Confalonieri torchiato da Report

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Etrusco
00martedì 24 marzo 2009 00:34
gli altarini di Mediaset
GRAZIE PRODI!
- COME HA FATTO MEDIASET A SALVARE RETE 4? GRAZIE AL MINISTRO PRODIANO MACCANICO
- Confalonieri TORCHIATO DA ’REPORT’ SBOTTA: "Queste sì che sono interviste vere, non come Matrix"
- E tre giorni DOPO Mentana VIENE FATTO FUORI...

Carmelo Lopapa per "la Repubblica"




Silvio Berlusconi, Fedele Confalonieri, i governi di centrosinistra e una «storia (molto) italiana». Ovvero, come sia stato possibile, per 25 anni, schivare agilmente sentenze della Corte Costituzionale e della Corte di giustizia europea, ammaliare governi ostili e gestire al meglio quelli propri, ingraziarsi partiti e confezionarsi leggi su misura, dalla Mammì alla Gasparri passando dalla Maccanico.

Come sia possibile che l´imprenditore titolare di Europa 7, Francesco Di Stefano, sia in attesa delle frequenze che gli spettano da oltre dieci anni e Rete4 - che avrebbe dovuto fargli posto migrando sul satellite - dorma ormai sonni tranquilli. È storia di un anomalo «accordo» che Antonio Maccanico, ministro prodiano alle Comunicazioni, sigla nel ´96 con Forza Italia e di un´Avvocatura dello Stato che pochi mesi fa presenta un ricorso al Consiglio di Stato identico a quello di Mediaset, suo avversario nella disputa sulle tv.

In fondo è la storia di come e con quali mezzi in Italia sia stato possibile che un´azienda si trasformasse in impero televisivo e poi ancora in sistema di potere. Mediatico e infine politico. E a pochi giorni dal battesimo del Pdl, come dire, repetita iuvant.


Ha fatto un certo effetto vedere sfilare i protagonisti di questa storia certo nota, ma che riserva ancora risvolti sorprendenti, nel "Report" di Milena Gabanelli andato in onda ieri sera. «Modulazione di frequenze» il titolo del reportage firmato da Bernardo Iovene per una sequenza incalzante di fatti, decreti, sentenze e omissioni. Con i suoi personaggi anche pittoreschi. Tutti tranne uno: l´ex ministro Maurizio Gasparri, unico a sottrarsi alle telecamere.

Non si è sottratto invece il presidente Mediaset Fedele Confalonieri. Incassa i colpi, ribatte, perde la pazienza, si infuria, fa per andarsene, poi si risiede e sbotta: «Queste sì che sono interviste vere, non come Matrix».
L´intervista era del 6 febbraio, da lì a tre giorni Enrico Mentana sarebbe stato liquidato da Mediaset.
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L´inchiesta inizia proprio con Francesco Di Stefano negli enormi studi quasi inutilizzati della sua non tv. Nel ´99, quando lo Stato mette a gara pubblica le frequenze, lui investe, si attrezza e con Europa 7 si aggiudica la concessione, «solo che le frequenze per trasmettere non gli verranno mai assegnate, perché occupate da Rete4 che non ha ottenuto la concessione e dovrebbe traslocare».


Ma sul satellite la tv di Berlusconi non andrà mai. Far west, macché far west minimizza Confalonieri, negli anni Settanta «c´è stato un mercato delle frequenze e tutti le hanno comprate, era normale: per me quello che non è esplicitamente vietato è consentito».

Dopo il black out imposto dai pretori nell´84, in soccorso delle reti Fininvest arriveranno le scialuppe del decreto Craxi, della legge Mammì nell´88, della Maccanico (governo di centrosinistra) del ´97 con i loro bizantinismi, coi termini prorogati, tutto per mantenere integre e in chiaro le tre reti del Cavaliere. Che dal 2001, col suo governo, farà da solo.

Con la legge Gasparri del 2004, pur bloccata da Ciampi in prima battuta, Rete 4 non correrà più alcun rischio. Pioveranno sull´Italia altri «inutili» richiami da Strasburgo, tanto inutili che nemmeno il governo Prodi dal 2006 al 2008 riuscirà a darvi seguito.


«La maggioranza che lo sosteneva - confessa Paolo Gentiloni ministro delle Comunicazioni - non era in condizioni: l´Udeur non avrebbe votato un decreto tv, nemmeno con la fiducia». È storia dei mesi scorsi il pronunciamento con cui il Consiglio di Stato respinge l´ultimo ricorso Mediaset e riconosce 1 milione a Di Stefano a titolo di risarcimento. Il governo deve provvedere, trovare spazio a Europa 7. «E noi - spiega il sottosegretario alle Comunicazioni Paolo Romani - abbiamo ceduto il canale 8 della Rai a Europa 7 e mi ritengo a posto».

Rete4 sul satellite? «A me non interessa una legge che vada a penalizzare un´azienda. In questo paese c´è un enorme pluralismo tv, come in nessun paese al mondo». Poi si scopre come la memoria difensiva presentata dallo Stato, dall´Avvocatura dello Stato, sia identica a quella di Mediaset. Ma in fondo, lo Stato ormai è anche un po´ Mediaset. E viceversa. [SM=x44452]


Carmelo Lopapa per "la Repubblica"

[23-03-2009]
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