Pagina precedente | 1 | Pagina successiva

Congresso dell' Associazione Magistrati, botta e risposta tra il Guardasigilli Alfano e il ANM

Ultimo Aggiornamento: 29/11/2010 23:41
Autore
Stampa | Notifica email    
OFFLINE
Post: 1.249
Registrato il: 31/07/2007
Sesso: Maschile

Utente Power



29/11/2010 23:41

Alfano: "Non vogliamo il pm sotto l'esecutivo"
L'Anm contro il ministro: "Non è riforma seria"

Intervento del ministro della Giustizia al Congresso dell'Associaziome magistrati. "Non faremo della polizia giudiziaria uno strumento nelle mani del governo". L'annuncio: "Uditori giudiziari nelle sedi disagiate scoperte". Scettico Palamara: "La soluzione dei problemi autentici dei cittadini non costituiscono una priorità per chi governa"

ROMA - "Non vogliamo sottoporre il Pm al potere esecutivo, né intendiamo arrivare surrettiziamente a questo risultato intervenendo sulla polizia giudiziaria". Lo ha detto il ministro della Giustizia Angelino Alfano parlando al Congresso dell'Associazione Nazionale Magistrati. "Il pm dispone della polizia giudiziaria - ha assicurato ancora il Guardasigilli - per la via diritta o traversa ripeto che non intendiamo violare il sacro recinto della giurisdizione, perché non siamo certi che chi verrà dopo di noi non abuserà di quella violazione. Siamo unicamente interessati a far sì che il sistema processo funzioni".


Alfano ha aggiunto che il governo non intende compiere questo passo "perché non abbiamo fiducia nei governi che ci hanno preceduto e che potrebbero succederci". "Ed è questa la stessa ragione - ha spiegato - per cui non intendiamo fare della polizia giudiziaria uno strumento nelle mani dell'esecutivo".

Scettico il presidente dell'Anm, Luca Palamara: l'intervento di Alfano, commenta, "non fa che confermare che il governo ha altre priorità rispetto alla soluzione dei veri problemi della giustizia, intesa come servizio per il cittadino". Della giustizia come "servizio" al cittadino, rincara la dose il segretario dell'Anm, Giuseppe Cascini, "la politica non si occupa: parla solo di separazione delle carriere, di doppio Csm, ma alla gente interessa che le cause giudiziarie vengano risolte in breve tempo. Da tempo abbiamo preso atto che la linea del governo ha altre priorità rispetto ai veri problemi e oggi non abbiamo scoperto nulla di nuovo".

Il discorso del ministro. Riferendosi alle passate polemiche, Alfano ha detto: "Noi abbiamo percepito aggressioni alla sovranità del Parlamento, voi alla vostra indipendenza ed autonomia. Voi rivendicate aggressioni subite che hanno imposto repliche, noi documentiamo centinaia di dichiarazioni rilasciate durante i lavori legislativi".

Il ministro è riuscito anche a strappare qualche applauso durante il suo intervento, che è stato però spesso segnato da mormorii della platea. L'applauso, oltre che alla fine dell'intervento, è arrivato quando Alfano ha detto che proporrà al Parlamento di rendere stabile la deroga a mandare i magistrati di prima nomina nelle sedi disagiate.

"A questo punto bisogna ripristinare la possibilità che gli uditori giudiziari vadano nelle sedi disagiate", sono state le parole di Alfano. "O lascio scoperte queste sedi oppure devo lavorare perché la deroga al blocco per le giovani toghe ci sia: nessuno mi dirà - ha sottolineato - che le ho provate tutte. Non voglio passare per uno che si impunta, visto che tutto ciò che è stato fatto è stato inutile". I posti scoperti sono soprattutto al Sud.

L'intervento del ministro si è comunque svolto in un clima disteso e Alfano entrando ha anche fatto una battuta: rivolgendosi al presidente dell'Anm Luca Palamara e al segretario Giuseppe Cascini, che lo hanno accolto, ha detto: "Ecco i Pato e Ronaldinho della magistratura".

La similitudine presa dal mondo del calcio è stata utilizzata anche al termine del discorso. Incalzato da una giovane magistrato di Locri che lo invitava a restituire alla magistratura la dignità che merita, il Guardasigilli ha ribattuto: "Mi batterò per restituire alla magistratura il prestigio che merita ma anche per fare sì che magistratura e politica possano sentirsi parte di una grande squadra che si chiama Nazionale Italia".

Ma alla fine i problemi e le distanze rimangono: tra il ministro e i magistrati, ha ribadito Palamara, "c'è un'inevitabile diversità di vedute", ma le toghe danno comunque un "segnale di rispetto istituzionale, che fa parte del loro Dna".

Fonte: Repubblica

_________________

OFFLINE
Post: 1.249
Registrato il: 31/07/2007
Sesso: Maschile

Utente Power



29/11/2010 23:41

Anm ad Alfano: "Situazione drammatica"
Le toghe chiedono intervento del governo

I magistrati chiedono al ministro della Giustizia l'attuazione di proposte "precise e attuabili": il taglio dei tribunali e delle cause inutili, la razionalizzazione delle spese, l'informatizzazione del servizio giustizia e la predisposizione di adeguate risorse umane e materiali. E ribadiscono il no a norme che limitino l'indipendenza

ROMA - La giustizia è in una "situazione drammatica e al collasso" per questo l'Associazione nazionale magistrati con il documento che conclude il suo 30esimo Congresso chiede "al legislatore e alla politica tutta e in particolare al ministro della Giustizia di intervenire urgentemente". Nel documento l'Anm propone interventi "immediatamente attuabili" e ribadisce il proprio no alle annunciate riforme costituzionali sulla giustizia che "minano" autonomia e indipendenza dei magistrati.

Dopo l'intervento del ministro della Giustizia ieri al congresso dell'Associaziome magistrati, l'invito dei giudici a Alfano parte da proposte "precise e immediatamente attuabili: il taglio dei tribunali e delle cause inutili, la razionalizzazione delle spese; l'informatizzazione del servizio giustizia su tutto il territorio; la predisposizione di adeguate risorse umane e materiali aggiuntive".

Per l'Associazione Nazionale Magistrati la priorità è costituita "dal mal funzionamento del sistema giudiziario, che sconta ormai da troppo tempo una grave crisi per la mancanza di un'adeguata risposta alla legittima domanda di giustizia dei cittadini", con "effetti negativi" sulla "credibilità e l'istituzione nel suo complesso e su quella dei singoli magistrati, che vengono spesso - si legge nel documento - individuati quali unici responsabili delle palesi disfunzioni e sui quali finiscono per concentrarsi inevitabilmente le insoddisfazioni della collettività".

Il 'no' delle toghe alle riforme che mettono a rischio l'indipendenza e l'autonomia dei magistrati è determinato. "La riforma che vogliamo - continua la mozione, approvata all'unanimità e per acclamazione (un dato niente affatto scontato, considerato che al vertice dell'Anm non c'è in questo momento una giunta unitaria, cioè che rappresenti tutte le correnti della magistratura) - è quella nell'interesse dei cittadini: i problemi della giustizia non si risolvono con un'ennesima riforma dei giudici limitandone l'autonomia e l'indipendenza, minate ripetute volte dalle annunciate riforme costituzionali in materia di separazione delle carriere, di obbligatorietà dell'esercizio dell'azione penale e di Csm, nonché in occasione dei non meno insidiosi progetti di legge ordinaria in materia di intercettazioni, processo breve e polizia giudiziaria svincolata dal pm".

I magistrati tornano a dire che il loro ruolo "non è quello di avversari politici delle contingenti maggioranze" e affermano di riconoscersi "nei principi di leale collaborazione e di reciproco rispetto tra le istituzioni": il terreno di scontro nel quale in molti hanno cercato di trascinare" l'Anm "non le appartiene". Le toghe chiedono "un'organica e razionale riforma della giustizia che in questi anni è del tutto mancata, mentre sono stati annunciati e adottati interventi episodici e occasionali dettati dall'esigenza di risolvere situazioni legate a singole vicende processuali".

Tirando le somme, il 30esimo congresso dell'Associaziome magistrati, chiuso oggi a Roma, è la registrazione di un punto di svolta dopo il quale l'Anm "ha voluto voltare pagina", anche dando "centralità ai temi dell'autoriforma, della questione morale e dell'organizzazione". Nel documento conclusivo l'invito è rivolto alle correnti della magistratura perché superino i loro "aspetti degenerativi". I cittadini italiani "hanno
diritto" di avere magistrati, scrive l'Anm, che oltre a essere "indipendenti e imparziali, tecnicamente preparati, consapevoli dei valori in gioco nelle controversie, capaci di rendere comprensibili e credibili le ragioni delle loro decisioni, operino secondo moderni modelli di responsabilità".

Ma non è solo questione di professionalità: "vogliamo che al nostro interno sulla questione morale non ci siano ambiguità" mentre "il ruolo delle correnti deve essere espressione del pluralismo culturale superando gli aspetti degenerativi". Insomma una nuova Anm che sappia anche "interpretare in maniera pragmatica le reali problematiche degli uffici giudiziari senza indulgere in tentazioni corporative".

Fonte: Repubblica

_________________

Amministra Discussione: | Chiudi | Sposta | Cancella | Modifica | Notifica email Pagina precedente | 1 | Pagina successiva
Nuova Discussione
 | 
Rispondi

Feed | Forum | Bacheca | Album | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra
Crea forum gratis, gestisci la tua comunità! Iscriviti a FreeForumZone
FreeForumZone [v.6.1] - Leggendo la pagina si accettano regolamento e privacy
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 15:27. Versione: Stampabile | Mobile
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com

IperCaforum il forum degli ipercafoni e delle ipercafone