FIAT, avanti con lo scorporo del settore auto

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binariomorto
00giovedì 16 settembre 2010 21:03
Fiat vara la scissione in due società
Elkann: "Un'assemblea storica"

A Torino è stato delibera il nuovo assetto con la divisione fra l'auto e le attività industriali. La prima volta del nuovo presidente. L'ad: "Inizia un nuovo capitolo, per i lavoratori un porto più sicuro"

TORINO - L'assemblea degli azionisti di Fiat ha approvato a larga maggioranza la scissione tra Fiat Auto e Fiat Industrial. "L'Auto da oggi avrà finalmente la possibilità di scegliere il suo destino, senza preoccuparsi dell'impatto sull'Iveco e su CNH". - ha sottolineato l'amministratore delegato della Fiat Sergio Marchionne. "I tempi sono cambiati - ha aggiunto - e l'Auto deve avere totale libertà di scegliere. E' un grandissimo giorno per l'Auto libera di scegliere".

''E' un'assemblea storica per Fiat. Siamo chiamati a dar vita a due Fiat, una legata all'auto, che con Chrysler si è molto rafforzata, e l'altra Fiat Industrial, meno conosciuta, ma una delle società più grandi al mondo con 60mila dipendenti e 30 miliardi di euro di fatturato'', ha detto all'inizio dell'assemblea straordinaria di Fiat al Lingotto il presidente John Elkann ricordando che ''negli ultimi 10 anni'' del suo lavoro nel gruppo, ''iniziati in modo estremamente difficile'' ci sono anche stati ''momenti bui''. ''Molte cose sono cambiate - ha aggiunto - non perché sono cambiati i problemi ma il modo di affrontarli. Non si può più vivere nel mondo delle favole, ma nella realta', bisogna risolvere i problemi. In Fiat non abbiamo paura del futuro, quello che ci interessa è costruirlo''.

La scissione ''permetterà all'azienda di iniziare un nuovo capitolo della sua storia'', ha detto Marchionne, intervenuto subito dopo. ''La scissione - ha detto tra l'altro - permetterà di risolvere una questione strategica, in questi anni spina nel fianco per la Fiat''.

Questo è ''il momento giusto" per questa operazione, ha affermato l'ad. ''Finora non lo avevamo fatto per il semplice motivo che dal 2004 abbiamo voluto mantenere inalterato l'assetto del gruppo perché era in corso un processo di ricostruzione della sua capacità di generare profitti. Ora il processo è completato, e il business dell'auto, grazie alla partnership con Chrysler, ha raggiunto una massa critica per muoversi in modo autonomo''.

All'assemblea non ha partecipato l'ex presidente del gruppo, Luca Cordero di Montezemolo, tuttora membro del consiglio di amministrazione. La situazione nell'azionariato vede Exor con una quota del 30,42%, Capital Research al 4,77%, Blackrock al 2,83%, Norges Bank al 2,02%. Le azioni proprie detenute dal gruppo sono pari al 3,23%. L'annuncio della scissione, pur se ampiamente prevista, ha prodotto un peggioramento delle azioni Fiat a Piazza Affari: dopo le 14 perdevano oltre il 2 per cento.

''Grazie a quello che è stato fatto in questi anni, grazie agli sviluppi tecnologici che ha raggiunto e grazie all'accordo con Chrysler, Fiat non ha più bisogno di stampelle e può essere lei stessa artefice del proprio destino. Oggi portiamo le lancette avanti nel tempo. La nostra azienda, o meglio le nostre aziende, potranno muoversi ad una velocità notevolmente più rapida di quanto non abbiano mai fatto'', ha detto ancora l'Ad. ''Nella vita ci sono momenti in cui tutti compiamo salti evolutivi, sono i momenti più importanti perché costringono a crescere, danno forza per cambiare e migliorare. La giornata di oggi é per Fiat uno di quei salti evolutivi, qiesta è un'operazione che parla di impegno e di ambizione. Vi abbiamo presentato la formazione di due aziende che avranno finalmente la piena libertà di muoversi per conto proprio, due aziende che hanno la capacità e la determinazione per competere a livello internazionale''.

''Mi rendo conto che scelte del genere, che presentano implicazioni di così ampia portata, non sono facili da compiere -ha detto ancora l'Ad del Lingotto- penso soprattutto alla reazione emotiva che ci può essere all'idea di perdere l'identità di un gruppo che ha operato come un tutt'uno per più di un secolo. Ma come i leader della Fiat che ci hanno preceduti hanno avuto la lungimiranza e la tenacia di sviluppare questi business, anticipando i cambiamenti del mercato, anche noi abbiamo l'obbligo di fare lo stesso. Di fronte alle trasformazioni nel mercato non possiamo più permetterci il lusso di guardare alle nostre attività riducendo la prospettiva ai confini storici o ai domicili legali".

Il gruppo Fiat dopo la scissione da Fiat Industrial avrà un indebitamento netto industriale di circa 2,5 miliardi di euro, mentre la liquidità sarà di circa 10 miliardi.
L'indebitamento netto industriale - ha precisato Marchionne - sarà ripartito in misura uguale tra i due gruppi. Considerando il target di 5 miliardi per il 2010, entrambi i gruppi inizieranno a operare con un debito di 2,5 miliardi di euro. La liquidità sarà ''forte e commisurata alle rispettive necessità finanziarie'', pari a 10 miliardi per Fiat e 3 miliardi per Fiat Industrial. I bond rimarranno in capo alle società che li hanno emessi, che non rientrano nel perimetro oggetto dell'operazione; Fiat sarà così titolare di bond per 9 miliardi, Fiat Industrial per 2 miliardi. Sul fronte dei servizi finanziari Fiat avrà un indebitamento netto consolidato di 1,5 miliardi, Fiat Industrial di 10 miliardi.

Le tre classi di azioni Fiat Industrial inizieranno ad essere negoziate alla Borsa di Milano dal 3 gennaio 2011. ''Entro la fine del mese di settembre verrà richiesta l'ammissione alla quotazione. L'attesa è che sia approvata prima della fine di novembre: questo permetterà di stipulare l'atto di scissione a metà dicembre e di rendere efficace l'operazione a partire dal primo gennaio 2011'', ha spiegato Marchionne.

Il progetto ha concluso Marchionne, rappresenterà ''un porto molto più sicuro'' per quanti lavorano nel gruppo. "Alla fine di tutto, l'obbligo che hanno i leader di un'azienda non è solo verso il patrimonio che gestiscono, ma soprattutto verso le persone che vi lavorano. Questo progetto è un modo per assicurare loro, nel medio e nel lungo termine, un porto più sicuro''.

Fonte: Repubblica
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