AC MILAN

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20/12/2017 20:59

Re: Re: Re: Re: Re:
c'eraunavodka, 19/12/2017 23.46:



Cioè? Spiegami che non me ne intendo di questi retroscena, pensi forse a un qualche fallimento pilotato?



ai tempi andò cosi


Come papparsi il Milan a prezzo di saldo

(articolo integrale tratto dal libro "Le Corna del Diavolo" di Carlo Petrini)

Il 30 ottobre del 1985 il "Corriere dello Sport-Stadio" scrive che la Fininvest di Silvio Berlusconi ha comprato il Milan calcio, e precisa anche il prezzo:24 miliardi di lire, pagamento in quattro rate. Lo stesso giorno,con un comunicato ufficiale, la Fininvest dice che non è vero e afferma la propria “totale estraneità alle trattative per l'acquisto della squadra milanese”.
Naturalmente la smentita è una balla. Berlusconi sta effettivamente tentando di mettere le mani sul Milan calcio, ma nello stile del personaggio fresco di P2, l'operazione deve restare segreta, dato l'obiettivo è di prendere la società rossonera pagandola a prezzo di saldo. Bisogna prima di tutto togliere di mezzo il presidente milanista Giuseppe Farina detto Giussy, e poi mettere fuori gioco tutti i possibili concorrenti interessati a comprare la società. Perchè la Fininvest non ha nessuna intenzione di partecipare a un'asta,vuole prendersi il Milan per due lire punto e basta.
Il presidente Farina non è uno stinco di santo, anzi è un gran filibustiere,ma in confronto a Berlusconi è un dilettante.
Infatti il capo della Fininvest maneggia da anni miliardi su miliardi che non si sa dove arrivano:una parte sono capitali anonimi parcheggiati in Svizzera, un'altra parte di miliardi gli piove dal cielo in contanti. E poi è un tipo molto chiacchierato, al punto che il 30 maggio 1983 la Guardia di finanza ha mandato alla Procura di Milano un appunto con scritto: “E' stato segnalato che il noto Berlusconi Silvio,interessato all'emittente televisiva privata "Canale 5", finanzierebbe un intenso traffico di sostanze stupefacenti dalla Sicilia con diramazioni sia in Francia che nelle altre regioni italiane (in particolare Lombardia e Lazio)”.
Anche se non c'è piu la ragnatela della P2, nella operazione-Milan il signor Berlusconi può contare su degli appoggi politici pesantissimi: il presidente del Consiglio in carica Bettino Craxi, mezza Democrazia cristiana, il craxiano Carlo Tagnoli sindaco di Milano, il presidente del Coni Franco Carraro, e il presidente della Federcalcio Sordillo.
Più tv e giornali della Fininvest, più la tifoseria milanista. Il povero Farina,invece,anche se ha qualche miliardo è uno sfigato qualsiasi senza nessun santo in paradiso,così il suo piccolo impero-con la gemma del Milan,ha le settimane contate.

Lo scippo dello squalo

Per una simpatica coincidenza, la Federcalcio alla fine di ottobre 1985 manda gli ispettori a controllare la contabilità del Milan calcio. Allora Farina si agita, ma il presidente federale Sordillo cerca di tenerlo tranquillo: “Nella contabilità del Milan non sono state riscontrate irregolarità sostanziali, ma solo formali”.
La società rossonera non se la passa molto bene: le casse sono vuote, e i debiti con le banche arrivano a una decina di miliardi. Però il valore complessivo dei giocatori milanisti è quattro volte tanto: in squadra ci sono giovani campioni come Baresi,Costacurta,Maldini,Evani,Tassotti,Stroppa,Hateley; e campioni stagionati come Di Bartolomei, Paolo Rossi e Virdis. Poi ci sono gli immobili del centro sportivo di Milanello,più il patrimonio personale di Farina,che è consistente.
Quindici giorni dopo, cioè a metà dicembre, ecco il colpo di scena:con una decisione che i giornali definiscono “strana,improvvisa,inattesa”, Farina si dimette da presidente, lascia il Milan. E dichiara ai giornali: “Ho preso questa decisione perchè è successo un fatto grave che non posso raccontare. Me ne vado per il bene del Milan... Non chiedetemi di essere più chiaro:non posso”. Il potere gli ha ordinato di togliersi di mezzo, e lui è costretto a ubbidire.
L'agenzia Ansa, il 17 dicembre,riporta “una voce secondo la quale il pacchetto azionario della società Milan sarebbe già stato ceduto a un gruppo del quale farebbe parte l'imprenditore milanese Silvio Berlusconi”. L'agenzia riporta la smentita della Fininvest, che nega tutto,perfino l'interesse.
L'indomani, il 18 dicembre, l'Ansa riporta il seguente comunicato: ”Il gruppo Fininvest,di cui è presidente Silvio Berlusconi,dichiara la sua disponibilità a esaminare la possibilità di un intervento a livello di capitale nella società Milan.Questa possibilità si manifesta oggi, a seguito delle intenzioni di disimpegno pubblicamente manifestate dall'attuale presidente,Giuseppe Farina”.
A questo punto comincia una commedia che va avanti per settimane. Il petroliere Dino Armani,da tempo interessato a comprare la società rossonera,sembra rassegnato a farsi da parte: ”Ho chiesto più volte a Farina di dirmi quanto voleva,ma una vera trattativa non c'è mai stata, lui è sempre stato vago...”.
Comincia a essere chiaro che la società Milan calcio è destinata alla Fininvest.
Allo stadio di San Siro già si vedono tifosi rossoneri con striscioni e cartelli (non si sa quanto spontanei) che inneggiano a Berlusconi. Intanto il padrone di Canale 5 mette le mani avanti: ”Sono pronto a comprare il Milan,ma sulla base del valore effettivo che accerteranno i miei esperti.L'accordo potrà essere raggiunto solo se le richieste di Farina non saranno esagerate”.
Le tre televisioni e i giornali della Fininvest accompagnano l'assedio berlusconiano al Milan come strumenti di pressione: arrivano a tirare in ballo il tifo rossonero di papà Berlusconi, di Silvio bambino, del fratello Paolo,della nonna e della zia, dell'amico Fedele Canfolaneri, del caro socio Adriano Galliani... E' tutta una ridicola sceneggiata sentimentale,una telenovela brianzola per far passare la cosidetta "trattativa" con Farina come “un atto d'amore” verso il Milan. In realtà è un business politico e anche televisivo:
“Da molto tempo Canale 5 si interessa al calcio.Sono state proprio le sue offerte a far decuplicare in pochi anni il prezzo che la Rai paga per l'esclusiva sul campionato. L'impossibilità delle dirette e la voglia della Lega di favorire comunque l'ente pubblico hanno fino ad oggi sempre interrotto bruscamente il discorso. Il contratto attuale che lega il calcio alla Rai scade però alla fine del prossimo campionato. Per quella data quasi certamente l'interconnessione sarà cosa fatta. Non solo, ma anche Canale 5 avrà imparato a gestire un impegno tecnico grandissimo come la ripresa in contemporanea di tutto il campionato. L'accordo Rai-Lega per essere siglato ha per regolamento bisogno del placet di tutte le società. Deve cioè esserci unaminità, il "no" anche di una sola società terrebbe in sospeso la trattativa complicandola moltissimo. E Berlusconi a quel punto potrebbe essere il presidente del Milan. Non solo,potrebbe cioè rilanciare senza più il problema della diretta la sua proposta d'esclusiva,ma potrebbe addirittura bloccare materialmente l'accordo della Rai.
C'è poi da ricordare ancora una cosa.Le partite di Coppa europea sono fuori dal contratto tra la tv di Stato e il calcio.Per quelle il mercato è praticamente libero già adesso.Forte della diretta e del suo rapporto preferenziale,la Rai è riuscita fino adesso a mantenere anche quel tipo di monopolio.Ma se Berlusconi diventasse padrone del Milan potrebbe concedere alle sue reti le partite di Coppa fin dalla prossima stagione.Stando così le cose,le preoccupazioni Rai diventano chiarissime.Nelle mani di Berlusconi il Milan si trasformerebbe automaticamente in un'incredibile testa di ponte tra l'emittenza privata e il calcio”. (Mario Sconcerti,"la Repubblica",20 dicembre 1985).

La Fininvest offre la miseria di 15 miliardi per un Milan addirittura ripulito dai debiti, ma Farina vuole almeno il doppio con i debiti a carico di chi compra. Si fa viva una finanziaria di Montecarlo,la Wac,che offre 25 miliardi e si accollerebbe le passività;altre cordate sembrano interessate all'affare. Farina è messo con le spalle al muro:è sottoposto a pressioni di vario genere comprese le minacce di fallimento e di guai giudiziari. Intanto la società rossonera viene messa in mora dalla Federcalcio per le irregolarità contabili.
Domenica 19 gennaio 1986 si gioca a San Siro la gara di campionato Milan-Fiorentina. La tifoseria rossonera scandisce il nome di Berlusconi,e le televisioni indugiano su due grandi striscioni che sembrano fatti apposta per la propaganda berlusconiana: ”Farina infame.Pagherai caro,pagherai tutto”, e “Silvio,facci sognare...Fai tornare grande il Milan”.Pochi minuti prima del fischio d'inizio della partita,un gruppo di giovani entra sul terreno di gioco e srotola uno striscione con scritto:”Berlusconi o morte”.(Cfr.agenzia Ansa,19 gennaio 1986).
E' come vedere una messinscena.
Il 22 gennaio il vicepresidente del Milan,Gianni Rivera,fa un clamoroso annuncio:la società rossonera ha chiesto al ministero del Tesoro l'autorizzazione per un aumento di capitale da 10 a 20 miliardi,che verrebbe sottoscritto dagli attuali soci.E' un disperato tentativo di Farina di ribellarsi alla svendita del Milan e all'ordine di passarlo alla Fininvest, come spiega Rivera: ”Berlusconi pretendeva che i consiglieri si accollassero tutte le passività,e non dava il giusto valore alla parte attiva. I giocatori della squadra e gli impianti di Milanello devono pur essere considerati dei valori in attivo! Io fino a oggi sono stato zitto,ma adesso ho capito che non c'è la possibilità di trattare alle condizioni poste da Berlusconi”.La replica del padrone di Canale 5 è un capolavoro di ipocrisia:

“Le accuse indirizzate da qualcuno al gruppo Fininvest di voler "giocare al ribasso" si qualificano da sè e rivelano,se mai ve ne fosse bisogno, a quali livelli di serietà e responsabilità ancora oggi da taluno si intenda gestire la società e si faccia opera di sostanziale disinformazione del pubblico e dei tifosi.Gli unici scopi che muovono il gruppo Fininvest all'acquisto del Milan sono quelli di realizzare finalmente,dopo anni di vana attesa,una società ordinata,organizzata e vincente,e di recuperare a Milano una squadra in grado di primeggiare nel panorama calcistico nazionale e internazionale,secondo il rango che il Milan si è guadagnato in tutta la sua storia”.


Berluska oramai è vecchio e non è più quello dell'85 uomo dalle mille trame, i figli per il Milan non vogliono rischiare niente

però?

teniamo presente che il nome Fininvest rimane e questi per gli interessi sono inculatori di professione( chiedere a Vivendi)
più che di Milan qui si parla di milioni di euro e di Cinesi in giro sconosciuti ce nè una marea

adesso è presto ma un qualche giornalista ha già azzardato un ritorno, come avverrà lo saprete tra un po di tempo

dipende anche come girano le prossime elezioni
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