Lodo Alfano , Gasparri: "Consulta dice no? troveremo cavillo"

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Etrusco
00mercoledì 1 luglio 2009 18:04
la Sentenza:'illegittimo', bocciato:«Serve legge Costituzionale»
Il ministro Vito: «Incontro conviviale».
L'ex pm attacca: «toghe spregiudicate, si dimettano».
Caso Consulta
, lite in aula
La cena tra il premier, il Guardasigilli e due toghe chiamate a pronunciarsi sul Lodo Alfano: è polemica

Luigi Mazzella
in una immagine del 10 Settembre 2003 (Ansa)

ROMA - Scoppia la polemica nell'aula della Camera sulla Consulta e sulla cena, al centro di un'inchiesta de L'Espresso, alla quale hanno partecipato il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, il ministro della Giustizia Angelino Alfano e due giudici della Corte Costituzionale, Luigi Mazzella e Paolo Maria Napolitano, chiamati a pronunciarsi sul Lodo Alfano. ...

«INCONTRO CONVIVIALE» - «Molte settimane prima della data indicata, a maggio, il presidente Berlusconi, il sottosegretario Gianni Letta, il ministro della Giustizia Angelino Alfano, il presidente della commissione Affari costituzionali del Senato Carlo Vizzini e il giudice costituzionale Paolo Maria Napolitano hanno ricevuto un invito a cena con le rispettive consorti dal giudice costituzionale Luigi Mazzella. Si trattava di un incontro conviviale - ha spiegato Vito - che è conseguenza di rapporti di conoscenza e di stima antica organizzato nella prima metà del mese di maggio.

«CENA CARBONARA E PIDUISTA» - Parole che non hanno però soddisfatto Di Pietro. Il quale per tutta risposta, ha chiesto le dimissioni del ministro della Giustizia, Angelino Alfano e dei giudici Mazzella e Napoletano, presenti alla cena con il premier, di cui ha parlato L'Espresso. Replicando a Vito, il leader dell'Idv ha giudicato «inaccettabile» la risposta del governo su una «cena - ha detto Di Pietro - carbonara e piduista», con la quale, secondo l'ex pm, è stata «compromessa la credibilità della Corte» che deve essere «talmente indipendente che non dovrebbe in alcun modo essere oggetto di interferenze». Insomma, con quella cena «avete infangato la sacralità della Corte» e ora «qualsiasi decisione presa il 6 ottobre non sapremo mai se sarà frutto di indipendenza» o esito della «cena piduista», ha concluso Di Pietro.
...
BATTIBECCO DI PIETRO-BONDI - E il caso Mazzella è stato anche al centro di un battibecco tra il leader dell'Italia dei Valori e il ministro della Cultura Sandro Bondi. Quando l'ex pm Di Pietro ha preso la parola per illustrare la sua interpellanza al ministro Guardasigilli contro la cena che si è svolta tra i vertici dello Stato e due giudici della Consulta, ha usato toni molto forti. Che non sono piaciuti al ministro Bondi. Seduto ai banchi del governo, accanto al ministro dell'Istruzione, Mariastella Gelmini, e a quello dei Rapporti con il Parlamento, Elio Vito, Bondi ha più volte allargato le braccia scuotendo la testa e borbottando. Quando Di Pietro ha parlato di «giudici spregiudicati che infangano la Corte», anche Elio Vito ha guardato ripetutamente il presidente di turno, Rocco Buttiglione, sperando in un intervento. Che non è arrivato. «Vergognati! Vergognati!» ha a quel punto gridato più volte Bondi all'indirizzo di Di Pietro . Poi si è alzato continuando a inveire verso gli scranni dell'Idv. I commessi gli si sono avvicinati. Alla fine, il ministro della Cultura ha preferito abbandonare l'Aula.

www.corriere.it/politica/09_luglio_01/vito_caso_mazzella_3294d38c-6642-11de-8bcb-00144f02aa...

Etrusco
00lunedì 14 settembre 2009 10:36
in trepidante attesa per la sentenza dell'8 Ottobre
Lodo Alfano / Gasparri: "Se Consulta dice no troveremo un cavillo"


"Supereremo un eventuale giudizio negativo"


Frascati, 3 set. (Apcom) - "Non so quale sarà la pronuncia della Consulta sul Lodo Alfano ma noi supereremo un eventuale giudizio negativo".
Lo ha detto il presidente dei senatori del Pdl Maurizio Gasparri parlando alla Summer School della Fondazione Magna Carta a Frascati.
"Avremo un avvocato, un Ghedini o Ghedoni - ha ironizzato Gasparri - che troverà un cavillo...". [SM=x44501]

Fonte: APCom - 08:41 - POLITICA - 03 SET 2009



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LODO ALFANO: BELISARIO (IDV),
STRABILIANTE LA PREPOTENZA DI GASPARRI



(IRIS) - ROMA, 4 SET - "La prepotenza di Gasparri e' davvero strabiliante.
Non bastano le cene private di Berlusconi con i giudici della Consulta. Adesso arrivano anche le intimidazioni".

Lo dichiara il capogruppo dell'Italia dei Valori al Senato, Felice Belisario, commentando le parole di Maurizio Gasparri che ieri da Frascati ha sostenuto che contro un parere negativo della Consulta sul Lodo Alfano si trovera' "un cavillo" per risolvere la situazione.
"Gasparri -prosegue Belisario- in nome di un presunto consenso forte, ha avuto il coraggio di dire che se la Corte dovesse dichiarare incostituzionale il lodo Alfano ci sara' un Ghedini o un Ghedoni che con un cavillo aggirera' la sentenza.
Il consenso forte di cui parla Gasparri non puo' che essere tradotto come dittatura della maggioranza".
Per Belisario "l'Italia dei Valori continua a chiedere al centrodestra, di avere maggiore rispetto delle istituzioni,
di rispettare tutte le sentenze [SM=x44498]
e di vergognarsi anche solo di pensare che una sentenza della Corte possa essere aggirata da un cavillo".
[SM=x44493]

Faber - 04/09/2009 - 15.02

Fonte: Iris Press

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Gasparri: "Bocciano il Lodo Alfano?
Gli avvocati troveranno un cavillo"


....

La Consulta.
Attualmente sono 3 i procedimenti a carico del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi
sospesi in attesa che la Consulta decida sulla costituzionalità dello scudo:
1) il processo Mills,
2) quello sui diritti televisivi Mediaset
3) e la vicenda della presunta compravendita di alcuni senatori la scorsa legislatura.

In tutte e tre le cause sono state sollevate eccezioni di costituzionalità
e quindi la decisione è stata sospesa in attesa che la Corte Costituzionale si esprima.

Fonte: La Repubblica (3 settembre 2009)
Etrusco
00lunedì 14 settembre 2009 10:46
11-09-09
LODO ALFANO: CECCANTI,
DA BERLUSCONI ATTACCO PREVENTIVO ALLA CONSULTA



(ASCA) - Roma, 11 set - ''Sulla Corte non incidera', lo escludo. Pero', il tenere i toni alti rivela qualcosa della strategia con la quale si muove Silvio Berlusconi''.

Cosi' il senatore del Pd Stefano Ceccanti, costituzionalista, in un'intervista rilasciata a 'Il Riformista' spiega che il clima di tensione sul tema giustizia di questi giorni non incidera' piu' di tanto sulla decisione della Corte Costituzionale in merito al Lodo Alfano.

''Mi sembra - spiega Ceccanti - che ci siano le condizioni per parlare di un attacco preventivo.
Berlusconi sembra muoversi avendo in mente lo scenario peggiore: la bocciatura del Lodo

e crea le condizioni per poter dire, una volta incassata una decisione sfavorevole, che anche la Consulta ce l'ha con lui.
E' una strategia alla quale e' difficile sottrarsi per tutti gli altri.
Percio', se quella in atto e' una strategia deliberata, e' facile immaginare che da qui a ottobre dobbiamo aspettarci di tutto''.

Da un punto di vista giuridico,
il punto centrale e' che ''per l'immunita' si doveva ricorrere a una legge costituzionale.

Su altro si puo' anche argomentare, ma questa obiezione e' insuperabile''.
E sostiene poi di non avere ''dubbi sul fatto che sarebbe stata necessaria una legge costituzionale. Ne sono convinto -spiega- per ragioni giuridiche, naturalmente. Ma non soltanto. Sostenere questa tesi, infatti, non significa necessariamente dire: 'avete fatto una cosa sbagliata in se' ma che avete messo su una carretta quello che avrebbe meritato di essere messo su di un panfilo'. In tal senso, un argomento di questo genere si presenta anche come un argomento non fazioso. E mi sembra difficile che non si possa raggiungere all'interno della Corte un'ampia maggioranza su questo.
Poi, certo, anche a questo argomento si potrebbe opporre la contro-obiezione che il lodo Schifani e' stato bocciato sulla base di altre ragioni.
Ma il tribunale che aveva sollevato la questione di legittimita' costituzionale non l'aveva sollevata sotto il profilo dell'articolo 138 della Costituzione e i giudici hanno risposto alle argomentazioni che gli sono state sottoposte.
Poi, se la Consulta ha detto una cosa l'ha detta, ma se non l'ha detta non significa che non la dira'. Alla fine - conclude Ceccanti - l'unica domanda da farsi e':
il processo Mills, visto che la norma era stata pensata proprio per bloccarlo, riprendera'?
E su questo si misurera' la vittoria o la sconfitta della maggioranza davanti alla Corte''.

Fonte: Asca - min/cam/rob
Etrusco
00lunedì 14 settembre 2009 11:27
Per la felicità dei berluscones riporto anche queste opinioni:

Lodo Alfano, l'attesa per una sentenza serena della Consulta

Roma, 9 set (Velino)

- L’udienza pubblica che il plenum della Corte costituzionale terrà il 6 ottobre prossimo sul “lodo Afano” (la decisione, comunque, non dovrebbe esserci prima dell’8) sembra essere diventata la madre di tutte le “scadenze”
attesa dalle opposizioni per regolare i conti, se favorevole, con Silvio Berlusconi. Ma in realtà la decisione della Consulta influirà ben poco anche se non dovesse essere positiva per la maggioranza che appoggia il governo.
Il premier, infatti, può temere ben poco perché il processo a suo carico per la presunta corruzione dell’avvocato inglese David Mills, dovrà ricominciare da capo, con altro giudice e, quantomeno per prescrizione, tutto finirà senza una sentenza negativa per lui.
Quanto alle indagini sulle stragi mafiose del ‘92
che i magistrati di Caltanissetta hanno riaperto e che di riflesso interesseranno quelle successive di Firenze e di Milano, bisognerà attendere ancora qualche mese, ma la sopravvivenza o meno del “lodo” inciderebbe, almeno politicamente, davvero poco.

Comunque, mai come questa volta, i giudici della Consulta sono attesi al “varco” e mai su di loro era stato esercitato un pressing tanto feroce da alcuni settori dell’opposizione.

Se si dovesse dar credito alla provenienza ed alla fonte di designazione dei giudici costituzionali e stabilire che la valutazione che essi faranno del “lodo” sarà squisitamente politico, non ci sarebbe storia. L’immunità dei vertici delle istituzioni votata dalla maggioranza di centrodestra sarebbe bocciata. La sinistra, infatti, sulla carta è da 15 anni maggioranza nel plenum, da quando, cioè Oscar Luigi Scalfaro nominò ben 5 giudici tutti di sinistra. La situazione si è leggermente riequilibrata negli ultimi anni, ma il vantaggio è della “sinistra”. A questo fronte possono essere indicati il presidente Francesco Amirante ed il suo vice Ugo De Siervo. Vengono poi l’ex ministro Franco Gallo, Gaetano Silvestri eletto dal Parlamento in quota Ulivo nel 2005, Sabino Cassese, Maria Rita Saulle e Giorgio Tesauro nominati dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Con la destra, sulla carta, sarebbero schierati invece, Paolo Maddalena, Alfio Finocchiaro, Luigi Mazzella, Paolo Maria Napolitano, Giuseppe Frigo e Alessandro Criscuolo. Fuori dagli schieramenti ufficiali Alfonso Quaranta, eletto dal Consiglio di Stato, e il cattolico Paolo Grossi, nominato da Napolitano. Proprio questi ultimi due giudici potrebbero fare la differenza, ma la bontà o meno costituzionale del “lodo” potrebbe non limitarsi ad una scelta in funzione esclusivamente politico-partitica. Certo gli attacchi di Antonio Di Pietro contro Mazzella, accusato di essere andato a cena con il Cavaliere (seppure in presenza di decine di altri commensali), qualche effetto lo hanno provocato, non per nulla in tanti hanno parlato di “intimidazione”, ma il giudizio della Corte potrebbe essere più libero ed indipendente di quel che non si creda e questo grazie anche ai precedenti. C’è infatti una sentenza con la quale la Consulta traccia la strada. È quella con la quale dichiarò illegittima la legge n. 140 del 2003 (nota come “lodo Maccanico”, espressione adoperata addirittura dalla stessa Corte nel comunicato stampa con il quale annunciava la decisione presa).

Il giudizio dei giudici della Consulta fu molto stringato, ma per niente contrario alla questione di fondo affrontata dal “lodo”. La Corte infatti censurò la norma oggetto del giudizio di costituzionalità, senza sconfessare del tutto la ratio della norma stessa, come hanno riconosciuto buona parte dei costituzionalisti italiani, sostenendo: “Ciò non significa che quello delle sospensioni (dei processi, ndr) sia un sistema chiuso e che il legislatore non possa stabilire altre sospensioni finalizzate alla soddisfazione di esigenze extraprocessuali, ma implica la necessità di identificare i presupposti di tali sospensioni e le finalità perseguite, eterogenee rispetto a quelle proprie del processo”. Non solo: il giudice redattore della sentenza, Amirante (lo stesso che adesso presiede la Corte costituzionale), affermò pure che quello della tutela delle cinque più alte cariche dello Stato, al fine del sereno svolgimento delle rilevanti funzioni che ineriscono a quelle cariche è “un interesse apprezzabile che può essere tutelato in armonia con i principi fondamentali dello Stato di diritto, rispetto al cui migliore assetto la protezione è strumentale”. Non, quindi, una violazione dei principi del costituzionalismo (ovvero dello Stato di diritto, come scriveva la Corte), perché la prerogativa di tutela delle alte cariche istituzionali può convivere “in armonia” con quei principi.

Ne discende, come insigni costituzionalisti hanno evidenziato, che “la ripresentazione di una nuova legge, che tenesse conto delle argomentazioni della Corte costituzionale, è perfettamente lecita e legittima”. Tesi condivisa dal professore Cassese che prima di diventare giudice costituzionale scrisse sul Corriere Della Sera del 25 gennaio 2004: “Si può pensare che una durata ragionevole della sospensione ‘dei processi’ possa risolvere anche questo problema ‘di incostituzionalità’. Insomma, la strada imboccata dal Parlamento non è sbarrata”. Proprio per questo il presidente della Repubblica dell’epoca, Carlo Azeglio Ciampi, non ebbe molte difficoltà a firmare la legge votata dal Parlamento,” Il ‘lodo’ non è un problema”, sostenne, confortato da Loris D’Ambrosio, suo consigliere giuridico (confermato nel suo incarico da Giorgio Napolitano) che aggiunse: “La legge non è manifestamente incostituzionale”.

Fonte: Il Velino - (vum) 9 set 2009 17:41



Etrusco
00mercoledì 16 settembre 2009 13:38
Frodo Alfano
a rischio su Repubblica, con tanto di vocina vocetta raccolta da Liana Milella (p.7):
"Il sei ottobre l'udienza.
Dalle prime indiscrezioni prevarrebbe il no alla legge".

Il pezzo però è costruito tutto sul pensiero (e le opere) del costituzionalista democratico Alessandro Pace.
Se la dovrà vedere con Nosferatu Ghedini e il suo dominus e creatore Pietro Longo da Padova.

Ma la domanda resta sempre la solita:
se la Corte boccia il Frodo, Angelino Jolie smamma o fa il pesce in barile alla sicula?

Neongenesis
00mercoledì 16 settembre 2009 13:49



Beh se lo dice uno che ha lo stesso quoziente intellettivo di mia nipote che ha 10 anni (non farò mei leggere questa cosa a mia nipote ond'evitare che possa offendersi) non possiamo far altro che crederci!!!





[SM=x44466]
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Arsenio Lupin
00mercoledì 16 settembre 2009 14:27
L'arroganza di questa maggioranza non conosce più limiti, soprattutto da quando si sono accorti che nessuno (opposizione, media, popolo) gliene pone. In pratica il loro pensiero si riassume così: "siamo al potere quindi facciamo quel caxxo che vogliamo!".
Del resto questo "pensiero" di Gasparri ricalca quanto già scritto (ma passato un po' sotto silenzio) da Feltri nel suo vergognoso attacco a Fini di due giorni fa. Riporto testualmente: "E comunque Fini ha l'esigenza immediata di trovare una ricollocazione: o di qua o di là. Non gli è permesso tenere un piede nella maggioranza e uno nell'opposizione. Deve risolversi subito. E ricordi che bocciato un Lodo Alfano se ne approva un altro, modificato, e lo si manda immediatamente in vigore."
Ma la cosa che mi fa più rabbia è che il popolo bue che l'ha votato accetta supinamente tutto questo, perchè purtroppo noi italiani siamo storicamente abituati ad essere servi, e riteniamo quasi normale che il Padrone di turno si prenda qualche privilegio. "Mangi pure quanto vuole, basta che dalla tavola cada qualche briciola e possa avere qualche vantaggio anch'io". Questo pensano in molti (troppi) italiani.
piperitapatty
00mercoledì 16 settembre 2009 14:34
Gasparri: "Se Consulta dice no troveremo un cavillo"

ah quando si dice "lavoriamo per il popolo italiano" [SM=x44452]
certo che sono pure scemi, fanno parlare gasbarri che si tradisce in 30 secondi [SM=x44457]
rosalia_72
00mercoledì 16 settembre 2009 15:10
Arsenio Lupin, 16/09/2009 14.27:

L'arroganza di questa maggioranza non conosce più limiti, soprattutto da quando si sono accorti che nessuno (opposizione, media, popolo) gliene pone. In pratica il loro pensiero si riassume così: "siamo al potere quindi facciamo quel caxxo che vogliamo!".
Del resto questo "pensiero" di Gasparri ricalca quanto già scritto (ma passato un po' sotto silenzio) da Feltri nel suo vergognoso attacco a Fini di due giorni fa. Riporto testualmente: "E comunque Fini ha l'esigenza immediata di trovare una ricollocazione: o di qua o di là. Non gli è permesso tenere un piede nella maggioranza e uno nell'opposizione. Deve risolversi subito. E ricordi che bocciato un Lodo Alfano se ne approva un altro, modificato, e lo si manda immediatamente in vigore."
Ma la cosa che mi fa più rabbia è che il popolo bue che l'ha votato accetta supinamente tutto questo, perchè purtroppo noi italiani siamo storicamente abituati ad essere servi, e riteniamo quasi normale che il Padrone di turno si prenda qualche privilegio. "Mangi pure quanto vuole, basta che dalla tavola cada qualche briciola e possa avere qualche vantaggio anch'io". Questo pensano in molti (troppi) italiani.




ecco, ne avevo accennato nell'altro thread: Vespa ieri sera ha detto esattamente la stessa frase in grassetto (e rideva pure)... [SM=x44464]

Arjuna
00mercoledì 16 settembre 2009 15:25

Il problema è se ADESSO hanno ancora i numeri per fare approvare un altro Lodo Alfano. [SM=x44451]
Arsenio Lupin
00mercoledì 16 settembre 2009 15:33
ma scusate...
se una legge è dichiarata incostituzionale, ed il parlamento la riapprova uguale (o solo con modifiche di facciata), il Capo dello Stato non dovrebbe firmarla. O no?
Arjuna
00mercoledì 16 settembre 2009 15:35
Re: ma scusate...
Arsenio Lupin, 16/09/2009 15.33:

se una legge è dichiarata incostituzionale, ed il parlamento la riapprova uguale (o solo con modifiche di facciata), il Capo dello Stato non dovrebbe firmarla. O no?



In una democrazia seria e matura dovrebbe andare così.
rosalia_72
00mercoledì 16 settembre 2009 15:38
Arjuna, 16/09/2009 15.25:


Il problema è se ADESSO hanno ancora i numeri per fare approvare un altro Lodo Alfano. [SM=x44451]





ma come no? Fini e Bossi parlano parlano ma alla fine votano eccome per salvare Silvio. non possono permettersi di far cadere il governo ora [SM=x44463]

Arsenio Lupin
00mercoledì 16 settembre 2009 15:56
Re: Re: ma scusate...
Arjuna, 16/09/2009 15.35:



In una democrazia seria e matura dovrebbe andare così.




In una democrazia seria e matura a nessuno verrebbe neanche lontanamente in mente di presentare in parlamento una legge come il Lodo Alfano, altro che approvarla. [SM=x44471]
Etrusco
00mercoledì 16 settembre 2009 16:40
Re:
Arsenio Lupin, 16/09/2009 14.27:

L'arroganza di questa maggioranza non conosce più limiti, soprattutto da quando si sono accorti che nessuno (opposizione, media, popolo) gliene pone. In pratica il loro pensiero si riassume così: "siamo al potere quindi facciamo quel caxxo che vogliamo!".
Del resto questo "pensiero" di Gasparri ricalca quanto già scritto (ma passato un po' sotto silenzio) da Feltri nel suo vergognoso attacco a Fini di due giorni fa. Riporto testualmente: "E comunque Fini ha l'esigenza immediata di trovare una ricollocazione: o di qua o di là. Non gli è permesso tenere un piede nella maggioranza e uno nell'opposizione. Deve risolversi subito. E ricordi che bocciato un Lodo Alfano se ne approva un altro, modificato, e lo si manda immediatamente in vigore."
Ma la cosa che mi fa più rabbia è che il popolo bue che l'ha votato accetta supinamente tutto questo, perchè purtroppo noi italiani siamo storicamente abituati ad essere servi, e riteniamo quasi normale che il Padrone di turno si prenda qualche privilegio. "Mangi pure quanto vuole, basta che dalla tavola cada qualche briciola e possa avere qualche vantaggio anch'io". Questo pensano in molti (troppi) italiani.




Condivido ogni virgola del tuo pensiero e della tua indignazione! [SM=x44465]
pasquale.60
00mercoledì 16 settembre 2009 19:42
Il popolo bue conta solo a metà
Etrusco, 16/09/2009 16.40:




Condivido ogni virgola del tuo pensiero e della tua indignazione! [SM=x44465]




Condivido anch'io, ma su una cosa non sono d'accordo: Arsenio Lupin dice che il popolo bue accetta tutto. Non è vero. Solo la metà degli italiani sono buoi, infatuati del torero, lo seguono ovunque e gli fanno la ola. Ma l'altra metà dell'Italia è incazzata nera, anche se è divisa e non sa bene come rovesciare questa situazione tragicomica. E tuttavia io penso che passo dopo passo qualcosa maturerà: Vespa è sputtanato (il violino ha steccato martedì sera e franceschini non andrà nel suo salotto il 23 settembre), berlusconi ha fatto un flop (solo il 13 % di audience e soprattutto ha fatto con Zapatero l'ennesima figura barbina), sabato ci sarà la grande manifestazione per la libertà di stampa, poi ci sarà la sentenza sul Lodo Alfano, la voce dell'ONU e della UE sul respingimento dei profughi in Libia si farà ancor più sonora... E intanto l'opposizione si organizza: Il PD fra un mese varerà la nuova leadership, Di Pietro sta smettendo di fare la mosca cocchiera e si sta posizionando non più contro, ma accanto al PD, Casini sarà meno tenero col PdL, cercherà alleanze regionali col PD e corteggerà Fini e Montezemolo per cambiar pelle, per fare un grande centro laico e non clericale, Fini sta cercando di capire su quanti deputati può contare (la metà di quelli che hanno firmato la lettera degli AN). Insomma: le grandi manovre sono in corso, ma qualcosa mi dice che a fine ottobre ne vedremo delle belle.

Arsenio Lupin
00mercoledì 16 settembre 2009 19:48
Re: Il popolo bue conta solo a metà
pasquale.60, 16/09/2009 19.42:




Condivido anch'io, ma su una cosa non sono d'accordo: Arsenio Lupin dice che il popolo bue accetta tutto. Non è vero. Solo la metà degli italiani sono buoi, infatuati del torero, lo seguono ovunque e gli fanno la ola.



Infatti io ho scritto: "il popolo bue CHE L'HA VOTATO", quindi non intendevo TUTTO il popolo italiano, ma solo la parte che lo ha votato. Lo so anch'io che esiste una bella fetta di italiani, come me e come te, che non accetta tutte queste cose, indegne di un paese civile. Ma putroppo (per ora) siamo in minoranza, e nonostante tutto se si andasse a rivotare adesso il Nano Malefico vincerebbe ancora! [SM=x44472]

radcla
00mercoledì 16 settembre 2009 20:57
Re: Re: Il popolo bue conta solo a metà
Arsenio Lupin, 16/09/2009 19.48:



Infatti io ho scritto: "il popolo bue CHE L'HA VOTATO", quindi non intendevo TUTTO il popolo italiano, ma solo la parte che lo ha votato. Lo so anch'io che esiste una bella fetta di italiani, come me e come te, che non accetta tutte queste cose, indegne di un paese civile. Ma putroppo (per ora) siamo in minoranza, e nonostante tutto se si andasse a rivotare adesso il Nano Malefico vincerebbe ancora! [SM=x44472]





il punto è che tanta gente, anche elettori del PDL o, peggio ancora, Lega, ignora totalmente cosa sia il Lodo Alfano, come ignora mille altre cose. Perché oggi i giornali non li compra più nessuno, le tirature sono bassisime, la gente si "informa" dalle tv. E le tv che ti propongono? Un'informazione opportunamente indirizzata.

Poi aggiungiamo anche che l'opposizione non sa fare altro che prestarsi al gioco del Sultano, ed abbiamo chiaro il perché se oggi si riandasse al voto Lui voncerebbe nuovamente.
Ste cacchio de primarie per il segretario del PD non potevano anticiparle un poco, in modo da avere i tempi necessari per iniziare una seria battaglia di opposizione? Era necessario arrivare a ottobre, quando ormai tutti i buoi saranno scappati? [SM=x44464]
Etrusco
00mercoledì 16 settembre 2009 22:00
il prossimo 6 ottobre è prevista l'udienza
Lodo Alfano, la difesa del premier:
«Se bocciato si rischiano le dimissioni»
La memoria dell'Avvocatura dello Stato alla Consulta: in caso di bocciatura «ci saranno danni a funzioni elettive»



ROMA - Se la Corte Costituzionale dovesse bocciare il cosidetto "lodo Alfano" la legge, approvata la scorsa estate che prevede lo stop ai processi per le 4 più alte cariche dello Stato, «ci sarebbero danni a funzioni elettive, che non potrebbero essere esercitate con l'impegno dovuto, quando non si arrivi addirittura alle dimissioni. In ogni caso con danni in gran parte irreparabili». È sulla base di questo pericolo in cui potrebbe incorrere il premier Silvio Berlusconi che l'Avvocatura generale dello Stato, per conto della Presidenza del Consiglio, difende la "ratio" della legge che sospende i processi nei confronti delle quattro più alte cariche dello Stato. La memoria di 21 pagine - di cui l'Agenzia Ansa è in possesso - è stata depositata presso la cancelleria della Corte Costituzionale in vista dell'udienza del prossimo 6 ottobre.


Il palazzo della Consulta, sede della Corte Costituzionale
(Ansa)

LA MEMORIA - La memoria difensiva, scritta dall'avvocato dello Stato Glauco Nori, difende la «ragionevolezza» del "lodo Alfano" perchè in grado di coordinare due interessi: quello «personale dell'imputato a difendersi in giudizio»; e «quello generale, oltre che personale, all'esercizio efficiente delle funzioni pubbliche» svolte dal premier. Se invece la legge («non solo legittima, ma addirittura dovuta») venisse bocciata dai giudici della Consulta, c'è il pericolo che ripeta quanto accadde all'ex presidente della Repubblica Giovanni Leone quando lasciò anzitempo il Quirinale perchè travolto dalle polemiche sullo scandalo Lockheed: «talvolta - scrive l'avvocato Nori - la sola minaccia di un procedimento penale può costringere alle dimissioni prima che intervenga una sentenza ed anche quando i sospetti diffusi presso la pubblica opinione si sono dimostrati infondati». L«'eccessiva esposizione» del processo sui media unita alla lentezza della giustizia italiana rappresentano un'ulteriore danno all'immagine pubblica del premier. «Sono rari - sottolinea l'avvocato Nori - i processi penali che si concludono dentro il tempo di una legislatura (ancor di più, di un mandato di un Presidente del Consiglio dei ministri); di conseguenza quest'ultimo si trova esposto al rischio di subire per tutta la durata della carica i danni conseguenti». «Se la legge fosse dichiarata costituzionalmente illegittima - viene aggiunto - non sarebbe eliminato il pericolo di danno all'esercizio delle funzioni che, in quanto elettive, trovano una tutela diffusa nella Costituzione».

LA DECISIONE - Da quello che decideranno i giudici costituzionali dipenderà del resto la ripresa o meno dei processi milanesi in cui il premier è imputato (per corruzione dell'avvocato inglese Mills e per irregolarità nella compravendita dei diritti televisivi Mediaset), oltre che il procedimento fermo al gip di Roma nell'ambito del quale Berlusconi è indagato per istigazione alla corruzione di alcuni senatori eletti all'estero durante la scorsa legislatura. Ma in gioco, secondo alcuni, ci sono anche le sorti del governo, visto il tasso di litigiosità nel Pdl. I pronostici impazzano fuori da Palazzo della Consulta, ma i 15 giudici costituzionali non si sono ancora visti tutti assieme dopo l'estate: l'attività della Corte riprenderà la prossima settimana, dopo una pausa che quasi certamente il presidente Francesco Amirante auspica sia servita a sedare le polemiche dello scorso luglio, quando si venne a sapere della cena organizzata dal giudice Luigi Mazzella con ospiti il collega Paolo Maria Napolitano, il premier Berlusconi e, tra gli altri, il ministro della Giustizia Angelino Alfano. Mazzella e Napolitano - salvo ripensamenti dell'ultima ora - non si asterranno e parteciperanno all'udienza e alla camera di consiglio del 6 ottobre. La cui durata si prevede abbastanza breve. Non tanto perchè i giudici abbiano già in tasca una soluzione certa sulla legittimità del lodo Alfano', quanto piuttosto - viene fatto notare in ambienti di Palazzo della Consulta - per un impegno già fissato da tempo che porterà a Lisbona, da giovedì 8 ottobre, ben cinque giudici della Corte.



Corriere della Sera - 16 settembre 2009

[SM=g1741324]
Etrusco
00mercoledì 23 settembre 2009 00:56
Ultime da Mediaset, ordine di scuderia:
mostrarsi duri e imparziali anche nei confronti del Cavaliere

per non dare adito a strumentalizzazioni e polemiche "sinistre", soprattutto in vista del lodo.

Berlusconi dixit....

[SM=x44499]
Etrusco
00lunedì 5 ottobre 2009 16:31
Etrusco
00mercoledì 7 ottobre 2009 13:45



Aspettiamo fiduciosi... [SM=g1741324]
Etrusco
00mercoledì 7 ottobre 2009 14:34
1 - RUMORS!

Tre voti: sarebbe secondo gli addetti ai livori il margine che promuoverebbe il Lodo Alfano.
La consulta avrebbe già deciso ieri
, ma "pareva brutto, poco solenne" spararlo subito, quindi il verdetto sarà per oggi.
Ghedini e Giulia Bongiorno sarebbero già da ieri sera a conoscenza del risultato e la tranquillità regna su Palazzo Grazioli. Mejo: quiete prima della tempesta perché Papi Silvio, una volta sminata la situazione legale, partirà come un battaglione di marines all'assalto dei "traditori" e "viscidoni"




2 - DESTRA, SINISTRA, DI PIETRO: PERCHÉ A NESSUNO CONVIENE UNA SENTENZA CAPESTRO
Laura Cesaretti per Il Velino.it


Bella responsabilità si stanno per assumere i quindici giudici della Corte Costituzionale, al cui conclave starà appesa anche per oggi tutta la politica italiana: nientemeno che quella di benedire il nuovo "Fuhrer". Che altri non sarebbe, naturalmente, che Silvio Berlusconi.

Il quotidiano la Repubblica prova a lanciare l'ultimo, terrorizzante avvertimento: "Concedergli l'immunità significa ungerlo monarca assoluto, in figure reminiscenti della scalata hitleriana 1933-34". La Consulta sia consapevole della posta in gioco, se puta caso lascia passare il famigerato lodo Alfano.

Ma in realtà anche il quotidiano diretto da Ezio Mauro non pare del tutto convinto della terrorizzante similitudine, e così mette qualche distanza e la nasconde nelle ultime righe del facondo commento di Franco Cordero, mascherato dietro un titolo quasi neutro: "Il Cavaliere illegalista", affidato alla buona volontà di chi arriverà a leggerlo fino in fondo.

Perchè in verità pure Repubblica non pare far molto conto su un trionfo del diritto che cancelli la vergognosa immunità dell' "Egolatra", secondo la definizione di D'Avanzo: nelle sue informate cronache lascia trapelare l'ipotesi più probabile, una mezza approvazione corredata da qualche bacchettata sulla forma del provvedimento, che induca ad una sua rapida correzione parlamentare.


Una soluzione salomonica, insomma, che eviterebbe conseguenze dirompenti. Perchè la sensazione è che nessuno, o assai pochi, voglia davvero una secca bocciatura del lodo che sospende i processi per le alte cariche dello Stato.


Non la maggioranza, ovviamente; non il presidente della Repubblica perchè così (scrive sempre Repubblica) si "eviterebbe un nuovo grave scontro istituzionale" che toccherebbe a lui gestire, e non si "sconfesserebbe la firma da lui messa sotto il lodo il 23 luglio 2008".

Nemmeno il principale partito di opposizione auspica davvero una sentenza capestro: il Pd è ancora in mezzo ad un guado periglioso, senza una guida definita o una linea condivisa, e finire alle prese con una crisi politico-istituzionale ora sarebbe disastroso.

Nessuno, in quel partito, vuol sentir lontanamente parlare dell'ipotesi di elezioni anticipate: "Non siamo pronti", ha riconosciuto il capogruppo Antonello Soro davanti ai suoi deputati, e non lo saranno a lungo. In fin dei conti, neppure il più virulento contestatore del lodo, Antonio Di Pietro, vuole una bocciatura secca che lo priverebbe di un'arma polemica impareggiabile, e azzererebbe il referendum da lui promosso.

Di Pietro non naviga in ottime acque all'interno del suo partito, dove la sua leadership è insidiata dall'ala movimentista che fa capo a De Magistris e a Micromega, e ha bisogno di intestarsi la guida della battaglia anti-Berlusconi: se l'attenzione si spostasse altrove rimarrebbe spiazzato. In fondo anche per lui un rinvio in Parlamento del lodo, che gli garantirebbe la visibilità di principale oppositore, sarebbe la soluzione migliore.



3 - DOPPIO GIOCO CONTRO SILVIO
Mario Sechi per "Libero"


Silvio, occhio all'avvocato. L'Italia è culla del diritto, ma bisogna ricordare che questa è la patria di Azzeccagarbugli, colui che crea l'impiccio e non trae d'impaccio. Il legale che fa al nostro caso si chiama Alessandro Pace e ieri a nome della procura di Milano ha presentato una memoria difensiva alla Consulta per sostenere l'illegittimità del Lodo Alfano. Fin qui tutto normale. Peccato che il Pace sia pure uno dei legali del gruppo Cir, la cassaforte di Carlo De Benedetti, editore di Repubblica.


Ecco, cari amici di Libero, state attenti perché da questo punto comincia un intreccio che alla luce di quel che sta accadendo è davvero interessante. Riepiloghiamo: la procura di Milano sostiene che lo scudo per le alte cariche dello Stato è illegittimo. E per dimostrare le sue tesi non sceglie un legale qualsiasi, ma una toga che ha difeso con le unghie e con i denti gli interessi di Carlo De Benedetti, il nemico numero uno del Cavaliere.


Sì, proprio lui, il signore che si appresta a incassare un maxiassegno da 750 milioni di euro dalle tasche di Berlusconi a causa di un lodo perso, quello Mondadori.
Causa civile, il risarcimento un po' meno. Ma andiamo avanti. L'ombra dell'Ingegnere si proietta alla grande sul palazzo della Consulta.

Perché? Semplicissimo, basta digitare la parola chiave "Cir" e trasformarsi in furetti d'archivio per capire che Pace in realtà è sinonimo di guerra senza esclusione di colpi contro il Cavaliere. Il suo zampino (e quello dell'editore di Repubblica) alla Consulta ha già colpito e affondato. Ricordate il lodo Schifani (che poi in realtà era di Maccanico)?


Anche quella volta - correva l'anno Silvio 2003 - si cercò di proteggere il presidente del Consiglio dagli assalti a mano giudiziaria e si studiò una legge che fu subito impugnata dal tribunale di Milano. In quale causa? Toh, era un processo penale a carico di lui, Silvio Berlusconi, in cui la parte civile era la Cir dell'altro lui, De Benedetti. Chi era il difensore dell'editore di Repubblica? Pace.

Il destino del lodo Schifani è segnato,
il ricorso viene accolto e il Cav resta senza scudo.

Pace racconta la sua vittoria in un articolo scritto per Eius. Definisce «deludente» la sentenza sul piano delle motivazioni, poi però non si trattiene e dichiara la sonora sconfitta dell'avversario: «Resta comunque agli atti (grazie a Dio!) l'annullamento secco della disposizione impugnata - e questo era l'obiettivo davvero essenziale per cui in quel giudizio la difesa della Cir si era battuta».


Prima della decisione, Pace aveva mostrato chiari segni di moderazione quando aveva chiesto l'annullamento secco del lodo Schifani citando una sentenza della Corte di Lipsia del 1932 (Reich contro la Prussia) che - parole sue - «aprì la strada a Hitler». Prima che Silvio invada la Polonia, Pace s'è messo l'elmetto e ha combattuto sul fronte dell'editore di Repubblica e contro Silvio nell'epoca in cui veniva definito Sua Emittenza.

Pace è un antiberlusconiano al titanio, altro che Di Pietro, Travaglio e compagnia di giro. L'avvocatone è in trincea fin dagli anni Settanta. È del 1976 la sua difesa di TVI (titolare di Telemontecarlo, oggi La7) contro RTI (società del gruppo Fininvest). Allora il tema era quello di spegnere le televisioni del Biscione.


Dove c'è guerra contro il Cav c'è Pace.
Pezzo da novanta dei costituzionalisti politicamente corretti, è stato tra i fondatori dell'Associazione italiana costituzionalisti, il vero baluardo di ogni riforma della Carta Immodificabile.

Oggi Pace la presiede, ieri la teleguidava contro le riforme istituzionali del Cav e della Lega. Eccolo, fiero, in prima linea, partecipare al giudizio sul conflitto di attribuzione tra poteri «sollevato dalla Procura della Repubblica di Tempio Pausania contro il presidente del Consiglio».

Tema: il segreto di Stato apposto su villa Certosa.
Svolgimento:
il giudizio non superò l'ammissibilità e naturalmente per Pace si trattò di «una discutibilissima decisione». E poi, cari lettori, ma di quale segreto parliamo? Avete visto che tutto quello che accadeva in casa del Cav veniva paparazzato. Da dentro, da fuori, da sotto, da sopra e da sottosopra. Se era segreto, somigliava molto a quello di Pulcinella.

In prima linea contro il lodo Schifani, lancia in resta contro il lodo Alfano, Pace è un guerriero. «È da tempo che combatto» ha spiegato ieri con l'orgoglio di chi si sente senza dubbio dalla parte giusta. E in versione double face: avvocato di De Benedetti e del suo giornale-partito, supertoga della Procura di Milano.

Tutto a posto e nessun conflitto di interessi per alcuno. Né per De Benedetti e Repubblica né per i procuratori di rito ambrosiano né per la Corte Costituzionale né per il fine giurista senza Pace. Perché in fondo, sono almeno quindici anni che la cronaca racconta una sola verità: sono sempre stati dalla stessa parte. Senza pace.




[07-10-2009]

58TINO
00mercoledì 7 ottobre 2009 15:44
Re: Re: Il popolo bue conta solo a metà
Arsenio Lupin, 16/09/2009 19.48:



e nonostante tutto se si andasse a rivotare adesso il Nano Malefico vincerebbe ancora! [SM=x44472]



Questo cosa stà a significare ?
a)Mai come in questo caso pare vero il detto " Ognuno ha il governo che si merita" e io aggiungerei , che meglio lo rispecchia.
B) Finchè farà approvare scudi fiscali e permetterà l'evasione, al nano delirante tutto sarà permesso o perdonato.
C) Il fatto che Repubblica abbia basato il suo attacco sulla vicenda escort, disdicevole, ma marginale rispetto al lodo Alfano o al conflitto d'interessi, può star a significare che ha capito che parte della popolazione (bigotta)è più sensibile a quest'argomento, rispetto a quelli che risultano inconcepibili per popolazioni con tasso di civiltà decisamente superiore al nostro.
Quindi, in conclusione, è triste ammetterlo, ma il problema vero non è Berlusconi ( o non solo), ma gli italiani, o almeno buona parte di loro.


58TINO
00mercoledì 7 ottobre 2009 15:54
Re: Il popolo bue conta solo a metà
pasquale.60, 16/09/2009 19.42:




E tuttavia io penso che passo dopo passo qualcosa maturerà:


Sono d'accordo con te, qualcosa sottotraccia si stà si stà muovendo ; ci sono tanti piccoli segnali in questo senso. Non sò quanto tempo ci vorrà ..., ma qualcosa muove.


piperitapatty
00mercoledì 7 ottobre 2009 16:50
Re:
Etrusco, 07/10/2009 14.34:

1 - RUMORS!

Tre voti: sarebbe secondo gli addetti ai livori il margine che promuoverebbe il Lodo Alfano.
La consulta avrebbe già deciso ieri
, ma "pareva brutto, poco solenne" spararlo subito, quindi il verdetto sarà per oggi.
Ghedini e Giulia Bongiorno sarebbero già da ieri sera a conoscenza del risultato e la tranquillità regna su Palazzo Grazioli. Mejo: quiete prima della tempesta perché Papi Silvio, una volta sminata la situazione legale, partirà come un battaglione di marines all'assalto dei "traditori" e "viscidoni"



non è poi così improbabile...
tra l'altro sentivo stamattina che l'eventuale DL riparatore prevederebbe di estenderla a tutti i ministri et parlamentari [SM=x44457] [SM=x44457] [SM=x44457]
meglio che passi a sto punto [SM=x44457] [SM=x44457] [SM=x44457]
cmq io non ci credo che non passi

Etrusco
00mercoledì 7 ottobre 2009 17:06
Re: Re:
piperitapatty, 07/10/2009 16.50:



non è poi così improbabile...
tra l'altro sentivo stamattina che l'eventuale DL riparatore prevederebbe di estenderla a tutti i ministri et parlamentari [SM=x44457] [SM=x44457] [SM=x44457]
meglio che passi a sto punto [SM=x44457] [SM=x44457] [SM=x44457]
cmq io non ci credo che non passi





e l'impunità potrebbe estendersi, col solito comma introdotto all'ultimo momento,
anche a tutti i figli di padre ignoto... [SM=x44452]
+tag+
00mercoledì 7 ottobre 2009 17:11
Re: Re: Re:
Etrusco, 07/10/2009 17.06:




e l'impunità potrebbe estendersi, col solito comma introdotto all'ultimo momento,
anche a tutti i figli di padre ignoto... [SM=x44452]


basterebbe ai figli di mignotta!!
sai quanti si salverebbero in Italia?? [SM=x44467]


Etrusco
00mercoledì 7 ottobre 2009 17:48
Re: Re: Re: Re:
+tag+, 07/10/2009 17.11:


basterebbe ai figli di mignotta!!
sai quanti si salverebbero in Italia?? [SM=x44467]






No, sarebbe troppo ampio il gruppo:
anche le prostitute hanno figli legittimi riconosciuti dai loro mariti
ma solo agli altri figli, quelli avuto con personaggi più importanti,
va esteso il privilegio dell'impunità... [SM=x44452]
Etrusco
00mercoledì 7 ottobre 2009 18:09
FLASH!
- MONTECITORIO MORMORA: RIBALTONE IN CONSULTA!
TIRA ARIA DI UNA BOCCIATURA DEL LODO ALFANO

- BOSSI CORRE DA BERLUSCONI A PALAZZO GRAZIOLI:
SE TI FANNO FUORI, TUTTI IN PIAZZA, PRONTI ALLA LOTTA
- SENTENZA PREVISTA PER LE 19-19.30.....


[07-10-2009]

[SM=g1741324]
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