Cani randagi, incuria e affreschi incustoditi
così viene umiliato il tesoro dell'umanità
Il giorno dopo il crollo staccati 3800 biglietti.
Una guida: "Qui hanno dato solo una rinfrescata di facciata"
POMPEI - I turisti arrivano a migliaia e fanno rivivere le antiche rovine, tra risa, letture, foto ricordo e pic-nic improvvisati. Una giornata normale agli Scavi di Pompei. Del crollo della Casa dei gladiatori rimangono cinquanta metri di strada transennata e due lenzuoli bianchi a terra, a coprire i danni, come se le pietre sgretolatesi per le infiltrazioni fossero cadaveri sulla scena di un crimine. Tra i turisti in pochi hanno letto del disastro sui giornali (soprattutto gli stranieri, meno gli italiani), in pochissimi vanno a cercare la casa crollata: «C´è tanto altro da vedere», spiega una adrenalinica guida giapponese. E mentre la notizia fa il giro del mondo e i giornali anglosassoni, così come decine di gruppi su Facebook ("Stop killing Pompei ruins"), si indignano, tra gli scavi va avanti la routine, tranne la visita e il sopralluogo del ministro Sandro Bondi, che dura poco più di un´ora.
A fine giornata sono 3.800 i biglietti staccati. Nel 2010 (escluso novembre) i visitatori sono stati oltre 2 milioni e mezzo (dai 4 agli 11 euro). Ma dietro la routine, dietro la bellezza mozzafiato del sito archeologico più grande del mondo, cosa c´è? I turisti arrivano e vanno via. Ma chi ci lavora in questo sito, chi lo conosce, cosa pensa?. «Il sito è così bello che si vende da solo. Ma non basta. Qui si è data solo una rinfrescata di facciata», spiega un operatore. La nostra guida ci chiede l´anonimato. «Dopo dieci anni si sta muovendo qualcosa per la gara d´appalto generale che riorganizzerà i servizi. E io voglio continuare a lavorare», motiva così la sua scelta.
Entriamo da piazza Esedra, dribblando un uomo sui 50 anni, camicia a quadretti e giubbotto di cotone blu che ci offre una visita guidata per "50 euro versione lunga", "25 solo i siti principali", per "un massimo di tre partecipanti". Intanto un turista spagnolo a metà viale torna ai tornelli e chiede alla ragazza in pantaloni blu un opuscolo e una piantina. La dipendente va verso un ufficio aperto e da una scatola, poggiata su un banchetto, prende mappa e depliant. Il turista soddisfatto ringrazia.
Nel frattempo sono entrati altri sette visitatori, ma loro non sono stati dotati di mappa e opuscolo illustrativo. Sotto il banchetto in tre lingue c´è scritto: "L´ufficio informazioni turistiche riaprirà il primo aprile 2011". E già la scritta sembra uno scherzo. «All´ingresso di piazza Esedra, cioè l´ingresso dedicato ai gruppi - si fa subito avanti la nostra guida - l´ufficio per i turisti l´inverno chiude. Tra l´altro un paio di mesi fa si è rotta la porta e non è mai stata sostituita. Solo nel caso che i turisti chiedano il materiale, il personale addetto alla biglietteria, di spontanea volontà, si è organizzato per supplire alla mancanza del sistema». Su tre ingressi c´è un solo ufficio dedicato ai turisti operativo d´inverno: quello di Porta Marina.
Entrando nel sito (fino al 31 dicembre sarà gestito dal soprintendente ad interim Jeanette Papadopoulos) lungo il viale spiccano i totem con le spiegazioni delle rovine e i programmi avviati. «Ecco i programmi avviati - interviene la guida - Quando nell´estate di due anni fa proprio il ministro Bondi ha commissariato gli Scavi sono state avviate una serie di iniziative. Ma ad oggi quasi nessuno di quei progetti è operativo». Per mancanza di fondi, da sabato (il giorno del crollo), è stato chiuso all´interno di PompeiViva il programma Friendly (inaugurato lo scorso 23 maggio) che permetteva le visite facilitate per visitatori con ridotte capacità motorie come genitori con bambini piccoli, anziani, diversamente abili. Tra i pannelli che costellano i viali anche quelli del progetto "Adotta meleagro", contro il randagismo. Il risultato sono decine e decine di cani randagi che vagano tra ville, scavi e turisti. «I cani c´erano e ci sono - continua la guida mentre ci avviamo per il via dell´Abbondanza e la Casa dei gladiatori crollata - come non si sa più niente del servizio di coordinamento delle guide, che ha funzionato solo per un breve periodo».
Proprio lungo via dell´Abbondanza, nella zona più centrale del sito archeologico di Pompei, ci sono altri preziosi edifici "a rischio", a partire dalla celebre "Domus dei Casti Amanti" dove qualche giorno fa sono caduti lapilli e terriccio. «In pratica - interviene il segretario generale Uil Gianfranco Cerasoli - alcune domus che affacciano sulla via, guardando a sinistra verso Porta Nola, come quella di Giulio Polibio e di Trebio Valente sono a rischio perché sono addossate ad un area di terreno ancora non scavata, un terrapieno che spinge contro di loro per effetto delle infiltrazioni d´acqua. Le stesse scale della Casina delle aquile sono sottoposte alla spinta da parte di un altro terrapieno. E si tratta, di domus che sono state oggetto dell´intervento del commissario straordinario».
E a parte i crolli, solo pochissimi affreschi sono protetti da una lastra in plexiglas, tutti gli altri sono a portata di intemperie e di "mano".
Usciamo dall´ingresso dell´anfiteatro ai bagni, una fila di 20 persone, prima dei cancelli, le due mezzelune di acciaio e plexiglas realizzate quest´estate per ospitare la mostra della Protezione civile su "Vesuvio, scienza conoscenza ed esperienza". Ora sono chiuse e inutilizzate.
Fonte:
Repubblica