Scusate ma questa non è proprio una novità...
La prima automobile ad alcool prodotta in Brasile è stata la 147 della Fiat, uscita dalla fabbrica nel giugno del 1979. Oltre a rendere 8,8 km/litri (una media considerata eccellente per l'epoca), il costo dell'alcool era un terzo di quello della benzina. Gli attuali motori ad alcool fanno ormai 12 km con un litro, che costa circa 50 per cento in meno della benzina.
La ricerca tecnologica è andata avanti, e la tecnologia "Flex" messa a punto dalla Fiat, che permette ai motori brasiliani di girare indistintamente a benzina pura (carburante utilizzato in Argentina, Cile e Uruguay), a benzina con parte di alcool (miscela tipica del Brasile), ad alcool puro e/o gas naturale, sempre con le stesse prestazioni, è stata ripresa anche da Ford, Volkswagen e General Motors. I problemi iniziali, come la difficoltà ad avviare il motore nei giorni più freddi dell'anno o la rapida corrosione delle parti metalliche del veicolo, serbatoio in testa, sono ormai stati superati.
Vado un po' OT.
Vi è chiaro chi è il maggior sviluppatore/produttore di auto ad alcool?
Bene.
Ora vorrei porre la vostra attenzione su un fatto:
La riforma OCM dello zucchero, nell'ambito della nuova PAC, supinamente accettata dai nostri rappresentanti, chiude il capitolo della filiera agroalimentare della barbabietola da zucchero italiana.
Tra industria di trasformazione, imprese agricole e indotto si parla di 70-80.000 posti di lavoro. Naturalmente chi rimane fregato sono i lavoratori, mentre le imprese godranno di un sussidio per la chiusura dei siti produttivi e le aziende agricole otterranno un incentivo per "tutelare l'ambiente" (leggi: lasciare sostanzialmente incolti i terreni).
Nel 2005 l'eccedenza di produzione rispetto alle quote UE è stato di 400.000 tonnellate di zucchero (dati Confagricoltura).
Consideriamo inoltre che l'Emilia-Romagna produce da sola il 60% dello zucchero italiano con impianti da 120-130.000 tonnellate all'anno.
A voi le conclusioni......