A fil di rete
L'equivoco Cabello a «Quelli che il calcio»
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Victoria Cabello e il Trio Medusa, protagonisti dei «Quelli che il calcio» (Fotogramma) |
Angelo Ogbonna, difensore centrale del Torino e, fra non molto, della Nazionale, non solo è bravo, è anche intelligente. Parla un italiano perfetto (meglio di certi ospiti televisivi), e misura le parole. A «Quelli che il calcio» lo hanno un po' preso in giro: non perché è di colore (ci mancherebbe, il politicamente corretto lo vieta!) ma perché misura le parole, forse in maniera esagerata per gli standard televisivi (Rai2, domenica, ore 13.50). Eppure, sui cori razzisti che si alzano negli stadi, ha detto: «È solo ignoranza». A proposito dei radicali cambiamenti che stanno caratterizzando la stagione del Toro (tocchiamo ferro!), ha detto: «Lo si sente a pelle il cambiamento del Torino». Lo hanno anche stuzzicato sulla Padania e lui se l'è cavata con uno splendido «Cos'è?». Ha anche detto, tra le righe, che finirà al Milan e il mio pomeriggio si è fatto più triste.
A infastidirlo ci ha provato il Trio Medusa, ospite fisso della trasmissione, a supporto della conduttrice Victoria Cabello. Che ci siano tre zanzare (una versione edulcorata della Gialappa) a supportare Victoria, la dice lunga sulla trasmissione. Grazie alla regia di Paolo Beldì e alla presenza fissa di Ubaldo Pantani e Virginia Raffaele (molto divertenti le imitazioni di Oscar Giannino e di Enzo Miccio e Carla Gozzi, i due spietati fashionist di «Ma come ti vesti?»), «Quelli che il calcio» ha ritrovato uno smalto che via via aveva perso ma vive su un equivoco.
I dirigenti di Rai2 ritengono, a torto o a ragione, che la Cabello sia un peso piuma, una conduttrice da nicchia; così hanno infarcito la trasmissione di insegnanti di sostegno con il risultato di sfilarle autorevolezza. Lei non appare come il centro di gravità del programma, ma come una sorta di hostess simpatica che allevia le fatiche del viaggio. Come Massimo Caputi, il cui apporto in vivacità è prossimo allo zero, possa ancora essere lì, resta uno dei tanti misteri della Rai. E non sempre c'è un Ogbonna che attiri le attenzioni di chi di dovere (e di piacere).