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In nuovi padroni d'Italia

Ultimo Aggiornamento: 10/10/2008 01:13
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10/10/2008 00:34

Geronzi, Tremonti, . . .
L'ASSE DI FERRO TREMONTI-GERONZI
- L'ASSORDANTE SILENZIO DI MARIO DRAGHI




Mario Draghi non parla e qualcuno comincia a chiedersi perché
il Governatore sia diventato un santuario di prudenza.
Il momento è grave e un suo messaggio per tranquillizzare i risparmiatori non sarebbe sgradito.
La ragione del silenzio non va cercata in una presa di distanza dal Governo: il capo di Bankitalia non vuole interferire con Giulietto Tremonti e lascia che la scena sia occupata dal potere politico.
Per lui valgono le decisioni della Bce e degli organismi finanziari internazionali nei quali si ritrova come protagonista.

Da parte sua Tremonti sta rivelando doti di abile tessitore
e anche se la sua idea di un fondo sovrano europeo è stata schizzata dalla Merkel (addio Europa di Maastricht) che veste come una contadina bavarese, Giulietto non perde una battuta.

Per oggi ha convocato al Tesoro una riunione straordinaria alla quale parteciperanno il triste e silenzioso presidente dell'Abi, Faissola, ed Emma Marcegaglia.
Quest'ultima avrebbe dovuto recarsi a Bruxelles insieme al vicepresidente per l'Europa di Confindustria, Andrea Moltrasio, dove per le ore 17 era prevista una conferenza stampa al termine dell'incontro con i deputati italiani del Parlamento Europeo. L'appuntamento è saltato perché la moretta di Mantova sente la gravità della crisi che si abbatterà sulle imprese.

L'aspetto curioso della riunione convocata da Tremonti è comunque rappresentato dalla presenza di Geronzi nella sua veste di presidente di Mediobanca.
La partecipazione di Cesarone conferma la centralità di Piazzetta Cuccia nel sistema-Italia, ma indica in modo plateale che tra il banchiere di Marino, Palazzo Chigi e via XX Settembre si è stabilito un asse di ferro.
D'altra parte era stato lo stesso Geronzi nell'intervista concessa all'inizio di agosto a Ferruccio De Bortoli, ad esprimere giudizi generosi nei confronti di Giulietto, un uomo dal carattere inquieto "che però negli ultimi tempi è maturato".
Bontà sua.

_________________


Non condivido le tue idee, ma darei la vita per vederti sperculeggiare quando le esporrai.
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10/10/2008 01:13

LA NOTIZIA DEL GIORNO?
LA ROTTURA DELL’ASSE TREMONTI-GERONZI

– IL FURIOSO INTERVENTO DI GIULIETTO SULLA SALVA-MANAGER HA INVIPERITO CESARISSIMO
– VANIFICATO IL TRIONFO GERONZINO IN MEDIOBANCA…

Armando Zeni per "La Stampa"


Giulio Tremonti e Cesare Geronzi


Assicurare l'unicità di conduzione della banca
, superare i problemi di raccordo che può presentare il sistema dualistico, garantire maggior speditezza dell'attività di guida della banca e del gruppo. Questa la mission del nuovo modello di governance che tra venti giorni l'assemblea dei soci di Mediobanca è chiamata ad approvare. Addio al duale, come previsto. Ma non un ritorno tout court al vecchio sistema basato su consiglio d'amministrazione e collegio sindacale. Tutto scritto nero su bianco nelle 35 pagine del nuovo statuto - che dovrà appunto passare al vaglio dei soci il 28 ottobre - dove sono definiti, precisati, elencati i poteri del presidente Cesare Geronzi e quelli dell'amministratore delegato Alberto Nagel, le competenze del comitato esecutivo dove il management resta in maggioranza e quelle del nuovo consiglio d'amministrazione di 23 membri (che resterà in carica tre anni) dove conviveranno consiglieri espressione degli azionisti, indipendenti e top management di Piazzetta Cuccia.

Tutto definito perchè, come si legge nella relazione predisposta dal comitato di gestione proprio in vista dell'imminente assemblea degli azionisti, «la netta previsione statutaria delle competenze del consiglio d'amministrazione e dei vari organi delegati e il loro articolarsi assicura l'unicità della conduzione della banca e del gruppo, evitando problemi di raccordo e concertro tra organi che il sistema dualistico può presentare e la necessità delle relative e pure complesse procedure, a tutto vantaggio della speditezza dell'attività di guida della banca e del gruppo».


Alberto Nagel

Tutto fatto, insomma, per l'addio ufficiale alla breve parentesi dualistica in Mediobanca. Dal 28 ottobre si cambia, fine delle polemiche per le possibili contrapposizioni tra consiglio di sorveglianza e consiglio di gestione, tra impout degli azionisti e autonomia del management. Certo, le polemiche sull'addio al duale hanno lasciato qualche strascico e non è un caso che, proprio nella sua relazione sul nuovo statuto, il consiglio di gestione, espressione appunto del management di Piazzetta Cuccia, abbia voluto rivendicare il proprio ruolo nella definizione della nuova governance che, si legge, «ha significativi spazi ed accenti innovativi rispetto sia al sistema di governo di Mediobanca ante dualistico sia alla prassi più diffusa».

Certo è che nelle 35 pagine dello statuto emerge inequivocabile il peso e il ruolo centrale del presidente del nuovo consiglio d'amministrazione.
Il peso e il ruolo che avrà Geronzi. Sarà il presidente, viene codificato, «a promuovere l'effettivo funzionamento del sistema di governo societario, garantendo l'equiilibrio di poteri rispetto all'amministratore delegato e agli altri amministratori esecutivi». Sarà il presidente a porsi «come interlocutore degli organi interni di controllo e dei comitati interni (remunerazioni e nomine) e sarà sempre lui, il presidente, «a sovraintendere, coordinandosi con l'ad, alle relazioni esterne ed istituzionali».

Non solo, sarà il suo voto a prevalere in caso di parità posizioni nel cda che, è precisato, avrà competenze in esclusiva su materie come «la movimentazione, per quote superiori al 15% del possesso delle partecipazioni detenute in Generali, Rcs e Telco», le tre perle del sistema Mediobanca. In compenso il comitato esecutivo, alias l'ad Nagel e il management, potrà «in caso d'urgenza assumere deliberazioni in merito a qualsiasi affare» ma, viene specificato, «sempre di concerto col presidente».


[09-10-2008]
www.dagospia.com/rubrica-3/politica/articolo-420.htm
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