Banche incontentabili, ora anche sconti fiscali

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Etrusco
00venerdì 17 ottobre 2008 13:50
abolire Robin Tax di 15 miliardi
ITALIAN CRAC
- INCASSATA LA GARANZIA STATALE DI NON FALLIRE, LE BANCHE ORA CHIEDONO AL GOVERNO UNO SCONTO FISCALE
- LA ROBIN TAX VALE 15 MILIARDI E VA ABOLITA (O RIDOTTA)
- BRACCIO DI FERRO CON TREMONTI…

Francesco De Dominicis per "LiberoMercato"



La crisi finanziaria internazionale riaccende lo scontro tra le banche e il ministro dell'Economia Giulio Tremonti sulla Robin Hood Tax.

Con la capitalizzazione di Borsa ridotta ai minimi termini - e preoccupati per gli effetti negativi dei financial turmoil sui loro bilanci - gli istituti di credito si apprestano a tornare all'attacco per eliminare (o almeno ridurre) il peso della stangata fiscale varata a giugno scorso da Giulio Tremonti.
Incassata la garanzia statale sulle emissioni obbligazionarie e protetti dall'eventuale ingresso del Tesoro nell'azionariato in caso di crac,
i banchieri del nostro Paese adesso pretendono uno sconto tributario.

I big del credito vogliono mettere in discussione la botta del fisco da oltre 15 miliardi di euro che il governo ha messo sul piatto con la Finanziaria 2009 con l'obiettivo di colpire i settori produttivi (banche, assicurazioni, energia)
che negli ultimi anni avrebbero ottimi risultati approfittando della speculazione e di altri vantaggi impropri.

Una quota delle maggiori risorse fiscali è destinata a coprire la cosiddetta social card:
una tessera che palazzo Chigi già nelle prossime settimane vorrebbe rendere disponibile per aiutare le famiglie (circa un milione stando alle intenzioni dell'esecutivo) in condizioni economiche critiche.

Quanto al settore bancario, il conto finale della stangata lo ha presentato la Banca d'Italia. Gli istituti verseranno nelle casse dell'Erario più di 15 miliardi di euro nel giro di appena quattro anni (2008-2011). Nel bollettino economico trimestrale diffuso ieri, gli economisti di via Nazionale hanno messo in fila l'impatto della manovra economica messa a punto dal governo prima delle ferie estive.
Corrado Faissola

La botta, insomma, è di un certo rilievo. E i dati del governatore di Bankitalia, Mario Draghi, ieri hanno agitato le acque del sistema creditizio. La tabella pubblicata a pagina 42 del bollettino ha fatto rapidamente il giro delle scrivanie dei top manager degli istituti. L'idea dei banchieri è convocare un vertice, prima a livello tecnico, per valutare qualche limatura alle nuove tasse. Ma i big del credito non escludono di affrontare la questione direttamente con Tremonti, magari in uno dei prossimi incontri sulla crisi e sulla stabilità del sistema creditizio del nostro Paese.

E il dossier, secondo indiscrezioni, potrebbe essere affidato alle cure di Corrado Faissola, numero uno di Ubibanca e presidente dell'Associazione bancaria italiana (Abi). Gli esperti del settore, più nel dettaglio, si preparano a combattere su due fronti. Il primo riguarda l'indeducibilità degli interessi passivi volta all'estensione della base imponibile Ires e Irap: la quota è stata portata recentemente al 3% e salirà di un ulteriore punto percentuale nel 2009. Il pressing delle banche potrebbe mirare a rinviare di un anno l'aumento al 4%. Altro fronte, la svalutazione dei crediti inesigibili: la vertenza toccherà il periodo di spalmatura sui bilanci (portato da 9 a 18 anni).



[16-10-2008]
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