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Mafia, Salvatore Borsellino: "All'interno dello Stato ispiratori strage"

Ultimo Aggiornamento: 09/03/2012 14:05
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02/10/2008 22:53

Sanremo. "E' vergognoso che a sedici anni di distanza dall'assassinio di Paolo sono stati messi in galera gli autori materiali della strage ma non sono stati ancora colpiti, in nessuna maniera, gli ispiratori.
Alcuni ritengo che si trovino all'interno dello Stato".

Lo ha dichiarato stamani a Sanremo Salvatore Borsellino, fratello di Paolo, il giudice assassinato insieme alla sua scorta nella strage di via D'Amelio, a margine di un incontro con gli studenti nell'ambito della rassegna 'Un ottobre di Pace'. "Ritengo - ha aggiunto - che ci sia un antistato che è riuscito a farsi stato. La vera mancanza di rispetto nei confronti delle istituzioni è permettere che all'interno delle stesse ci siano dei personaggi indegni". Salvatore Borsellino ha poi criticato il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, per il caso Mangano, "fatto passare come un eroe". "Oggi di mafia si sente parlare di meno - ha proseguito - anche perché la mafia, così come la criminalità organizzata, ha cambiato strategie, tanto che diventa più difficile combatterla. Ci sono ancora oggi giudici coraggiosi che hanno tentato di combatterla, ma a differenza di una volta, oggi non vengono più uccisi. Da una parte, infatti, vengono tolti alla magistratura quegli strumenti che servirebbero per condurre la guerra alla mafia; dall'altra, i giudici scomodi vengono rimossi o trasferiti, in modo che non riescano più a fare il loro lavoro".


www.antimafiaduemila.com/content/view/9376/48/

Sciascia ha scritto una frase bellissima e terribile: Lo Stato non può processare se stesso. io la metterei al posto dell'insegna tragicomica La legge è uguale per tutti che si trova nei tribunali e che fa ridere tutti quanti appena entrano, giudici per primi [SM=x44464]
[Modificato da Nikki72 02/10/2008 23:11]
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03/10/2008 00:12

IMPOSIMATO INCORONA MARONI - Un altro illustre esponente della magistratura interviene sulle vicende di ieri a Castelvolturno.
È Fernando Imposimato
, raggiunto dalle penne del Corriere del Mezzogiorno.
Magistrato di Maddaloni, ha indagato praticamente su 50 anni delle vicende italiane.
Dalla banda della Magliana, alle collusioni politica malavita organizzata, alle stragi di mafia.
Fu proprio Pippo Calò, infatti, a decretare nel 1983 la morte del fratello sindacalista, Franco Imposimato.
Anche l’ex magistrato, e senatore Pci, di Maddaloni si oppone alla legge sulle intercettazioni, o almeno all’impostazione dell’attuale proposta, ma chiama i colleghi ad un giusto utilizzo di queste.
Non si ferma qui però l’ex giudice e ad una domanda delle domande di Vito Faenza
incorona Maroni come unica speranza che in questo momenti il sud ha per battere la malavita: “Io stimo Maroni
– dice Imposimato al cronista -
perché è un politico intelligente, poi ha un grande vantaggio che in questi anni non c'è mai stato:
è un leghista, il suo elettorato è al Nord, non ha legami politici con la Campania o le regioni meridionali
e quindi ha il piglio, e le condizioni, per attuare davvero una lotta efficace alla malavita

dei casalesi, come quella delle altre regioni meridionali”.

www.interno18.it/politica/4246/legge-sulle-intercettazioni-e-malavita-org...

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Non condivido le tue idee, ma darei la vita per vederti sperculeggiare quando le esporrai.
03/10/2008 09:48

Re:
Etrusco, 03/10/2008 0.12:

IMPOSIMATO INCORONA MARONI - Un altro illustre esponente della magistratura interviene sulle vicende di ieri a Castelvolturno.
È Fernando Imposimato
, raggiunto dalle penne del Corriere del Mezzogiorno.
Magistrato di Maddaloni, ha indagato praticamente su 50 anni delle vicende italiane.
Dalla banda della Magliana, alle collusioni politica malavita organizzata, alle stragi di mafia.
Fu proprio Pippo Calò, infatti, a decretare nel 1983 la morte del fratello sindacalista, Franco Imposimato.
Anche l’ex magistrato, e senatore Pci, di Maddaloni si oppone alla legge sulle intercettazioni, o almeno all’impostazione dell’attuale proposta, ma chiama i colleghi ad un giusto utilizzo di queste.
Non si ferma qui però l’ex giudice e ad una domanda delle domande di Vito Faenza
incorona Maroni come unica speranza che in questo momenti il sud ha per battere la malavita: “Io stimo Maroni
– dice Imposimato al cronista -
perché è un politico intelligente, poi ha un grande vantaggio che in questi anni non c'è mai stato:
è un leghista, il suo elettorato è al Nord, non ha legami politici con la Campania o le regioni meridionali
e quindi ha il piglio, e le condizioni, per attuare davvero una lotta efficace alla malavita

dei casalesi, come quella delle altre regioni meridionali”.

www.interno18.it/politica/4246/legge-sulle-intercettazioni-e-malavita-org...




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03/10/2008 09:53

Etrusco, 03/10/2008 0.12:

incorona Maroni come unica speranza che in questo momenti il sud ha per battere la malavita: “Io stimo Maroni – dice Imposimato al cronista - perché è un politico intelligente, poi ha un grande vantaggio che in questi anni non c'è mai stato: è un leghista, il suo elettorato è al Nord, non ha legami politici con la Campania o le regioni meridionali
e quindi ha il piglio, e le condizioni, per attuare davvero una lotta efficace alla malavita dei casalesi, come quella delle altre regioni meridionali”.




Speriamo abbia ragione lui.
Io temo che il sistema politico sia troppo colluso per vedere un futuro roseo a breve. [SM=x44465]

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PippyZzetta
03/10/2008 13:27

Re:
paperino73, 03/10/2008 9.53:




Speriamo abbia ragione lui.
Io temo che il sistema politico sia troppo colluso per vedere un futuro roseo a breve. [SM=x44465]




purtroppo lo credo anche io.
però in questa visione/speranza lo scontro maroni/la russa degli ultimi giorni potrebbe anche essere visto in maniera diversa [SM=x44461]
per maroni guerra civile, per la russa una banda di delinquenti o giù di lì....

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10/07/2009 13.45 - Capitano Marino: Mi quoto, aggiungendo che io soltanto pagherò il dolce alla Pippi.
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PippyZzetta
03/10/2008 13:30

Re:
Nikki72, 02/10/2008 22.53:

Sanremo. "E' vergognoso che a sedici anni di distanza dall'assassinio di Paolo sono stati messi in galera gli autori materiali della strage ma non sono stati ancora colpiti, in nessuna maniera, gli ispiratori.
Alcuni ritengo che si trovino all'interno dello Stato".


Sciascia ha scritto una frase bellissima e terribile: Lo Stato non può processare se stesso. io la metterei al posto dell'insegna tragicomica La legge è uguale per tutti che si trova nei tribunali e che fa ridere tutti quanti appena entrano, giudici per primi [SM=x44464]




chissà perchè non mi sorprende minimamente la cosa [SM=x44465]
visto il brillante passato di servizi deviati e logge e loggette varie.... [SM=x44465]

cavolo mi si è presentata la scena in cui il giudice entra tutto bello compito legge la frase e si mette a sganasciare [SM=x44455]

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03/10/2008 15:16

Re: Re:
piperitapatty, 03/10/2008 13.30:




chissà perchè non mi sorprende minimamente la cosa [SM=x44465]
visto il brillante passato di servizi deviati e logge e loggette varie.... [SM=x44465]

cavolo mi si è presentata la scena in cui il giudice entra tutto bello compito legge la frase e si mette a sganasciare [SM=x44455]




sarebbe interessante fare qualche ricerca sulle varie "logge e loggette" e sull'influenza che possono avere ancora oggi e a che livello [SM=x44515]

ps la frase che campeggia nei tribunali dà adito a più o meno palesi sghignazzamenti, ne sono stata testimone più volte. almeno da noi il crocifisso non c'è, se no era un ulteriore beffa, trattandosi del simbolo di un clamoroso errore giudiziario... [SM=x44495]

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28/10/2010 14:27

Spatuzza, forse uno 007 vicino autobomba Borsellino

Pentito Spatuzza avrebbe riconosciuto il funzionario dell'Aisi Narracci ma non al 100%


PALERMO - A dividerli c'era un vetro. Da un lato il pentito Gaspare Spatuzza. Dall'altro l'ex agente del Sisde, ora all'Aisi, Lorenzo Narracci. All'ex mafioso i pm di Caltanissetta, che hanno riaperto le indagini sulle stragi del '92, hanno chiesto se lo 007 fosse ''la persona esterna alla mafia" che, secondo il collaboratore, avrebbe partecipato ai preparativi dell'eccidio di via D'Amelio. "E' lo stesso che mi avevate mostrato in foto", ha risposto. Tra Narracci e l'uomo visto mentre veniva imbottita di tritolo la Fiat 126 usata per uccidere Borsellino ci sarebbe una somiglianza. Spatuzza, però, non è stato in grado di andare oltre e dare risposte certe. Mentre a Caltanissetta si torna a parlare dei misteri sulle stragi del '92, a Palermo, l'ex generale dell'Arma Mario Mori torna protagonista della cronaca giudiziaria ritrovandosi iscritto nel registro degli indagati per concorso esterno in associazione mafiosa nell'ambito dell'inchiesta sulla presunta trattativa tra Stato e mafia.

Un capitolo che si intreccia con quello degli eccidi del '92: la trattativa, secondo i pm, sarebbe stata intrapresa da apparati istituzionali proprio per fermare la stagione di sangue inaugurata da Cosa nostra con l'assassinio del giudice Giovanni Falcone. Già sotto processo per favoreggiamento alla mafia, Mori vede aggravarsi la sua posizione: i pm pensano a una modifica del capo di imputazione in dibattimento. "Sono tranquillo - ha commentato - ho sempre combattuto Cosa nostra con evidenti risultati e non ho mai fatto patti". Nell'inchiesta a Mori risultano indagati, per attentato a Corpo politico dello Stato, i boss Totò Riina, Bernardo Provenzano e Antonino Cinà, e, sempre per lo stesso reato, l'ex braccio destro del generale, il capitano Giuseppe De Donno. Indagato, per concorso in associazione mafiosa, anche il grande accusatore di Mori, Massimo Ciancimino, figlio dell'ex sindaco mafioso di Palermo Vito, tra i protagonisti della trattativa. Ciancimino oggi è stato interrogato per nove ore dai pm di Caltanissetta. Anche lui è stato chiamato a riconoscere Narracci.

Seppure con molte incertezze il superteste avrebbe detto che l'agente dell'Aisi avrebbe incontrato il padre. Una versione che ha dovuto ripetere anche durante un confronto con Narracci che ha seccamente smentito di averlo mai visto. Ma l'iscrizione di Mori per concorso in associazione mafiosa non è l'unico colpo di scena del dibattimento in cui potrebbero entrare una serie di nuovi atti istruttori come i verbali di interrogatorio di due sottufficiali dell'Arma che confermerebbero che ci sarebbero state anomalie e "strani passaggi di documenti" durante la perquisizione fatta, nel 2005, dai carabinieri, nell'abitazione di Massimo Ciancimino. Secondo gli inquirenti, i militari dell'Arma non avrebbero aperto dolosamente la cassaforte della casa del figlio dell'ex sindaco mafioso in cui era custodito il papello, il documento in cui Totò Riina faceva le sue richieste allo Stato. L'omissione si inquadrerebbe, secondo l'accusa, proprio nella presunta trattativa di cui Mori, a dire della Procura, sarebbe tra i "registi".

Fonte: ANSA

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28/10/2010 14:36

LE STRAGI DEL '92 - CIANCIMINO JR: «VENNE A CASA MIA»

Spatuzza sembra riconoscere lo 007 vicino all'auto dell'attentato a Borsellino

Il pentito avrebbe riconosciuto il funzionario dell'Aisi Narracci, ma con un certo grado di incertezza


PALERMO - Il funzionario dell'Aisi Lorenzo Narracci, indagato dai pm di Caltanissetta nell'ambito dell'inchiesta sulle stragi mafiose del '92, sarebbe stato riconosciuto, seppur con un certo grado di incertezza, dal pentito Gaspare Spatuzza durante una «ricognizione di persona» come «il soggetto estraneo a Cosa Nostra visto nel garage mentre veniva imbottita di tritolo la Fiat 126 usata nell'attentato al giudice Paolo Borsellino». A Spatuzza sono state mostrate più persone, tra cui il funzionario dei Servizi, simili di aspetto, dietro a un vetro. Il pentito non avrebbe avuto esitazioni nell'indicare Narracci, in precedenza già riconosciuto in foto, come la persona vicina a Cosa Nostra di cui aveva parlato nei mesi scorsi. Tuttavia non è chiaro a che livello sia avvenuto il riconoscimento. Le agenzie di stampa riportano versioni differenti. Secondo l'Ansa, tra Narracci e l'uomo visto mentre veniva imbottita di tritolo la Fiat 126 usata per uccidere Borsellino ci sarebbe una somiglianza. Spatuzza, però, non è stato in grado di andare oltre e dare risposte certe. Secondo l'Adnkronos, avrebbe espresso dubbi sul fatto che fosse la stessa persona presente nel garage mentre la Fiat veniva imbottita di tritolo la Fiat 126: a confermarlo all'Adnkronos è stato il procuratore capo di Caltanisetta Sergio Lari secondo cui le notizie circolate in serata sul presunto riconoscimento di Narracci come l'uomo vicino all'autobomba «non sono esatte». Il magistrato non ha però voluto aggiungere altro per non violare il segreto istruttorio.

Ciancimino, figlio dell'ex sindaco mafioso di Palermo Vito, ha riconosciuto nel funzionario dell'Aisi «l'uomo che in un'occasione incontrò il padre nella sua abitazione». Tra Ciancimino e l'agente c'è stato un confronto: lo 007 ha però negato di avere mai visto Ciancimino e suo padre.

L'INCHIESTA - Narracci, ex funzionario del Sisde tuttora in servizio all'Agenzia per la sicurezza interna (Aisi), è indagato dalla procura di Caltanissetta nell'ambito dell'inchiesta sulla strage del '92 in via D'Amelio a Palermo in cui vennero fatti saltare in aria con un'auto-bomba il procuratore aggiunto Paolo Borsellino e cinque poliziotti di scorta. Il funzionario, dopo la notizia del suo coinvolgimento nell'inchiesta, è stato allontanato dal suo precedente incarico e destinato ad altri compiti all'interno dell'Aisi.

COPASIR - Di Lorenzo Narracci si sarebbe parlato anche in una delle ultime sedute del Copasir, il 13 ottobre, nel corso dell'audizione del direttore dell'Aisi, Giorgio Piccirillo. In quest'occasione - a quanto si apprende - alcuni componenti del Comitato per la sicurezza della Repubblica avrebbero chiesto la rimozione del funzionario dai Servizi e in particolare dall'Aisi. Una rimozione già sollecitata precedentemente, quando a inizio luglio il comitato affrontò il caso di fronte al direttore del Dis, Gianni De Gennaro.
Redazione online

Fonte: CorrieredellaSera

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28/10/2010 15:29

Mafia: legale di Narracci, mai riconosciuto da Spatuzza

Smentita dal legale la versione fornita dai media. "Spatuzza ha precisato di non essere in grado di riconoscere la persona avvistata 'per pochi attimi' nel garage

BARI - "Contrariamente a quanto diffuso da alcuni organi di informazione, Gaspare Spatuzza non ha mai identificato il dott. Lorenzo Narracci come l'uomo, estraneo a Cosa Nostra, presente nel garage in cui fu predisposta l'autobomba utilizzata per la strage di via D'Amelio". Lo afferma in una nota il difensore di Narracci, Michele Laforgia.

"Spatuzza ha infatti precisato - continua il legale - di non essere in grado di riconoscere la persona avvistata 'per pochi attimi' nell'autorimessa, limitandosi a confermare che il dott. Narracci corrisponde alla persona già individuata in fotografia come 'somigliante' con quella persona". "Il dott. Narracci, pertanto - continua il legale - attende fiducioso l'esito degli accertamenti della magistratura, nella certezza che la sua estraneità ai fatti sarà presto riconosciuta ponendo fine alle illazioni e alle calunnie diffuse senza alcuna cautela nei suoi confronti da oltre 15 anni". "A tale scopo - conclude la nota - procederà in ogni sede per tutelare la propria reputazione e l'immagine delle Istituzioni che ha sempre fedelmente servito".

SPATUZZA, 007 SOMIGLIA A UOMO GARAGE AUTOBOMBA - A dividerli c'era un vetro. Da un lato il pentito Gaspare Spatuzza. Dall'altro l'ex agente del Sisde, ora all'Aisi, Lorenzo Narracci. All'ex mafioso i pm di Caltanissetta, che hanno riaperto le indagini sulle stragi del '92, hanno chiesto se lo 007 fosse ''la persona esterna alla mafia" che, secondo il collaboratore, avrebbe partecipato ai preparativi dell'eccidio di via D'Amelio. "E' lo stesso che mi avevate mostrato in foto", ha risposto. Tra Narracci e l'uomo visto mentre veniva imbottita di tritolo la Fiat 126 usata per uccidere Borsellino ci sarebbe una somiglianza. Spatuzza, però, non è stato in grado di andare oltre e dare risposte certe. Mentre a Caltanissetta si torna a parlare dei misteri sulle stragi del '92, a Palermo, l'ex generale dell'Arma Mario Mori torna protagonista della cronaca giudiziaria ritrovandosi iscritto nel registro degli indagati per concorso esterno in associazione mafiosa nell'ambito dell'inchiesta sulla presunta trattativa tra Stato e mafia.

Un capitolo che si intreccia con quello degli eccidi del '92: la trattativa, secondo i pm, sarebbe stata intrapresa da apparati istituzionali proprio per fermare la stagione di sangue inaugurata da Cosa nostra con l'assassinio del giudice Giovanni Falcone. Già sotto processo per favoreggiamento alla mafia, Mori vede aggravarsi la sua posizione: i pm pensano a una modifica del capo di imputazione in dibattimento. "Sono tranquillo - ha commentato - ho sempre combattuto Cosa nostra con evidenti risultati e non ho mai fatto patti". Nell'inchiesta a Mori risultano indagati, per attentato a Corpo politico dello Stato, i boss Totò Riina, Bernardo Provenzano e Antonino Cinà, e, sempre per lo stesso reato, l'ex braccio destro del generale, il capitano Giuseppe De Donno. Indagato, per concorso in associazione mafiosa, anche il grande accusatore di Mori, Massimo Ciancimino, figlio dell'ex sindaco mafioso di Palermo Vito, tra i protagonisti della trattativa. Ciancimino oggi è stato interrogato per nove ore dai pm di Caltanissetta. Anche lui è stato chiamato a riconoscere Narracci.

Seppure con molte incertezze il superteste avrebbe detto che l'agente dell'Aisi avrebbe incontrato il padre. Una versione che ha dovuto ripetere anche durante un confronto con Narracci che ha seccamente smentito di averlo mai visto. Ma l'iscrizione di Mori per concorso in associazione mafiosa non è l'unico colpo di scena del dibattimento in cui potrebbero entrare una serie di nuovi atti istruttori come i verbali di interrogatorio di due sottufficiali dell'Arma che confermerebbero che ci sarebbero state anomalie e "strani passaggi di documenti" durante la perquisizione fatta, nel 2005, dai carabinieri, nell'abitazione di Massimo Ciancimino. Secondo gli inquirenti, i militari dell'Arma non avrebbero aperto dolosamente la cassaforte della casa del figlio dell'ex sindaco mafioso in cui era custodito il papello, il documento in cui Totò Riina faceva le sue richieste allo Stato. L'omissione si inquadrerebbe, secondo l'accusa, proprio nella presunta trattativa di cui Mori, a dire della Procura, sarebbe tra i "registi".

Fonte: ANSA

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09/03/2012 14:05

"La svolta nelle indagini sul delitto Borsellino fa rabbrividire.
Tradito da un Generale dei Carabinieri. La cui figlia è stata capo ufficio stampa al Ministero della Giustizia con Angelino Alfano (e attualmente è sua addetta stampa).
Vivevamo in Colombia e non ce ne rendavamo conto. Forse ci viviamo ancora."
(Flavia Perina)

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