Dubrovnik, mura che colpiscono al cuore

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killing zoe
00venerdì 18 novembre 2011 18:33
Probabilmente ogni città ha un orario speciale, in cui dà il meglio di sé. Un momento magico in cui la luce, i suoni, gli odori, esaltano le architetture e le atmosfere. Per Dubrovnik questo momento magico inizia quando Maro e Baro, i due campanari di rame della torre dell'orologio, battono le cinque del pomeriggio.

Quel suono è l'ultimo richiamo per i crocieristi che in tutte le stagioni sbarcano numerosi a lucidare con i loro passi il marmo dello Stradun (la via principale) e che ancora si attardano nei vicoli. Pochi minuti e saranno già lontani, mentre la vecchia Dubrovnik, città turistica per eccellenza e patrimonio dell'umanità secondo l'Unesco, ma anche città vera, abitata e viva, recupera rapidamente le sue più autentiche fattezze.

Gli abitanti del centro riprendono possesso di stradine e caffè, nei negozi si torna a parlare croato, i souvenir per turisti lasciano il posto alle gallerie d'arte, i graziosi Licitar di pasta di pane e zucchero decorati a mano perdono ogni importanza di fronte a deliziose torte e ciambelle effettivamente commestibili. Per Dubrovnik questo è un momento in qualche modo catartico, in cui la città si scrolla di dosso la polvere del giorno e lo splendore dei suoi marmi per concedersi addomesticata ma non meno affascinante alla vita che le abita dentro.

Vivere questo passaggio da città turistica a città reale è forse la migliore esperienza che si possa farne, ma per apprezzare pienamente la transizione bisogna aver cura di avvicinarsi a Dubrovnik per gradi. Misurandola con l'occhio e le suole, prima che col cuore. Le mura cittadine sembrano fatte apposta per questo: sottrarsi alla calca e restituire allo sguardo l'ampio orizzonte del mare e i lucidi profili della Cattedrale di San Biagio, del palazzo dei Rettori, del convento francescano. Mille gradini da salire a partire da tre accessi (da Porta di Pile, via San Domenico o dal museo del mare) per raggiungere la sommità della cinta muraria meglio conservata del Mediterraneo e concedersi due chilometri di passeggiata in compagnia dei gabbiani (ma a senso unico: quindi se non si intende percorrerla tutta bisogna rassegnarsi a scendere in un posto diverso da dove si è saliti).

Un percorso a oltre venti metri d'altezza che attraversa torri e bastioni, si affaccia all'interno sulla città e all'esterno sul mare Adriatico e si conclude idealmente - soprattutto se nel frattempo si è fatta ora di pranzo - in cima al monte Srdj, che si raggiunge in funivia dal centro della città vecchia.

Da lassù, affacciati alla terrazza naturale o seduti a quella del ristorante Panorama inaugurato solo pochi mesi fa, lo sguardo abbraccia la città antica, il vecchio porto e la costa fino all'isola di Lokrum. Nel 1991 e 1992 piovevano più o meno da quest'altezza le duemila bombe che distrussero buona parte di Dubrovnik e che oggi vengono ricordate nel Museo della guerra di indipendenza croata, ospitato all'interno del Forte imperiale (a poche centinaia di metri dalla funivia).

Le geometrie della città, ricostruita fedelmente dopo i bombardamenti, dall'alto sono talmente belle e luminose che non si può che restarne estasiati. Per esserne emozionati davvero, però, bisogna camminarci in mezzo. Dall'antico ponte levatoio e passando per la porta di Pile, è un attimo raggiungere lo Stradun, corso principale della città e meta ricercata per lo shopping. Una passeggiata imponente e magnifica, la cui bianchezza sotto il sole abbacina lo sguardo e porta fino alla piazza principale, di atmosfera veneziana.

Da lì a piedi si raggiungono il duomo, la piazza del mercato con la scalinata ispirata a quella di Trinità dei Monti a Roma, il Palazzo dei rettori, la torre campanaria. Ce n'è in abbondanza per placare la propria sete di monumenti e curiosità (come la ‘pietra dell'equilibrio' che sporge da un muro dello Stradun e sulla quale bisogna cercare di rimanere in piedi almeno un minuto), ma quando sarete sazi non dimenticate di cercare la vera anima della città, che come spesso accade scorre ai margini, meno esibita ma non meno affascinante. Per esempio in Prijeko, le cui traverse sono popolate di minuscoli caffè e art bar o gallerie d'arte e in cui - tempo permettendo - anche le scalinate diventano parte dell'arredamento con qualche cuscino e un po' di candele.

Per uno shopping tipico ma allo stesso tempo fuori dagli schemi, in zona vale la pena passare da Medusa, uno dei pochi negozi in città che esibiscono il contrassegno dell'All made in Croatia, che certifica la provenienza sicura dei prodotti (altrimenti, è piuttosto facile tornare a casa con gingilli ‘made in China') e da non mancare è anche la farmacia del convento francescano adiacente alla chiesa di San Salvatore, una delle più antiche farmacie d'Europa nata per le esigenze del monastero e apertasi poi al pubblico, che produce richiestissimi prodotti di bellezza a base di erbe. La farmacia è un luogo apprezzato anche dagli abitanti di Dubrovnik, che comunque potrete incrociare anche mentre vi abbeverate alla fontana di Onofrio o sorseggiate una birra sgranocchiando una barra di Bajadera, il tipico cioccolato locale, in qualche localino nelle traverse dello Stradun.
Aggirarsi per Dubrovnik è un'esperienza da inventare sul momento, seguendo l'istinto e i propri tempi. Ma per chi vuole arrivare preparato (dopo tutto la città è anche la capitale culturale della Croazia), l'ufficio del turismo ha predisposto uno spazio multimediale dove scaricare il programma degli eventi e ha anche approntato una guida della città, scaricabile gratis sul telefonino (che per ora gira solo su iPhone e Android).



di Alessandra Viola
Fonte
texdionis
00domenica 20 novembre 2011 12:39
L'antica Ragusa! [SM=x44462] [SM=x44502]
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