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Troppe assenze, busta paga di un euro

Ultimo Aggiornamento: 30/11/2009 14:48
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30/11/2009 14:48

Il dipendente di una scuola media superiore di Bari ci ha rimesso l’intero stipendio e si rivolge a un avvocato

BARI — Per i medici non avreb­be potuto e dovuto recarsi a lavoro per colpa di una malattia invalidan­te; per l’istituto scolastico, datore di lavoro, la sua assenza prolungata non è giustificabile. «Un fannullo­ne», lo chiamerebbe il ministro del­la Pubblica amministrazione, Rena­to Brunetta.

Punti di vista, anche se le cartelle cliniche e i certificati do­vrebbero fugare ogni dubbio. Fatto sta, però, che il dipendente 59enne di una scuola media superiore di Ba­ri, l’ultimo mese, si è ritrovato in busta paga la bellezza di un euro. «Un insulto» per il povero malcapi­tato, che si è rifiutato anche di riti­rare lo 'stipendio'. Anziché recarsi in banca ha preferito rivolgersi ad un avvocato e fare causa alla scuola e all’Ufficio scolastico. La disavventura del signor Cesa­reo, 59enne bidello impiegato in una scuola media superiore di Bari, comincia nel maggio del 2008, quando i medici gli diagnosticano una patologia invalidante e conta­giosa.

Proprio per il suo stato di sa­lute e le condizioni fisiche, i camici bianchi dell’Asl gli ordinano di re­stare a casa. Non solo. Lo stesso me­se di un anno fa, visto il peggiorare del quadro clinico, Cesareo viene sottoposto ad un’operazione chirur­gica. Inizia la lunga degenza che ter­minerà solamente nel giugno del 2009. Intanto, il 59enne si sottopo­ne ad un ciclo di terapie per cercare di riprendersi e superare il momen­to più difficile e invia a scuola i cer­tificati medici che, man mano, gli vengono rilasciati. In modo da atte­stare e giustificare la sua assenza dal posto di lavoro. L’estate del 2008, i funzionari dell’Inps gli fan­no visita, come sempre accade in questi casi, e riconoscono l’impossi­bilità per il 59enne di tornare a lavo­ro. Tutto sembra filare liscio ed es­sere in regola. Fino al maggio di quest’anno, quando per prima vol­ta sulla sua busta paga trova elenca­te delle decurtazioni per malattia. Chiede spiegazioni, ma ottiene ri­sposte che non lo soddisfano. Ini­zia la battaglia personale, nel tenta­tivo di mostrare al datore di lavoro la sua buona fede. Ma non viene ascoltato, o forse non gli credono. «Il mio assistito non poteva recasi a lavoro, lo dimostrano le cartelle cli­niche e i certificati medici», ribatte Saverio Macchia, avvocato del si­gnor Cesareo. A sostegno della tesi del legale ci sarebbe anche il con­tratto collettivo nazionale di catego­ria. «Le decurtazioni per malattia che ha subito il mio assistito - spie­ga l’avvocato - sono illegittime. Il contratto collettivo lo chiarisce in maniera in equivoca: le assenze cau­sate da gravi patologie non posso­no essere calcolate come assenze per malattia, sono escluse dal com­puto.

E che si tratti di una grave pa­tologia non mi pare ci siano troppi dubbi. Poi, il paradosso è che c’è an­che un divieto dell’Asl a tornare a scuola». Lo attesterebbero i certifi­cati medici e un delicato intervento chirurgico al quale il 59enne si è do­vuto sottoporre. Per il momento, però, non si è ar­rivata ad una conciliazione tra le due parti. E il 59enne vive ai limiti della povertà, con un assegno che l’Inps, altro paradosso, gli ricono­sce per 'malattia invalidante'. La diatriba con l’istituto scolastico, in­vece, finirà in un’aula di tribunale. Toccherà ai giudici decidere chi ha ragione. Una delle tante cause di la­voro che affogano il Tribunale civi­le barese. Ogni anno i 13 giudici de­vono barcamenarsi tra i 110mila procedimenti di lavoro e previden­za. Nella sezione lavoro, ogni gior­nata d’udienza vengono fissati 70 processi; nelle cause previdenziali si tocca punte di 350 nuovi procedi­menti al giorno.

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Disapprovo quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo.

(Voltaire)

ma difendiamo anche la grammatica Italiana





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<-- IO -->

I videogiochi non influenzano i bambini. Voglio dire, se Pac Man avesse influenzato la nostra generazione ora staremmo tutti saltando in sale scure, masticando pillole magiche e ascoltando musica elettronica ripetitiva."
(Kristian Wilson, Nintendo Inc., 1989)

Pochi anni dopo nacquero le feste rave, la musica techno e l'ecstasy...

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