Pedrosa segna la storia, Rossi il campionato
14-05-2006
Questa corsa ha indubbiamente segnato la storia del campionato: tra qualche anno, forse, la riguarderemo per capire se ha segnato il futuro del motociclismo. Daniel Pedrosa ha vinto la sua prima corsa in MotoGP alla sua quarta partecipazione, dopo una pole position, un secondo posto e una cocente delusione a Istanbul. Ha colpito, ci ha colpito quel giovane spagnolo che negli ultimi tre anni ha vinto tutto quello che c'era da vincere tra 125 e 250. E' un uomo speciale Dani, e lo si capisce dalle lacrime di Alberto Puig, dall'emozione dei suoi meccanici, ma soprattutto dai sorrisi inediti di Takeo Fukui e Suguru Kanazawa, boss rispettivamente di Honda Motor Corp. e HRC. Non li avevamo mai visti sorridere, oggi ne hanno ben donde, coccolandosi Daniel come avevano fatto in passato solo con i grandi campioni, quelli fedelissimi al marchio di Tokyo.
Neanche a Valentino Rossi era stato riservato un trattamento del genere, per inciso; un Rossi che oggi ha segnato uno zero in classifica, in crisi di pneumatici, di chattering, in rotta con la moto ma non con la squadra. E' fuggito al 16° dei 21° giri in programma, tornando prima ai box per poi ritirarsi la tornata successiva. Non si è fatto più vedere, darà spiegazione ai suoi meccanici dell'accaduto più tardi. Lui adesso ha rotto con tutti ma non con la propria squadra, l'unica che può portarlo al momento almeno sui livelli di Colin Edwards, oggi magnifico terzo in un podio che concretizza la doppietta HRC Pedrosa/Hayden.
In una giornata da incorniciare si registra l'ottimo quarto posto di Hopkins, una Ducati in leggera difficoltà, un Melandri che perde terreno in classifica. Tanti temi che difficilmente saranno discussi, perchè tra sette giorni a Le Mans si torna a correre. Forse è meglio così, anche per Pedrosa: meglio non realizzare quanto accaduto, non emozionarsi. Piedi per terra, anche se la storia è stata autografata a proprio modo in data 14 maggio 2006...
Cronaca di Gara
Shanghai significa "Sul mare", almeno secondo le sue origini. Situata sul fiume Huangpu presso il delta del Chang Jiang, Shanghai è la città più popolata della Cina, con, tenetevi forte, 20 milioni di abitanti tra zona periferica e centrale. Numeri che fanno rabbrividire chiunque, ma oggi, in particolar modo alle 15.00 locali, ci sono solo 19 protagonisti nella metropoli gemellata, e pochi lo sanno, con Milano: sono i piloti della MotoGP, che scatenano la propria foga agonistica per il secondo Gran Premio cinese della storia. Splende il sole, temperature ottimali, si passeggia con camicia a maniche corte. Prima fila inedita con Pedrosa, Hopkins, Edwards, mentre Rossi è 13°. Questo ieri, oggi? Pochi minuti e lo sapremo...
Sono le 15.01 in Cina, si parte, via!! Pedrosa stacca per primo ma si vede sopravanzato da Edwards e Hopkins, e successivamente anche da Gibernau e Nakano. Al primo split la classifica recita i numeri 5, 21, 15, 56, 26, 27, 69, 33, 65, con Valentino Rossi undicesimo che si lancia all'attacco di Makoto Tamada. Classifica congelata sino al primo passaggio sul traguardo, ove Stoner passa in un sol boccone Pedrosa e Nakano, e stesso sembra poter fare un pimpante Hayden che punterà oggi alla sua seconda vittoria in carriera nella MotoGP. Rossi ingaggia un bel duello con Melandri che non sembra trovare una risoluzione, con i due affiancati ad ogni curva sino al definitivo sorpasso del quarto giro, con il Dottore a prevalere.
Davanti però è lotta aperta con Pedrosa che in un niente saluta Hayden e Gibernau, tuffandosi al terzo posto provando a recuperare sulla coppia yankee Edwards/Hopkins che hanno preso un discreto margine di vantaggio (1"7). Al quarto giro, mentre il suo compagno di squadra realizza il giro record, cade Chris Vermeulen: nessuna conseguenza fisica per l'australiano, nulla di fatto. Dopo Melandri per Rossi è il turno di sopravanzare Capirossi: ristabilita la gerarchia tricolore, per Valentino adesso ci sono sette piloti mica da ridere che rispondono, nell'ordine, al nome di Edwards, Hopkins, pedrosa, Hayden, Gibernau, Stoner e Nakano.
Tutti sono racchiusi in un lasso di tempo infinitesimale, con solo i primi due che sono partiti davvero "a razzo" guadagnando quanto basta per qualche giro di tranquillità in più. Quinto giro, Rossi passa Nakano, ma la Kawasaki in rettilineo sembra reggere il dazio di potenza a favore della M1: evidentemente Yoda e compagnia quest'inverno hanno lavorato non poco...
La coppia HRC ha ormai raggiunto al giro 7 i due fuggitivi, prospettando così per gli altri 2/3 di gara un'accesissima battaglia dove speriamo si inseriranno anche Gibernau, Stoner e Rossi, momentaneamente impegnati in una bagarre tutta particolare per la quinta piazza.
Giro 8: nuovo giro record per Pedrosa, 2'00"011, e Rossi cerca di rispondere come può portandosi davanti a Stoner e da lì a poco anche a Gibernau per la quinta piazza. Vale si sforza come può per raccogliere il massimo, ma c'è davanti un giovanotto già con tre titoli iridati in bacheca, tale Dani Pedrosa, che si sbarazza di Hopkins (e poco dopo sarà emulato da Nicky Hayden) gettandosi a proprio modo sugli scarichi Termignoni della YZR M1 #5. Non giro, PEDROSA NUOVO LEADER, con un azzeccato sorpasso alla curva 1 a Texas Tornado Colin Edwards. Incarognito Pedrosa tenta la fuga, e ai box il proprio team guarda i monitor con ineguagliabile apprensione.
Dietro a Dani ci sono tre yankee, scatenandosi una battaglia incredibile che vede in poco tempo Hayden al secondo posto davanti a Edwards e Hopkins: nota del redattore, due HRC nelle prime due posizioni, mentre siamo a metà gara. Breve e doveroso riepilogo: Pedrosa al comando con 8 decimi su Hayden. Seguono, a 2 secondi, Edwards e Hopkins, con Rossi in rimonta avendo già distanziato Stoner, Capirossi, Gibernau, un rimontante Tamada e Melandri. Quest'ultimi concretizzano al dodicesimo passaggio momenti di lotta greco-romana con continui contatti, ginocchiate, piccole gomitate e quanto basta per registrare qualche secondo di bagarre.
Tutto però viene riposto in sgabuzzino dinanzi alla grazia agonistica di Pedrosa, che martella su tempi record e si appresta, alla sua quarta gara in MotoGP, di vincere e proporsi come potenziale candidato al titolo iridato (scusate per la rima involuta). L'unico che oggi può batterlo è Nicky Hayden, e non a caso realizza il nuovo giro record in gara con 1'59"843, arrivando a poco più di un secondo di distacco quando mancano ancora sette giri. Bis al passaggio successivo: 1'59"793, altri due decimi recuperati, sarà un finale fantastico.
ATTENZIONE, giro 16, VALENTINO ROSSI AI BOX. Gomma posteriore "andata",(si era staccato un pezzo largo un 10 cm quadrati e profondo mezzo centimetro ma all'anteriore
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) sostituzione immediata, ma il problema è davanti, e non è un caso che viaggia a ritmo-bicicletta e si appresta ad una nuova sosta: ironizzando si starà allenando alla Formula 1... Scherzi a parte, è qualcosa di veramente incredibile, tanto che Rossi opta per il ritiro quando mancano 4 giri alla bandiera a scacchi, per uno zero che mancava da Motegi. Campionato finito?
Torniamo sul gruppetto di testa, con Pedrosa sempre più impensierito da Hayden a -3 dalla chequered flag, ma c'è ben poco da fare: Daniel Pedrosa vince il suo primo Gran Premio nella top-class, alla sua quarta presenza nella categoria. Ritorna al successo la HRC dopo il trionfo l'anno passato a Laguna Seca, e Nicky Hayden è sempre più leader di campionato guadagnando un margine importante su Melandri e Capirossi. Per non parlare di Valentino: al lavoro...
MotoGP - Shanghai - Ordine d'arrivo
CLASSIFICA PILOTI
e la storia continua....[Modificato da Runningman77 14/05/2006 19.30]