Tassista investe e uccide un cane
lo picchiano e finisce in coma
Fermato per tentato omicidio il fidanzato della sorella della proprietaria dell’animale
La Lega: "Spray urticante e sfollagente a chi lavora in auto". Ed esplode la polemica
In coma, lesioni alla milza e a un polmone, un ematoma alla testa, un delicato intervento per salvargli la pelle. La domenica di lavoro di Luca M., tassista 45enne di Torrevecchia Pia, paesino della campagna pavese a 20 chilometri da Milano, finisce su un tavolo operatorio del Fatebenefratelli, dov'è tuttora ricoverato in prognosi riservata. "Conciato malissimo, dobbiamo solo aspettare", si lascia scappare, prima di raggiungere i genitori al pronto soccorso, il fratello del tassista.
Vittima di una lite di strada, innescata dal più banale degli incidenti. Sono le 12.40, la Volvo bianca marchiata "4040" di Luca M. svolta a destra da via Antonini, stradone della periferia sud milanese. Cento metri ed è su una piazzetta circondata da condomini popolari, l'unica striscia verde è un prato non recintato dove passeggiano i cani del quartiere. Joe, un cocker di tre mesi e mezzo, sfugge al controllo di Sara, la sua padrona.
Quando Luca M. pesta sul freno il cane è già travolto, sbalzato sul parabrezza, stecchito. "Andava a cento all'ora - racconta Piero, il marito della donna - qui fanno tutti così. Il tassista è sceso spaventato, ha cominciato a dire: non sono stato io". Piange Sara, urla la sorella Sonia: "Se c'era qui un bambino, gli ho detto, lo ammazzavi", spiegherà più tardi. "Il mio compagno - prosegue - si è messo in mezzo per prendere le nostre difese".
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Michel Morris Ciavarella, milanese, 31 anni, cognato della proprietaria del cocker, non ha profilo né fedina da picchiatore di periferia: disoccupato, una figlia di un anno, un vecchio precedente di polizia per spaccio di stupefacenti, nessun arresto per episodi di violenza, fino a ieri. Le mani le alza, Michel. Improbabile siano solo spinte, come testimoniano le lesioni interne di Luca M. La colluttazione termina con uno spintone, il tassista che cade e sbatte la testa contro lo spigolo del cordolo in cemento del prato: versione confermata dai primi verbali delle volanti, che arrivano poco dopo i soccorsi.
È la stessa Sonia, la compagna di Ciavarella, a comporre il numero del 118. Quando arriva la polizia la piazzetta si è affollata di ragazzi del quartiere mentre l'ambulanza vola via a sirene spiegate. Michel è lì, ammette la lite e la spinta finale, viene portato in questura dove gli formalizzano l'accusa (momentanea) di tentato omicidio e da lì a San Vittore.
Il ferimento del tassista scatena anche le reazioni della politica, dal sindaco Letizia Moratti - che in serata va a far visita ai familiari di Luca M. - in giù. "Si permetta alla categoria - sostiene il leghista Matteo Salvini - di dotarsi di strumenti di autodifesa: spray urticanti, sfollagente, porto d'armi semplificato. E per i cani senza guinzaglio, raddoppiamo le multe ai padroni distratti".
Si ferma un passo prima il vicesindaco pdl Riccardo De Corato: "Non dobbiamo lasciare soli i tassisti, quello che è successo è agghiacciante. Martedì ho convocato un tavolo con sindacati e radiotaxi, elaboreremo un piano per dare loro strumenti per difendersi".
Dal centrosinistra rispondono Stefano Boeri, Giuliano Pisapia e Valerio Onida, candidati alle primarie per Palazzo Marino. "Adesso basta - tuona Pisapia - non è più accettabile che Lega e Pdl strumentalizzino e pensino di trasformare Milano in un Far West". "Guardiamoci - ammonisce Onida - dal favorire una deriva pericolosa verso una città-giungla". "La Lega è irresponsabile, spieghi invece perché a Milano mancano 500 vigili e 500 poliziotti. Serve un presidio vero quotidiano" chiude Boeri.
Fonte:
Repubblica