuore la dignità di tanti loro iscritti.
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12/09/2008 10:58

Re: Re: Re: Re:
FerrariDaytona, 12/09/2008 10.53:




e se fallisce non grava comunque sui contribuenti?
Il rischio d'impresa non si valuta sul numero di debiti che un'impresa è disposta a comprare. Si mette capitale di rischio e lo si investe. In questo caso lo si userebbe per pagare i debiti, con investimenti pari a ZERO.
Un po' diverso il rischio d'impresa. Fallirà, e dalle ceneri qualcuno costruirà una compagnia più seria, e i piloti & C. saranno a piedi.




Riassumendo:
dalle ultime settimane l'ipotesi che va per la maggiore è che dal progetto Fenice
verranno fuori due compagnie:
la CAI che dovrebbe divenire la gallina dalle uova d'oro (di cui trarrebbero utili solo pochi privati)
e la Bad Company in cui confluiranno le principali negatività di tutta Alitalia... e che probabilmente andrà in fallimento....

Novità delle ultime ore?
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12/09/2008 11:00

CORTE CONTI: PREOCCUPATI PER MODIFICHE LEGGE MARZANO…

(Apcom) -
"Viva preoccupazione" del pg della Corte dei conti per le modifiche introdotte dal governo Berlusconi alla legge Marzano.

In una nota il procuratore generale Furio Pasqualucci punta il dito contro la norma contenuta del decreto che esclude dalla responsabilità amministrativa-contabile di amministratori, dirigenti revisori dei conti e dipendenti delineanod "una poco comprensibile deroga a principi universali di buona e corretta amministrazione, e, al di là di considerazioni tecniche di coerenza costituzionale, non può non destare viva preoccupazione".




FerrariDaytona, 12/09/2008 10.57:




ripeto il male non è il sindacato in sé, ma i rappreesntanti. I lavoratori, quelli veri, quelli che si sporcano le mani e che fanno fatica a mantenere una famiglia, sanno dialogare e hanno intelligenza. I rappresentanti giocano con i numeri, al pari degli imprenditori, non hanno certo a cuore la dignità di tanti loro iscritti.




[SM=x44458] [SM=x44464]


hai letto L'Altra Casta? [SM=x44465]
[Modificato da Etrusco 12/09/2008 13:13]
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12/09/2008 11:01

Re: Re: Re: Re: Re:
Etrusco, 12/09/2008 10.58:




Riassumendo:
dalle ultime settimane l'ipotesi che va per la maggiore è che dal progetto Fenice
verranno fuori due compagnie:
la CAI che dovrebbe divenire la gallina dalle uova d'oro (di cui trarrebbero utili solo pochi privati)
e la Bad Company in cui confluiranno le principali negatività di tutta Alitalia... e che probabilmente andrà in fallimento....

Novità delle ultime ore?



La CAI ha appena comunicato che non ci sono le condizioni per trattare, viste le non condizioni offerte dai piloti (che guadagnano fra tutto circa 8.000 Euro al mese...)

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12/09/2008 11:02

Re: Re: Re: Re:
Etrusco, 12/09/2008 11.00:




[SM=x44458] [SM=x44464]


hai letto L'Altra Casta? [SM=x44465]




a tratti, era un po' scritto lento.
Non diamo totalmente la colpa a Berlusconi. Ne ha anche lui, ma se oggi ci fosse Veltroni viste queste condizioni la trattativa sarebbe in stallo.
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Re: Re: Re: Re: Re:
FerrariDaytona, 12/09/2008 11.02:




a tratti, era un po' scritto lento.
Non diamo totalmente la colpa a Berlusconi. Ne ha anche lui, ma se oggi ci fosse Veltroni viste queste condizioni la trattativa sarebbe in stallo.




No, le colpe derivano dall'ultimo decennio (e più) di mala gestione Alitalia [SM=x44465]
Così su due piedi le unice responsabilità di Silvio son state semmai quelle di quando nel suo precedente governo cercò di sanare i debiti di Alitalia saccheggiando le casse dell'ENAC
e poi, recentemente, quando ha puntato i piedi contro le trattative con Spinetta (che si sarebbe accollato tutti i debiti di Alitalia, senza la creazione della Bad Company, ormai divenuta un ramo secco da tagliare)

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Re: Re: Re: Re: Re: Re:
FerrariDaytona, 12/09/2008 11.01:



La CAI ha appena comunicato che non ci sono le condizioni per trattare, viste le non condizioni offerte dai piloti (che guadagnano fra tutto circa 8.000 Euro al mese...)





Poverini,
chissà come farebbero ad arrivare a fine mese con questi stipendi...
prova a metterti nei loro panni:
dovrebbero ridurre il loro tenore di vita, una sola amante, due sole vacanze all'anno.... [SM=x44471]
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12/09/2008 12:59

SIGNORI, NON SI VOLA PIÙ:
ROTTURA TRA LA CORDATA “VOLANINNO” E SINDACATI

C'ERA UNA VOLTA UNA COMPAGNIA CHE AVEVA 5 AEREI CARGO CON APPENA 135 PILOTI

TRUCCHI POLITICI E SEGRETI SINDACALI E VERGOGNE DI STATO DELLA CASTA VOLANTE




Foto da La Stampa




Beppe Severgnini per il “Corriere della Sera” - Alitalia, 11 settembre, il giorno più lungo.
I piloti: «C'è il rischio che tutto precipiti».
Usare altre metafore, proprio no?

1 - CAI: NON CI SONO CONDIZIONI PER ANDARE AVANTI…
(Apcom) -
La società Cai "prende atto, dopo sette giorni di incontri, che non esistono le condizioni per proseguire le trattative". Lo dichiara un portavoce della Cai.
"Evidentemente non ci si rende conto della drammatica situazione di Alitalia e della necessità di profonda discontinuità rispetto al passato che il piano di salvataggio richiede", aggiunge la società.

2 - FONTI SINDACALI: CONTATTI CON UNICREDIT PER CONTROFFERTA…
(Apcom) -
Alcune sigle sindacali starebbero avendo in queste ore contatti con Unicredit per ottenere un supporto finanziario per una controfferta per il salvataggio di Alitalia rispetto a quella presentata da Cai. Lo si apprende da fonti sindacali, secondo cui un incontro per parlare della questione è atteso per il pomeriggio di oggi.

3 - UNICREDIT: NESSUN CONTATTO E NESSUNA OFFERTA ALTERNATIVA
(Apcom) -
"Nessun contatto e nessun incontro previsto con i sindacati". Lo afferma un portavoce di Unicredit che smentisce categoricamente che ci sia un'offerta alternativa a Cai.

4 - FANTOZZI E COLANINNO LASCIANO PALAZZO CHIGI…
(Apcom) -
Il commissario straordinario di Alitalia, Augusto Fantozzi, e il presidente di Cai, Roberto Colaninno, hanno lasciato Palazzo Chigi dove si è svolto un incontro sulla situazione della compagnia aerea con il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Gianni Letta.



5 - TRUCCHI E SEGRETI DELLA CASTA VOLANTE…
Sergio Rizzo per il “Corriere della Sera”


C'era una volta una compagnia aerea che perdeva 25 mila euro l'anno per ognuno dei suoi dipendenti. Che aveva 5 (cinque) aerei cargo sui quali si alternavano 135 (centotrentacinque) piloti.

Che arrivò ad avere un consiglio di amministrazione composto di 17 poltrone: tre per i sindacalisti e una assegnata, chissà perché, al Provveditore generale dello Stato, l'uomo incaricato di comprare le matite, le lampadine e le sedie dei ministeri. Che istituì perfino una commissione di otto persone per decidere i nomi da dare agli aeroplani: e si possono immaginare i dibattiti fra i sostenitori di Caravaggio e quelli di Agnolo Bronzino.

Che in vent'anni cambiò dieci capi azienda, nessuno uscito di scena alla scadenza naturale del suo mandato. E che negli ultimi dieci anni ha scavato una voragine di tre miliardi chiudendo un solo bilancio in utile, ma unicamente grazie a una gigantesca penale che i preveggenti olandesi della Klm preferirono pagare pur di liberarsi dal suo abbraccio mortale. C'era una volta, appunto. Perché una cosa sola, mentre scade l'ultimatum di Augusto Fantozzi, è certa: quella Alitalia lì non c'è più.



La corsa disperata di cui parlò Tommaso Padoa-Schioppa quando ancora confidava di poter passare la patata bollente ad Air France, dicendo di sentirsi come «il guidatore di un'ambulanza che sta correndo per portare il malato nell'unica clinica che si è dichiarata diposta ad accettarlo», è comunque finita. E con quell'ultimo viaggio, fallito in modo drammatico, si è chiusa un'epoca. Con un solo rammarico: che la parola fine doveva essere scritta molti anni prima. Se soltanto i politici l'avessero voluto.

Già, i politici. Ricordate Giuseppe Bonomi? Politico forse sui generis, leghista e oggi presidente della Sea, ora ha chiesto all'Alitalia 1,2 miliardi di euro di danni perché la compagnia ha deciso di lasciare l'aeroporto di Malpensa. Anche lui è stato presidente dell'Alitalia: durante la sua presidenza la compagnia prossima ad essere «tecnicamente in bancarotta», per usare le parole del capo della Emirates, Ahmed bin Saeed Al-Maktoum, sponsorizzò generosamente i concorsi ippici di Assago e piazza di Siena. Alle quali Bonomi, provetto cavallerizzo, partecipò come concorrente. Ma senza portare a casa una medaglia. Ritorno d'immagine? Boh.

E ricordate Luigi Martini? Ex calciatore della Lazio, protagonista dello storico scudetto del 1974, chiusa la carriera sportiva diventò pilota dell'Alitalia. Poi parlamentare e responsabile trasporti di Alleanza nazionale: ma senza smettere mai di volare. Per conservare il brevetto gli fu concesso di mantenere anche grado e stipendio. Faceva tre decolli e tre atterraggi ogni 90 giorni, quando gli impegni politici lo consentivano, pilotando aerei di linea con 160 passeggeri a bordo. Inconsapevoli, probabilmente, che alla cloche c'era nientemeno che un parlamentare in carica. Questa sì che era degna di chiamarsi italianità.

In quale altro Paese sarebbe stato possibile?
Domanda legittima anche a proposito di quello che accadde nel 2002, quando con la benedizione di Claudio Scajola venne istituita una linea quotidiana Alitalia fra Fiumicino e Villanova D'Albenga, collegio elettorale dell'allora ministro dell'Interno. Numero massimo di passeggeri, denunciò il rifondarolo Luigi Malabarba, diciotto. Dimesso il ministro, fu dimessa anche la linea. Ripristinato il ministro, come responsabile dell'Attuazione del programma, fu ripristinato pure il volo: in quel caso da Air One, con contributi pubblici. Volo successivamente abolito dopo la fine del precedente governo Berlusconi e quindi ora, si legge sui giornali, riesumato per la terza volta.

Ma politici e flap in Italia hanno sempre rappresentato un connubio spettacolare. Lo sapevano bene i 9 sindacati dell'Alitalia, che non a caso nei momenti critici, ha raccontato al Corriere Luigi Angeletti, regolarmente pretendevano di avere al tavolo il governo, delegittimando la controparte naturale, cioè l'amministratore delegato. E i ministri regolarmente si calavano le braghe.
Forse questo spiega perché mentre tutte le compagnie straniere, alle prese con le crisi, tagliavano il personale e riducevano i costi, all'Alitalia accadeva il contrario. Nel 1991, dopo la guerra del Golfo, si decisero 2.600 prepensionamenti.

Poi arrivò Roberto Schisano, che diede un'altra strizzatina, e i dipendenti scesero nel 1995 a 19.366. Armato di buone intenzioni, Domenico Cempella nel 1996 li portò a 18.850. Nel 1998 però erano già risaliti a 19.683. L'anno dopo a 20.770. E nel 2001, l'anno dell'attentato alle Torri gemelle di New York, si arrivò a 23.478. Poi ci si stupì che per 14 anni, fino al 1999, fosse stato tenuto in vita a Città del Messico, come denunciò l'Espresso, un ufficio dell'Alitalia con 15 dipendenti, nonostante gli aerei avessero smesso di atterrare lì nel lontano 1985. Come ci si stupì che gli equipaggi in transito a Venezia venissero fatti alloggiare nel lussuoso Hotel Des Bains del Lido, con trasferimento in motoscafo. O che per un intero anno (il 2005) la compagnia avesse preso in affitto 600 stanze d'albergo, quasi sempre vuote, nei dintorni dell'aeroporto, per gli equipaggi composti da dipendenti con residenza a Roma ma luogo di lavoro a Malpensa.

Per non parlare della guerra sui lettini per il riposo del personale di bordo montati sui Jumbo, al termine della quale 350 piloti portarono a casa una indennità di 1.800 euro al mese anche se il lettino loro ce l'avevano. O dell'incredibile numero di dipendenti all'ufficio paghe del personale navigante, che aveva raggiunto 89 unità. Incredibile soltanto per chi non sa che gli stipendi arrivavano a contare 505 voci diverse.

Tutto questo ora appartiene al passato. Prossimo o remoto, comunque al passato. Della futura Alitalia, per ora, si conosce soltanto il promotore: Compagnia aerea italiana, Cai, stesso acronimo di un'altra Cai, la Compagnia aeronautica italiana, la società che gestisce la flotta dei servizi segreti. E le cui azioni, per una curiosa e assolutamente casuale coincidenza, sono custodite nella SanPaolo fiduciaria, del gruppo bancario Intesa SanPaolo, lo stesso che supporta la cordata italiana per l'Alitalia.


12 Settembre 2008

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13/09/2008 17:01




VOLA IL FALLIMENTO AZ-BERLUSCONI – ALITALIA FINIRÀ ALL’ASTA (COME SWISSAIR)

SI SFASCIA LA CORDATA: BENETTON ACCUSA ‘VOLANINNO’ & SABELLI DI FARE I PADRONI

SE I SINDACATI NON ACCETTANO IL MENO PEGGIO, PASSERA SI GIOCA IL SUO FUTURO




Sono saliti a bordo con l’aria soddisfatta e adesso alcuni di loro non vedono l’ora di scendere.
Stiamo parlando dei magnifici 16 soci di Cai
, la societa’ costituita alla fine di agosto in uno studio di Milano dagli imprenditori coraggiosi, guidati da quel Roberto Colaninno che dopo aver fatto melina per alcuni mesi, ha aperto i cordoni della borsa pur di mettersi ai comandi della Nuova Alitalia.

Insieme a lui c’erano personaggi importanti come Gilberto Benetton, Totuccio Logresti,
Marcellino Gavio e Caltagirone Bellavista
, poi nella cordata si sono infilati altri imprenditori meno celebri come Aponte e Davide Maccagnani. In fondo al gruppo e con l’aria perplessa si vedevano Tronchetti Provera e la moretta di Mantova, Emma Marcegaglia del tutto inconsapevole del conflitto di interessi legato al suo ruolo in Confindustria.

Sono saliti a bordo spinti soprattutto dal carburante solido di Palazzo Chigi e del Cavaliere dai capelli cremolati che gia’ il 16 aprile annunciava, più tronfio che trionfante: ”la cordata c’è anche senza l’impegno dei miei figli”.

Il piu’ lesto ad allacciare le cinture è stato comunque Carletto Toto che non vedeva l’ora di decollare per mettere nel pancione della Compagnia ripulita i suoi aerei e i debiti di Air One.


Nelle ultime 48 ore l’aereo ha preso a ballare in maniera pazzesca tra vuoti d’aria e sacchetti per vomitare.
I capitani coraggiosi e poco danarosi si sono innervositi quando i piloti della politica e dell’aereo (Colaninno & Sabelli) hanno invitato ad usare le maschere ad ossigeno.

All’inizio è sembrato uno scherzo perchè questa meravigliosa Casta Volante che all’inizio d’agosto ha messo sul tavolo 160 mila euro con l’impegno di arrivare ad 1 miliardo, non ha mai pensato di entrare in una turbolenza così drammatica.
Eppure, prima di dar vita alla cordata i piloti della politica e di Palazzo Chigi li avevano invitati a non separarsi dal loro bagaglio a mano, anzi avevano fatto capire che in modi diversi sarebbero stati ampiamente ripagati per il loro sacrificio. E le stesse garanzie aveva dato
l’artefice del Piano Fenice, quel Corradino Passera innamorato di Airone, che si gioca il futuro nell’avventura Alitalia.

(Flashback: all’epoca il Presidente di Intesa Abramo Bazoli, che non ha mai proferito verbo pubblico sul caso Alitalia, entrò in aperto contrasto con le voglie volanti di Corradino.
La cosa finì che Abramo se ne lavò le manine, lasciò un dossier di oneri e onori nelle mani del suo amministratore delegato e agli amici confidò il suo pieno dissapore sul salvataggio aggiungendo, icastico, qualcosa del tipo:
vedrete, con Alitalia, mi toglierò Passera dai piedi).

Da ieri pomeriggio il viaggio ha preso una rotta diversa e l’aeromobile trionfante sta precipitando nel vuoto. Le ultime notizie raccolte da Dagospia nel cuore della notte dicono che la cordata si è sfasciata e anche se formalmente l’offerta di Cai rimane in piedi si sentono crepe e malumori profondi.

Il primo a voler scendere dall’aereo in caduta libera pare che sia Gilberto Benetton
,
il 67enne imprenditore di Treviso che non ha voglia di sfracellarsi e contesta a muso duro i piloti, non quelli che protestano nei corridoi di Fiumicino, ma Colaninno e Sabelli accusati di guidare l’operazione senza rendere conto del loro operato.



Bisogna capirlo Gilberto, un uomo che a nome di Luciano Carlo e Giuliana Benetton ha preso le redini di Ponzano Veneto, mettendo in disparte il giovane Alessandro (figlio di Luciano) per diversificare l’impero dei pulloverini colorati. Di perdere soldi questo imprenditore che ha il profilo di un attore americano, si è rotto letteralmente le scatole. Ne ha persi gia’ troppi nella Telecom di Bebè Bernabè e quando si ritrova in famiglia per mangiare la polenta gli ricordano il vecchio proverbio veneto: “ i soldi non hanno gambe, ma corrono”.

Corrono in Autostrade dove Alessandro con l’aiuto della politica non ha problemi di tariffe;
corrono in Aeroporti di Roma che nel primo trimestre ha registrato ricavi per 119 milioni e un utile netto di 18;
corrono a Maccarese che si trova ai bordi Fiumicino dove crescono pomodori stupendi e ci sono terreni da vendere per la terza pista dell’aeroporto.
“Voglio scendere!”, così sembra aver detto nelle ultime ore Gilberto,
infastidito dal pilotaggio a senso unico di quel Colaninno mantovano, poco amato da Berlusconi, che proprio ieri Bernabè ha accusato indirettamente di aver commesso un “delitto” indebitando Telecom con la famosa scalata del 1999.


Che il malessere di Benetton non sia infondato, trova conferma nell’articolo di Gianni Dragoni, pubblicato oggi sul Sole 24Ore, in cui si parla di manovre per attrarre tedeschi e inglesi in alternativa alla cordata.
Queste manovre - scrive Dragoni – passerebbero attraverso Fabrizio Palenzona, Presidente di Aeroporti di Roma , la societa’ controllata dai Benetton.

Le spie si accendono a ripetizione perchè il massiccio Palenzona (vecchia volpe democristiana) guarda caso è anche Consigliere di Mediobanca e vicinissimo a quel Cesarone Geronzi che non vede l’ora di sfasciare le ali a Corradino Passera.

C’è quanto basta per pensare che la cordata si è sfasciata o si sta sfibrando. Ma non è’ detto che la fine dell’avventura faccia piangere di dolore i 16 capitani coraggiosi. Qualcuno di loro ingenuamente è rimasto spiazzato dal Vietnam dei sindacati e dei piloti (28 sigle!), altri però potrebbero godere se la nuova Alitalia non si alzasse in volo.

E’ il caso dei soci minori che possono sempre dire al Cavaliere di Palazzo Chigi d’averci provato con un bel gesto e un pugno di soldi. [SM=x44464]
Altri, come la Marcegaglia, potrebbero uscire dall’imbarazzo che la costringe a tacere di fronte ad un’operazione industriale che è stata definita una patacca, una truffa, un autentico imbroglio costruito violando le regole della concorrenza e del mercato.
E non è detto – ma questa è una insinuazione maliziosa che corre da stamane negli ambienti sindacali – che dietro le barricate dei piloti non ci sia anche lo zampino di chi vuole sfilarsi per non morire con il napalm sulla pelle e le tasche semivuote.

Nel 2003 l’Unione Europea approvo’ la Carta dei Diritti dei Passeggeri dove all’articolo 13 si legge “i passeggeri il cui volo è cancellato dovrebbero ottenere il rimborso del premio del biglietto o avere la possibilita’ di proseguire con un volo alternativo”.

Arrivati a questo punto dentro la cordata dei capitani coraggiosi e poco danarosi, c’è chi di prendere un volo alternativo non ci pensa minimamente.
Se poi Berlusconi, i sindacati, i piloti “comunisti” grideranno: “mamma ho perso l’aereo”, questo è un altro film.


13 Settembre 2008
13/09/2008 19:09

Re: Re: Re: Re: Re: Re:
Etrusco, 12/09/2008 11.57:




No, le colpe derivano dall'ultimo decennio (e più) di mala gestione Alitalia [SM=x44465]
Così su due piedi le unice responsabilità di Silvio son state semmai quelle di quando nel suo precedente governo cercò di sanare i debiti di Alitalia saccheggiando le casse dell'ENAC
e poi, recentemente, quando ha puntato i piedi contro le trattative con Spinetta (che si sarebbe accollato tutti i debiti di Alitalia, senza la creazione della Bad Company, ormai divenuta un ramo secco da tagliare)





Io li manderei a raccogliere i pomodori sotto il sole cocente, altroché. purtroppo a quanto ho sentito godranno per 7 anni di un lauto indennizzo, anche senza far nulla. vaff [SM=x44490]


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14/09/2008 12:02

Re: Re: Re: Re: Re:
FerrariDaytona, 12/09/2008 11.02:




a tratti, era un po' scritto lento.
Non diamo totalmente la colpa a Berlusconi. Ne ha anche lui, ma se oggi ci fosse Veltroni viste queste condizioni la trattativa sarebbe in stallo.




NON mistifichiamo!

se il maledetto nano non avesse voluto far ingrassare alcuni suoi amichetti..

il progetto AirFrance sarebbe già decollato e a regime con notevole risparmio per le tasche degli italiani!

ma tant'è gli itagliani medi sono cosi' capre che le allodole sembra volpi al confronto!

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Ogni tesi basata su ipotesi false è anch'essa falsa!
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15/09/2008 12:39

Il piano Air France non andava bene ehhhh...
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PippyZzetta
15/09/2008 13:35

Re: Re: Re: Re: Re:
FerrariDaytona, 12/09/2008 11.02:




a tratti, era un po' scritto lento.
Non diamo totalmente la colpa a Berlusconi. Ne ha anche lui, ma se oggi ci fosse Veltroni viste queste condizioni la trattativa sarebbe in stallo.



beh difficile sapere cosa sarebbe successo con veltroni. la storia dei se e dei ma è difficile da scrivere. soprattutto quando un imprenditore capo di governo turba il mercato (quasi a livelli di insider trading) con fantasiosi progetti di cordate e società di salvataggio che si rivelano poi per quello che si poteva immaginare: delle bufale per ingrassare alcuni e accollare sugli altri (chi paga le tasse) i debiti di una struttura perenemmente in perdita e che all'italiano medio dubito stia a cuore mantenere. senza contare i debiti di toto. due piccioni con una fava. non ho potuto seguire benissimo gli ultimi sviluppi se non ieri con la trattativa in stallo.
sinceramente anche la svendita ad air france mi sembrava conveniente rispetto a quello che sta per accadere. possibilità di ripresa ce ne sarebbero state. così siamo alla solita vecchia italietta con i buchi rappezzatti da chi non ha voce in capitolo....

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piperitapatty, 15/09/2008 13.35:


beh difficile sapere cosa sarebbe successo con veltroni. la storia dei se e dei ma è difficile da scrivere. soprattutto quando un imprenditore capo di governo turba il mercato (quasi a livelli di insider trading) con fantasiosi progetti di cordate e società di salvataggio che si rivelano poi per quello che si poteva immaginare: delle bufale per ingrassare alcuni e accollare sugli altri (chi paga le tasse) i debiti di una struttura perenemmente in perdita e che all'italiano medio dubito stia a cuore mantenere. senza contare i debiti di toto. due piccioni con una fava. non ho potuto seguire benissimo gli ultimi sviluppi se non ieri con la trattativa in stallo.
sinceramente anche la svendita ad air france mi sembrava conveniente rispetto a quello che sta per accadere. possibilità di ripresa ce ne sarebbero state. così siamo alla solita vecchia italietta con i buchi rappezzatti da chi non ha voce in capitolo....




L'unica cosa di cui non sono convinto è che la trattativa con AirFrance-Klm sarebbe andata in porto (i francesi si erano già scontrati con il no sindacale ed avevano preso tempo per decidere. Poi la certezza che con le elezioni imminenti non avrebbero più avuto neanche una sponda politica ha fatto il resto).

Per il resto, confermo lo sdegno per la solita economia politico-dipendente.
Con buona pace del mercato.

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PippyZzetta
15/09/2008 13:51

Re:
paperino73, 15/09/2008 13.45:




L'unica cosa di cui non sono convinto è che la trattativa con AirFrance-Klm sarebbe andata in porto (i francesi si erano già scontrati con il no sindacale ed avevano preso tempo per decidere. Poi la certezza che con le elezioni imminenti non avrebbero più avuto neanche una sponda politica ha fatto il resto).

Per il resto, confermo lo sdegno per la solita economia politico-dipendente.
Con buona pace del mercato.




c'è anche da dire che il no sindacale è arrivato dopo le dichiarazioni di silvio sulla cordata.
a quel punto no non sarebbe andato in porto. d'altra parte mi pare anche logico che airfrance faccia i suoi affari e non la carità cristiana...

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Re: Re:
piperitapatty, 15/09/2008 13.51:




c'è anche da dire che il no sindacale è arrivato dopo le dichiarazioni di silvio sulla cordata.
a quel punto no non sarebbe andato in porto. d'altra parte mi pare anche logico che airfrance faccia i suoi affari e non la carità cristiana...




Perchè invece Toto, Ligresti, Colaninno partecipano alla Cordata
per Carità? O per il bene della Patria? [SM=x44467]

Eppure Colaninno ha già dimostrato con la scalata Telecom a cosa è realmente int€r€$$ato e come ha lasciato l'aziendo dopo averci fatto i suoi sporchi comodi (col beneplacito di D'Alema & Co.) [SM=x44465]

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Le proteste dei lavoratori Alitalia
[Modificato da Etrusco 17/09/2008 12:35]
15/09/2008 23:24


Segnalazione: stasera Porta a Porta con ospite Silvio, da non perdere [SM=x44485]
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16/09/2008 07:35

Re: Re: Re:
Etrusco, 15/09/2008 14.41:




Perchè invece Toto, Ligresti, Colaninno partecipano alla Cordata
per Carità? O per il bene della Patria? [SM=x44467]

Eppure Colaninno ha già dimostrato con la scalata Telecom a cosa è realmente int€r€$$ato e come ha lasciato l'aziendo dopo averci fatto i suoi sporchi comodi (col beneplacito di D'Alema & Co.) [SM=x44465]



Colaninno nella scalata Telecom appoggiata dal settore dei DS che faceva capo a D'Alema (insieme con Unipol ovviamente) fece il suo interesse. Come ovviamente lo sta facendo ora. Non vedo chi si illuda poeticamente del contrario.
In compenso lasciò la Telecom in condizioni MOLTO migliori di quelle in cui l'ha lasciata Tronchetti, dopo avere peraltro affrontato il periodo della forzata caduta del monopolio dell'operatore telefonico (cosa che senza la politica che era al potere in quel periodo non avrebbe potuto fare).
Tronchetti in compenso oltre alla crisi finanziaria l'ha mollata anche in crisi di credibilità dopo l'affaire Tavaroli e tutto quanto ci gira intorno.
Peraltro Colaninno ha risanato la Piaggio, pur con dolorose rinunce. Non capisco perchè si incensa Marchionne per la risalita Fiat e, pur con le debite proporzioni, non si riconosce la stessa cosa ad un altro manager con le palle.
Il problema piuttosto secondo me è un altro; Colaninno & c. sono per l'appunto imprenditori prevalentemente finanziari. Se l'accordo con Air France aveva un punto a favore era di essere fatto con un operatore del settore che avrebbe puntato non soltanto a far fruttare una azienda morta e defunta, ma a rilanciarla nel suo settore di competenza. Questi, anche se l'accordo dovesse andare in (aero)porto fra 4-5 anni lasceranno, speriamo a qualcuno che non faccia soltanto voli pindarici.


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Is a dream a lie if it don't come true ?
(B. Springsteen)

Siccome ho una reputazione da difendere... (Elvenking)

Mentre la maggior parte della gente continuerà a sbattersene i coglioni (Bremaz)

Hai ragione su tutto ! Stai migliorando in logica !
16/09/2008 11:19

Porta a Porta col premier... questo è stato il momento "clou" della serata:



quando la Vezzali gli regala un fioretto con incisa una dedica "a Silvio" [SM=x44452] e tutta emozionata gli dice "da lei mi farei toccare", poi il bacio di ringraziamento e lei che continua "solo lei può risolvere i problemi dell'Italia" ecc. ecc.

non mi stupirei se ce la ritrovassimo in qualche ministero [SM=x44464]

Silvio ha poi detto che gli stipendi dei lavoratori di Alitalia non saranno toccati, resteranno invariati, solo che dovranno lavorare di più [SM=x44473]


altro momento importante...




solo che la Miss è stata molto più sobria della Vezzali, devo dire che se l'è cavata bene [SM=x44458]
[Modificato da Nikki72 16/09/2008 11:21]
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