Conduttori un po' dark

Versione Completa   Stampa   Cerca   Utenti   Iscriviti     Condividi : FacebookTwitter
Etrusco
00martedì 4 novembre 2008 13:45
La Rai deve diffondere l'ottimismo
INTERVISTA A «KLAUSCONDICIO»
Dell'Utri: «La Rai deve cambiare.
Al Tg3 conduttori un po' dark»





Il senatore Pdl a tutto campo:
«Mangano eroe a modo suo. Saviano? Lo capisco.
Io vittima dell'Antimafia»



ROMA - Negli ambienti della Rai qualcosa sta cambiando. Ma molto resta ancora da fare.

Questa, in sintesi, la posizione di Marcello Dell'Utri sulle ultime esternazioni del premier Silvio Berlusconi e sulla necessità più volte sottolineata dal presidente del Consiglio di diffondere ottimismo.
Intervistato da Klaus Davi per «KlausCondicio», in onda su YouTube, il senatore non risparmia un duro attacco al servizio pubblico radiotelevisivo.
«Berlusconi in prima persona continua a diffondere ottimismo. [SM=x44522]
Io - spiega - penso che qualcosa per forza dovrà cambiare, non so cosa, con la nuova Rai, ma comunque qualcosa cambierà». Come? Partendo da un nuovo approccio stilistico.
«Le notizie, certo, bisogna darle, sennò si torna al fascismo, ma c'è modo e modo di comunicarle.
Magari con conduttori più gradevoli di adesso.

Ed ecco l'affondo: «Io guardo il Tg3 - attacca Dell'Utri - e vedo che ci sono degli anchorman che hanno già una faccia un po' gotica, un po' dark.
Sicuramente, ce ne sono più in Rai che sugli altri network. Credo che il direttore del telegiornale dovrebbe dimostrare un maggiore esprit de finesse in queste cose. Farle, dirle lo stesso, ma magari con un'altra espressione».

SAVIANO E L'ANTIMAFIA - Un'intervista a tutto campo quella che Dell'Utri ha concesso a Klaus Davi. Il senatore del Pdl ha anche risposte ad alcune domande su Roberto Saviano, sostenendo come lo scrittore di Gomorra abbia ragione a voler andarsene dall'Italia. «Il libro che ha scritto è un libro-denuncia e in quanto tale oggetto di tante attenzioni poco piacevoli». Nell'ampia intervista il senatore siciliano tocca anche il tasto antimafia: «C'è e ci sarà finchè esiste la mafia ed è un bene. Credo, tuttavia, che, allo stato attuale, il rapporto tra costi e benefici sia assolutamente sproporzionato, soprattutto quando alcuni procuratori antimafia "fanno politica"». In questo caso il riferimento del senatore Pdl è alle parole del procuratore capo di Torino, Gian Carlo Caselli, circa l'impossibilità per i giudici di processare i politici collusi con la mafia: «È giusto che l'Antimafia faccia il suo lavoro e si impegni. Certamente tra le tante richieste e le tante accuse che ha lanciato e formalizzato, alcune sono finite nel nulla. Antimafia sì, insomma, ma evitando di fare politica». E qui Dell'Utri ne approfitta per togliersi qualche sassolino dalla scarpa. «Non solo l'Antimafia, quanto piuttosto i procuratori di Palermo hanno usato molto e a sproposito lo strumento dell'aggressione politica. Io, onestamente - rivendica il senatore - me ne sento in assoluto una vittima. Non ci sarebbe stata l'accusa nei miei confronti se non ci fosse stata la grande affermazione di Forza Italia in Sicilia nel 1994. Più che intercettazioni, a inchiodarmi sono state dichiarazioni di pentiti suggerite, perché in molte inchieste molti pentiti hanno parlato di me due anni dopo le loro confessioni».

MANGANO - Il senatore siciliano torna anche sull'argomento Mangano:
«Malato com'era, sarebbe potuto uscire dal carcere e andare a casa, se avesse detto solo una parola contro di me o contro il presidente Berlusconi. Invece non lo ha fatto.
Per me è un eroe, a modo suo» spiega Dell'Utri.
«Un conto - aggiunge - è dire così, un conto dire che è un eroe in senso assoluto». Pronta la replica del leader dell'Italia dei Valori, Antonio Di Pietro. «Dell'Utri - dice l'ex pm - non ha mai sconfessato se stesso, vede nei mafiosi degli eroi, lo ha sempre detto, è la sua cultura».

SCUOLA - Un accenno anche alla scuola e alle manifestazioni anti-Gelmini. «Concordo - sostiene Dell'Utri - con quegli internauti che definiscono "figli del fascismo rosso" quegli studenti che impediscono con la forza ad altri di studiare e di frequentare le lezioni, se è vero che, nell'accezione comune, tutto ciò che impedisce qualcosa agli altri è fascista».


04 novembre 2008
www.corriere.it/politica/08_novembre_04/dellutri_klauscondicio_d4a71fda-aa64-11dd-8f4b-00144f02aa...
Etrusco
00mercoledì 5 novembre 2008 14:58


Anchorwoman / 1
Cuffaro: io continuerò a vestirmi di nero
ROMA — Confessa che sì, si è proprio «arrabbiata» Maria Cuffaro, uno delle anchorwoman del Tg3,
che seppure non citata esplicitamente da Dell'Utri si sente chiamata in causa dal senatore.


«A una prima lettura, sembrano parole farneticanti.
Ma siccome arrivano da un signore che ha la sua storia, il suo passato giudiziario, da uno che considera Mangano un eroe, davvero non suonano carine...».

Tutt'altro.

Per la mora conduttrice del tigì:
«un giudizio estetico che nasconde una censura è una cosa vigliacca, da regimi totalitari».
E da «siciliana quale sono»,
il riferirsi all'aspetto come elemento per dare un giudizio di valore «mi fa pensare a un'allusione non bella, a una minaccia velata, a quel "non mi piace la tua faccia" che si dice da noi...
Perché qui non c'è una comunicazione diretta, ma un dire e non dire, che non è bello».

Se il clima è questo, c'è poco da scherzare:
«Se in tivù andrò vestita di rosa la prossima volta? Non credo proprio: piuttosto sceglierò il nero totale...».

P.D.C.
05 novembre 2008

www.corriere.it/politica/08_novembre_05/cuffaro_continuero_vestirmi_nero_5fcc05b6-aaf2-11dd-8f4b-00144f02aa...
Etrusco
00mercoledì 5 novembre 2008 15:01
Anchorwoman / 2
Berlinguer: non è una prova di liberalismo
ROMA — Il volto più noto del tg3, quello mediterraneo di Bianca Berlinguer, si apre in un sorriso:

«Mi piacerebbe avere la faccia gotica, ma non sono stata fortunata, perché si sa che gli zigomi alti preservano dai segni dell'età...».

Poi torna seria la giornalista, e ragiona:
«Certo, se ci si mette a sindacare su giornalisti e conduttori
e a farlo addirittura in base al rispettivo aspetto fisico,
non si dà una gran prova di liberalismo».


Non vuole polemizzare troppo la Berlinguer, nè fare un caso politico di qualcosa che al momento è solo nelle parole di Dell'Utri,
ma il suo giudizio - anche se giocato sul filo dell'ironia - è comunque di critica ai discorsi che arrivano dalla maggioranza
sulla necessità di portare ventate di ottimismo e allegria nei tigì anche quando la situazione allegra non è:
«Dell'Utri, sulla scia di Berlusconi, sostiene che bisogna diffondere ottimismo.
Ma come insegna il "ministro della Paura" Antonio Albanese, niente mette più ansia della falsa allegria...».


P.D.C.
05 novembre 2008
www.corriere.it/politica/08_novembre_05/berlinguer_no_prova_liberalismo_61bd1de2-aaf2-11dd-8f4b-00144f02aa...

Questa è la versione 'lo-fi' del Forum Per visualizzare la versione completa clicca qui
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 01:15.
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com