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The Hurt Locker

Ultimo Aggiornamento: 10/03/2010 13:05
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10/03/2010 13:05

COSì I TROMBONI DELLA CRITICA RECENSIRONO "HURT LOCKER' A VENEZIA:
- "CORRIERE": UN FILM ULTRA-TRADIZIONALE, DIRETTO SENZA NESSUNA ORIGINALITÀ, CHE NON MERITAVA DI ESSERE IN CONCORSO, UNA SPECIE DI "RAMBO A BAGDAD"
- "REPUBBLICA": "AMBIGUITÀ IDEOLOGICA E IRACHENI MASSA INDISTINTA"
- "IL MESSAGGERO": "IL TITOLO DELLA BIGELOW FINISCE PER AGGIUNGERSI ALLA LUNGA LISTA DI VISIONI INCERTE PROPOSTE DA QUESTO CONCORSO..."


1 - "REPUBBLICA":: AMBIGUITÀ IDEOLOGICA E IRACHENI MASSA INDISTINTA
Paolo D'Agostini per "la Repubblica"
-
...Resta un dubbio sull' atteggiamento «ideologico» (ambiguo?) del film. Soffermandoci, cogliamo la discendenza dei personaggi dagli stereotipi classici del western fordiano, la dialettica Henry Fonda-John Wayne: c' è il soldato che cede alla paura isterica, c' è quello ottusamente ligio alle regole sempre in attrito con l' altro (l' artificiere) che fa di testa sua ma è quello decisivo, e non manca il classico «Doc», il dottore che in questo caso è un signorino sfornato da qualche esclusiva università della East Coast. Perfino il mercenario Ralph Fiennes è «dei nostri». E gli iracheni restano una massa indistinta.

2 - "CORRIERE": UN FILM ULTRA-TRADIZIONALE, DIRETTO SENZA NESSUNA ORIGINALITà, CHE NON MERITAVA DI ESSERE IN CONCORSO, UNA SPECIE DI "RAMBO A BAGDAD"
Paolo Mereghetti per il "Corriere della Sera"
-
... Un ultra-tradizionale film di genere, girato naturalmente con professionale abilità, ma sprovvisto di quelle qualità che dovrebbero giustificare la selezione in concorso... Due ore e dieci di azione e tensione ma anche di luoghi comuni sull' uomo di fronte al pericolo, sul rifiuto e insieme il bisogno di affetti, sul cameratismo e la paura. Diretto con professionalità ma senza nessuna originalità né distanza critica e mille miglia lontano da quei registi (Kubrick, De Palma, persino Stone) che hanno saputo riflettere davvero su questi temi. Una specie di Rambo a Bagdad, meno fumettistico ma ugualmente schematico.


3 - "UNTÀ": NOTEVOLE
Alberto Crespi per "l'Unità"
-
(...) notevole (...) (...) Con questo nuovo film torna ai suoi livelli migliori, e ci lancia un messaggio politico fortissimo: se la guerra - come ogni vera droga - plagia gli uomini e piega la volontà, quegli uomini non si fermeranno da soli. (...)

4 - "FOGLIO": SERVIVA UNA REGISTA PER GIRARE FINALMENTE UN GRAN FILM SULLE GUERRA
Mariarosa Mancuso per "Il Foglio"
-
Serviva una regista per girare finalmente un gran film sulla guerra in Iraq. (...)


5 - "LA STAMPA": THE HURT LOCKER HA UN DOPPIO SPESSORE: FORMALMENTE POTREBBE ANCHE SEMBRARE UN FILM PATRIOTTICO, MA...
Lietta Tornabuoni per "La Stampa"
-
Un film di guerra diretto da una donna, forte, crudele, spietato: in The Hurt Locker, in concorso, l'americana Kathryn Bigelow, dopo sei anni si assenza dal cinema, racconta con grande potenza e ambiguità i giorni di una pattuglia di artificieri dell'esercito Usa a Baghdad. (...) The Hurt Locker ha un doppio spessore: formalmente potrebbe anche sembrare un film patriottico, ma l'orrore che la guerra in Iraq suscita nello spettatore, il pericolo costante rappresentato dalla guerriglia e dalla popolazione civile ostile, fa un effetto fortissimo.



6 - "IL GIORNALE". UN FILM DIGNITOSO
Maurizio Cabona per "Il Giornale"
-
(...) un film, dignitoso e insolito, uno dei rari meritevoli dell'«arte cinematografica» ambìta dalla Mostra. (...)

7 - "LIBERAZIONE": REAZIONARIA NEI MODI DEMOCRATICA NELLE PAROLE
Roberta Ronconi per "Liberazione"
-
"Sensuale, tesa, raffinata, reazionaria nei modi democratica nelle parole, Kathryn Bigelow porta in mostra il suo 'The Hurt Locker', ultime in ordine di tempo immagini hollywoodiane sul conflitto in Iraq. Abbiamo sperato nei suoi occhi di donna per vedere 'altro' della guerra, e ci siamo beccate un film di quelli patria, onore e dedizione.

Una Scena di The Hurt Locker (Bigelow)Del resto, dopo la gloria restituita al valoroso esercito sovietico con 'K 19' avremmo dovuto intuire dove batte il cuore bellico della Bigelow. Quello che dichiara in sala stampa non combacia con le immagini. Sullo schermo, maschi-soldato molto amati dalla cinepresa che sfidano la morte a mani nude. Li sostiene l'adrenalina che trasforma la paura in droga. Invece che dei disadattati, per la maggior parte del tempo sembrano dei folli eroi che solo il calore dei bambini lasciati a casa può riportare ad un minimo di umanità. (...)

8 - "IL MESSAGGERO": IL TITOLO DELLA BIGELOW FINISCE PER AGGIUNGERSI ALLA LUNGA LISTA DI VISIONI INCERTE PROPOSTE DA QUESTO CONCORSO
Gloria Satta per "Il Messaggero"
-
Il titolo della Bigelow finisce per aggiungersi alla lunga lista di visioni incerte proposte da questo concorso". (Kamikaze, autobombe e cecchini sono dappertutto, perfino i bambini vengono utilizzati per colpire. Ma non ci sono buoni e cattivi, per la Bigelow, e i protagonisti del film non sono eroi. Sia gli americani, descritti senza equivoci come occupanti, sia gli iracheni appaiono vittime della stessa, inutile follia. Ispirato a un reportage dello sceneggiatore-giornalista Mark Boal, embedded al seguito delle truppe, girato in Giordania a pochi chilometri dai combattimenti con moltissime comparse irachene, 'Hurt Locker' punta sullo stile documentaristico lanciato da 'Redacted' di Brian De Palma. E mostra la vita quotidiana di quei pazzi che a mani nude, sprezzanti del pericolo, sfidano ogni giorno il destino: intercettano ordigni, disarmano detonatori, scongiurano stragi sul filo dei secondi apparentemente indifferenti alla morte, stabiliscono rapporti con la popolazione locale".


9 - "SOLE 24 ORE": STEREOTIPATO
Boris Sollazzo per "Il Sole 24 ore"
-
"Un film molto maschile e patriottico, che si perde nella seconda parte, narrativa e stereotipata. Si fa fatica a raccontare le guerre sporche, anche se hai talento e coraggio da vendere. Chiedete anche a Sam Mendes e Brian De Palma, autori dei discussi e irrisolti 'Jarhead' e 'Redacted'. L'Irak e il tema delle guerre contemporanee ossessioneranno il cinema ancora a lungo". (

BIGELOW X


The hurt locker - kathryn bigelow

10 - "MANIFESTO": UN GRANDE FILM DI GUERRA CONTRO LA GUERRA IN IRAQ
Roberto Silvestri per "Il manifesto"
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"'The Hurt Locker' e un grande film di guerra contro la guerra in Iraq, girato ovviamente ai confini con la Giordania, scritto da Mark Boal, reporter di guerra, prodotto e diretto da Kathryn Bigelow, specialista in cinema d'azione visionario e alla caffeina pura. Che qui ci racconta insostenibili sequenze horror alla David Cronenberg con l'analisi non cinica, psicologica e introspettiva, del più cinico dei conflitti, in uno stile diretto e senza orpelli, realistico e poetico 'controvoglia', che sarebbe molto piaciuto a Robert Aldrich".


KATHERINE BIGELOW NEL MONTAGGIO DEL SITO -THE WRAP- CON L’EX MARITO HA FIRMATO UN FILM SULLA GUERRA IN IRAQ THE HURT LOCKER


Bigelow Kathryn

11 - "TEMPO": SPLENDIDO
Gian Luigi Rondi per "Il Tempo"
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Un ritratto splendido al centro di un film di guerra come da tempo non si vedeva. Ancora una volta, indifferente al cambiamento di temi e di generi, Kathryn Bigelow ha fatto centro".

Rassegna stampa a cura di Dagospia - 09-03-2010
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