Alberto Papuzzi

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(max77)
00venerdì 30 settembre 2022 17:45
È morto nella notte il giornalista Alberto Papuzzi, aveva 80 anni, era nato a Bolzano ma dall’inizio degli anni 70 era a Torino, prima a La Stampa di Alberto Ronchey, poi all’edizione torinese dell’Unità, alla Gazzetta del Popolo negli anni dell’autogestione, quando giornalisti e tipografi del più antico quotidiano torinese, si erano associati in un’impresa che divenne leggendaria nel giornalismo italiano, salvando il giornale che era stato svenduto dall’editore Caprotti.

Successivamente Papuzzi è stato capo ufficio stampa dell’Einaudi, ancora sotto la gestione di Giulio. Direttore dell’Indice dei Libri, la rivista mensile di recensioni letterarie da poco nata su un progetto di Cesare Cases e Giangiacomo Migone. Poi Papuzzi è tornato a La Stampa di Giorgio Fattori. Per una ventina d’anni è stato soprattutto inviato di cultura e di società, infine ha preso la responsabilità delle pagine culturali fino alla pensione.

Giornalista inquieto e appassionato, cresciuto negli anni Settanta quando la professione era anche impegno civile e morale. Papuzzi è sempre stato fedele a questa idea. Numerosi sono i suoi libri. I primi due editi da Einaudi sono due inchieste molto impegnate. Il primo sull’intreccio tra sindacalismo giallo alla Fiat e i servizi segreti, “Il provocatore. Il caso Cavallo e la Fiat”, nel 1976. E “Portami su quello che canta”, nel 1977, sulla terribile vicenda dello psichiatra che torturava i bambini all’ospedale psichiatrico di Grugliasco. In seguito Papuzzi si è dedicato alle biografie. "Papa Giovanni”, sul pontefice del Concilio Vaticano. “Gidibì”, la storia del mitico direttore de la Stampa Giulio De Benedetti. E poi ancora è stato l’autore dell’“autobiografia” di Norberto Bobbio, scritta nel corso di una lunga frequentazione con il filosofo torinese. Ma Papuzzi è stato anche informatore di giornalismo, ha sempre considerato parte del suo impegno professionale trasmettere il senso della professionisti ai giovani. Ha tenuto corsi all’università, alla scuola Holden e non si è mai sottratto a richieste di scuole e di giovani per spiegare il giornalismo. Ha scritto anche un manuale edito da Donzelli intitolato “Profssione giornalista” che ha avuto cinque edizioni.

La cifra della sua personalità era quello di un professionista sempre disponibile, impegnato un accanito inchiestista. Lo sport praticato faceva parte di questa sua personalità di ricerca e di impegno continuo verso la vita. Grande arrampicatore in montagna e appassionato ciclista.
rufusexc
00venerdì 30 settembre 2022 20:21
R.I.P.
Dom Pérignon
00venerdì 30 settembre 2022 23:03
Mi dispiace non averlo conosciuto meglio, tramite i suoi lavori, quando era in vita... [SM=x44471]
possum jenkins
00sabato 1 ottobre 2022 23:50
Riposa in pace...
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