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Energie rinnovabili più convenienti del nucleare

Ultimo Aggiornamento: 29/03/2012 16:35
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Valutazione Dipartimento Energia Usa
Fonte: Corriere della Sera - Gianni Silvestrini
17 marzo 2011
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Perché sono contrario

L'atomo e i costi troppo alti: non conviene

Nell'ultima valutazione del Dipartimento dell'Energia Usa, l'elettricità da nucleare risulta la più cara

di GIANNI SILVESTRINI


Il nucleare, questo nucleare, non convince per diversi motivi. Innanzitutto non sono escludibili eventi catastrofici a causa di fattori esterni o di errori umani. Si spera nella quarta generazione che, verso il 2030, dovrebbe portare a reattori intrinsecamente sicuri.
C'è poi una valutazione economica, in quanto i costi tendono costantemente ad aumentare.
Nell'ultima valutazione del Dipartimento dell'Energia Usa (Energy Outlook 2010) sugli impianti da costruire nei prossimi 20 anni, l'elettricità da nucleare risulta la più cara.
È il motivo per cui negli Stati Uniti sono previsti dei meccanismi di incentivazione per le nuove centrali, altro che riduzione della bolletta...
Infine pesa una considerazione etica. A quasi 50 anni dalla prima centrale, non esiste un solo Paese al mondo che abbia realizzato un deposito definitivo per le scorie altamente radioattive. Per tutti gli oggetti che noi conosciamo - un frigorifero, un'automobile, una bottiglia - è prevista la chiusura del ciclo. Per i rifiuti nucleari, la cui pericolosità ha tempi di dimezzamento di decine di migliaia di anni, non abbiamo ancora trovato una soluzione, lasciando in questo modo alle generazioni future un velenoso regalo.

I fautori di questa tecnologia sostengono che però consente di ridurre i consumi di combustibili fossili e le emissioni dei gas serra. Vero, ma è possibile ottenere lo stesso risultato in modo più efficace e meno rischioso. Le fonti rinnovabili, considerate marginali fino a poco tempo fa, stanno crescendo a ritmi imprevedibili e i loro costi si stanno rapidamente riducendo. L'elettricità producibile dagli impianti solari ed eolici installati nel mondo tra il 2005 e il 2010 è tre volte maggiore rispetto a quella dei reattori nucleari entrati in servizio negli stessi anni. La metà della potenza elettrica installata in Europa lo scorso decennio è rinnovabile. E l'accelerazione della crescita è formidabile. La potenza fotovoltaica globale installata nel 2010 è, ad esempio, aumentata del 120% rispetto all'anno prima.

Grazie al contesto energetico così drasticamente mutato, la riflessione internazionale che seguirà all'incidente di Fukushima avrà un decorso diverso rispetto all'impatto che si ebbe dopo Chernobyl. Allora l'effetto fu quello di bloccare la crescita del nucleare senza innescare però una vera alternativa. Le fonti rinnovabili erano all'inizio del loro sviluppo e non rappresentavano un'opzione credibile, anche se le esperienze californiane, danesi, giapponesi già facevano intuire le enormi potenzialità di queste tecnologie. La potenza eolica oggi è cento volte superiore, quella solare addirittura mille volte più ampia. E i costi sono scesi drasticamente.

Tutto ciò fa ritenere che altri Paesi seguiranno la strada della Germania che aveva deciso, già prima dell'incidente giapponese, di uscire dal nucleare puntando a soddisfare nel 2050 almeno l'80% della richiesta elettrica con le rinnovabili.
Una strategia lungimirante che negli ultimi anni ha consentito di raddoppiare l'elettricità verde grazie a un milione di impianti solari, eolici, a biomassa e di creare un comparto che conta 340.000 addetti, un pilastro ormai dell'economia tedesca.
Dunque, le riflessioni dopo la tragedia giapponese possono portare ad un drastico ripensamento delle strategie energetiche con un rilancio delle politiche dell'efficienza energetica e dell'utilizzo delle rinnovabili. Una strada fortemente innovativa che garantisce maggiore sicurezza energetica, riduce i rischi di cambiamenti climatici, crea imprese ed occupazione. L'Italia, che ultimamente ha ottenuto risultati interessanti nelle rinnovabili, farebbe bene a seguire questa strada.

Fonte: Corriere della Sera - Gianni Silvestrini
17 marzo 2011 ©
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29/03/2012 16:35

Decreto fonti rinnovabili elettriche

Roma, 29 marzo 2012

Il Governo è sulla strada giusta. Purché le misure siano coerenti con le premesse e purché resista all’attacco degli speculatori dell’energia rinnovabile. Adesso più risorse a termiche ed efficienza!La posizione degli Amici della Terra

La bozza di decreto che definisce i nuovi incentivi per le rinnovabili elettriche (eolico, biomasse e idro, escluso il fotovoltaico che è trattato a parte) recepisce finalmente, nelle sue premesse, l’allarme per gli incentivi fuori controllo che pesano sulle bollette dei cittadini e delle imprese italiane; allarme che l’Autorità per l’energia esprime ufficialmente e che i Ministri Passera e Clini hanno riconosciuto di recente.

Proprio come gli Amici della Terra denunciano da anni, documentando tutti gli effetti negativi sull’ambiente e sull’economia degli incentivi vigenti, il nuovo decreto riconosce che:

«l’approccio finora seguito non sia stato ottimale (...) si è teso a privilegiare lo sviluppo di energia rinnovabile elettrica (...) rispetto ai settori calore e trasporti o all’efficienza energetica che, invece, sono modalità economicamente più efficienti;
«il ritorno economico sulla filiera italiana di questi investimenti è stato spesso non ottimale, a causa della forte spinta su tecnologie dove l’Italia non ha una leadership industriale;
«gli incentivi corrisposti per l’energia rinnovabile elettrica sono stati, in molti casi, oltre il doppio che in altri paesi europei;
«tutto questo si è tradotto in un costo molto elevato per il Paese (...) (quasi un quarto della ‘bolletta totale’ italiana) (...) il costo cumulato/complessivo è di oltre 150 miliardi di Euro, (...) un aggravio di 120 Euro all’anno per la famiglia media (...);
«in molti Paesi d’Europa(...) è in corso un ripensamento delle politiche nazionali sulle Rinnovabili –in qualche caso in maniera drastica;
«il mix di energie rinnovabili (elettriche, termiche e l’efficienza energetica) per il futuro dovrà favorire le tecnologie più vantaggiose in termini di minor costo unitario (€/MWh, €/Ton CO2 evitata); maggiori ricadute sulla filiera economica del Paese (...) minor impatto ambientale (tenendo conto di vari fattori: emissioni, impatto sul paesaggio, presidio del territorio, interferenze con usi alimentari/ industriali, ecc) e sulle reti elettriche.

Infine, afferma il decreto «occorre rivedere l’attuale gerarchia d’uso delle risorse economiche, spostando il più possibile risorse verso il settore termico e l’efficienza energetica».

Gli Amici della Terra sottoscrivono integralmente queste intenzioni purchè le misure effettive si rivelino coerenti con esse e purchè il Governo non receda difronte alle prevedibili contestazioni degli sviluppatori di impianti eolici e fotovoltaici di scarsa qualità, ovvero di coloro che in questi anni hanno potuto speculare su misure «non ottimali».

Osserviamo che questo stesso decreto, pur definendo un tetto annuale a nuovi impianti rinnovabili elettrici e norme più rigorose per l’attribuzione degli incentivi, non pone uno stop alle tecnologie più dannose per il paesaggio, come l’eolico. Dovrebbe farlo, invece, se volesse davvero destinare qualche risorsa in più alle rinnovabili termiche e all’efficienza energetica che (lo ricordiamo) attualmente beneficiano solo di una detrazione fiscale del 55% dell’investimento in 10 anni, detrazione che dal 2013 si ridurrà al 36%

Fonte

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Disapprovo quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo.

(Voltaire)

ma difendiamo anche la grammatica Italiana





Sai cosa scrivere? Allora posta!
Non sai cosa scrivere? Allora spamma!

<-- IO -->

I videogiochi non influenzano i bambini. Voglio dire, se Pac Man avesse influenzato la nostra generazione ora staremmo tutti saltando in sale scure, masticando pillole magiche e ascoltando musica elettronica ripetitiva."
(Kristian Wilson, Nintendo Inc., 1989)

Pochi anni dopo nacquero le feste rave, la musica techno e l'ecstasy...

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