Mango, papaya, ananas, meloni. Gamberi, gamberoni, aragoste, granchi, pesci di ogni tipo. Poi ciuffi di bambù, mazzi di orchidee multicolore, banani lungo i bordi delle strade, e immagini di Buddha che improvvisamente bloccano l´orizzonte nell´ultimo stupore. Siamo in Thailandia, il Paese che più offre e più ti riempie di doni e sorprese, la terra esagerata, con sole, mare, voglia di vivere e prezzi bassi. «Krap ka», ciao, dicono a mani giunte con un mezzo inchino già le hostess sul volo della Thai Airlines. Ed è il primo sorriso. Ma ci si abitua presto.
«Krap ka» ti accolgono all´albergo di Bangkok. Le dodici ore di volo senza scalo dall´aeroporto di Roma Fiumicino evaporano nel caldo abbraccio del clima tropicale. E in men che non si dica ci si trova sulla giostra. Sì perché la Thailandia fin da subito si propone con strade formicolanti di persone, botteghe, mercatini, bancarelle, templi con i tetti d´oro. E solo poter arrivare al Wat Arun, il tempio del Buddha d´Oro, dopo aver solcato i canali di Bangkok a bordo di un battello, regala suggestioni irripetibili. Se c´era un dubbio si dissolve: questo è un gran viaggio. E se, invece di dirigervi verso le località di mare, volete donarvi il privilegio di andare verso il Nord, mettendo le ruote (benzinai dovunque, strade ottime ma, attenzione, guida a sinistra) sulla via che congiunge la Thailandia con il Laos e la Cina, vi regalerete davvero qualcosa di indimenticabile e esclusivo.
Dopo aver visto a Bangkok gli splendori del Palazzo Reale, del Wat Phra Kaew (con il Buddha di smeraldo) e del WatPho (un Buddha d´oro sdraiato di 46 metri), trovarsi fuori della città nella meraviglia botanica del Bang Pa-In, la residenza estiva dei re, aiuta a farsi un´idea del senso estetico - a volte sorprendente - dei thailandesi e, soprattutto, del profondo rapporto che hanno con la monarchia. Un legame antico, a volte drammatico, testimoniato tanto da storie leggendarie quanto da stupefacenti resti di città in rovina che narrano guerre e invasioni dalla vicina Birmania, preziose statue di Buddha nascoste nel cemento o miracolosamente sfuggite agli invasori, razzie e resurrezioni sotto la guida di un nuovo re, chiamato sempre in un solo modo: Rama.
È quello che troverete ad Ayutthaya, antica capitale, dove le rovine della città portano ancora il segno del fuoco appiccato dai birmani. E in cui vi imbatterete di nuovo a Sukhothai, dove i resti fastosi di un´altra città (45 chilometri quadrati) hanno appena trovato una sistemazione finanziata dall´Unesco in un parco storico da mozzare il fiato: gli antichi Buddha di pietra affiorano fra i ruderi come muti custodi del passato. Da non perdere. Come, prima di arrivare qui, è da non perdere il piccolo, vivo, intenso tempio buddista nella cittadina di Pitsanuloke. Poter immergersi nel pomeriggio nella magia delle preghiere cantilenate dai monaci è un dono da chiudere nel cuore. Poi andando su su verso Lampang (da non perdere anche il WatPhraThat Lampang Luang) si punta su Chiang Rai. Il viaggio non è fatto solo di templi e di rovine. Ci sono anche ristoranti di strada, mercati contadini, bottegucce artigianali dove si lavora l´indaco e si producono stoffe tinte a mano con la tecnica del batik. Se in qualche bancarella trovate in vendita una tartaruga acquistatela per liberarla: vi costerà 100 bath (2,50 euro) ma la sua liberazione vi donerà vita lunghissima, come quella della bestiola che avete salvato.
Lì a un passo c´è il Laos, c´è la Birmania, il mitico Triangolo d´Oro, dove non molti anni fa fiorivano i traffici di oppio e oggi non c´è un solo papavero. E come confine c´è il Mekong, fastoso, color del fango, che porta l´acqua del Tibet fino al Mar della Cina. Da Chiang Rai dista solo 70 chilometri e vale la pena andarci. Tra l´altro potrete togliervi la soddisfazione di mangiare all´Hotel del Triangolo d´Oro e visitare il mercatino sulla sponda laotiana (visto volante con pochi bath) dove vendono anche cobra in bottiglia. Infine, nel nord della Thailandia, c´è Chiang Mai, città di opposti. C´è di tutto: da qualche hippy con i capelli bianchi, arrivato qui negli anni Settanta, all´hotel grattacielo pieno di turisti europei e cinesi; dal formicolante mercato che intasa di notte ogni via della città nuova alla tranquillità della città vecchia oltre il fiume, con il suo spazio sacro (non perdetelo), un ottimo centro culturale e un artigianato autentico. È come tutta la Thailandia in una sola, piccola, città.
di Emilio Radice
Fonte:
http://viaggi.repubblica.it/