I Marò

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fabius039
00domenica 19 febbraio 2012 21:19
Accusati erroneamente della morte di 2 pescatori indiani


Pescatori uccisi, alta tensione Italia-India
Fermati 2 marò, Farnesina: atto unilaterale
I fucilieri della Marina sulla Enrica Lexie: colpi di avvertimento,
pensavamo a pirati.
Severino: situazione non tranquillizzante



La petroliera Enrica Lexie


NEW DEHLI - Sono stati interrogati e poi praticamente arrestati i due militari italiani ritenuti responabili della morte di due pescatori. I due marò sono negli uffici della polizia a Kochi e le autorità indiane impediscono il loro ritorno a bordo della Enrica Lexie. Tra le diplomazie la tensione è altissima.

La sparatoria in mare. Mercoledì scorso una imbarcazione si è avvicinata alla petroliera scortata dai militari italiani. Quest'ultimi, sicuri che si trattasse dell'attacco dei pirati, hanno sparato dei colpi intimidatori. Per errore sono stati uccisi due pescatori. L'incidente è avvenuto a 30 miglia dalla costa indiana. Due fucilieri sono stati prelevati dalla nave, interrogati e arrestati dalla polizia indiana

Due fucilieri arrestati. I due fucilieri della Marina che oggi sono stati arrestati dopo essere stati portati a terra a Kochi per essere interrogati, sono Massimiliano Latorre e Salvatore Girone. I due prestano servizio presso il reggimento San Marco che ha sede nella caserma Carlotto di Brindisi.

Alta tensione nella mattinata. In mattinata la polizia indiana è salita a bordo della nave chiedendo di prendere in consegna e interrogare due marinai italiani ritenuti coinvolti nella morte dei pescatori. Dopo un primo rifiuto da parte italiana è stato raggiunto un accordo e i militari italiani sono stati sbarcati per essere interrogati. Il comandante della nave, Umberto Vitelli, e il console generale d'Italia a Mumbai, Giampaolo Cutillo, sono scesi con i due fucilieri. Insieme a loro l'addetto militare dell'ambasciata, il contrammiraglio Franco Favre. I militari sono stati portati all'interno del circolo ufficiali delle forze armate indiane.

La versione dei due arrestati: abbiamo sparato solo colpi d'avvertimento. I militari arrestati avevano ribadito ieri la loro originaria versione dei fatti a tre ufficiali della Marina giunti dall'Italia: raccontano di aver visto cinque persone armate e di essersi limitati a sparare dei "warning shots", cioè dei colpi di avvertimento in aria e in acqua.

Le contraddizioni sui colpi sparati. Le autorità indiane sostengono che sul peschereccio che sarebbe stato colpito dai fucilieri di Marina del Reggimento San Marco si trovano i segni di 16 proiettili, mentre quattro sono quelli che hanno ucciso i due pescatori: questo vorrebbe dire che i due marò, sparando da centinaia di metri e senza nemmeno una raffica di avvertimento, hanno centrato l’obiettivo con tutti e 20 i proiettili complessivamente esplosi, numero, questo, che risulta dai registri ufficiali. «Ma ciò - sottolinea una fonte italiana vicina all’inchiesta - è anche tecnicamente impossibile».

Le raffiche degli italiani. I due marò, riferisce la fonte, hanno sparato 20 colpi: 12 uno e 8 l’altro, in raffiche in aria e in mare a distanze di 500, 300 e 100 metri. Di questi proiettili viene tenuta una contabilità precisa ed ufficiale, che contrasta con il numero più alto - una sessantina, a quanto pare - accreditato dalle autorità locali. Da parte dei militari italiani, viene ribadito, non c’è stato «fuoco diretto» contro l’imbarcazione del presunto abbordaggio, ma, anche ammettendo solo per ipotesi che ciò sia avvenuto, la fonte sostiene che sarebbe «anche tecnicamente impossibile» che tutti i proiettili abbiano centrato l’obiettivo, specie tenuto conto della distanza.

Incerti i tempi della procedura. Non risulta ancora tramutato in arresto il fermo dei due marò, Massimiliano Latorre e Salvatore Girone. Secondo quanto si è appreso, i due militari sono in custodia della polizia di Kollam che ha proceduto ad ascoltare la loro versione dei fatti riguardante l’attacco pirata alla petroliera e l’uso fatto delle armi di ordinanza. La procedura si è svolta nella Guest House della Polizia centrale del Kerala a Kochi dove i due verosimilmente passeranno la notte. Non è invece chiaro quello che succederà domani perchè in tutta l’India si osserva la festività di Shivaratri (in onore alla divinità Shiva) ed il tribunale del distretto di Kollam, competente per questa vicenda, sarà chiuso. Per cui lo stato di fermo dovrebbe essere prolungato di almeno altre 24 ore.

Atti unilaterali della polizia. La polizia di Kochi ha compiuto «atti unilaterali» nei confronti dei due marò. La Farnesina ribadisce che «i contatti e la collaborazione tra i due governi sono ritenuti essenziali ai fini dell’accertamento dei fatti».

Le autorità indiane rifiutano di mostrare i corpi pescatori. Le autorità indiane rifiutano al momento di mostrare il corpo dei due pescatori uccisi, così come di far eseguire l’autopsia.

La Farnesina: con India posizione non condivisa. Italia e India non hanno una posizione condivisa sulla vicenda. Lo sottolinea una nota della Farnesina rendendo noto il risultato della riunione avvenuta questa mattina a Nuova Delhi fra la delegazione di esperti dei ministeri degli esteri, difesa e giustizia italiani inviati in India con funzionari indiani. «La riunione non ha permesso di raggiungere una posizione condivisa», si legge nella nota in cui si precisa inoltre che i ministri degli esteri, della difesa e della giustizia «continuano a seguire direttamente gli sviluppi del caso».

Militari italiani godono di immunità. L’Italia ha fatto presente all’India che «la presenza di militari a bordo di navi mercantili è regolata da una specifica legge italiana che risponde anche alle esigenze delle risoluzioni delle Nazioni Unite in materia di lotta alla pirateria» e ricordato «che i militari sono organi dello Stato italiano e che pertanto godono dell’immunità dalla giurisdizione rispetto agli Stati stranieri».

Severino: la situazione non è tranquillizzante. «La situazione non è tranquillizzante». Lo ha detto il ministro della Giustizia Paola Severino, nell’anteprima del programma “In mezz’ora” su Raitre. «Abbiamo trattato tutta la notte, abbiamo in India delle persone inviate dal ministero degli Esteri, della Difesa e della Giustizia», ha ricordato Severino. Certamente la situazione non è tranquillizzante. Abbiamo comunque un’idea molto precisa: «Il fatto è avvenuto in acque internazionali, su una nave che batte bandiera italiana, quindi la giurisdizione è italiana«.

Monti costantemente informato. Sulla vicenda è stato informato il premier Mario Monti.

Marò Latorre su Fb: mi assento per qualche giorno. «Signori e signori vi mando un abbraccio ... mi assento per qualche ora o forse per qualche giorno, alla prossima!!!». È l’ultimo post, scritto sul suo profilo Facebook l’11 febbraio, alle 16.48, da Massimiliano Latorre.

Diplomazie al lavoro. Una delegazione italiana dei ministeri degli Esteri, della Difesa e della Giustizia, è attualmente al lavoro in India, come concordato ieri dal ministri degli Esteri Giulio Terzi e S.M. Krishna, offrendo cosi «una cornice di riferimento diplomatica» per garantire che al di là degli sviluppi legati all'atteggiamento della polizia locale, i due governi centrali «si muovano in maniera concordata»

Fonte
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La situazione è resa ancor più delicata dalla presenza dell'italiana Sonia Gandhi a capo del partito al governo.

Invcece di essere un elemento favorevole quantomeno a smussare le incomprensioni, rischia di essere un elemento negativo, essendo gli oppositori del governo pronti a lanciare accuse a Sonia di essere disposta per le sue origini ad essere debole nel sostenere le ragioni indiane.
E per evitare questo, che potrebbe anche scatenare una crisi, c'è il rischio che il governo indiano prenda una posizione particolarmente dura.
Una bella gatta da pelare per il nostro governo tecnico, vediamo come se la cava.
fabius039
00giovedì 23 febbraio 2012 22:12
Pescatori uccisi, prolungato di sette giorni fermo marò italiani
giovedì 23 febbraio 2012


Massimiliano Latorre, uno dei due fanti di Marina trattenuti a Kochi, in India, con l"accusa di aver ucciso due pescatori indifesi mentre erano a bordo della petroliera Enrica Lexie per una missione anti-pirateria. La foto è stata scattata oggi, 23 febbraio REUTERS/Sivaram V
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ROMA (Reuters) - I due marò italiani accusati da Nuova Dehli di aver ucciso due pescatori indiani mentre erano di servizio anti-pirateria su una petroliera nell'Oceano Indiano resteranno per altri sette giorni in custodia della polizia.

Lo riferisce la Farnesina.

Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, i due marò del battaglione San Marco fermati nella città costiera di Kochi, nello stato del Kerala, eviteranno così per il momento il carcere.

L'India li accusa di avere sparato e ucciso dei pescatori disarmati mercoledì scorso, nel corso di quello che per l'Italia era stato un tentativo di attacco da parte di pirati contro la petroliera Enrica Lexie.

Non è ancora chiaro che cosa sia esattamente successo tra la petroliera di diritto italiano e la barca su cui sono morti i due pescatori, in un caso che rischia di alimentare la tensione tra i due paesi.

(Daniele Mari)
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Anche se non sembra, è una discretamente buona notizia, si temeva che potessero essere già incarcerati, riducendo o eliminando ogni margine di manovra, invece così c'è ancora qualche giorno per cercare di districare l'ingarbugliata matassa.
Il ToBot
00venerdì 2 marzo 2012 15:08

Oh Maro' che casino.



fabius039
00lunedì 23 aprile 2012 20:54
Si apre qualche spiraglio per i due marò

Marò: sì corte indiana a ricorso italiano
23 aprile, 20:29
di Maria Grazia Coggiola



NEW DELHI - Si e' sciolto un altro nodo nell'intricata matassa della vicenda dell'Enrica Lexie: oggi la Corte Suprema di New Delhi ha ammesso un ricorso per incostituzionalita' dell'arresto dei due maro' accusati di aver ucciso due pescatori al largo dello Stato indiano del Kerala. I giudici del massimo organo giudiziario hanno mostrato di voler prendere ''sul serio'' le obiezioni dell'Italia sull'illegalita' della detenzione di Massimiliano Latorre e Salvatore Girone: i due, sostiene da sempre Roma, sono militari in servizio anti pirateria e l'incidente e' avvenuto in acque internazionali.
La Corte ha chiesto al governo indiano e allo stato del Kerala di comparire nella prossima udienza dell'8 maggio per esporre le loro tesi. Dopo l'accordo sull'indennizzo ai familiari delle due vittime e l'eventualita' della partenza a breve tempo della petroliera ancorata al largo di Kochi, questo nuovo spiraglio potrebbe forse far sperare in un possibile rilascio dei due militari e nella loro consegna alla giustizia italiana. (...)

ANSA
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Più che la forza del diritto, sembra dare i sui frutti l'onnipotente foza del denaro..
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Marò reclusi, soldi alle famiglie dei pescatori
Concordato un indennizzo di 146mila euro. Il ministro della Difesa conferma le indiscrezioni di stampa: «Un atto di generosità» ( [SM=x44467] )

MILANO - «Un atto di generosità». Così il ministro della Difesa Giampaolo Di Paola - confermando le indiscrezioni della stampa indiana su una donazione in denaro alle famiglie dei due pescatori uccisi in India, per la cui morte sono sotto processo in India due marò italiani - ha commentato l'iniziativa del governo. «Che - ha affermato - non è in alcun modo legata alla giurisdizione sul caso», che l'Italia «continua a rivendicare».
«DONAZIONE» - Le famiglie dei pescatori morti il 15 febbraio al largo delle coste indiane, per il cui decesso sono stati accusati Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, riceveranno 10 milioni di rupie ciascuna come compensazione. L'accordo, spiega il Times of India, è stato possibile grazie all'intervento del ministro della Difesa italiano. Di Paola lo ha definito «un atto di donazione, ex gratia, al di fuori di un contesto giuridico», per venire incontro alle sofferenze patite dalla famiglie dei due pescatori.

LE TRATTATIVE - Secondo il quotidiano indiano, ogni famiglia riceverà l'equivalente di 146mila euro. Il giornale scrive che le trattative si sono svolte, «negli ultimi giorni», tra un team di cui facevano parte funzionari del ministero della Difesa e degli Esteri italiani e i rappresentanti delle famiglie, oltre a sacerdoti delle parrocchie di residenza dei due pescatori uccisi, Valentine Jelestine e Ajeesh Pink.
Una prima offerta di risarcimento di 7 milioni di rupie, equivalenti a circa 102.000 euro, sarebbe stata rifiutata. Dopo ulteriori negoziati, nel pomeriggio di giovedì si è giunti al compromesso finale, che prevede per l'appunto l'elargizione a ciascuna delle due controparti di 10 milioni di rupie.

Corriere della Sera
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Ammorbidite le posizioni indiane con l'odore della pecunia (olet, olet!..), forse i nostri eroi (?) la sfangano, guarda caso proprio ora che, almeno secondo le fonti indiane, la prova balistica sembra confermare la loro responsabilità:

Marò. Secondo la prova balistica sarebbero stati i nostri fucili a sparare.

Il The Times of India riporta oggi in un articolo, che la perizia balistica condotta dal Laboratorio scientifico della polizia ha stabilito che sarebbero stati usati due fucili sequestrati a bordo dell’ Enrica Lexie per uccidere i due pescatori indiani a largo delle coste del Kerala lo scorso 15 febbraio. L’analisi del laboratorio è stato consegnato alla magistratura di Kollam e alla squadra di investigazione speciale guidata dal capo della polizia di Kochi, M R Ajith Kumar.
Il giornale indiano riporta le testuali parole “Possiamo confermare che si trattava delle armi usate dopo aver esaminato i proiettili recuperati dai corpi dei pescatori uccisi”

Fonte
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E tra un pò, tacitata la coscienza col vile danaro, i notri due marò potrebbero diventare dei quasi eroi, divi da spettacolo:
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Maro' Latorre-eroe salva un fotoreporter
Fuori dal carcere blocca auto in retromarcia che lo stava investendo
23 aprile, 13:16



BARI - Massimiliano Latorre, un eroe! Cosi' la stampa indiana - scrive oggi la Gazzetta del Mezzogiorno che pubblica anche un'eloquente foto a colori del The New Sunday Express - racconta l'atto di eroismo di cui il maro' tarantino e' stato protagonista lo scorso sabato mattina, all'esterno del carcere di Trivandum, dove insieme con il collega Salvatore Girone si recava al colloquio giornaliero con i familiari. (...)

ANSA
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Tutta la vicenda è grave, gravissima, in bilico tra la tragedia vera (i pescatori sono morti), il dramma annunciato (la galera in India per i due militari) ed una conclusione al limite dell'assurdo.

giogio232323
00martedì 24 aprile 2012 11:38
Premetto che, secondo me, è statisticamente impossibile che, a 500 metri, dei 20 colpi sparati il 100 % abbia raggiunto il bersaglio. Oltre tutto, visto che si parla di "raffiche", si tratta evidentemente di armi automatiche a ripetizione, non di fucili da cecchino, armi di alta precisione. E con armi a ripetizione il 100 % dei colpi a bersaglio da 500 metri per me è impossibile. A meno che il responsabile del conteggio dei proiettili menta, ma questa sarebbe tutta un'altra storia. Poi, vorrei capire un'altra cosa: dei pacifici pescatori tentano di avvicinarsi, in alto mare, a una nave che, appena si avvicinano, comincia a sparare dei colpi intimidatori (non sono disposto a credere che, a 500 metri di distanza, degli uomini di guardia sparino per uccidere). I pacifici pescatori perché non hanno immediatamente invertito la rotta, allontanandosi? Meglio perderci una rete (ammesso che questo sia vero, non ci sono elementi di sorta a riscontro, a quanto pare) che perderci la vita, come è stato. Secondo me c'è molta disinformazione su tutta la storia, probabilmente per non prendere "di punta" le autorità indiane, che di fatto hanno subito incarcerato i due marò. Per carità, posso senz'altro essermi sbagliato, e magari i due marò sono due folli belligeranti assetati di sangue, qualunque e di chiunque esso sia. Però, a tutt'oggi, questa storia non mi è perfettamente chiara, ci sono troppi punti oscuri e assurdi.
Giorgione
[SM=x44464]
giogio232323
00martedì 24 aprile 2012 11:57
Ho appena appreso che i periti italiani non sono stati ammessi all'esame balistico dei proiettili che hanno ucciso i pescatori. Visto che si tratta di un esame obiettivo, in cui bisogna verificare la coincidenza di un certo numero di punti identificativi, non capisco perché non sia stato permesso ai periti italiani di assistere all'esame balistico, ma solo alle prove di sparo (non significano niente, se voglio pescare nel torbido, da avvocato posso sostenere che nessuno mi dice che i proiettili sparati per prova siano davvero quelli confrontati, tranne le autorità indiane, che non brillano certo per linearità di comportamento). Indubbiamente, tutto è possibile, ma se il governo indiano è in possesso di pretese prove schiaccianti, perché comportarsi in maniera così evasiva?
Preciso che il mio discorso è assolutamente a filo di logica possibile, e non c'entra niente con i miei convincimenti di antimilitarista.
Giorgione
[SM=x44473]
fabius039
00domenica 3 giugno 2012 02:07
Scarcerati i maro', in albergo a Kochi

Tribunale Kollam ha accolto documenti e garanzie relativi a concessione liberta' dietro cauzione
02 giugno, 20:31


I maro' Massimiliano Latorre (destra) e Salvatore Girone

dell'inviato Maurizio Salvi

KOCHI (INDIA) - Era quello che più desideravano ed il fatto che la ritrovata libertà in India di Massimiliano Latorre e Salvatore Girone sia coincisa con la Festa della Repubblica ha avuto certamente per loro un sapore ancora più forte e beneaugurante. A salutare così la scarcerazione dei due fucilieri di Marina, stasera a Kochi, è stato il presidente del Consiglio Mario Monti. E non è un caso che in mattinata l'applauso più caloroso tributato dai Fori Imperiali durante la sfilata per la festa del 2 giugno era stato per i due marò.

"Un obiettivo importante della nostra azione è stato raggiunto - ha detto Monti -. Ma la conclusione finale che vogliamo, per la quale abbiamo lavorato fin dal primo giorno con determinazione nei confronti delle autorità indiane di ogni livello è il ritorno in Italia dei nostri militari". Dopo aver atteso per l'intero giorno, il beneficio è scattato in serata ed in un attimo i due marò, salendo sull'auto scura che li attendeva, hanno messo tra parentesi i 104 giorni trascorsi in varie forme di carcerazione ed anche l'udienza in cui stamani la 'session court' di Kollam ha fissato per il 18 giugno il primo capitolo del processo che li coinvolge per la morte di due pescatori indiani.

Per la prima volta, i due hanno abbandonato le uniformi a cui sono attaccati e che hanno indossato scrupolosamente ogni giorno per ribadire il loro status di funzionari dello Stato italiano, adottando una tenuta semplice di jeans e t-shirt con cui hanno varcato la soglia dell'Hotel Trident di Kochi, sorridendo, congiungendo le mani e salutando il personale indiano che li accoglieva con un vibrante 'Namaste!'. Non hanno rilasciato dichiarazioni, seguendo il prevedibile invito alla prudenza della delegazione italiana, ed hanno subito abbandonato la hall dell'albergo non in ascensore, ma attraverso le scale, affrontate con ampie falcate.

Da oggi la loro vita recupererà una parvenza di normalità, anche se fra le condizioni poste per il beneficio della libertà dietro cauzione (quasi 290mila euro, garantiti dalle proprietà di due cittadini keralesi) c'é quella di non allontanarsi oltre la zona di competenza del Commissariato di Kochi. Un'area che dovrà comunque sembrargli enorme se paragonata con i pochi metri in cui dovevano muoversi nelle guest-house di Kochi e Kollam e nel carcere di Trivandrum, dove hanno risieduto dal 19 febbraio. Teso per tutta la giornata a causa del delicato passaggio dei marò davanti al giudice e delle sfibranti esigenze della burocrazia indiana per la concessione del 'bail' , il console generale a Mumbai, Giampaolo Cutillo, si è abbandonato dopo l'ingresso di Latorre e Girone in hotel ad un sorriso stanco ma soddisfatto che aveva il significato di 'Missione compiuta!'.

Serviranno ora alcuni giorni per tirare il fiato e riordinare le idee in vista del futuro processuale che per ora, ha detto all'ANSA l'avvocato Rajendran Nair, "si basa su un 'chargesheet' (dossier accusatorio) che noi smonteremo perché contiene accuse, come quella di omicidio volontario, che non stanno né in cielo né in terra". Lo stesso legale ha provato oggi a convincere il giudice P.D. Rajan a non fissare subito la prima udienza del processo di primo grado, visto che la Corte Suprema a New Delhi si accinge a discutere (il 26 luglio) una petizione italiana che sostiene l'incostituzionalità di tutto l'operato della polizia e della magistratura del Kerala. Ma il giudice ha disposto ugualmente l'apertura del dibattimento processuale che a suo avviso può svolgersi perché riguarda la necessità di stabilire fatti e circostanze dell'incidente in mare del 15 febbraio, e non tocca questioni di principio di pertinenza dei giudici della Corte Suprema

ANSA
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La cauzione fissata non sembra eccessiva, rispetto al clamore della cosa ed a quanto è già costata anche solo per le spese dirette dei numerosi interventi dei nostri funzionari, e si potrebbe ventilare l'ipotesi di "fuga" e rimpatrio nascosto perdendo la somma, ma il fatto che non sia, a quanto pare, un deposito liquido, ma dei beni di proprietà di cittadini indiani lì residenti renderebbe la cosa, se non impossibile, altamente scorretta, quindi speriamo che tutto si svolga in regolarità.
Etrusco
00sabato 7 marzo 2015 16:17

Il premier dello Sri Lanka all’India: “Volete liberi i vostri pescatori? Lasciate i marò”



 

maro (6)

L’India vorrebbe che lo Sri Lanka mostri magnanimità con i suoi pescatori arrestati?
Allora “dovrebbe mostrare lo stesso sentimento con i fucilieri di Marina italiani”.

Sono state queste le parole di Ranil Wickramasinghe, premier cingalese, intervenendo sul caso dei pescatori indiani detenuti in Sri Lanka e creando un parallelismo con Massimiliano Latorre e Salvatore Girone,accusati d’omicidio in India. In un’intervista col canale indiano di Chennai ‘Thanthi Tv’, il leader ha infatti invitato:  “Voi – ha detto – statevene dalla parte vostra (del mare), noi dalla nostra. E poi perché voi vi siete presi i fucilieri italiani?
Dite di essere amici dell’Italia, e allora mostrate all’Italia la magnanimità che volete da noi”.

 

La risposta del giornalista non si è fatta attendere:”Loro hanno attaccato i nostri pescatori”, ha precisato, “hanno sparato contro di loro.”
Obiezione a cui  Wickramasinghe ha prontamente ribattuto: “E voi state portando via il pane dalla bocca dei nostri pescatori del Nord”. 

 

Fonte articolotre.com

Roma, 7 marzo 2015


pliskiss
00sabato 7 marzo 2015 17:43
Quanto hanno pagato lo Sri Lanka? adesso tornano, anche perchè è una storia che è diventata logorroica, la prossima volta ancora!
Mà perchè non proviamo anche noi a trattenere un qualche straniero, almeno entra un pò di grana nelle casse, appena arriva uno sceicco lo rapiamo e lo nascondiamo in Aspromonte! [SM=x44458]
Quak150
00sabato 7 marzo 2015 20:08
pliskiss, 3/7/2015 5:43 PM:

Quanto hanno pagato lo Sri Lanka? adesso tornano, anche perchè è una storia che è diventata logorroica, la prossima volta ancora!
Mà perchè non proviamo anche noi a trattenere un qualche straniero, almeno entra un pò di grana nelle casse, appena arriva uno sceicco lo rapiamo e lo nascondiamo in Aspromonte! [SM=x44458]


Trattenere?! Ma dovremmo rimandarglieli indietro tutti!!!
Da da da
00sabato 7 marzo 2015 22:22
Sarebbe ridicolo se dopo anni di trattative arriva lo Sri Lanka e riesce a liberare i marò, facciamo sempre la figura dei peracottari.
Quak150
00domenica 8 marzo 2015 10:02
Si Da, ma vuoi mettere?
1-Detenuti in Sri Lanka?
2-SL cosa potrebbe strizzare dall'India? Tant'è che provi a favorirsi l'Italia, dalla quale qualcosa ottiene "per riconoscenza" quantomeno.
pliskiss
00domenica 8 marzo 2015 10:36
Re:
Quak150, 08/03/2015 10:02:

Si Da, ma vuoi mettere?
1-Detenuti in Sri Lanka?
2-SL cosa potrebbe strizzare dall'India? Tant'è che provi a favorirsi l'Italia, dalla quale qualcosa ottiene "per riconoscenza" quantomeno.



Arrivano pure i sacerdoti Buddhisti? [SM=x44473]
Etrusco
00lunedì 25 giugno 2018 16:23

Marò, ora l'India ammette: "I proiettili non erano loro".
E spunta la truffa dei testimoni fotocopia

La perizia: pallottole troppo grandi per essere dei fucilieri. A cui si aggiungono testimonianze fatte con "copia e incolla"

Che il processo messo in campo dall'India nei confronti dei due fucilieri di marina, Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, fosse al limite del ridicolo, non è una novita.
 

Ma dalle carte che i legali indiani hanno consegnato al Tribunale internazionale per il diritto del mare di Amburgo, emergono alcuni dettagli sconcertanti.

Non solo quelle testimonianze fotocopia rilasciate da alcuni pescatori sopravvissuti il giorno in cui Valentine Jelastine e Akeesh Pink persero la vita, ma soprattutto l'allegato numero 4 che riporta l'autopsia svolta sul corpo dei due pescatori uccisi. Sembrava essersi persa nei cassetti dei tribunali indiani, e invece è rispuntata ad Amburgo. Nel documento, la prova che i proiettili che hanno colpito a morte i due indiani non sono quelli in dotazione ai marò.

Le deposizioni

Come riporta il Quotidiano Nazionale, in un articolo a firma di Lorenzo Bianchi, le testimonianze di chi avrebbe assistito alla morte dei due pescatori si assomigliano eccessivamente. Come se nell'essere redatte fossero state scritte dalla stessa mano e opportunamente falsificate in modo da dimostrare la colpevolezza di Latorre e Girone. Dopo gli eventi del 15 febbraio 2012 al largo delle coste del Kerala, i testimoni dichiarano che gli assassini sono i "sailors", i marinai, facendo nome e cognome dei due marò. Le testimonianze, allegate tra le carte che l'India ha depositato ad Amburgo, sono contenute nell'allegato 46.

A rilasciarele sono il comandante del peschereccio, Freddy Bosco (34 anni), e il marinaio Kenserian (47), i quali dichiaro "onestamente e con la massima integrità" che la loro imbarcazione "finì sotto il fuoco non provocato e improvviso dei marinai Massimiliano Latorre e Salvatore Girone della Enrica Lexi".

Il primo campanello d'allarme riguarda proprio il duplice errore riportato nei verbali. Entrambi i marinai, infatti, avrebbero sbagliato a pronunciare il nome della nave difesa dai Marò, che infatti si scrive "Lexie". Ora, la cosa più probabile è che entrambe le dichiarazioni siano state scritte dalla stessa persona con una sorta di "copia e incolla" necessario per far coincidere le due versioni.

Ma non sono solo queste le corrispondenze. Altri passaggi sembrano scritti con la carta carbone. Secondo i due testimoni, i "tiri malvagi" hanno provocato la "tragica morte dei cari amici e colleghi Valentine, alias Jalestin, e Ajesh Binke". Anche sulle loro condizioni dopo l'evento, la versione coincide in maniera sospetta. I due pescatori avrebbero subito una "indicibile miseria e una agonia della mente, una perdita di introiti. La nostra ordalia non è finita".

Secondo Luigi Di Stefano, perito di parte che ha seguito la vicenda di Ustica, l'India non avrebbe dovuto consegnare queste carte al Tribunale di Amburgo. Che non aveva il compito di giudicare le responsabilità dei Marò, ma solo quale fosse il Paese legittimato a tenere il processo. Un modo quindi per ribadire la colpevolezza non dimostrata di Latorre e Girone, mossa che però ha fatto calare un velo di legittima dubbiosità sulla veridicità delle testimonianze.

Il proiettile

Non è tutto. Perché il più interessante dei documenti consegnati dai legali indiani ai giudici di Amburgo è l'autopsia che l'anatomo patologo K. S. Sasika fece sui due pescatori uccisi. Nella seconda pagina dell'allegato 4, infatti, si legge che il proiettile estratto dal cervello di Jalestine è troppo grande per essere uscito dalle armi dei fucilieri di marina. Quello misurato dal medico aveva un'ogiva di 31 millimetri, una circonferenza di 20 millimetri alla base e di 24 nella zona più larga. Le munizioni in dotazione ai Marò, invece, sono dei calibro 5 e 56 Nato. Il proiettile italiano misura solo 23..., quindi è evidente che quello estratto dalla testa del pescatore non possa essere stato esploso dai mitra Minimi e Beretta Ar 70/90 di Latorre e Girone.

Infine, dalle carte si evince che il Gps del Saint Antony dove hanno trovato la morte i pescatori venne fatto recapitare dal capitano dell'imbarcazione non il giorno in cui attraccò al porto, ma solo 8 giorni dopo. Conservando tutto il tempo necessario a manometterne i dati.

Fonte: Il Giornale


pliskiss
00martedì 26 giugno 2018 00:35
I Marò servono qua non in India, quanti cazzo di soldi ha pagato lo Stato per sti 2 desaparecidos ??

I barba Indiani hanno preso la palla al balzo" li vuoi indietro?? PAGHI!!""

E giù danèè per aumentare il debito pubblico
their
00martedì 26 giugno 2018 19:52
dopo anni di verifiche si accorgono solo ora che i proiettili non erano dei 2 marò?
pliskiss
00martedì 26 giugno 2018 21:47
Re:
their, 26/06/2018 19.52:

dopo anni di verifiche si accorgono solo ora che i proiettili non erano dei 2 marò?



Intanto i soldi te li hanno fottuti


Marò, soldi alle famiglie dei pescatori uccisi. Di Paola: “E’ stato un atto di generosità”
Almeno 290mila euro alle famiglie dei due pescatori indiani uccisi al largo delle coste del Kerala il 15 febbraio scorso. Il ministro della Difesa: "Non ha nulla a che fare con il procedimento giudiziario". Ma la moglie di uno di uno dei marò: "Ci aspettiamo la stessa attenzione"
di RQuotidiano | 20 aprile 2012

Questa è una operazione che sono spariti almeno 4 milioni di euro, ci hanno mangiato tutti, da avvocati Italiani avvocati indiani il governo Indiano e il governo Italiano, c'è stato un momento che sono saltati pure gli interessi commerciali e li altri soldi per rimetterli apposto sicuramente

Una storia del cazzo piena di soldi da mangiare

Sparo ai pescatori nelle vicinanze dei Marò e dico che sono stati i Marò= SOLDI

I nostri politici mediano tanto i soldi non li tirano fuori loro

Una roba cosi agli Americani e dovevano pagare gli Indiani per il disturbo
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