Sant'Agostino(354-430) nelle "Confessioni" volgerà le lance della dialettica contro gli astrologi,che liberano l'uomo da ogni peccato e non lasciano spazio al potere divino.
Ci vorrà quasi un millennio per arrivare alla tolleranza di
San Tommaso d'Aquino(1226-1274) che codifica nel famoso adagio
"astra inclinant non necessitant" - gli astri provocano una inclinazione non una costrizione - la posizione della chiesa cattolica rispetto alla fioritura astrologica del medioevo.in questa epoca l'astrologia si nutrì e arricchì della cultura islamica che le aveva dato grande spazio,sia perchè la religione maomettana con il suo credo nella predestinazione si accordava con il determinismo planetario,sia perchè gli Arabi perfezionarono in modo straordinario le tecniche oroscopiche formulate dai Greci.A Bagdad fu costruito un imponente osservatorio astronomico dove tra gli altri visse e lavorò
Albumasar morto,pare centenario,nell' 886.Ad Albumasar si deve la sistematica dei grandi cicli planetari e lo studio della loro influenza sulle terrene vicende.La sua opera tradotta in latino ebbe una grande risonanza postuma che si estese fino alle soglie del Rinascimento.
L'occupazione della Spagna da parte degli Arabi facilitò la penetrazione dell'astrologia nel mondo cristiano ed esaltò il suo lato divinatorio.In questo periodo accanto agli oroscopi si faceva grande uso dei talismani,di ogni sorta di
pentacoli
il cui potere si voleva fosse collegato all'influsso dei singoli pianeti.
Ruggero Bacone(1214-1292), nel suo "De notitia coelestium", pur sostenendo l'astrologia "legittima", che si limita a studiare l'influsso delle stelle,combattè fermamente quella "illegittima",che tenta di attivare o scatenare influenze demoniache.
Durante il Rinascimento,il prestigio dell'astrologia toccò il suo apogeo.Dal Tre al Cinquecento si tentò di definire la differenziazione di cui Ruggero Bacone era stato in un certo modo il precursore.Si cercò di separare l'astrologia divinatoria da quella matematica,dando il massimo credito alla seconda.Si trattava di comporre il conflitto tra i valori proposti dall'umanesimo,che facevano perno sulla libera iniziativa umana,e il determinismo naturale,che non doveva essere inteso come fatalismo,bensì come ciclico ripetersi della storia.Affrontato in questi termini il problema andava ben oltre la pratica astrologica,che pure ebbe durante il Rinascimento cultori quali
Pico della Mirandola,
Marsilio Ficino,
Gerolamo Cardano,e investiva la concezione globale dell'Universo.Nello stesso tempo il filone ermetico riproposto dallo studio e dalla traduzione dei "Libri ermetici" attribuiti a
Hermes Trismegisto e del libro magico arabo "Ghayat al hakim", che , nella traduzione latina viene attribuito a Picatrix,ossia a Ippocrate - testo messo insieme in Terra di Spagna attorno al 1000 - aggiungeva alla cultura e manteneva all'astrologia rinascimentale quell'aura magica che si tentava di toglierle.
Nemmeno le scoperte di
Copernico,che con il "De revolutionibus Orbium Coelestium" (1543) rivoluzionava il sistema geocentrico su cui da decine di secoli si basava l'astronomia,intaccarono il prestigio della "divina arte".
Tycho Brahe(1546-1601),maestro di Copernico e grande astronomo danese,si dedica alla pratica astrologica.
Giovanni Keplero(1571-1630) applica le leggi della mozione planetaria alla teoria astrologica.Gian Battista Morin de
Villefranche(1583-1656),professore di matematica al collegio di Francia,scrive l'"Astrologia gallica",testo tuttora in uso tra i cultori di astrologia.
Nostradamus(1503-1566) e
Paracelso(1493-1541) hanno un posto a parte in quanto del primo è quasi impossibile separare le doti paranormali da quelle dell'astrologo,mentre il secondo si servì della sua profonda conoscenza astrologica per applicarla alla dottrina e alla pratica medica.
Fine quattordicesima parte.[Modificato da texdionis 08/11/2003 15.18]