EZIO GIORGIO FAZIO

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pliskiss
00lunedì 18 maggio 2015 14:45
La "Buona" Scuola?
Il preside costretto a lasciare scrive un diario su FB:

"QUESTA ERA LA MIA SCUOLA"

Enzo Giorgio Fazio è a capo dell'istituto comprensivo di Marina di campo, all'isola d'Elba, mà dovrà rimettere l'incarico perchè è trà quelli che hanno vinto il concorso nazionale poi invalidato dal consiglio di stato.
Inutile la mobilitazione dei genitori x fare cambiare il verso al ministero dell'istruzione.
FAZIO nel suo diario:
Considero i mesi della scuola a Marina di campo un privilegio, uno straordinario regalo della vita, di questo sono riconoscente alle "signore della porta accanto"
A tutto il personale del compressivo G.GIUSTI, nessuno escluso, a tutti coloro che hanno issato le vele a questo breve" andare x il mare"

BUON MAGGIO eg FAZIO


LA BUONA SCUOLA DI RENZI 3 settembre 2014

Renzi: L'ITALIA CAMBIERA' SOLO SE NOI METTEREMO AL CENTRO LA SCUOLA.

PUNTO 1: Assumere tutti i docenti di cui la buona scuola ha bisogno(FAZIO mi sembra che ha vinto un concorso! [SM=x44473] )

Renzi ascolta!! [SM=x44490]



pliskiss
00lunedì 18 maggio 2015 14:57
CHE PARLIAMO A FARE??
Etrusco
00lunedì 18 maggio 2015 16:40
Renzi sembra più bravo a prendere voti che a governare: aveva promesso La Buona Scuola, ma in realtà vien da esclamare: "Povera Scuola!" [SM=x44471]

Tra l'altro con la nuova riforma viene promesso un piccolo premio a pochi docenti che poi entreranno anche nello staff della dirigenza: nessuno lo ha detto, ma l'effetto che produrrà quel premio è di spingere gli insegnanti a farsi la guerra l'uno contro gli altri, abbandonando lo spirito collaborativo che dovrebbe esservi tra loro, nell'ottica del miglior profitto possibile per gli studenti...
l'effetto sarà come buttare un osso in mezzo ad una muta affamata di cani [SM=x44465]
pliskiss
00lunedì 18 maggio 2015 16:55
Re:
Etrusco, 18/05/2015 16:40:

Renzi sembra più bravo a prendere voti che a governare: aveva promesso La Buona Scuola, ma in realtà vien da esclamare: "Povera Scuola!" [SM=x44471]

Tra l'altro con la nuova riforma viene promesso un piccolo premio a pochi docenti che poi entreranno anche nello staff della dirigenza: nessuno lo ha detto, ma l'effetto che produrrà quel premio è di spingere gli insegnanti a farsi la guerra l'uno contro gli altri, abbandonando lo spirito collaborativo che dovrebbe esservi tra loro, nell'ottica del miglior profitto possibile per gli studenti...
l'effetto sarà come buttare un osso in mezzo ad una muta affamata di cani [SM=x44465]



Il problema è che c'è gente che lo abbraccia e lo bacia, poi magari sono proprio quelli che vanno a lamentarsi nella scuola dei figli, Italia sempre più ipocrita, si vede solo quello che fà comodo vedere x propri interessi, la ragione non esiste. [SM=x44463]
Freedom's promoter
00lunedì 18 maggio 2015 23:25
Finalmente la gente inizia a aprire gli occhi, questo Renzi è un gran ciarlatano, promette una cosa ma fa sempre l'opposto
riccardo60
00martedì 19 maggio 2015 06:37
Re:
Freedom's promoter, 18/05/2015 23:25:

Finalmente la gente inizia a aprire gli occhi, questo Renzi è un gran ciarlatano, promette una cosa ma fa sempre l'opposto




ha imparato dal migliore dei ciarlatani. [SM=g1700002]
Etrusco
00martedì 19 maggio 2015 10:09
Re: Re:
riccardo60, 19/05/2015 06:37:




ha imparato dal migliore dei ciarlatani. [SM=g1700002]




Quello che, vedendolo simile a lui, s'illudeva di potercisi alleare e tenerlo al guinzaglio, ma alla prima occasione lo ha tradito, stracciando il Patto del Nazareno [SM=x44458]
Etrusco
00giovedì 21 maggio 2015 20:15
La lezione alla lavagna: tutto quello che Renzi si è dimenticato
(Alex Corlazzoli)
MEMORIA CORTA.

Il premier Renzi, nel messaggio agli italiani dall’aula di Palazzo Chigi, con tanto di lavagna e gessetti colorati, ha spiegato solo quel che ha voluto. Non ha toccato quei nodi della riforma che sono essenziali da chiarire in un testo che continua a subire, di ora in ora, modifiche e che è destinato a giocare la partita finale solo al Senato. Renzi su quella lavagna d’ardesia non ha scritto che “la proposta di incarico da parte del dirigente avrà durata triennale”. Traduciamo: il precario che verrà assunto e farà partedell’albo territoriale, una volta scelto dal dirigente, resterà in quella scuola 36 mesi. Al termine di questo periodo il docente potrà cambiare istituto, ma allo stesso tempo, il preside potrà fare a meno di questo professore, che tornerà nella disponibilità dell’albo. In altre parole, i docenti da precari con contratti di un anno, diverranno precari a vita con garanzie di soli tre anni. Una mobilità continua che il governo chiama flessibilità.

Lo stesso ministro Giannini, intervenuta a Radio Popolare ha ribadito che “quando il sistema sarà a regime creerà una mobilità sub provinciale su reti di scuole”. IL TUTTO senza alcuna garanzia per il docente:a oggi nel testo della legge, se da una parte vi è specificato che il dirigente sceglierà gli insegnanti sulla base “della trasparenza e pubblicità degli incarichi” dall’altro canto nel momento in cui dovesse decidere di far a meno di un docente, dopo tre anni, non ha alcun obbligo di motivare la sua scelta. Non solo. Allo stato attuale sembra che tale disposizione riguarderà, inizialmente, solo i neoassunti. Chi ha già una cattedra non verrà sottoposto a incarico triennale. È chiaro che a questo punto avremo docenti di serie A e docenti di serie B. Non resta che augurarci che almeno al Senato questo comma venga modificato.

Renzi ha parlato della valutazione ma non ha scritto sulla lavagna come sarà fatta. Con strategia si è fermato a queste tre parole “nucleo di valutazione”. A giudicare gli insegnanti saranno, oltre al preside, due docenti e due genitori (per la scuola secondaria, uno studente e un genitore) scelti, guarda un po’, dal consiglio d’istituto. Chi fa l’insegnante sa bene che le maggioranze in questi organi collegiali, per dirla in maniera democristiana, sono “della corrente” del dirigente. Il segretario del Pd non ha fatto nemmeno i conti sulla lavagna: ha scritto con il gessetto “più soldi agli insegnanti” ricordando che avranno 500 euro da spendere per la loro formazione. Eppure Renzi dovrebbe sapere che il laureato che sceglie di fare questo mestiere con uno stipendio da 1.300 euro al mese non si può illudere promettendogli una card. Quei 500 euro a pioggia costeranno agli italiani 381.137 milioni di euro che il governo non spenderà su ciò che serve davvero: la formazione sul digitale e sulle lingue straniere. ANZI, il premier si è “scordato” di scrivere sulla lavagna che sulla formazione ci saranno 40 milioni di euro annui che divisi per il numero degli insegnanti fanno 55 euro a testa, che non servono nemmeno per pagare un’andata e ritorno Milano-Roma per partecipare a un corso di aggiornamento. Dimenticanze, come quella di non aver detto agli italiani che sulla questione della detraibilità fiscale per le scuole paritarie, nel testo licenziato dalla commissione Cultura oltre alla “scuola dell’infanzia e al primo ciclo di istruzione” si è aggiunta una riga: “nonché la scuola secondaria di secondo grado”.

Da Il Fatto Quotidiano del 16/05/2015.
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