LA HISTORIA BUFFA DI TRECCANI, UN TOPO
E UN BISCIONE LIBERTINO RESPINTO DAL PAPA
- LE RICHIESTE DEL VATICANO PER RICEVERE L’IMPRESENTABILE PAPI DI PALAZZO GRAZIOLI:
1) MODIFICA ARTICOLO 1 E REVISIONE DELL'ART. 33 DELLA COSTITUZIONE (SCUOLA DEI PRETI)
2) IL CATTO PERA ALLA TRECCANI (FUORI AMATO)
3) STAMPA DELLA “STORIA DELLA CRISTIANITÀ”
1 - TRAPPOLA PER UN TOPO
Riceviamo e pubblichiamo:
I baristi di piazza Argentina si scambiano opinioni su quanto ascoltano che sta avvenendo alla Treccani.
Dai discorsi sussurrati nei bar della piazza sembra che sia già scattata la trappola preparata per il topo Giuliano Amato, recentemente nominato presidente della Treccani.
Subito dopo l'insediamento Amato aveva avuto dall'amministratore delegato dell'istituto, il mitico Franco Tatò un'informativa molto tranquillizzante sulla situazione economica dell'azienda; il Presidente l'aveva fatta propria e aveva informato in merito i dipendenti e il sindacato.
Ma passano pochi mesi e Tatò, approfittando della situazione generale di crisi dell'editoria, chiede la mobilità (accompagnamento alla pensione) fino a 7 anni per i dipendenti, su
base volontaria; Tatò vuole almeno 60 dipendenti (su circa 180) fuori dall'azienda; i sindacati stanno con l'azienda.
Amato non se la sente di smentire l'amministratore delegato e cade nella trappola; mette
all'ordine del giorno, nel consiglio di amministrazione, la mobilità per i dipendenti.
Nel consiglio c'è qualcuno che si domanda come l'istituto Treccani possa sopportare i costi altissimi legati all'A.D. senza che questi porti nemmeno un piano per il futuro dell'azienda:
l'Istituto dell'Enciclopedia Italiana è in crisi, ma i costi della crisi ricadono esclusivamente su coloro che fanno effettivamente le opere e per il futuro non ci sono opere nè piani, anzi vengono smantellate le redazioni, cioè il motivo di esistere della Treccani.
Il lavoro dell'A.D. sembra essere stato solo quello di vendere il patrimonio aziendale (gli immobili) per finanziare la spesa corrente. Ma nel consiglio di amministrazione c'è qualcuno potente che appoggia Tatò, tanto potente che nessuno ha il coraggio di chiedere maggiori chiarimenti e ingaggiare una battaglia destinata alla sconfitta..
Perchè dietro a tutto
un piano c'è, ma così subdolo e incredibile che i baristi di piazza Argentina faticano a prestare fede a quello che ascoltano.
Sentono sussurrare che
il piano segreto è stato architettato in Vaticano, che non ha mai digerito la bocciatura del suo candidato alla presidenza dell'Istituto della Enciclopedia Italiana, Pera, a cui era stato affidato il compito di portare la Treccani al rispetto della
più stretta ortodossia cattolica.
Le difficoltà di presentabilità di Berlusconi,
pronto a qualunque cosa pur di essere ricevuto dal Papa,
hanno reso possibile disegnare lo scenario per la vendetta, e non solo, del Vaticano.
In sintesi il piano ascoltato dai baristi di piazza Argentina è il seguente:
1 - Giuliano Amato si trova costretto a rassegnare le dimissioni, in quanto non è ammissibile che un presidente definisca buona la situazione dell'Istituto che presiede e dopo un mese chieda la mobilità per un terzo dei dipendenti, senza toccare A.D. e
dirigenti che qualche responsabilità dovranno pure averla e senza piani credibili per il futuro.
2 - Il Papa riceve in udienza privata Berlusconi, sorvolando completamente sull'eticità e moralità dei suoi comportamenti pubblici e privati.
In cambio ottiene l'approvazione rapida della proposta di legge costituzionale n. 2457 (d'iniziativa dei deputati Alessandra Mussolini, Antonio Pepe, Renato Farina, Manuela di Centa)
per la modifica all'articolo 1 della Costituzione,
concernente il
riconoscimento delle radici cristiane della civiltà italiana e della proposta di legge costituzionale n. 620 (d'iniziativa dei deputati Caparini, Alessandri, Allasia, Bitonci, Callegari, Consiglio, Cota, Guido Dussin, Fava, Forcolin,B Gidoni, grimoldi, Lanzarin, Laura Molteni, Montagnoli, Munerato, Negro, Pastore, Pini, Polledri, Reguzzoni, Vanalli) inerente la
revisione dell'articolo 33 della Costituzione al fine di eliminare, al terzo comma, l'inciso « senza oneri per lo Stato »,
quanto alla facoltà` di enti e privati di istituire scuole e istituti di educazione.
3 - Nomina di Pera alla presidenza della Treccani, che a sua volta nominerebbe subito, come responsabile editoriale, il
direttore dell'Osservatore Romano; i problemi economici per l'Istituto subito eliminati, per far rifulgere il lavoro di Pera, mediante le misure seguenti
- Distribuzione onerosa dell'esistente opera Treccani "Storia di Milano" tramite allegato al maggiore quotidiano del nord per eliminare preventivamente l'opposizione eventuale e prevedibile della Lega di Bossi
- Inizio di una nuova grandiosa opera Treccani "Storia della Cristianità";
le
spese saranno coperte dallo Stato con i fondi per la ricerca;
vengono ovviamente e parimenti
ridotti gli stanziamenti per la ricerca fisica, tecnologica e biologica
- Stampa in un milione di copie dell'opera già esistente (e invenduta) "Storia dei Papi".
Le spese sono coperte come nel caso precedente
e l'opera data in omaggio a tutte le famiglie italiane per la promozione spirituale.
2 - PAPIGATE PER BERLUSCONI - Da l'Unità
Il no del Vaticano all'udienza di Berlusconi dal Papa ha molto allarmato la maggioranza.
E la spiegazione che ne è stata data a Gianni Letta («Una conseguenza inevitabile del documento della Conferenza episcopale contro il libertinaggio»)
ha accentuato le preoccupazioni.
Anche perché, hanno chiarito gli interlocutori del PdL nella Santa Sede,
si è trattato di una presa di posizione ufficiale e «non episodica».
L'espressione del viso di Giuseppe Pisanu, mentre mercoledì sera ne parlava con Rocco Buttiglione, era una perfetta sintesi dei timori.
Timori, d'altra parte, condivisi anche dell'area che si richiama a
Gianfranco Fini, un leader laico che però ha tra i suoi fedelissimi - il ministro Ronchi, per fare un solo nome - personalità molto apprezzate dalle gerarchie ecclesiastiche.
«Dobbiamo renderci conto
-commentava un deputato molto vicino al presidente della Camera- che
in alcune parrocchie le foto di Berlusconi hanno scatenato una rivolta».
Già, perché la presa di posizione della Cei è stata il punto di arrivo di un moto di indignazione della base.
Le gerarchie vaticane della realpolitik non hanno potuto ignorarlo.
Mercoledì il Papa in persona è tornato sul tema sottolineando che in politica «occorrono uomini retti».
A Palazzo Chigi non disperano di poter essere riammessi in Vaticano a settembre,
dopo il casto agosto programmato dal Cavaliere:
un po' a L'Aquila, un po' in famiglia e un po' ad Arcore,
da dove però sembra raggiunga spesso la Francia e Montecarlo.
Letta ce la sta mettendo tutta.
Lo di dimostra l'improvvisa accelerazione data all'iter
di
una normativa cara alla Santa Sede come quella sul testamento biologico.
Fini aveva promesso che non se ne sarebbe parlato prima dell'autunno,
ma il «papigate» ha imposto un cambio di programma.
Lo zelo ha fatto il resto.
E così mercoledì sera, contravvenendo ad ogni prassi, il presidente della commissione Affari sociali Palumbo(PdL) ha imposto a Domenico Di Virgilio di tenere la relazione introduttiva benché già fossero passate le 21.
Qualcuno ha protestato, ma Palumbo è stato irremovibile.
Anche il laico (Ndr. a parole) capogruppo del PdL, Fabrizio Cicchitto, è stato convinto dalla circostanze dell'opportunità
di
«dare» subito qualcosa alla Chiesa.
C'era il timore di una bordata nel bel mezzo del G8.
l'Unità [12-07-2009]
[Modificato da Etrusco 12/07/2009 18:48]