GENOCIDIO occultato dei cattolici contro i cristiani ortodossi in Croazia

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Pipallo
00lunedì 12 febbraio 2007 12:58
Monsignor Stepinac e la sua allegra brigata:








La documentazione sul genocidio effettuato dagli ustascia di Ante Pavelic nei confronti dei serbo-ortodossi negli anni '41-'45 con la
complicità del clero cattolico e con l'avvallo del Card. Stepinac, allora Primate di Croazia.


Un "genocidio occultato".
Non è conosciuto in Occidente ed è stato trascurato dalla storiografia ; gli sterminatori erano fanatici fascisti che impugnavano la croce ed il pugnale, erano appoggiati da gran parte del clero cattolico e dai Vescovi.
I militari italiani, pure fascisti, cercavano di frenarli ;
gli sterminati non erano ebrei ma altri cristiani giudicati scismatici perché ortodossi.
Il Vaticano sapeva tutto e tacque.
Innumerevoli segnalazioni giunte da Londra, dagli Usa, dal governo iugoslavo in esilio con richiesta di intervento non furono raccolte dal Vaticano (l'unico a protestare era il Card. Tisserant, allora uno dei pochissimi non italiani nella Curia). Ciò spiega anche in buona parte la guerra civile scoppiata in Jugoslavia nel '91.




Ci fu chi non stette zitto nella Chiesa cattolica?

Ci fu il parroco della Chiesa di S.Pietro a Zagabria che fu condannato a morte da Pavelic (ebbe poi salva la vita per l'intervento di Stepinac di cui era stato "padre spirituale").
Ci fu il Vescovo di Mostar Alois Misic che denunciò al Card. Stepinac le violenze degli ustascia in quanto rendevano difficile una spontanea conversione degli ortodossi al cattolicesimo.
[SM=x44472]

Che possibilità avevano i serbi di sfuggire al massacro?

Tutti i serbi, compresi i bambini e le donne, erano a rischio di massacro. Si calcola che lo sterminio abbia eliminato un milione di serbi su un totale di due milioni. L'unica possibilità era la conversione al cattolicesimo che infatti in parte avvenne ( si parla di duecentomila conversioni forzate) La salvezza con la conversione indica quanto il genocidio avesse radici nel fanatismo religioso.



Luigi STEPINAC, Martire, S.E.R. Card., Arcivescovo di Zagreb, nato a Brezaric, attuale Croazia, l'8 maggio 1898, morto a Krasic, attuale Croazia, il 10 febbraio 1960.
Tomba: Cattedrale di Zagreb, Croazia.
Breve della beatificazione: AAS, XCI (1999), pp. 925-926.
Memoria liturgica: 10 febbraio
Postulatore: Giorgio Batelja

www.vatican.va/roman_curia/pontifical_academies/cult-martyrum/martiri/...


=Victor Von Doom=
00lunedì 12 febbraio 2007 13:05
Complimenti!!! [SM=x44462]

Per queste altre povere vittime non c'è "giorno della memoria"... [SM=x44491]
Pipallo
00lunedì 12 febbraio 2007 13:08
Re:

Scritto da: =Victor Von Doom= 12/02/2007 13.05
Complimenti!!! [SM=x44462]

Per queste altre povere vittime non c'è "giorno della memoria"... [SM=x44491]



e temo che non verrà mai istituito
soprattutto perchè il Vaticano ne è gravemente corresponsabile
come puoi capire già da quel poco che ho riportato [SM=x44471]


[SM=x44463]
Pipallo
00lunedì 12 febbraio 2007 13:09
e poi il Papa sale in cattedra a Ratisbona
a dire che sarebbero stati i mussulmani a convertire a fil di spada gli infedeli? [SM=x44463]

[SM=x44474]
=Victor Von Doom=
00lunedì 12 febbraio 2007 13:12
Re: Re:

Scritto da: Pipallo 12/02/2007 13.08


e temo che non verrà mai istituito
soprattutto perchè il Vaticano ne è gravemente corresponsabile
come puoi capire già da quel poco che ho riportato [SM=x44471]


[SM=x44463]



E una storia che conosco benissimo... [SM=x44458]
Pipallo
00lunedì 12 febbraio 2007 13:25
Re: Re: Re:

Scritto da: =Victor Von Doom= 12/02/2007 13.12


E una storia che conosco benissimo... [SM=x44458]



Perchè?
Conosci altri dettagli? [SM=x44466]
=Victor Von Doom=
00lunedì 12 febbraio 2007 15:21
Re: Re: Re: Re:

Scritto da: Pipallo 12/02/2007 13.25


Perchè?
Conosci altri dettagli? [SM=x44466]



No, intendevo dire che quanto da te evidenziato e riportato era già a mia conoscenza... diciamo che sono un accanito lettore delle pubblicazioni della Kaos... e, comunque, sapevo bene del feroce collaborazionismo dei cattolici croati con i nazifascisti durante la II Guerra Mondiale... fino al punto di formare la XIII divisione SS "HANDSCHAR", addirittura insieme a croato-bosniaci di religione musulmana...
Al proposito riporto un passaggio di un volume dello storico Schirer:
"Una decisione di Hitler nel febbraio del 1943 portò alla creazione di una divisione cattolico/musulmana reclutata nello stato di Croazia. La divisione nasce ufficialmente nell'ottobre 1943 con quadri provenienti dalla Germania e fu inviata subito in Francia per addestramento. Si verificò un ammutinamento grave che vide la morte di diversi ufficiali tedeschi e la conseguente cattura e fucilazione degli elementi ribelli .
Trasferita in Germania per essere organizzata nuovamente, giurò fedeltà alla presenza del Mufti di Gerusalemme e del Cardinale Stepinac, quindi inviata in Jugoslavia per essere impiegata contro i partigiani dove si batte in modo superbo. Quando il 9 settembre 1944 la Bulgaria passò dalla parte dei sovietici, la divisione fu sacrificata per permettere la ritirata delle forze tedesche dalla Grecia. Combatté battaglie durissime contro i Bulgari; indi trasferita di nuovo creò un fronte per proteggere la capitale della Croazia Zagabria dall'assalto dei partigiani. Nel novembre - dicembre 1944 aiutò a bloccare l'attacco russo sulla Drava. Si arrese a fine guerra e gli inglesi consegnarono ciò che restava della divisione ai Titoisti che massacrarono i superstiti a Maribor."

[Modificato da =Victor Von Doom= 12/02/2007 15.22]

bekerovka
00venerdì 16 febbraio 2007 23:35
Le macellerie cattoliche nella "Grande Croazia"

Il testo che segue è la traduzione letterale di quello presentato da Karlheinz Deschner il 26/12/1993 in occasione dell'ultima puntata della sua serie televisiva sulla politica dei Papi nel XX secolo. Questa serie è stata trasmessa in Germania da Kanal 4.

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Il Papato di Roma - divenuto grande attraverso la guerra e l'inganno, attraverso la guerra e l'inganno conservatosi tale - ha sostenuto nel XX secolo il sorgere di tutti gli Stati fascisti con determinazione, ma più degli altri ha favorito proprio il peggior regime criminale: quello di Ante Pavelic in Jugoslavia.

Questo ex-avvocato zagrebino, che negli anni '30 addestrò le sue bande soprattutto in Italia, fece uccidere nel 1934 a Marsiglia il re Alessandro di Jugoslavia in un attentato che costò la vita anche al ministro degli Esteri francese. Due anni più tardi celebrò con un libello le glorie di Hitler, "il più grande ed il migliore dei figli della Germania", e ritornò in Jugoslavia nel 1941, rifornito da Mussolini con armi e denari, al seguito dell'occupante tedesco. Da despota assoluto Pavelic si pose nella cosiddetta Croazia Indipendente a capo di tre milioni di Croati cattolici, due milioni di Serbi ortodossi, mezzo milione di Musulmani bosniaci nonché numerosi gruppi etnici minori. Nel mese di maggio cedette quasi la metà del suo paese con annessi e connessi ai suoi vicini, soprattutto all'Italia, dove con particolare calore fu accolto e benedetto da Pio XII in udienza privata (benché già condannato a morte in contumacia per il doppio omicidio di Marsiglia sia dalla Francia che dalla Jugoslavia). Il grande complice dei fascisti si accommiatò da lui e dalla sua suite in modo amichevole e con i migliori auguri, letteralmente, di "buon lavoro".

Così ebbe inizio una crociata cattolica che non ha nulla da invidiare ai peggiori massacri del Medioevo, ma piuttosto li supera. Duecentonovantanove chiese serbo-ortodosse della "Croazia Indipendente" furono saccheggiate, annientate, molte trasformate persino in magazzini, gabinetti pubblici, stalle.

Duecentoquarantamila Serbi ortodossi furono costretti a convertirsi al cattolicesimo e circa settecentocinquantamila furono assassinati. Furono fucilati a mucchi, colpiti con la scure, gettati nei fiumi, nelle foibe, nel mare. Venivano massacrati nelle cosiddette "Case del Signore", ad esempio duemila persone solo nella chiesa di Glina. Da vivi venivano loro strappati gli occhi, oppure si tagliavano le orecchie ed il naso, da vivi li si seppelliva, erano sgozzati, decapitati o crocifissi. Gli Italiani fotografarono un sicario di Pavelic che portava al collo due collane fatte con lingue ed occhi di esseri umani.

Anche cinque vescovi ed almeno 300 preti dei Serbi furono macellati, taluni in maniera ripugnante, come il pope Branko Dobrosavljevic, al quale furono strappati la barba ed i capelli, sollevata la pelle, estratti gli occhi, mentre il suo figlioletto era fatto letteralmente a pezzi dinanzi a lui. L'ottantenne Metropolita di Sarajevo, Petar Simonic, fu sgozzato. Ciononostante l'arcivescovo cattolico della città di Oden scrisse parole in lode di Pavelic, "il duce adorato", e nel suo foglio diocesano inneggiò ai metodi rivoluzionari, "al servizio della Verità, della Giustizia e dell'Onore".

Le macellerie cattoliche nella "Grande Croazia" furono così terribili che scioccarono persino gli stessi fascisti italiani; anche alti comandi tedeschi protestarono, diplomatici, generali, persino il servizio di sicurezza delle SS ed il ministro degli Esteri nazista Von Ribbentrop. A più riprese, di fronte alle "macellazioni" di Serbi, truppe tedesche intervennero contro i loro stessi alleati croati.

E questo regime - che ebbe per simboli e strumenti di guerra "la Bibbia e la bomba" - fu un regime assolutamente cattolico, strettamente legato alla Chiesa Cattolica Romana, dal primo momento e sino alla fine. Il suo dittatore Ante Pavelic, che era tanto spesso in viaggio tra il quartier generale del Führer e la Berghof hitleriana quanto in Vaticano, fu definito dal primate croato Stepinac "un croato devoto", e dal papa Pio XII (nel 1943!) "un cattolico praticante".

In centinaia di foto egli appare fra vescovi, preti, suore, frati. Fu un religioso ad educare i suoi figli. Aveva un suo confessore e nel suo palazzo c'era una cappella privata. Tanti religiosi appartenevano al suo partito, quello degli ustasa, che usava termini come dio, religione, papa, chiesa, continuamente. Vescovi e preti sedevano nel Sabor, il parlamento ustasa. Religiosi fungevano da ufficiali della guardia del corpo di Pavelic. I cappellani ustasa giuravano ubbidienza dinanzi a due candele, un crocifisso, un pugnale ed una pistola. I Gesuiti, ma più ancora i Francescani, comandavano bande armate ed organizzavano massacri: "Abbasso i Serbi!". Essi dichiaravano giunta "l'ora del revolver e del fucile"; affermavano "non essere più peccato uccidere un bambino di sette anni, se questo infrange la legge degli ustasa". "Ammazzare tutti i Serbi nel tempo più breve possibile": questo fu indicato più volte come "il nostro programma" dal francescano Simic, un vicario militare degli ustasa. Francescani erano anche i boia dei campi di concentramento. Essi sparavano, nella "Croazia Indipendente", in quello "Stato cristiano e cattolico", la "Croazia di Dio e di Maria", "Regno di Cristo", come vagheggiava la stampa cattolica del paese, che encomiava anche Adolf Hitler definendolo "crociato di Dio".

Il campo di concentramento di Jasenovac ebbe per un periodo il francescano Filipovic-Majstorovic per comandante, che fece ivi liquidare 40.000 esseri umani in quattro mesi. Il seminarista francescano Brzien ha decapitato qui, nella notte del 29 agosto 1942, 1360 persone con una mannaia.

Non per caso il primate del paradiso dei gangsters cattolici, arcivescovo Stepinac, ringraziò il clero croato "ed in primo luogo i Francescani" quando nel maggio 1943, in Vaticano, sottolineò le conquiste degli ustasa. E naturalmente il primate, entusiasta degli ustasa, vicario militare degli ustasa, membro del parlamento degli ustasa, era bene informato di tutto quanto accadeva in questo criminale eldorado di preti, come d'altronde Sua Santità lo stesso Pio XII, che in quel tempo concedeva una udienza dopo l'altra ai Croati, a ministri ustasa, a diplomatici ustasa, e che alla fine del 1942 si rivolse alla Gioventù Ustasa (sulle cui uniformi campeggiava la grande "U" con la bomba che esplode all'interno) con un: "Viva i Croati!". I Serbi morirono allora, circa 750.000, per ripeterlo, spesso in seguito a torture atroci, in misura del 10-15% della popolazione della Grande Croazia - tutto ciò esaurientemente documentato e descritto nel mio libro La politica dei papi nel XX secolo [Die Politik der Pëpste im XX Jahrhundert, Rohwohl 1993 - non ancora tradotto in italiano].

E se non si sa nulla su questo bagno di sangue da incubo non si può comprendere ciò che laggiù avviene oggi, avvenimenti per i quali lo stesso ministro degli Esteri dei nostri alleati Stati Uniti attribuisce una responsabilità specifica ai tedeschi, ovvero al governo Kohl-Genscher. Più coinvolto ancora è solo il Vaticano, che già a suo tempo attraverso papa Pio XII non solo c'entrava, ma era così impigliato nel peggiore degli orrori dell'era fascista che, come già scrissi trent'anni fa, "non ci sarebbe da stupirsi, conoscendo la tattica della Chiesa romana, se lo facesse santo".

Comunque sia: il Vaticano ha contribuito in maniera determinante alla instaurazione di interi regimi fascisti degli anni venti, trenta e quaranta. Con i suoi vescovi ha sostenuto tutti gli Stati fascisti sistematicamente sin dal loro inizio. E' stato il decisivo sostenitore di Mussolini, Hitler, Franco, Pavelic; in tal modo la Chiesa romano-cattolica si è resa anche corresponsabile della morte di circa sessanta milioni di persone, e nondimeno della morte di milioni di cattolici. Non è un qualche secolo del Medioevo, bensì è il ventesimo, per lo meno dal punto di vista quantitativo, il più efferato nella storia della chiesa.

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POSTILLA: In occasione del viaggio in Croazia di Giovanni Paolo II, il quotidiano italiano la Repubblica ha scritto: "...Ma il contatto con la folla fa bene a Giovanni Paolo II. I fedeli lo applaudono ripetutamente. Specie quando ricorda il cardinale Stepinac, imprigionato da Tito per i suoi rapporti con il regime di Ante Pavelic, ma sempre rimasto nel cuore dei Croati come un'icona del nazionalismo. Woityla, che sabato sera ha pregato sulla sua tomba, gli rende omaggio, però pensa soprattutto al futuro..". (la Repubblica, 12/9/1994).


Fonte: www.ecn.org/est/balcani/jugo/jugo03.htm

Etrusco
00sabato 17 febbraio 2007 03:06
Re:

Scritto da: bekerovka 16/02/2007 23.35
Le macellerie cattoliche nella "Grande Croazia"

Il testo che segue è la traduzione letterale di quello presentato da Karlheinz Deschner il 26/12/1993 in occasione dell'ultima puntata della sua serie televisiva sulla politica dei Papi nel XX secolo. Questa serie è stata trasmessa in Germania da Kanal 4.

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Il Papato di Roma - divenuto grande attraverso la guerra e l'inganno, attraverso la guerra e l'inganno conservatosi tale - ha sostenuto nel XX secolo il sorgere di tutti gli Stati fascisti con determinazione, ma più degli altri ha favorito proprio il peggior regime criminale: quello di Ante Pavelic in Jugoslavia.

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POSTILLA: In occasione del viaggio in Croazia di Giovanni Paolo II, il quotidiano italiano la Repubblica ha scritto: "...Ma il contatto con la folla fa bene a Giovanni Paolo II. I fedeli lo applaudono ripetutamente. Specie quando ricorda il cardinale Stepinac, imprigionato da Tito per i suoi rapporti con il regime di Ante Pavelic, ma sempre rimasto nel cuore dei Croati come un'icona del nazionalismo. Woityla, che sabato sera ha pregato sulla sua tomba, gli rende omaggio, però pensa soprattutto al futuro..". (la Repubblica, 12/9/1994).


Fonte: www.ecn.org/est/balcani/jugo/jugo03.htm





In Germania hanno molto più coraggio a parlare di questi documenti storici,
chissà, forse perchè gran parte dell'informazione tedesca è in mano ad ebrei o filo-semiti?
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