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Petizione: contro la blindatura di internet + hardware + software

Ultimo Aggiornamento: 01/04/2007 16:36
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01/04/2007 14:12

Anno XII n. 2737 di mercoledì 28 marzo 2007 (PI - News)

24 giorni per impedire la blindatura totale

Punto Informatico intervista il senatore Cortiana, promotore di un appello al Parlamento Europeo affinché il diritto dei cittadini prevalga su quello delle corporazioni.
Il 24 aprile una battaglia decisiva.
I problemi, come aderire


Cortiana: major mai così attive (pagina 1 di 2)


Roma - Blindatura dei contenuti e dell'hardware,
maggiore potere alle major dell'intrattenimento, tracking dei cittadini:
l'avanzare della proposta di direttiva europea IPRED2 preoccupa per ora solo gli esperti ed è questo il problema più grande. Avanza nel silenzio quasi assoluto una normativa che verrà votata al Parlamento Europeo il 24 aprile
e che può sconvolgere l'attuale scenario del diritto d'autore rinsaldando lo status quo sostenuto dalle major dell'intrattenimento
a scapito dei diritti dei cittadini.


Contro tutto questo è appena partita una mobilitazione guidata in Italia dal senatore Fiorello Cortiana, membro del Comitato consultivo sulla Governance di Internet del Ministero dell'Innovazione.
La strada è tutta in salita: il countdown per il voto del Parlamento Europeo sulla direttiva segna, oggi, - 28 giorni. Un tempo ristrettissimo.

"Il problema - spiega Cortiana a Punto Informatico - è che la sensibilità del parlamento italiano su questi temi è scarsa
.
Quando riuscimmo a far bocciare la direttiva sulla brevettabilità del software avevo ottenuto quasi un mandato in bianco per operare in sede europea, ora c'è una maggiore consapevolezza, ma non possiamo farci conto".
Poiché i giochi sono a Strasburgo, sede del Parlamento Europeo che dovrà decidere sulla direttiva, Cortiana sta diffondendo un appello agli europarlamentari (riportato di seguito) che per essere efficace dovrà contare su un appoggio il più ampio possibile anche qui in Italia.

"In Europa l'attenzione è maggiore - spiega Cortiana a PI - c'è già anche un altro appello sull'argomento.
Il problema lo abbiamo visto proprio con la direttiva sui brevetti:
ci vuole tempo per informare e ci vuole una grande mobilitazione.
Su IPRED2 siamo ampiamente indietro: c'è un mese di tempo, spero nella vitalità della rete".


Sulla stampa italiana, dopo il voto della Commissione Juri qualcuno ha maldestramente dichiarato che l'Europa rende legale il P2P, ma c'è da chiedersi cosa accadrebbe alla legislazione italiana sul diritto d'autore qualora la direttiva europea venisse approvata e dovesse quindi essere recepita dal nostro paese. "Noi - sottolinea il senatore a PI - abbiamo la Legge Urbani, per cui IPRED2 ci sembra quasi una liberalizzazione. Nonostante gli sforzi fatti, il testo è in realtà pieno di chiari e scuri, e ampiamente contraddittorio tra un articolo e l'altro. Il che vuol dire che in sede di recepimento possiamo pensare che prevarrà il suo lato più oscuro". [SM=x44497]

IPRED2 è figlia delle pressioni delle lobby delle major,
che secondo Cortiana "non sono mai state così attive come di questi tempi".
E l'esempio è quello della sentenza con cui il Tribunale di Roma ha imposto a Telecom Italia la consegna dei nomi di quasi 4mila utenti P2P italiani,
"andando contro a tutte le decisioni precedenti"
,
sottolinea Cortiana, che ha già presentato un esposto contro quella decisione. "Con evidenza - spiega - c'è il dispiegarsi di una campagna di pressione che viaggia su vari piani, qui in Italia con cose così, in Europa con cose come la direttiva, tutti strumenti usati da chi ha rendite di posizione che non intende intaccare aprendo a nuovi modelli di business".

Ma la direttiva prevede anche un ruolo del tutto nuovo per i detentori dei diritti, che potranno affiancare le forze dell'ordine nelle indagini sulle violazioni del diritto d'autore.
"È un aspetto - evidenzia l'e-senator - che considero la violazione più grande agli assunti europei:
uno non può concorrere da privato alle inchieste delle forze dell'ordine, cioè ad inchieste giudiziarie.

[SM=x44498] [SM=x44493] [SM=x44498]

Che garanzie abbiamo dei dati che raccoglie, dei nominativi, dei dati delicati e che in Europa sono sulla carta protetti dalle garanzie per la privacy".

Garanzie che furono stabilite, come noto, dal coordinamento delle autorità nazionali sulla privacy presieduto da Stefano Rodotà. "Capisco le forze dell'ordine - insiste Cortiana - ma che un privato che ipotizza di essere danneggiato possa concorrere a queste inchieste e disporre di dati delicati e riservati è un problema".

Il rischio che è stato sventato all'ultimo momento nel caso dei brevetti sul software in questa circostanza è ancora più concreto:
l'Europa rischia di accorgersene tardi, a giochi conclusi.

Ma IPRED2 non è che il prodotto più recente di un approccio complessivo dell'Europa, apparentemente vittima delle grandi corporation dell'intrattenimento, che oggi come non mai spingono sulla blindatura dei dispositivi di riproduzione, dalla televisione mobile fino agli impianti hi-fi e a tutti quei dispositivi che garantiscono il flusso dell'informazione digitale. E i rischi sono enormi. "Il primo rischio che corriamo - sottolinea Cortiana a Punto Informatico - è di precluderci il futuro.
Perché se ci blindiamo, anche con standard condivisi da centinaia di imprese nel mondo, come quelli della Tv mobile, di fatto azzoppiamo un mondo possibile:

qui siamo nel digitale interconnesso, abbiamo bisogno di mercati aperti, inclusivi, di standard aperti garantiti da sistemi aperti.
I nuovi modelli di business vanno trovati a partire da questa condizione". "La dimensione cognitiva in rete - spiega - cresce con la condivisione, crescono opportunità inaspettate, novità imprevedibili".

"Il paradosso - continua Cortiana - è che viviamo una dimensione internazionale, ad esempio con i Forum sulla Società dell'informazione, in cui si ragiona su concetti come openness, security, multiculturality, e poi abbiamo dimensioni locali, o continentali, che tentano di dar vita per via normativa ad un controllo che non è dato".
"Tu cittadino - spiega il senatore - rischi di diventare la vittima del controllo: dalla tua carta di credito al casello dell'autostrada, ai messaggi che mandiamo". Il senso di una tecnologia che dovrebbe migliorare la qualità della vita con questo approccio, dunque, viene ribaltato, e l'utente non è più il fruitore ma la vittima.

"E poi ci lamentiamo della Cina", ironizza Cortiana.
"Rischiamo - conclude - di venire meno al portato specifico europeo: proprio laddove gli americani stanno abbandonando certe logiche, noi le stiamo abbracciando. Loro hanno il fair use, noi equipariamo un'attività di contraffazione all'utilizzo personale dei sistemi di file sharing".

Di seguito l'appello e le modalità per sottoscriverlo.


Aderiamo in massa alla petizione: ne va della nostra libertà tecnologica e non solo! Passaparola

_________________


Non condivido le tue idee, ma darei la vita per vederti sperculeggiare quando le esporrai.
01/04/2007 16:36

aderito e diffuso ai contatti mail [SM=x44462]

speriamo di fermare questo abominio
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