Quella di oggi è stata solo la scossa più forte di uno sciame sismico che si perpetua da mesi.
La magnitudo registrata alle 3.32 di questa notte dall’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia è di 5,8 gradi della scala Richter, a cui sono seguite diverse repliche, la prima di 4,7 gradi alle 4.37.
Numerose le avvisaglie nelle ultime settimane. Una scossa violenta il 16 gennaio,
poi quella di magnitudo 4.0 che aveva fatto tremare l'Abruzzo già il 30 marzo: molte persone si erano già riversate in strada allora. Dall’inizio dello sciame sismico, qualche mese fa, sono decine gli eventi di magnitudo superiore a 2.0 registrati dall’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv) nel distretto aquilano e nel bacino di Sulmona.
A parte qualche malore dovuto allo spavento, non c'erano però mai stati feriti gravi. Nè erano stati rilevati danni importanti. Su richiesta del capo della Protezione civile, Guido Bertolaso, si era tenuta nella sede della Regione Abruzzo all’Aquila, una riunione degli esperti della Commissione nazionale per la previsione e la prevenzione dei grandi rischi. Obiettivo, dicono al Dipartimento della Protezione civile, era quello di «fornire ai cittadini abruzzesi tutte le informazioni disponibili alla comunità scientifica sull’attività sismica delle ultime settimane». «È utile precisare che non è possibile prevedere in alcun modo il verificarsi di un terremoto e che non c’è nessun allarme in corso da parte del Dipartimento della Protezione Civile, ma una continua attività di monitoraggio», si leggeva appena quindici giorni fa in una nota dello stesso Dipartimento. Secondo l’Ingv, che è l’ente preposto alla sorveglianza della sismicità sul territorio nazionale, «le scosse avvertite nei mesi scorsi dalla popolazione facevano parte di una tipica sequenza di terremoti, del tutto normale in aree sismiche come quella dell’aquilano che, negli ultimi mesi, ha registrato quasi 200 eventi, la maggior parte dei quali non avvertiti dalla popolazione».
Qualcuno
nei giorni scorsi aveva però messo in allarme sulla possibilità del sopraggiungere di scosse più forti e pericolose per la popolazione abruzzese, ma era stato accusato di "procurato allarme" e di conseguenza denunciato.
«Le scosse di terremoto che continuano a scuotere l’Abruzzo
non sono tali da preoccupare - aveva spiegato Bertolaso - ma Purtroppo a causa di imbecilli che si divertono a diffondere notizie false siamo costretti a mobilitare la comunità scientifica per rassicurare i cittadini».
L'attacco era rivolto a Giampaolo Giuliani , ricercatore dei laboratori del Gran Sasso, che aveva previsto un terremoto di proporzioni disastrose: «È stato tutto proditoriamente architettato perché io potessi essere messo a tacere, addirittura con un avviso di garanzia. E ho le prove che è falso». Così il ricercatore intervistato da Affaritaliani.it. E ancora: «Dal presidente dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia Boschi e da Bertolaso vorrò le scuse per tutti i morti che ci sono stati oggi a l’Aquila: hanno dichiarato il falso domenica scorsa e ho i testimoni. La mia previsione purtroppo era giusta». «Figuriamoci se questi (Boschi e Bertolaso, ndr) ascoltano qualcuno. Figuriamoci. Non mi faccia dire di più, già ho un avviso di garanzia in corso». «Stanotte mi sono andate distrutti almeno tre rivelatori che avevo in funzione e non riesco ancora a collegarmi con la macchina principale perché l’Aquila non può essere attraversata spiega ancora Giuliani - Credo che una sia in funzione. Quello che posso dire è che abbiamo previsto tantissime scosse anche per la giornata di domani, scosse di assestamento che vanno tra il terzo e il quarto grado della scala Richter».
Oggi però ancora una scossa, appena un po' più violenta di quelle degli ultimi giorni, ma quanto basta per mettere in allarme la Regione Abruzzo. Questa volta non basta rassicurare i cittadini: a centinaia si riversano nelle strutture sanitarie per chiedere soccorso. La Protezione civile e i carabinieri parlano di decine di morti, centinaia di feriti e migliaia di sfollati. Bertolaso la definisce la «peggiore tragedia di questo millenio» e il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi annuncia che firmerà lo stato d'emergenza. A questo punto in Abruzzo e nel resto d'Italia sono in molti a chiedersi se veramente non si potesse fare nulla per scongiurare questo dramma.
E' vero, forse non è possibile prevedere in alcun modo il verificarsi di un terremoto, ma qualcuno questa volta aveva provato a farlo.
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