Tra le prime costruzioni civili dell'età post classica si annoverano la trecentesca sede della Camera regionale e il trecentesco palazzo Mergulese-Montalto, in stile gotico chiaramontano. In città permangono altre architetture medievali, soprattutto del periodo aragonese-catalano: esempi ne sono il palazzo Bellomo e gli elementi sopravvissuti del palazzo Zapata-Gargallo, appartenuto alle omonime prestigiose famiglie (un loro discendente fu il fondatore dell'originario borgo di Priolo Gargallo, Tommaso). Tuttavia è dopo il terremoto seicentesco, e quindi con la conseguente ricostruzione, che fa la sua comparsa lo stile predominante di Siracusa: il barocco siciliano. La città ha dato i natali ad uno dei principali esponenti di questo stile: l'architetto Rosario Gagliardi.
Il palazzo del Vermexio, sede del governo comunale, rimane uno dei maggiori esempi dell'arte barocca applicata ad un edificio amministrativo.[92] L'evoluzione definitiva del barocco fu il rococò; Siracusa ne mostra chiaramente gli elaborati segni: palazzi come il Beneventano del Bosco (nelle cui antiche stanze risiedettero, in tempi diversi, il Gran maestro dei cavalieri di Malta Philippe de Villiers de L'Isle-Adam,[93] l'ammiraglio Horatio Nelson[94] e i sovrani Borbone che giunsero in città, tra i quali il conte di Siracusa, Leopoldo delle Due Sicilie), l'Impellizzeri,[95] il Borgia del Casale (proprietà del ramo siracusano dell'influente famiglia dei Borgia) vennero edificati adottando li suddetto stile ornamentale.
L'edificio che ospita la curia siracusana è il palazzo Arcivescovile; al suo interno sono visibili vari secoli di mutazioni architettoniche: dall'edificazione sveva a quella settecentesca e ottocentesca. Risalgono direttamente all'800 e riflettono gli stili liberty e neoclassico (singolarmente o alle volte entrambi) i palazzi intitolati: della Sovrintendenza ai Beni Culturali, dell'Orologio (così chiamato per via del grande orologio meccanico che sovrasta la sua sommità), dell'Antico mercato, della Camera di Commercio.
Nell'immagine il prospetto frontale del palazzo dell'orologio, presso piazza Archimede. Sulla sinistra le statue della fontana di Diana
Ottocentesco è anche il palazzo del teatro comunale di Siracusa, costruito affinché «la terra di Epicarmo avesse un teatro adatto» ad ospitare la vita artistica della popolazione.[96] Un decennio dopo venne inaugurato il palazzo della stazione ferroviaria e a seguito di ciò vi fu l'inaugurazione dell'edificio per la stazione marittima (odierna sede della Capitaneria di Porto).[97]
Nella prima metà del Novecento vennero realizzati il palazzo dell'hotel Des Etrangers, del Grand Hotel (entrambi tra i più antichi hotel siracusani)[98] e il palazzo delle Poste (odiernamente convertito anch'esso in struttura ricettiva).
Le principali e storiche ville della città sono essenzialmente tre: Politi, Landolina e Reimann. La villa Politi sorge sopra le latomie siracusane (nata come Grand Hotel Villa Politi) e venne edificata nel XIX secolo dalla nobile austriaca Maria Theresa Laudien, moglie del siracusano Raffaello Politi, la quale con il suo operato le fece conferire la nomea di «salotto internazionale»[99] (tra le tante personalità ospitò anche i principi del Piemonte e Winston Churchill).
La villa Landolina, sita nel quartiere della Neapolis, è anch'essa una dimora del XIX secolo. Porta il nome della famiglia Landolina, il cui più illustre membro fu l'archeologo e naturalista Saverio Landolina (fu egli che riportò alla luce la nota Venere siracusana e che difese l'esistenza della colonia spontanea dei papiri aretusei, entrando inoltre nel dibattito su chi scoprì questa rara pianta).[100] Accanto ad essa, dentro il suo terreno, è stato costruito il museo archeologico regionale Paolo Orsi. Un grande parco alberato e tombe dei caduti di altre nazioni completano la sua complessa area.[101]
Villa Reimann invece, conosciuta anzitutto per il suo particolare ed esteso giardino (copre 35.000 m² di suolo urbano[102]), che è detto «Giardino delle Esperidi»,[103] sorge a pochi passi dalla necropoli della tomba di Archimede e prende il nome dalla nobile infiermiera danese Christiane Reimann, che trasferendosi a Siracusa acquistò l'immobile nel 1933.[N 11] Per volere della stessa nobil donna, la villa odiernamente è divenuta proprietà del comune. Meritevole di attenzione è inoltre la villa Bonanno (nota pure come castello per via del suo aspetto imponente), ormai in stato di abbandono, la quale sorge a Tremilia, periferia di Siracusa: inizialmente il proprietario della villa fu lo scozzese Gould Francis Leckie, che nel 1800 ottenne la concessione dell'antico terreno ecclesiastico, ma avendo dovuto egli in seguito abbandonare la Sicilia (Leckie durante l'occupazione britannica di Siracusa entrò in conflitto con i sovrani borbonici), l'edificio passò ai baroni siracusani Bonanno.[104]
Architetture militari
Al principio sorse il castello Eurialo (ubicato nell'odierna frazione di Belvedere), voluto dal tiranno Dionisio il Grande come perno difensivo e punto di congiunzione delle sue vaste mura, alzate contro gli assalti dei Cartaginesi e di altri popoli dalle intenzioni bellicose (Siracusa in quel periodo aveva appena respinto l'offensiva di Atene, sentiva quindi la necessità di aumentare le proprie difese per far fronte ad altre guerre). Anche Archimede mise mano alla fabbricazione del castello, arricchendolo di insidie per i nemici della pentapoli.[105] L'Eurialo è l'opera militare che quando millenni dopo fu veduta dal Kaiser Guglielmo II di Germania, venne presa ad esempio per la guerra di tunnel e trincee combattuta dai tedeschi.[106]
Una delle sale interne del
Castello Maniace e uno dei suoi profili esterni che affacciano sul mare
Nella prima metà del Duecento sorse il Castello Maniace, in stile gotico, progettato da Federico II di Svevia su un forte precedente, a sua volta realizzato dal generale bizantino Giorgio Maniace; a lui Federico intitolò la propria costruzione.[107] Questo castello, considerato come una delle più rappresentative architetture federiciane,[108] rivestì un importante ruolo nella vita militare della città medievale: adibito a prigione e usato per contrastare le incursioni piratesche, ma quando giungevano i sovrani del Regno era in grado di divenire anche un'elegante sede di corte.[108]
Con l'avanzare dei secoli Siracusa venne sempre più fortificata. Nel Cinquecento, sotto il dominio degli spagnoli, venne distrutta la gran parte dei monumenti greco-romani (alcuni già compromessi dai molteplici terremoti) per riutilizzarne la pietra, costruendo così poderosi bastioni e muraglie, che mutarono definitivamente l'aspetto della città.[109]
Le fortificazioni e il regime militaresco raggiunsero un livello tale che la Siracusa seicentesca e settecentesca è stata definita dagli storici moderni «una caserma abitata da civili»,[109] ma anche la «piazzaforte d'Europa»,[110] pensata per risultare inespugnabile.[111] Al riguardo ne diede una chiara descrizione un noto viaggiatore britannico del XIX secolo, Henry Clark Barlow, che annotò quante e quali strutture belliche fosse necessario attraversare prima di entrane nella città; che chiudeva le proprie porte al tramonto, lasciando fuori chi non riusciva a varcarle in tempo:[112]