Storia
Prima di lui,i fenomeni ipnotici erano stati descritti e investigati da altri,e particolarmente da F. A.
Mesmer,che li aveva compresi sotto la denominazione di "magnetismo animale".Secondo Mesmer,essi erano dovuti all'azione di un
fluido che si sprigionava dalla persona,e particolarmente dalla dita,del soggetto attivo,o magnetizzatore.
Sotto l'influenza dei
passi -
passes - di quest'ultimo,e del suo comportamento in generale,i soggetti "magnetizzati" cadevano in particolari stati,diversi da quello di veglia,con rilassamento muscolare,rallentamento dei battiti cardiaci,ecc., a cui potevano succedere anestesie,iperestesie, tremori, manifestazioni convulsive, sudorazione profusa,fenomeni allucinatori,ecc.: il tutto,accompagnato da una notevole dipendenza dagli atteggiamenti e dalle indicazioni del magnetizzatore, e da una pronunciata disposizione ad accettare le sue ingiunzioni.Mesmer e i suoi seguaci usarono il "magnetismo" soprattutto a fini terapeutici.L'innovazione di Braid consistè nell'affermare e dimostrare che per ottenere i fenomeni indotti dai magnetizzatori non era affatto necessario ipotizzare un fluido magnetico: si trattava - egli sostenne - di mecanismi puramente neurofisiologici e psicologici,ottenibili con mezzi sia meccanici (fissazione di un punto brillante,stimoli acustici monotoni),sia verbali (suggerimenti o comandi).
Dopo alterne vicende,nel secolo scorso,l'ipnotismo fu ripreso e studiato soprattutto in Francia,e particolarmente da due famosi medici: J.M.
Charcot a Parigi e H.
Bernheim a Nancy.Accomunati da intendimenti soprattutto terapeutici e psichiatrici,i due suddetti furono però divisi e in opposizione per quanto riguardava le considerazioni teoriche e interpretative.Per Charcot,l'ipnotismo era un insieme di processi e fenomeni neuropatologici,ed era necessariamente connesso con stati alterati e morbosi della personalità,a cominciare dall'isterismo.
Per Bernheim,l'ipnotismo non aveva nulla di patologico,non dipendeva da alcunchè di organico,e i suoi fenomeni erano tutti riconducibili alla suggestione.Quelle che Charcot aveva descritto come fasi tipiche e sucessive dell' ipnosi -
letargia,
catalessia,
sonnambulismo, erano stati artificiosi,provocabili volta per volta,in soggetti adatti,mediante indicazioni e comandi suggestivi.Le due scuole furono per parecchio tempo in lotta fra loro.Gli sviluppi successivi degli studi sull'ipnosi le hano superate entrambe,con particolare riguardo alle vedute di Charcot,ormai del tutto abbandonate.
Dal XX secolo si sono avvicendate varie ipotesi e teorie relative ai fenomeni ipnotici.Tra le principali vanno ricordate quella di J.
Babinski - teoria del
pitiatismo -, secondo cui l'ipnosi è una particolare forma di simulazione,o di inganno reciproco scarsamente consapevole,nell'ambito del quale ipnotizzatore e ipnotizzato svolgono ognuno un ruolo di cui appaiono convinti, e una tesi del genere è stata sostenuta dopo vari anni dall'americano White.
Consimili negazioni di una specificità intrinseca dell'ipnosi sono state espresse,sempre nelle prime decadi del secolo XX,dai francesi A. Delmas e M. Boll.
Fine prima parte.