Provider contro P2P: è la fine!

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Etrusco
00lunedì 9 febbraio 2004 11:25
Sembrerebbe che Claudio Baglioni abbia fatto chiudere
dalla guardia di finanza di milano un forum che coordinava
gli utentidi Edonkey e che forniva molti link utili per molti download....

Proprio questo annuncio ha preoccupato alcuni utenti perché, si afferma, su Enkeywebsite non circolava materiale pirata, quel materiale, per intenderci, che viene fatto circolare sui network del peer-to-peer senza l'autorizzazione dei detentori del diritto d'autore. Enkeywebsite, così come altri siti dedicati alla piattaforma eDonkey, gestiva un nutrito forum di utilizzatori ed offriva una certa quantità di link organizzati cliccando i quali gli utenti dei client compatibili avevano accesso al download dei materiali dai computer di altri utenti connessi alla rete.

In assenza di un chiarimento ufficiale di quanto accaduto, è dunque plausibile l'ipotesi secondo cui la mera presenza di link diretti alla rete di eDonkey costituirebbe attività illegale in quanto favorirebbe la duplicazione e la distribuzione non autorizzata di contenuti protetti dal diritto d'autore. Se questa ipotesi verrà confermata nei prossimi giorni, saremmo di fronte al primo caso italiano di un sito oscurato perché fornitore di URL a materiali illegali.

Sia come sia, è ovvio che l'azione della Guardia di Finanza abbia messo in allerta i gestori di altri siti dedicati alla celebre piattaforma di condivisione e abbia spinto alcuni, come i gestori di edonkey italia a migrare altrove nella speranza, evidentemente, di potersi sottrarre ad un oscuramento che qualcuno ritiene sia nell'aria. Chi aveva provato ad aprire Enkeywebsite su Altervista.org si è scontrato con la policy di quei servizi web.


Comunque nulla è certo riguardo alle responsabilità e implicazioni di Claudio Baglioni!!!!!!!

Fonti e ulteriori info QUI su Punto-informatico

[SM=x44491]
Peterpunk
00giovedì 12 febbraio 2004 00:41
Non e' il solo che ha chiuso i battenti.....
Tutti i gestori di server iniziano a cancellare forum, siti ed altra roba del genere perche' hanno paura di incorrere nello stesso trattamento.

Ma comunque diciamo una cosa: penso che questa legge sia una bufala. Un provider non puo' essere inquisito dalla legge per quello che la gente piazza sul suo spazio web dopo che l'ha comprato....
E' come se un car-rent venisse inquisito perche' l'automobilista a cui ha affittato una macchina ha investito una persona od e' andato a fare una rapina....
Asgeir Mickelson
00giovedì 12 febbraio 2004 22:45
Che chiudessero Edonkey... tanto ne apriranno altri 10! :fD:
Tino.CO
00venerdì 13 febbraio 2004 01:26
Ogni tanto prendono di mira qualcosa...
l'unica cosa che si ottiene è solo un incremento di mp3, film ecc... scaricati dalla rete!
Etrusco
00venerdì 13 febbraio 2004 02:09
gia'
come quando crearono tutto quel polverone con Napster
solitario
00sabato 14 febbraio 2004 19:28
Re:

Scritto da: Peterpunk 12/02/2004 0.41
Non e' il solo che ha chiuso i battenti.....
Tutti i gestori di server iniziano a cancellare forum, siti ed altra roba del genere perche' hanno paura di incorrere nello stesso trattamento.

Ma comunque diciamo una cosa: penso che questa legge sia una bufala. Un provider non puo' essere inquisito dalla legge per quello che la gente piazza sul suo spazio web dopo che l'ha comprato....
E' come se un car-rent venisse inquisito perche' l'automobilista a cui ha affittato una macchina ha investito una persona od e' andato a fare una rapina....



.. peccato che per la legge sia così!!! salvo fornire la prova della sua estraneità indicando a chi aveva affittao l'auto quando è stato commesso il delitto!

idem per i provider... con i più una sorta di correità nel commettere il lcrimine se non dimostrano di averlo per quanto possibile evitato.


comunque... viva P2P!!!



Etrusco
00martedì 28 giugno 2005 10:06
P2P, la Corte Suprema USA dà ragione alle major
Sonora sconfitta dei produttori di software di scambio:
il massimo tribunale statunitense riduce a stelle e strisce la loro difesa.
La battaglia è vinta dagli studios di Hollywood,
ma la guerra è ancora tutta da combattere



Washington (USA) - Non si parla d'altro ormai da alcune ore: è giunta ieri pomeriggio l'attesissima sentenza della Corte Suprema degli Stati Uniti su un caso-cardine nell'annosa lotta delle major di Hollywood contro il peer-to-peer.
Nel celeberrimo procedimento che oppone MGM e soci ai produttori di Grokster e Morpheus, infatti, la Corte ha dato torto a questi ultimi, che pure si erano aggiudicati i primi due gradi del processo.

La sentenza della Corte è stata unanime:
le due società del P2P hanno distribuito i propri software allo scopo specifico di lucrare sulle violazioni al copyright che avrebbero commesso i loro utenti.
Questo sarebbe dimostrato anche dagli slogan con cui questi programmi sono spesso stati diffusi (cose come "scarica tutta la musica che vuoi", o "trova tutti i film che vuoi rivedere").

Per questa ragione, i massimi giudici non solo considerano le due softwarehouse colpevoli di favoreggiamento dell'abuso di massa del diritto d'autore, ma letteralmente corresponsabili delle violazioni poste in essere.
Ora tutto il procedimento tornerà alla Corte d'Appello, che dovrà rivedere il proprio giudizio sul caso sulla base della sentenza della Corte Suprema.

Secondo quest'ultima, dunque, "chi distribuisce un prodotto con lo scopo di promuovere il suo uso per violare il copyright, come dimostrato da espressioni evidenti o altre attività condotte per favorire la violazione, è responsabile per gli atti conseguenti di violazione commessi da terze parti".

I giudici hanno anche chiarito perché il caso MGM vs. Grokster e Morpheus differisce in modo sostanziale da quello che a suo tempo contrappose Sony a Universal sul caso del sistema di videoregistrazione Betamax.
"La Corte d'Appello - spiegano i giudici - ha interpretato il caso Sony nel senso che quando un prodotto può essere utilizzato per fini legali allora il produttore non può mai essere considerato responsabile in solido per gli abusi commessi nell'uso da terze parti.
Questa visione del caso Sony è però un errore". In sostanza, dunque, anche se vi è un potenziale uso legale questo non giustifica la diffusione di un prodotto pubblicizzato per diventare strumento di violazione.
Quindi, ha spiegato la Corte, il caso di Sony non sembra evitare ai servizi di file sharing le proprie responsabilità. Secondo i giudici "nulla nel caso Sony impone ai magistrati di ignorare l'evidenza dello scopo (...)".

Inoltre, hanno spiegato i magistrati, le prove indicano che le due società hanno compiuto azioni "allo scopo di consentire atti di violazione, e che le violazioni hanno avuto luogo utilizzando i prodotti distribuiti".

Come si vede, dunque, non si tratta di una condanna del P2P in sé, ma del modo in cui le due imprese hanno agito, promuovendone l'uso illegale.
In particolare, "ciascun imputato ha dimostrato di voler sfruttare una domanda nota di violazione del copyright, lo stesso mercato che comprendeva gli utenti del primo Napster" (...) "Questo è ulteriormente dimostrato dal fatto che nessuna delle due imprese ha tentato di sviluppare strumenti di filtering o altri meccanismi capaci di ridurre le violazioni condotte tramite il loro software".

Ma i massimi giudici non si sono fermati qui. Attaccando specificamente lo scopo di lucro delle due imprese sotto processo, hanno spiegato che "dal momento che l'ampiezza dell'utilizzo del software determina i guadagni di chi lo distribuisce (ciò dipende dall'adware e dagli spot legati ai software, ndr), il senso commerciale di questa attività è spingere per un uso di massa, ovvero verso una violazione" (di massa).

In definitiva, dunque, la Corte ha ribaltato le sentenze precedenti: "Ci sono prove sufficienti a favore di MGM su tutti i capi d'accusa, e il primo giudizio in favore di Grokster e Streamcast (che produce Morpheus, ndr.) è stato un errore".

.......

Secondo il presidente del celebre gruppo pro-diritti digitali Public Knowledge, Gigi B. Sohn, "la decisione della Corte (...) sottolinea un principio che da sempre Public Knowledge promuove, quello di punire chi abusa e non la tecnologia". Dunque, questa sentenza significa che "se i fornitori di tecnologia P2P non incoraggiano intenzionalmente la violazione allora sono esenti da una responsabilità diretta". Ma, a detta di Sohn, il dato più importante è che la Corte abbia "riconosciuto che ci sono usi legali della tecnologia P2P, inclusa la distribuzione di file elettronici".

Secondo lo stimolante Picker Moblog, se la Corte avesse dato ragione alle due società la questione della legalità del P2P sarebbe probabilmente stata inserita all'Ordine del Giorno del Congresso, con conseguenze potenziali assai più pesanti per l'intero mondo del file sharing.

In queste ore sono molte le reazioni alla sentenza che appaiono in rete, un buon punto di osservazione per seguirle è fornito da CopyDown.

La sentenza, in formato pdf, è invece disponibile QUI

Da Punto Informatico.......
Asgeir Mickelson
00mercoledì 29 giugno 2005 00:07
Re:

Scritto da: Etrusco 28/06/2005 10.06

La battaglia è vinta dagli studios di Hollywood,
ma la guerra è ancora tutta da combattere

[

FORZA RAGAZZI! [SM=x44520]
Etrusco
00venerdì 29 luglio 2005 18:37
In Italia prove di guerra al P2P

Scoppierà nei prossimi mesi ,
grazie a una piattaforma ad hoc creata da Cisco.

Importanti provider italiani la stanno già sperimentando
e si apprestano a girare la vite sul peer-to-peer.
Come? Agendo sulle proprie reti.


Roma - I provider italiani si preparano ad arginare il fenomeno peer-to-peer, filtrando il traffico degli utenti in modo da dare più banda ad altri tipi di applicazioni.
Lo faranno nelle prossime settimane grazie a un servizio di Cisco, il Service Control Engine, che qualche provider ha già provato in via sperimentale ed è ora in procinto di attivare sul proprio parco di utenti.


Ne parla Cisco Systems a Punto Informatico.

Pagine di questa notizia:
1. Verità o paranoia?
2. Non è tutto male quel che limita?
3. Filtri all'opera



I primi commenti e le critiche.......
Etrusco
00giovedì 4 agosto 2005 17:12
Una darknet per il P2P anonimo

A proporla sono i promotori del Freenet Project,
che hanno appena presentato una pre-alpha e che invitano programmatori ed hacker ad unirsi all'iniziativa.

Partono intanto nuove denunce in Corea e UK.

Gli approfondimenti QUI su Punto Informatico
619Rey
00lunedì 8 agosto 2005 23:44
Bah!
Attaccheranno ma risponderemo!
Lo sapete, no? Chiuso da una parte se ne apre un'altro....
Eppo[SM=x44517] i siamo in Italia...
Asgeir Mickelson
00mercoledì 10 agosto 2005 23:25
Re: Bah!

Scritto da: 619Rey 08/08/2005 23.44
Attaccheranno ma risponderemo!
Lo sapete, no? Chiuso da una parte se ne apre un'altro....
Eppo[SM=x44517] i siamo in Italia...

BENVENUTO! [SM=x44502]
Etrusco
00giovedì 11 agosto 2005 11:21
Re: Bah!

Scritto da: 619Rey 08/08/2005 23.44
Attaccheranno ma risponderemo!
Lo sapete, no? Chiuso da una parte se ne apre un'altro....
Eppo[SM=x44517] i siamo in Italia...



Purtroppo per rispondere ci vuole tempo,
tra l'altro gli sviluppatori di Emule hanno già dichiarato
che loro non hanno intenzione di rispondere e cambiare tipo di protocollo.

Mi dà fastidio il fatto che si vada a criminalizzare ogni tipo di uso
del File Sharing, senza pensare che esistono molti impieghi leciti del P2P
che non sono lesivi nè delle leggi vigenti, nè del CopyRight,
ma ai grandi providers e gestori fa comodo giustificare così le loro
decisioni impopolari [SM=x44465]
[SM=x44492]
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