anni fa ero un discreto scacchista, niente tornei s'intenda, solo lunghe partite nei cortili dell'oratorio, ma che si accompagnavano spesso a belle chiacchierate o a bella musica e lunghi silenzi quando a casa di un paio di amici...
anni fa leggevo un libro di camilleri
it.wikipedia.org/wiki/La_mossa_del_cavallo
cose che mi sono rivenute in mente ripensando ad alcune scelte che sto maturando e che non coinvolgono solo la mia posizione corrente, ma anche quella di alcuni attori esterni (con cui non ho ovviamente alcun legame di tipo affettivo)...
mi sono venute in mente anche cose viste all'univ sulla teoria dei giochi, ma non voglio complicarvi troppo la vita... nè tantomeno portarvi nell'intricato incastro dei miei pensieri (in cui le argomentazioni potrebbero rimanere inutilmente attorcigliate e non portare ad alcuna discussione costruttiva...)
dicevo:
avete mai fatto x, sapendo che il vostro "avversario" (ma può essere anche un amico o semplicemente un competitor, alla vista di 'x' avrebbe risposto con y e lasciato via libera a voi per z?
Semplifico... ma non è il mio caso, visto che si svolge più in ambito professionale, finto di arrabbiarvi con il/la tipo/a e sapevate che quella arrabbiatura avrebbe poi portato lei ad abbassare altre pretese, e vi avrebbe permesso di raggiungere - che ne so - l'agognata vacanza in grecia?
oppure al lavoro, avete fatto finta di prendere di buon grado la promozione ingiusta di un vostro collega al posto a cui ambivate, avete pure fatto finta di esserne felici, tanto sapevate che avrebbe grossolanamente fallito e vi avrebbe rimesso in ottima luce?
ovviamente nessuno dei casi è quello reale per me... so che ad alcuni suonerà macchiavellico, ma sono convinto che molti (e soprattutto molte) hanno agito in questo modo... facendo la L del cavallo che fa saltare i pezzi (e i calcoli al vs competitor)....
s
se si, quando? perchè? È sempre stato cosciente o vi capitato di scoprirlo anche in seguito, come un'azione inconscia?