Effetto-scandali, s'impenna il fronte dei partiti "anti"

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Arjuna
00martedì 20 luglio 2010 12:34
Interessante analisi

Cala il Pdl, Pd fermo al 26. Ormai Lega, Di Pietro e grillini seducono uno su quattro
FABIO MARTINI
ROMA

Di settimana in settimana può cambiare un decimale, ma i trend sono stabilizzati da un mese e confermati dai sondaggi più freschi. La prima tendenza è chiara: il partito-leader del sistema politico italiano - il Pdl - scivola nei consensi e - oscillando oramai tra il 32 e il 34% - il partito di Berlusconi oggi si ritrova più vicino al 30 che al 40%, quota sfiorata alle Politiche del 2008 e che in Italia individua i partiti-guida. Tanto è vero che in 64 anni di Repubblica soglia-40 è stata superata soltanto dalla Dc. Seconda tendenza: il principale antagonista del Popolo della libertà - il Partito democratico - non si giova dell’afflosciamento del rivale e fatica a schiodarsi da quota 26%, restando costantamente 7 punti sotto il livello ottenuto alle Politiche.

L’ennesima sorpresa riguarda i “piccoli”, o meglio gli ex piccoli: ingrassano - e non poco - i movimenti “anti”, quelli che parlano chiaro e manicheo. Sul fronte di centrodestra la Lega oramai si è stabilizzata attorno al 12 per cento, mentre sull’altro versante, l’Italia dei Valori è stabile attorno all’8 per cento, una percentuale doppia rispetto a quella ottenuta alle Politiche del 2008 e alla quale occorre aggiungere anche un sorprendente 3 per cento che premia il Movimento Cinque Stelle di Beppe Grillo, del tutto assente nel circuito informativo “ufficiale”. Sono dati che emergono dalla sequenza dei sondaggi dell’ultimo mese che - da diversi anni e con cadenza settimanale - vengono svolti dalla Ipsos di Nando Pagnoncelli e che rappresentano una sorta di bussola per tutti i partiti.

Naturalmente tra Bossi e Di Pietro c’erano più contatti una quindicina d’anni fa, quando la Lega sventolava i cappi in Parlamento, volendo così simboleggiare la vicinanza con Mani pulite. Dopo l’allineamento alla politica sulla giustizia di Berlusconi, in comune è restato un linguaggio e - per dirla con un personaggio lontano da entrambi come Marco Follini - da un approccio alla politica «segnato dalla propaganda, da un’idea manichea, che contrappone di continuo bene e male». Eppure è la prima volta nella storia, certo virtuale dei sondaggi, che tre movimenti genericamente “antipolitici” mettono assieme una percentuale che si avvicina al 25%. Come dire che quasi un italiano su quattro preferisce movimenti che non si definiscono partiti.

Nella flessione delle intenzioni di voto per il Pdl, certo gioca la raffica di scandali che nelle ultime settimane ha investito la maggioranza, ma il vicepresidente dei deputati Pdl Osvaldo Napoli paradossalmente si sente incoraggiato dai sondaggi: «Ammesso che questi numeri siano attendibili, mettendo in conto gli effetti della manovra, la lite con Fini e la campagna giustizialista, si tratta di numeri destinati ad essere sovvertiti dalla partecipazione di Berlusconi in una futura campagna elettorale, con un vantaggio in più: i nostri “estremisti” fanno parte organica della maggioranza, mentre Di Pietro e Grillo sono schegge incontrollabili».

Eppure c’è anche qualcosa slegato dalla contingenza. Sostiene Salvatore Vassallo, direttore della scuola politica “Democratica”: «L’apice della tendenza bipartitica - negli orientamenti e nelle valutazioni positive - si è verificato nel 2007-2008, quando il sistema si stava ricomponendo nel reciproco riconoscimento e il Pd era una promessa capace di appassionare. E’ seguita, per diverse ragioni, una storia di fallimenti su entrambi i fronti e hanno ripreso quota i movimenti che dicono di battersi contro il degrado della politica». Il dimagrimento dei grandi non gratifica chi sta in mezzo: l’Udc resta quotato tra il 5 e il 6 per cento. Sulle ali, continua lo stallo dei due partiti comunisti - Prc e Pdci - mentre Nichi Vendola prova sulla propria pelle un fenomeno antico: non sempre la popolarità di un leader si trasmette su un partito: la Sel è ferma a quota 3 per cento.

Fonte
Arjuna
00martedì 20 luglio 2010 15:25

Sommando il momento di crisi economica con l'ormai nauseante e triste quotidiano teatrino fornito da governo ed opposizione c'è da stupirsi se gli elettori cercano possibili alternative? [SM=x44473]

Direi di no.
Partiti come IDV, Lega, 5 Stelle sono nati per cavalcare l'indignazione popolare, fare populismo e dare risposte semplici ed immediate.

Tutto da vedere se possono trasformarsi in partiti di maggioranza o restare sempre minoranze a cui allearsi in base alle convenienze politiche del momento.
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