2 agosto Bologna 10.25

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pliskiss
00martedì 1 agosto 2017 14:57
“I segreti di Bologna” è un libro che tratta la vicenda della più terribile strage mai compiuta nel nostro Paese, quella di Bologna del 2 agosto 1980. Gli autori sono Rosario Priore, probabilmente il magistrato che ha fatto arrestare il maggior numero di terroristi italiani e stranieri negli anni 70/80, famoso per le sue indagini su Ustica, lo scoppio in volo dell’aereo Itavia Bologna – Palermo del 27 giugno 1980; per la prima volta si parlò non di attentato terroristico ma “fuoco amico”.

Enzo Raisi da Destra.it del 1 agosto 2016

L’altro autore e’ Valerio Cutonilli, avvocato che per motivi professionali ha studiato tutti gli atti del processo sulla strage di Bologna che portarono alla condanna di Valerio Fioravanti, Francesca Mambro e Luigi Ciavardini.

Il libro parte dalla tesi e dai documenti presenti nel mio libro “Bomba o non Bomba alla ricerca ossessiva della verità”, Minerva edizioni, ossia da quella che viene definita la pista palestinese.



In sintesi tutto nasce dal Lodo Moro, l’accordo segreto tra lo Stato italiano e l’Olp, che garantiva ai palestinesi di trasportare e detenere armi ed esplosivi in territorio italiano, per poi ripartirle alle varie organizzazioni terroristiche europee che collaboravano con loro ( in Italia i loro maggiori alleati a detta degli stessi dirigenti Olp erano le BR) in cambio di ritenere il nostro Paese territorio neutrale e non compiere attentati ad eccezione di persone fisiche e beni americani ed ebrei.

Il patto si rompe quando inspiegabilmente (in verità probabilmente fu una spiata di quella componente dei nostri servizi segreti pro israeliana e americana) ad Ortona, nel novembre del 1979, viene fermato un furgone con a bordo tre esponenti del collettivo di Via de Volsci di Roma che trasportavano dei missili Strela per conto dell’Fplp, l’organizzazione marxista dell’Olp legata al terrorista Carlos e a causa di ciò viene arrestato Abu Saleh, il rappresentante dell’Fplp in Italia residente a Bologna e garante del Lodo Moro per conto dei palestinesi che aveva come controparte il colonnello Giovannone, all’epoca responsabile del Sismi per il Medio Oriente e uomo di fiducia di Aldo Moro, ucciso un anno prima dalle Br, fin dal 1971.

A causa di ciò incominciano le minacce da parte palestinese di ritorsione e il processo che si svolge tre mesi dopo all’Aquila e porta alla condanna dei quattro, fa diventare reali e concrete quelle che all’inizio erano solo minacce.

L’attentato di Bologna si colloca in questo scenario, e si scopre, dopo 30 anni, che a Bologna c’erano di sicuro il terrorista tedesco Thomas Kram e probabilmente la terrorista, anche lei tedesca, Margot Frolich entrambi legati al gruppo terroristico Separat il cui leader era Carlos che agiva in Europa per conto dell’Fplp.

Cosa aggiunge di nuovo il libro di Priore e Cutonilli rispetto a quello che avevo già riportato in “ Bomba o non Bomba”? Partendo dall’idea che l’attentato non doveva essere fatto a Bologna ( molti sono gli indizi in questo senso) ma probabilmente al carcere di Trani dove erano reclusi molti capi Br e lo stesso Abu Saleh, e che quindi fu uno scoppio accidentale, come confermo’ Francesco Cossiga, gli autori hanno analizzato al microscopio tutta la documentazione allegata al processo di Bologna e trovato nuovo materiale che portano a nuove presenze alla stazione di Bologna nei giorni dell’attentato insieme a quella di Kram e della Frolich e legati tra loro oltre ad evidenziare fatti inquietanti di depistaggio che palesano l’inquinamento del luogo dell’eccidio.

In primo luogo hanno riscontrato la presenza alla stazione di Bologna il giorno dell’attentato di elementi legati al terrorismo rosso sardo ( da ricordare che due erano gli arsenali custoditi da BR e Olp insieme in Italia, uno era in Veneto e l’altro in Sardegna), una presenza mascherata goffamente dagli inquirenti legati ai nostri servizi segreti che avevano tutto l’interesse a non legare l’attentato al Lodo Moro, un segreto di Stato che non poteva essere rivelato per ovvi motivi. La pista sarda viene ampiamente documentata e rafforza chiaramente il quadro della verità alternativa a quelle giudiziaria.

Ma l’elemento contenuto nel libro di Priore e Cutonilli che in questi giorni ha fatto più clamore e’ il caso di Maria Fresu, una delle vittime che viaggiava con la figlioletta e un’ amica. La figlioletta mori perché la deflagrazione della bomba la fece volare contro una parete e a causa di ciò si ruppe l’osso del collo. L’amica rimase solamente ferita. Del corpo di Maria Fresu non ci fu traccia e si sostenne che si disintegro’ fornendo un identificazione attraverso un piccolo pezzo di lembo facciale ritrovato tra le macerie.

Priore e Cutonilli disintegrano letteralmente questa tesi dimostrando che è scientificamente impossibile che il corpo della Fresu si potesse disintegrare nella posizione in cui si trovava come dimostra quanto successo alle due persone che erano al suo fianco e smontano clamorosamente la presunta identificazione avvenuta con quel pezzo di lembo facciale. Una vicenda clamorosa che ci fa domandare dove e’ finito quel corpo e perché e’ stato fatto sparire. Un interrogazione parlamentare su questa vicenda e’ gia’ stata presentata dal senatore Aldo Di Biagio, attendiamo la risposta.

In conclusione il libro di Priore e Cutonilli, scritto in modo molto scorrevole, conferma ulteriormente la validità della pista palestinese per la strage di Bologna, smonta ulteriormente il castello accusatorio della sentenza giudiziaria ponendo inquietanti interrogativi su uno Stato che ha sacrificato la verità sul più grave attentato della storia della nostra repubblica per mantenere segreto un discutibile accordo internazionale.

Il dato più incredibile è stata la reazione del presidente dell’associazione delle vittime del 2 agosto Paolo Bolognesi, oggi parlamentare del pd, che a fronte di ulteriore documentazione che porta inequivocabilmente alla pista palestinese reagisce minacciando gli autori del libro del reato di depistaggio, una legge assurda che lui ha voluto e che rischia di mettere la museruola a chiunque ricerchi la verità a prescindere dagli esiti processuali.

La miglior risposta a questo signore è comprare “I segreti di Bologna” che non a caso dopo poche settimane dalla sua uscita nelle librerie si avvia alla seconda ristampa, un libro che merita e che contribuirà a spazzare via una menzogna di Stato durata oltre 35 anni.


commento- 36anni per arrivare a scrivere stronzate e fare pure un libro, la pista palestinese era stata messa da parte subito e questo a distanza di anni la ritira fuori? Se i palestinesi erano bombaroli ne avrebbero piazzate pure in Israele, il ciò a me non risulta
Quella valigia piena di tritolo da cava è arrivata da Roma e porta il marchio servizi segreti Repubblica Italiana.
Domani è il 2 Agosto ma a occhio e croce la verità si sà, mancano i mandanti che oramai qualche d'uno è pure morto.
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