E il milanista si risvegliò pieno di rabbia

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Etrusco
00giovedì 11 giugno 2009 00:06
Le bugie, la fretta e la miopia di una cessione decisa a maggio
IL BRASILIANO AL REAL
E il milanista si risvegliò pieno di rabbia
La cessione di Kakà e la reazione dei tifosi

di GIAN LUIGI PARACCHINI


Un pessimo risveglio. Il mattino dei milanisti non ha l’oro in bocca, ma l’amaro calice di un Kaká che saluta la sua nuova squadra, il Real Madrid.
E l’estremo tentativo presidenziale per trattenerlo?
Nessun tifoso ci ha mai creduto.

Era chiaro che si aspettava la chiusura delle urne.

Ecco perché questo doloroso divorzio dal campione, ufficializzato di notte, come a mettere i recalcitranti (cioè il 99% dei milanisti) di fronte al fatto compiuto, con i notiziari radio che si accaniscono prima ancora del caffè, aumenta lo sconcerto.
Blitz notturno:
più nascosto e ancora più amaro.
Poi in un crudele crescendo i titoli dei giornali, le conferme on line e le prime immagini della conferenza stampa di Ricky, senza dubbio massima punta di furore milanista. Non per l’espressione, affatto trionfante, ma per quel discorsetto sulla crisi economica del Milan, sui tempi difficili che obbligano la sua partenza. Un Kaká ammaestrato in una parte mal recitata.

E allora comincia il tam-tam telefonico e soprattutto quello veloce, come la rabbia montante, sulla rete: da Facebook ai forum.
«Società, stai perdendo la dignità, presidente prima le soddisfazioni, ora le delusioni».
«Il Diavolo ha venduto la sua anima».
Ma è soltanto un assaggio. Il tifoso deluso non fa sconti:
«Teniamoci Kaká e vendiamo Berlusconi»,
«Papi vendi la società».
E ancora:
«Non c’è crisi in Italia ma al Milan sì».
«Berlusconi interista, Galliani juventino»: il massimo.

Poi la testimonianza di Giancarlo Capelli, leader storico della tifoseria:
«Ho sentito Ricky per telefono, voleva restare al Milan».
Nella rete non finisce soltanto lo sdegno degli innamorati traditi, ma pure le dimissioni di qualche tifoso della curva.
Facile invece prevedere una stagione tv galattica per i neomadrilisti milanesi.


10 giugno 2009

www.corriere.it/sport/09_giugno_10/paracchini_rabbia_milanista_eb34218a-5586-11de-8b38-00144f02aa...
Etrusco
00giovedì 11 giugno 2009 00:07
Blitz di Perez in incognito un mese fa.
Il danno d’immagine

Le bugie, la fretta e la miopia
di una cessione decisa a maggio

La fantomatica telefonata di Berlusconi a Kaká non c’è mai stata


La cessione di Kaká al Real Ma­drid ha lasciato in eredità tante cose spiacevoli:
le bugie, la fret­ta, la miopia dell’entourage berlu­sconiano.

Picconate all’immagi­ne del Milan sedimentata negli anni per colpa di un affare gesti­to in maniera contraddittoria.

Le bugie.
Se ne sono racconta­te anche più del necessario.
Ber­lusconi, ad esempio, avrebbe po­tuto risparmiarci l’ultima, quella della fantomatica telefonata a Kaká per convincerlo a restare «perché nulla è ancora definito».
Il contatto tra il patron rossone­ro e Riccardo sarebbe dovuto av­venire lunedì ma, ovviamente, non se n’è avuta notizia semplice­mente perché non c’è mai stato. Era soltanto un disperato tentati­vo di salvare capra e cavoli in vi­sta dell’incombente consultazio­ne elettorale. Un’entrata fuori tempo visto che, stando ad am­bienti contigui al Pdl, la rinuncia a Kaká potrebbe essere costata at­torno ai 2,5 punti percentuali, vo­ti negati dagli elettori-tifosi infe­rociti con il premier. A migliorare le cose non ha contribuito neppure la tattica adottata da Adriano Galliani. Do­po avere dichiarato (la domeni­ca) «faremo di tutto per trattene­re Kaká», poco più di 24 ore do­po il vicepresidente milanista ha caricato il papà del giocatore sul­l’aereo e lo ha portato a Madrid. A proposito di bugie, in queste ore è emerso un particolare in­quietante, che la dice lunga sulla volontà di Berlusconi di fare cas­sa: ai primi di maggio Florentino Perez, il vecchio/nuovo boss del Real, è stato in Italia in incognito e in quell’occasione ha raggiunto l’accordo con il Milan.

La fretta.
È quella che, esem­plificata dal blitz madrileno di Galliani, ha caratterizzato le mos­se del club rossonero e che ora ri­schia di penalizzarlo. La fretta, si sa, è una cattiva consigliera. Ber­lusconi ha infatti sacrificato il suo giocatore migliore, quello rimpianto nei lunghi mesi dell’in­fortunio «perché fa la differen­za », per rimediare a due suoi evi­denti errori: il ritorno di She­vchenko e l’impuntatura su Ro­naldinho che, in termini di rosso di bilancio, hanno inciso per al­meno la metà. Ora che non si può più tornare indietro, che ha prevalso la linea più scontata (vendere anziché sforzarsi di in­crementare il fatturato), la prima domanda da porsi è la seguente: siamo certi che i risparmi realiz­zati con la vendita di Kaká saran­no superiori ai costi che questa cessione ha già causato in termi­ni di popolarità e immagine (del suo proprietario e del club) e che certamente ancora causerà?
Diffi­cile infatti che uno sponsor pos­sa fare finta di niente: il Milan senza Kaká non può valere quel­lo imperniato su di lui.

La miopia.
È notorio che, da sempre, in ambito familiare Ber­lusconi si sia dovuto confrontare con l’ostruzione della figlia Mari­na, concettualmente contraria agli investimenti calcistici del pa­dre. L’errore di Marina (ma pure di Pier Silvio) Berlusconi, che ov­viamente non possono essere ri­tenuti estranei a quanto è accadu­to in questi giorni, è quello di non avere considerato il Milan una sorta di «costo di produzio­ne ». Da sempre, infatti, il club rossonero produce immagine e risultati: impoverirlo equivale a demolire la trave portante di una casa, con relative conseguenze. Ed essere dirigente non significa semplicemente far quadrare i bi­lanci, ma pure avere la capacità di intuire in anticipo i danni di certe scelte, in apparenza rispar­miose. Non avere saputo com­prendere la specificità e il ruolo del calcio nel complesso ambito berlusconiano, è colpa grave del­la famiglia e dell’entourage del premier.
Così la sensazione, net­tissima, è che si vada verso un fu­turo di vacche magre.
Fossimo in Leonardo ci faremmo il segno della croce.

Alberto Costa
10 giugno 2009
www.corriere.it/sport/09_giugno_10/costa_retroscena_cessione_kaka_07177056-5586-11de-8b38-00144f02aa...
bianco77
00sabato 13 giugno 2009 00:08
che la società non dia la colpa a leonardo però se l'anno prossimo non vinciamo nulla
radcla
00sabato 13 giugno 2009 01:16
Re:
bianco77, 13/06/2009 0.08:

che la società non dia la colpa a leonardo però se l'anno prossimo non vinciamo nulla




Leonardo, non avendo alcuna esperienza concreta di allenatore, farà solo lo yes-man. La formazione la vuole fare Berlusca, vuol fare giocare tutti i suoi palloni d'oro d'annata. E Leonardo è stato messo li apposta, perché non potrà fare colui che fa giocare chi meglio crede, anche andando contro Berlusca (cosa che invece faceva Ancelotti e che non è stata ben digerita dal padre padrone).
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