Paul Haggis
In Italia lo scandaloso «Crash».
Paul Haggis tra i produttori esecutivi
Sesso e violenza, il telefilm da Oscar
Il serial con Hopper e Moran Atias che ha diviso l’America: «Immagini crude e angoscianti»
Moran Atias in una scena del serial
— Una Los Angeles caotica, violenta e folle,
un girone infernale in cui si scontrano le vite di personaggi diversi unite dal filo rosso del razzismo.
Il regista Paul Haggis l’ha raccontata in Crash (tre Oscar) e siccome era soddisfatto ha fatto diventare il film una serie tv.
Un viaggio di tredici episodi alla scoperta di quello che si nasconde dietro il sogno americano, un intreccio di persone che cercano di realizzare le proprie aspirazioni e che nonostante la prossimità fisica, spesso si sentono lontanissime e in conflitto.
C’è un produttore discografico senza scrupoli e sull’orlo della follia (Dennis Hopper) che apre il primo episodio con un discorso al suo organo genitale, una madre frustrata, un immobiliarista in cerca del successo, un immigrato clandestino latinoamericano, un poliziotto corrotto, una zingara che sogna l’indipendenza, «una donna affascinante e misteriosa, con un’intelligenza da strada e che ha talento nel costruirsi il suo destino», racconta Moran Atias, l’attrice e modella israeliana che la interpreta. Tutto nasce da un «crash», uno dei tanti della serie, un incidente provocato dal poliziotto corrotto che la fa arrestare. Diventeranno amanti. «Sono due persone simili, hanno due personalità dominanti, entrambi utilizzano il loro potere per ottenere ciò che vogliono. Non si capisce se lei vuole fregarlo o meno, allo spettatore lascia sempre un dubbio: perché sta con quest’uomo?».
Modella e attrice, l'israeliana Moran Atis è la protagonista del serial «Crash».
Qui in alcune immagini di scena
Anche lei ha il suo american dream da realizzare: «Ha un legame fortissimo con la sua cultura, ma vive in una comunità chiusa in cui la donna ha un ruolo subalterno. Va a caccia della sua indipendenza, l’unico modo per essere davvero felice».
La serie — di cui Haggis è uno dei produttori esecutivi —
va in onda su Cult (canale 131 di Sky) ogni martedì con doppio appuntamento alle 21 e alle 22.
In America è già stata trasmessa, ma la critica si è divisa. Le accuse?
Troppo sesso e sangue.
C’è chi ha apprezzato e chi ha stroncato come l’Hollywood Reporter: «La serie è ancora più incredibilmente unidimensionale del film. Crash offre una collezione di immagini crude e angoscianti, prive di un tema unitario ».
Moran Atias non ci sta:
«La realtà supera l’immaginazione. Anzi, penso che abbiamo nascosto la realtà più brutta. Se ti parlo della mafia coreana, devo usare certe immagini, non c’è niente di gratuito». Vale anche per Israele: «È come vivere in un pentola a temperatura altissima. Succedono cose che se le vedessi in un film non ci crederei». E il razzismo? «Non basta un presidente di colore a sconfiggerlo ». Ha lavorato con Monicelli ( Le rose del deserto), ha condotto la versione israeliana di Affari tuoi, ma la fiction Usa è un kolossal: «Il primo impatto è pazzesco: è tutto grande, anche il bicchiere del caffè è enorme... Ma la sorpresa più bella è trovare persone che sono leggende — come Hopper e Haggis — gentili e umili, pronte ad ascoltare i suggerimenti di tutti: diventa un lavoro di gruppo». Moran Atias sarà anche nella seconda serie (le riprese iniziano a maggio): «Hanno confermato solo quattro attori e io sono tra quelli. Credo abbiamo apprezzato il mio modo di dare volume e colori al personaggio: ho realizzato il mio american dream».
Renato Franco
23 aprile 2009
www.corriere.it/spettacoli/09_aprile_23/crash_sesso_telefilm_1faa7b8c-2fd3-11de-8d39-00144f02aa...