CI SONO MOMENTI IN CUI.....
Ho piacere a riportare l'intervento di un mio caro compagno di avventure negli anni della nostra reciproca adolescenza. Più o meno coetanei, frequentavamo e collaboravamo attivamente alla crescita della curva Laziale. Ricordo quando ci incontravamo in zona flaminio - prati, dove all'epoca viveva lui e dove c'era la sede dei gruppi della curva (Eagles Supporters e derivazioni varie), entrambi con la vespa 125 bianca, ma lui aveva il modello più glorioso, quello vecchio, io, invece, avevo l'allora nuovo PX125.
Poi crescendo le strade si sono separate, tutta quella generazione ha abbandonato la curva, io ho seguito indirizzi economici e lui è diventato giornalista, prima de "il Tempo" poi passato a TMC e quindi a "La 7".
Successivamente, nel periodo post Cragnotti, quando il rischio fallimento era concreto abbandonò La 7 per diventare portavoce ufficiale di personaggi che volevano acquistare la Lazio (gesto di amore per la propria squadra). La cosa non andò in porto (la Lazio fu acquistata da Lotito), ed essendoci anche la Borsa di mezzo vennero fuori inchieste giudiziarie e aggressioni e minaccie a questo giornalista-tifoso laziale che ha sempre e comunque agito con l'amore per la Lazio dentro.
Lui si chiama Stefano Greco
, a Roma è molto conosciuto, e gode della mia massima stima.
Questo è quanto ha scritto, in relazione a Lazio - Real Madrid, in un forum di tifosi laziali (c'è un passo, quello in corsivo, che non condivido, ma per il resto rispecchia esattamente cosa ho provato io, nonostante io abbia una figlia femmina e che di calcio poco gliene importa), sono parole che mi hanno commosso e nelle quali mi ci sono ritrovato, come mi ha commosso tutta la serata di mercoledì contro il Real:
"Ci sono momenti in cui il buio che ti circonda sembra senza fine.... Ci sono momenti in cui il labirinto in cui sei finito sembra senza vie d'uscita.... Ci sono momenti in cui il peso degli anni e dei problemi sembra sul punto di schiacciarti definitivamente.... Ci sono momenti in cui pensi che nessun tipo di fiamma possa riaccenderti il cuore.... In questi momenti, a volte, succede un piccolo miracolo, inatteso.
Torni a casa, circondato da macchine colorate da sciarpe e bandiere come non succedeva da talmente tanto tempo da non ricordare più quanti anni sono passati dall'ultima volta. E nel buio, incominci a vedere uno squarcio di luce. Al tempo stesso, ricevi una telefonata da una persona cara che ti consiglia e ti tira su il morale e la strada davanti a te si illumina, come se fosse passato un piccolo folletto a lasciare tanti sassolini luminescenti in grado di farti trovare senza problemi la via d'uscita da quel labirinto. Subito dopo, osservi tuo figlio, con il viso schiacciato sul finestrino, affascinato da quei colori che ti sfilano intorno e, guardando un bambino della sua età con la maglia a righe della Champions nell'anno dello scudetto e del centenario ti dice: "Papà, ma noi quella ce l'abbiamo. Me la posso mettere anche io quando torniamo a casa e ci guardiamo la partita insieme? Ti prego....". In quel momento, tu che sai di non aver fatto nulla per inculcargli la tua fede, che non hai fatto nulla per fargli il lavaggio del cervello, che sai quanto invece possa esser stato bombardato ogni giorno a scuola dalla Tottite dilagante, tu che non hai mai potuto parlargli di valori, di quanto bello possa essere nella vita essere soli contro tutti, di quanto possano essere stati eroici e possano essere diventati immortali personaggi come William Wallace o il generale Custer (cosa difficile da spiegare ad un bambino che vive di eroi immortali e sempre vincenti,
mentre i tuoi di eroi hanno perso e sono morti traditi o abbandonati in battaglia) perchè ha solo 4 anni e mezzo, tu che ogni volta che hai giocato a calcio con lui lo hai sentito nominare sempre Kakà, Ibrahimovic, Del Piero e Toni, in quel momento ti senti leggero come una piuma, senza pesi, in grado di riprendere il tuo volo da aquila solitaria.
In quei momenti, torni a casa, apri un vecchio cassetto in cui hai conservato delle piccole maglie di anni eroici, pensando ad un figlio che ancora non c'era e, vestendolo con quei colori, senti una fiamma dentro che ti riaccende il cuore, che ti fa fremere nuovamente per l'attesa di un evento e ti metti sul letto con lui accovacciato al tuo fianco avvicinandoti con un altro spirito all'evento. Vedi quello stadio pieno, senti i cori, vedi i colori e come d'istinto vai sul menù di SKY e togli il commento, per vivere l'evento solo con i rumori di fondo. Arriva la prima mazzata, ma non ti fa male, non ti abbatte. Senti che qualcosa è cambiato. E infatti arriva il primo segnale divino. Non esulti come un tempo, ma stringi i pugni mentre tuo figlio oramai quasi addormentato ti sussurra: "Gol, papà, abbiamo fatto gol...", e poi chiude gli occhi vinto dal sonno. A quel punto torni a fremere ad ogni azione, a guardare l'orologio sperando che il tempo passi in fretta, ma al tempo stesso sognando il miracolo, il tocco imprevisto in grado di cambiare il finale della solita storia. Invece arriva l'altro colpo, ma neanche questa volta ti senti abbattuto, schiacciato, vinto. Senti che c'è qualcosa nell'aria, che la storia non è chiusa, che qualcosa può e deve ancora succedere. E succede. E quando succede dentro senti un brivido lungo la schiena, una sensazione che non provavi più da tempo. E quando tutto è finito, ti senti rinato, orgoglioso, vai in camera e mentre gli aggiusti le lenzuola sussurri a tuo figlio: "Abbiamo fatto l'impresa....". Non gli puoi spiegare, a lui che a quattro anni vedo tutto solo bianco o nero, non conoscendo ancora le sfumature e il grigio, che si iniziano a conoscere e ad apprezzare ad una certa età, che a volte un pareggio vale più di dieci vittorie. Ma lui, anche se dorme, ti sorride, come se ti avesse sentito, come se avesse capito quello che capirà solo quando diventerà adulto e avrà anche lui un figlio.
E' proprio vero, il futuro è negli occhi e nel sorriso di un figlio. Un sorriso in grado di riaccendere la fiamma e di squarciare il buio, dando vita a nuove emozioni, ad una nuova avventura. Sai che probabilmente nulla sarà più come prima, ma magari sarà un qualcosa di diverso e, forse, ugualmente o ancora più bello!"
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Come l'ho letto ho avuto necessità di un fazzoletto per asciugarmi gli occhi .... ha descritto sinteticamente tutto ciò che può provare un padre Laziale della mia generazione (con tutte le strane vicende che ha vissuto questa gloriosa società, la prima nata a Roma, e riconosciuta come Ente Morale!)
[Modificato da radcla 06/10/2007 01:12]