era un tardo pomeriggio invernale...
alla stazione ferroviaria il treno locale per Briga delle 17,25 si andava riempiendo di viaggiatore che rientravano a casa al termine della giornata di lavoro...
per la prima volta anch'io, uno fra i tanti...
l'aria gelida scendeva dai monti ed intirizzava corpi e cuori...
quando all'improvviso, in mezzo all'ondivagante miscuglio di varia umanità, una figura, un'apparizione... qualcosa di molto più che umano, qualcosa di molto più che bello...
certo, aveva aspetto di giovane donna, di ragazza... ma attorno a sè aveva una luce, un chiarore, un calore che non saprei dire...
il trenino era vieppù sovraffollato ma la creatura trovò un posto a sedere, quasi di fronte a me...
il mio traballante tedesco non mi consentiva brillanti dissertazioni e lo sapevo... tuttavia abbozzai un dignitoso saluto, per educazione più che altro, non sperando in altro da un angelo del paradiso di passaggio su questa terra...
mi sorrise, mi rispose, potevo anche parlarle in francese...
il trenino intanto correva nella fredda notte elvetica, fermandosi a tutte le richieste stazioncine, incurande del gelo e della bufera che si stava scatenando...
la mia stazione, l'ultima, sarebbe arrivata solo dopo oltre tre ore ma passarono in un lampo... non ricordo nulla di quello che ci dicemmo, di cosa si parlò, mischiando gesti e lingue...
ma fu un lampo quando mi prese la mano e mi disse che era arrivata e doveva scendere e, prima che potessi dire o pensare qualunque cosa, mi diede un bacio dolcissimo e furtivo...
forse ci misi trenta secondi a riprendermi dallo shock, dalll'evento inatteso e bellissimo ma fu già troppo... lei era sparita, mi affacciai ma la banchina della stazione era avvolta nel buio più nero, solo i fiocchi di neve danzavano per l'aria davanti ai finestrini illuminati... pensai, così di getto, di scendere dal treno, anch'io... avrei preso quello dopo, avrei preso quello di domani... se mai ne avessi preso uno...
raccolsi il giaccone e mi avvicinai alla porta, la aprii e fuori c'era il nulla più buio e totale, non una luce, non una traccia nella neve fresca... guardai dall'altra parte del treno e in lontanazna si vedeva a malapena una piccola luce che veniva inghiottita dalla bufera che andava aumentando e mi stava schiaffeggiando con gusto il viso...
non sapevo dove fossi, non sembrava esserci alcuna stazione in quel luogo e feci appena in tempo a risaltare sul trenino prima che riprendesse la sua corsa fra i monti...
ero senza fiato e senza parole... arrivai a Briga ed aspettai la mia coincidenza senza riuscire a darmi una spiegazione per quello che era successo...
avevo parlato per oltre un paio d'ore con una ragazza e non sapevo come si chiamava, dove viveva, quanti anni aveva... sapevo che non l'avrei mai più rivista perchè certi incontri si fanno solo una volta nella vita... infatti altre volte, in tutte le stagioni ho preso quello stesso treno, ho provato anche a perderlo volutamente per aspettare il seguente...
nulla... solo un ricordo che ancora mi riporta a quella gelida notte di inverno con la bufera ed un angelo che mi ha attraversato la strada...
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"Se si vivesse senza motivi, nè paradisi per cui soffrire, semplicemente perchè siamo vivi, sapendo sempre di morire, la Matematica della Risata, la Gaia Scienza dell'Ironia alla speranza naufragata potrebbe ancora mostrare una via, a questa vita navigata potrebbe ancora mostrare..."
Luca
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