I soliti infiltrati

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Etrusco
00mercoledì 15 dicembre 2010 15:21

1 - MA CHE DIAVOLO FA L’UOMO INCAPPUCCIATO COL GIUBBOTTO BEIGE? SEMBRA DIFENDERE GLI AGENTI, POI SI SCAGLIA CONTRO I BLINDATI. E IN MANO HA LE MANETTE -

2 - LA FINOCCHIARO A MARONI: “C’ERANO DEGLI INFILTRATI, CHI LI MANDA?, CHI LI PAGA? -

3 - TRA “PISCHELLI”, PROVOCATORI DI PROFESSIONE E GLI ANARCHICI DEL NORD - LE FORZE DELL’ORDINE SORPRESE DAL RECLUTAMENTO SUL CAMPO DI UNA NUOVA LEVA DI VIOLENTI APPRODATI ALLO SCONTRO DI PIAZZA (E DI STADIO) PRIMA ANCORA CHE ALLA POLITICA -

4 - NOTTE DI LAVORO PER IL RIPRISTINO DELLA CITTÀ - ALE-DANNO CALCOLA I DANNI: 20 MLN -

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1. L'UOMO CON LA PALA, DIMOSTRANTE O PROVOCATORE?...
Da Repubblica.it -
Ma chi è l'uomo con giubbotto beige, che sembra difendere gli agenti, ma poi si scaglia contro i blindati della polizia? Il giorno dopo i gravissimi incidenti di Roma, grazie alle numerose testimonianze fotografiche, il caso è aperto.

Scontri a Roma: black block o infiltrato?

Perché il ragazzo con scarpe da tennis, jeans e guanti macchiati di rosso,in perfetta tenuta da dimostrante, è sempre vicino agli agenti aggrediti della Guardia di Finanza in via del Corso? Perché è sempre in prima linea negli scontri? In una sequenza, ha delle manette in mano (ma potrebbe averle rubate al finanziere. In un'altra va con una pala e con un bidone contro la polizia.

Forse il governo e le forze dell'ordine dovrebbero dare una risposta in merito. Anche perché, da filmati successivi, sembra che il presunto dimostrante sia stato arrestato.

Ieri sera, la Guardia di Finanza ha correttamente ammesso la presenza di agenti in borghese sul luogo degli scontri. E ha voluto precisare che l'agente aggredito si è comportato benissimo, ha solo cercato di difendere la sua pistola e non ha sparato.

Scontri a Roma: black block o infiltrato?

ll Viminale ha difeso il suo operato ieri: di sicuro, per contrastare i violenti, sono state messe in campo forze dell'ordine dei vari corpi, e vestiti in vari modi.

Il comunicato dell'Ansa di ieri sera. "Il finanziere ritratto in una foto con la pistola in pugno durante gli scontri nel centro di Roma era impegnato a difendere l'arma d'ordinanza che i manifestanti volevano sottrargli". E' quanto riferiscono fonti della Guardia di Finanza interpellate dall'ANSA.

La sequenza dei fotogrammi - riferiscono le stesse fonti - "non lascia dubbi: il finanziere, aggredito da decine di facinorosi, era stato già privato del casco e della radio, ed i manifestanti volevano impossessarsi della sua pistola. Egli ha coraggiosamente difeso l'arma, senza mai farne uso, ed è stato sottratto dalla furia dei teppisti grazie all'intervento dei colleghi, alcuni in divisa, altri in abiti civili".

Scontri a Roma: black block o infiltrato?

Se si osserva la sequenza fotografica sull'aggressione al finanziere, si notano due persone vestite come dimostranti che cercano di difenderlo dall'aggressione.
Il precedente del G8. Già ai tempi del G8 di Genova, si era parlato di "agenti provocatori" inflitrati fra i black bloc. Ma in nessuna inchiesta sugli incidenti sono emersi particolari in merito.

2. SCONTRI, GOVERNO IN PARLAMENTO - IL PD DENUNCIA: "C'ERANO INFILTRATI"...
Da Repubblica.it
- Il governo riferirà alla Camera sugli scontri a Roma di ieri. La richiesta è stata avanzata dal gruppo Pd alla Conferenza dei capigruppo di Montecitorio al ministro dell'Interno e al termine della riunione il vicecapogruppo democratico Michele Ventura ha affermato che molto probabilmente il ministro potrebbe riferire già domani.

Scontri a Roma: black block o infiltrato?

Della presenza di 'infiltrati' tra i manifestanti e della necessità che Maroni riferisca in Aula parla la presidente dei senatori Pd, Anna Finocchiaro: "Ieri a Roma c'erano evidentemente degli infiltrati che hanno messo a rischio i manifestanti e le forze dell'ordine. Chi li ha mandati? Chi li paga? Cosa devono causare? Chiediamo che il ministro dell'Interno Maroni venga in aula la prossima settimana", ha detto.

Alla Finocchiaro fa eco Oliviero Diliberto, portavoce della Federazione della sinistra: ''Se c'erano infiltrati, come pensiamo c'erano, è necessario che vengano individuati. Filmati, foto e testimonianze sugli scontri di ieri a Roma ce ne sono a iosa. Chi di dovere, ministro dell'Interno in primis, analizzi tutto il materiale e indaghi. Un Paese civile non può assolutamente permettersi di non farlo. Le lotte pacifiche degli studenti, che da mesi manifestano in tutte le piazze, non possono in nessun modo essere confuse e oscurate da atti di violenza inaccettabili''.

Scontri a Roma: black block o infiltrato?

Intanto si inizia a fare il bilancio dei danni, anche se per il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, è ancora presto per quantificare la reale entità della distruzione. "I danni sono ingenti - ha dichiarato a margine della 10° conferenza nazionale di statistica al palazzo dei Congressi dell'Eur - si parla di circa 20 milioni". Il sindaco, comunque, ha annunciato che "il Comune di Roma si costituirà parte civile contro gli autori di questa devastazione".

"Quanto è avvenuto è allucinante, abbiamo rischiato un'altra Genova", ha detto Alemanno, per il quale nella capitale è andato in scena un "clima di violenza gratuita che si respirava per le vie di Roma negli anni '70 e speravo di non vedere più".

Scontri a Roma: black block o infiltrato?

Secondo il sindaco di Roma gli incidenti non erano prevedibili "in queste dimensioni" e a vedere le 'armi' utilizzate è stata "una cosa ben organizzata da gente che sa fare guerriglia urbana e cercava lo scontro. Io ho avuto la percezione, confermata poi dal questore, che da almeno un mese c'era chi si stava muovendo per creare incidenti".

C'era "tutta la vecchia rete dell'antagonismo, centri sociali non solo romani. Ovviamente - continua il sindaco - non intendo criminalizzare l'intera protesta, ma è necessario individuare i violenti che l'hanno strumentalizzata, per isolarli".

Scontri a Roma: black block o infiltrato?

Quanto all'organizzazione dell'ordine pubblico "un giudizio complessivo è prematuro", ma la scelta di "attuare un meccanismo di apertura e chiusura dei cordoni di polizia è stata giusta: se le forze dell'ordine fossero state più rigide sarebbe andata molto peggio".

3. I «PISCHELLI» E I PROVOCATORI LA MICCIA ACCESA DAGLI ANARCHICI DEL NORD...
Giovanni Bianconi per il "Corriere della Sera"

Intorno alle 13 all'ingresso di via delle Botteghe Oscure, sotto il balcone dal quale si affacciava Enrico Berlinguer, un blindato dei carabinieri viene bersagliato da una pioggia di sacchetti d'immondizia, qualche bastonata, un paio di petardi. C'è una «carica di alleggerimento», come recita il gergo questurino. Pochi minuti e il corteo riparte.
Quell'assalto fa parte della «dinamica concordata», secondo il linguaggio dei manifestanti.

Scontri a Roma: black block o infiltrato?

Anche lo sfondamento tentato poco dopo a corso Rinascimento, verso il Senato, era previsto, completo di «fronteggiamento fisico» con le forze dell'ordine schierate in assetto anti sommossa. Altra carica di alleggerimento. Ma già qui, alcuni alzano i fazzoletti sul viso e abbassano i cappucci, prendono altre strade e si lanciano all'assalto delle vetrine delle banche e di qualche auto costosa.

Sono quelli venuti apposta per creare disordini, quasi tutti da fuori: i servizi d'ordine degli spezzoni più organizzati del corteo li individuano e provano a isolarli. Ma si sapeva che sarebbero entrati in azione, ed è quasi impossibile fermarli. Si può solo tentare di tenerli a distanza. Sono, per lo più, gli anarchici arrivati dal nord-est, ma anche da Torino e da Bologna, dai centri sociali che raccolgono le realtà più estremiste.

Scontri a Roma: black block o infiltrato?

Duecento persone, forse più, ma un numero molto ridotto rispetto al totale dei dimostranti. Addestrati e decisi quanto basta, però, a rovesciare distruggere tutto quello che trovano e scatenare un «effetto calamita» su molti altri ragazzi più rabbiosi che politicizzati. Giovani e giovanissimi. Anche romani. Alcuni universitari e altri cresciuti nelle curve degli stadi, che quando vendono un blindato o una divisa partono a testa bassa.

Tutto questo - a differenza delle «dinamiche concordate» e delle «cariche di alleggerimento» - non era previsto. E sfugge di mano a tutti, manifestanti e forze dell'ordine che non riescono più a governare la situazione. Quando il serpente umano raggiunge piazza del Popolo, i primi scontri ci sono già stati. L'idea dei contestatori a volto scoperto è quella di organizzare un'assemblea popolare, ma viene travolta dagli eventi.

Scontri a Roma: black block o infiltrato?

Qualche agitatore di professione più anziano prova a dire che basta, il corteo è riuscito e si può tornare alle basi, ma in pochi lo ascoltano. Perché la parola d'ordine ormai è diventata «andiamo sotto i palazzi del potere», e nessun mezzo blindato lo deve impedire. Le facce dei ragazzini che cominciano a dare manforte a chi divelle panchine e segnali stradali, rimuove cassonetti e distrugge semafori, finiscono per stupire perfino i capipopolo più adusi ai cortei degli ultimi anni. E fanno dire loro che stavolta è diverso.

Non ci sono più solo i «provocatori» (linguaggio poliziesco) o «i compagni più incazzati» (espressione da dimostrante), ma anche tanti «pischelli», termine romanesco per indicare giovanissimi senza esperienza e per lo più sconosciuti che si accodano ai tumulti. Si crea così una «dinamica di massa» (gergo politico-militante) che è difficile confinare nell'esplosione violenta di qualche «testa calda». Assomiglia piuttosto a una ribellione che non conosce regole, tantomeno quelle rappresentate dai blindati; che manda in fumo i furgoni, attacca celerini e carabinieri (sbeffeggiati con i cori dello stadio) e fa gridare «guardie infami» a qualche ragazzina che passeggia in via del Corso per tutt'altri motivi. E si alimenta dell' «effetto zona rossa» che come dice Andrea Alzetta, consigliere comunale di Action, «finisce sempre per far scattare un meccanismo di violazione».

Scontri a Roma: black block o infiltrato?

La polizia di prevenzione parla di «non meno di duemila estremisti» che si sono abbandonati a distruzioni e incendi; magari saranno stati un po' meno, ma certamente più di quelli che hanno acceso le prime micce. E gli oggetti rimasti a terra dopo le cariche, quando gli aggressori si sono dispersi, testimoniano che s'è trattato di una guerriglia combattuta con le armi improprie trovate sul posto: bulloni, aste e pezzi di ferro, sampietrini, e tutto ciò che hanno potuto raccogliere e lanciare.

Questo porta a dire che qualche disordine era certamente programmato, ma ciò che è accaduto è andato oltre le previsioni grazie al reclutamento sul campo di una nuova leva di violenti approdati allo scontro di piazza prima ancora che alla politica. È un aspetto che ha colto di sorpresa sia le forze dell'ordine che i manifestanti. E forse è il più preoccupante.

Scontri a Roma: black block o infiltrato?

4. BERLUSCONI, IERI A ROMA INACCETTABILI INCIDENTI DI TEPPISTI...
(Adnkronos)
- "Ieri non c'e' stata una manifestazione di liberta', ma attacchi di un banda di teppisti che hanno creato incidenti e che buttano una brutta immagine sul Paese.
Sono incidenti che non possiamo piu' accettare". Lo ha detto Silvio Berlusconi, a 'Mattino cinque', parlando degli scontri di ieri a Roma mentre in Parlamento si votava la fiducia al Governo.

Scontri a Roma: black block o infiltrato?

5. DILIBERTO: INFILTRATI? VANNO INDIVIDUATI...
(DIRE) -
"Se c'erano infiltrati, come pensiamo c'erano, e' necessario che vengano individuati. Filmati, foto e testimonianze sugli scontri di ieri a Roma c'e' ne sono a iosa.
Chi di dovere, ministro dell'Interno in primis, analizzi tutto il materiale e indaghi. Un Paese civile non puo' assolutamente permettersi di non farlo. Le lotte pacifiche degli studenti, che da mesi manifestano in tutte le piazze, non possono in nessum modo essere confuse e oscurate da atti di violenza inaccettabili". E' quanto afferma Oliviero Diliberto, portavoce della Federazione della sinistra, rispondendo alla domanda di un giornalista davanti a Montecitorio in merito agli scontri nelle vie del centro.

Scontri a Roma: black block o infiltrato?

6. STUDENTI DIVISI: NON ERAVAMO NOI, ANZI SÌ...
(DIRE) -
"Rivelazioni: il black block non esiste.
E' una figura mitologica, come il minotauro. Ieri negli scontri non c'erano minotauri, ma studenti e precari molto incazzati". Il messaggio postato sulla pagina Facebook di Atenei in rivolta, una delle anime della protesta di ieri, racconta piu' di tante analisi sociologiche.

La verita' e' che in piazza c'era si' un 'blocco nero' di teppistelli e infiltrati, di elementi dei centri sociali e anarchici. Ma la rabbia e' esplosa anche fra molti degli studenti e dei precari che sfilavano in corteo. Studenti che si sono spaccati: ieri c'era chi brandiva bastoni e chi entrava nei negozi per chiedere scusa per i danni. Studenti che ora si leccano le ferite: il movimento che aveva conquistato in molti, con i suoi flash mob e i mega cortei colorati con gli slogan carichi di ironia, rischia di essere travolto dalla guerriglia romana.

Scontri a Roma: black block o infiltrato?

Non e' un caso se ieri pomeriggio non e' arrivata la solita valanga di comunicati festanti pronti a celebrare i numeri della manifestazione. I 'capetti' delle associazioni studentesche piu' moderate presenti in piazza hanno dovuto sudare un bel po' per far capire ai 'loro' cosa era accaduto. Mentre nelle facolta' occupate della Sapienza l'area dei collettivi non rinnegava, anzi, spiegava cosa era accaduto: "E' successo- facevano capire i ragazzi- che e' esplosa tutta la rabbia di coloro che vedono calpestati da tempo i loro diritti. Hanno militarizzato una citta' per poterci tenere lontani dai palazzi. Si sono votati la fiducia comprandosi i parlamentari. La gente e' stufa. Ieri c'erano black block e centri sociali, ma c'era gente incazzata che si e' sfogata. È la repressione che genera la rabbia".

Scontri a Roma: black block o infiltrato?

7. ROTONDI: GRAZIE A FORZE ORDINE PER LAVORO...
(DIRE)
- "Ieri abbiamo assistito ad una vera e propria guerriglia che poteva degenerare in tragedia. Il peggio e' stato scongiurato solo grazie all'efficace azione delle Forze dell'ordine, Polizia, Carabinieri, Guardia di Finanza, a cui vanno i piu' sentiti sentimenti di gratitudine. Complimenti ai ministri Maroni e La Russa nonche' al Prefetto Manganelli per l'eccellente lavoro svolto in una situazione drammatica". Lo dichiara il ministro per l'Attuazione del Programma, Gianfranco Rotondi.

Scontri a Roma: black block o infiltrato?

8. BONANNI, NON PRECARI MA PROFESSIONISTI VIOLENZA...
(ANSA)
- Gli autori degli scontri di ieri a Roma non sono lavoratori precari ma piuttosto professionisti della violenza e dei disordini. Lo afferma il segretario generale della Cisl Raffaele Bonanni secondo il quale si tratta di 'minoranze', di persone 'dedite alla violenza che causano problemi a moltitudini di altre persone'.

Scontri a Roma: black block o infiltrato?

'Avete mai visto - si e' domandato Bonanni - lavoratori che incendiano macchine, picchiano poliziotti, fanno danni e si coprono il volto? Penso che l'unica attinenza con la precarieta' di queste persone e' che vogliono rendere precaria la situazione del paese'.

9. A ROMA: NOTTE DI LAVORO PER RIPRISTINO DELLA CITTA'...
(AGI)
- E' stata una notte di lavoro, quella appena trascorsa, per molte strutture del Comune di Roma dopo gli scontri di ieri che hanno messo a ferro e fuoco quasi tutto il centro cittadino.

Scontri a Roma: black block o infiltrato?

Due nuclei della Polizia Municipale, che operano presso il Gabinetto del Sindaco, e alle dirette dipendenze del Comandante Angelo Giuliani, hanno coordinato - spiega una nota - le operazioni di ripristino dell'area compresa nel "Tridente". In via del Babuino, via del Corso, piazza del Popolo e piazza San Marco gli interventi piu' importanti per restaurare la pavimentazione stradale, la segnaletica e l'arredo urbano.

Durante l'operazione sono state sequestrate e rimosse 7 autovetture e 8 ciclomotori danneggiate e incendiate dai manifestanti. Della squadra hanno fatto parte anche personale dell'A.M.A., del XII Dipartimento e alcune ditte di manutenzione stradale.

10 - MARONI, RIFERIRO' PROSSIMAMENTE ALLE CAMERE...
(ANSA)
- Sugli scontri di ieri a Roma "riferirò prossimamente alla Camera ed al Senato". E' quanto si è limitato a dire il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, uscendo dalla riunione delle commissioni congiunte Affari costituzionali e Giustizia del Senato.

 

Fonti varie - 15 dicembre 2010

 


Scontri a Roma: black block o infiltrato?
Arjuna
00giovedì 16 dicembre 2010 10:36
Scontri a Roma, ventidue a processo
Preso l'"infiltrato": è figlio di un ex Br


Il Pd: "Maroni deve chiarire".
Ma il Pdl proteste: aberrante pensare a complicità esterne
FULVIO MILONE

ROMA
Ventidue dimostranti arrestati: saranno processati per direttissima oggi. Quarantuno le persone identificate: su di loro sono in corso indagini. Cinque i giovani denunciati all’autorità giudiziaria. E poi, 124 feriti o contusi tra le forze dell’ordine e danni impressionanti nel centro di Roma messo a ferro e fuoco. Li ha resi noti il sindaco Alemanno: ammontano a 16 milioni di euro, «15 dei quali riguardano gli esercizi commerciali e 1 i beni culturali e l’arredo urbano».

E’ questo il bilancio in cifre della battaglia divampata l’altro giorno nella Capitale, ore di guerriglia sulle quali, il giorno dopo, si sono addensati dubbi e sospetti dissipati in serata. Tutto è partito dalle immagini di un ragazzo incappucciato armato di pala, presente agli scontri ma sempre vicino alle forze dell’ordine. «Un provocatore infiltrato», accusano alcuni esponenti del Pd. «Un estremista già identificato e arrestato in serata», è la risposta della questura, in attesa di una ricostruzione ufficiale che verrà fatta dal ministro Maroni, domani al Senato.

Insomma, erano davvero tutti black bloc i responsabili degli scontri, o c’è stata anche la mano di agenti provocatori nella battaglia scoppiata mentre a Montecitorio i deputati votavano? Per questa seconda tesi si è pronunciata la presidente del gruppo al Senato Anna Finocchiaro: «C’erano evidentemente degli infiltrati che hanno messo a rischio i manifestanti e le forze dell’ordine. Chi li ha mandati? Chi li paga? Che cosa devono causare? Il ministro dell’Interno venga in Aula a riferire». Accuse pesanti a cui Roberto Maroni ha risposto annunciando il suo intervento al Senato, mentre il presidente dei deputati del Pdl Cicchitto ha reagito con indignazione: «Consideriamo del tutto aberrante questa ipotesi e anche irresponsabile chi gioca in questo modo con le parole». Ai sospetti sollevati da Anna Finocchiaro, però, è seguita un’interrogazione di due senatori del Pd, Francesco Ferrante e Roberto Della Seta: «Come si spiegano - dicono - le fotografie nelle quali rappresentanti delle forze dell’ordine familiarizzano con i black bloc? Ieri a mettere a ferro e fuoco il centro di Roma c’erano anche agenti travestiti?».

Le foto a cui i senatori si riferiscono sono quelle pubblicate su alcuni quotidiani, e ritraggono “il ragazzo con la pala” incappucciato e vestito con un giubbotto beige che impugna un manganello e un paio di manette (forse tolti a un agente) mentre osserva un gruppetto di teppisti accanirsi su un agente della Finanza. E’ sempre in prima linea negli scontri, ma molto vicino alle forze dell’ordine. Ce n’è quanto basta perché su quella figura monti un caso. La notizia dell’avvenuto fermo del giovane, filtrata in mattinata e in qualche modo confermata da una foto che mostra il personaggio condotto via da due agenti, è stata smentita dalla Procura della Repubblica: «Non c’è un fermo, faremo ulteriori accertamenti sulla vicenda». Poche ore dopo, però, dalla Questura hanno prima fatto sapere che il ragazzo era stato identificato ma era irreperibile. Poi, in serata, sono scattate per davvero le manette. Il fermato non ha ancora 17 anni, risulta figlio di un brigatista rosso ed ha precedenti per rissa e resistenza a un pubblico ufficiale.

Il sindaco di Roma risponde a chi accusa la polizia di non aver saputo far fronte ad una manifestazione con prevedibili code di violenza: «I violenti cercavano lo scontro, Roma ha respirato lo stesso clima di violenza che c’era negli Anni Settanta». Una violenza, quella di cui parla Alemanno, che rischia di ripetersi. Lo conferma il prefetto di Roma, Giuseppe Pecoraro, che probabilmente pensa ai cortei in programma la prossima settimana contro la riforma Gelmini: «Ci auguriamo manifestazioni pacifiche, ma c’è anche il timore che questo non avvenga».

Fonte
Arjuna
00giovedì 16 dicembre 2010 10:38
Complotto il vecchio vizio della sinistra

MICHELE BRAMBILLA
C’erano infiltrati tra i ragazzi che l’altro ieri hanno manifestato per le vie di Roma, con i risultati che sappiamo?

Tutto è possibile, per carità.

Per affermarlo occorrerebbero però, se non delle prove, perlomeno degli indizi seri. Invece ieri, sulla base di alcune foto fatte girare su Internet - e rivelatesi poi in alcuni casi tutt’altro che chiare, e in altri delle autentiche patacche - è partito il tragicomico déjà vu di accuse alla polizia cattiva e complottista al servizio della Reazione.

Tutto è cominciato perché in alcune immagini scattate durante la guerriglia si vede un ragazzo con un giubbotto beige e il volto coperto da una sciarpa bianca che impugna un manganello e tiene, nell’altra mano, un paio di manette. E chi può avere un paio di manette, se non un questurino? Altre foto, poi, evidenziano che alcuni teppisti calzano scarponi identici a quelli in dotazione alla polizia. Tanto è bastato per dare il via al tam tam: ecco le prove, i violenti sono in realtà poliziotti travestiti e manovrati da un governo che ha interesse a dare, di chi protesta pacificamente, l’immagine degli estremisti pericolosi.

Se tutto questo veleno fosse stato messo in circolo da, che so, esponenti di alcuni centri sociali, o comunque dal cosiddetto «mondo antagonista», non meriterebbe neppure di essere commentato. Purtroppo i sospetti, le illazioni, la consueta patologica caccia a registi occulti sono venuti da pulpiti che godono di grande autorevolezza. Giornalisti e politici dell’opposizione hanno chiesto spiegazioni al ministro degli Interni e perfino una persona solitamente assennata come il capogruppo del Pd al Senato, Anna Finocchiaro, ha detto: «Vogliamo sapere chi erano questi che evidentemente erano infiltrati, chi li ha mandati, chi li paga e che cosa devono provocare».

Siccome anche gli avverbi a volte sono pietre, quell’«evidentemente» uscito dalla bocca della Finocchiaro è una cosa che fa male. «Evidentemente», e quindi senza dubbi. Sarebbe bastato che la senatrice, e con lei molti altri (l’ex ministro della Giustizia Diliberto, ad esempio) avessero fatto ricorso alla prima delle virtù cardinali, che è la prudenza. O almeno alla pazienza: avessero aspettato un paio d’ore, avrebbero visto altri filmati, ad esempio quello in cui si vede che il misterioso «infiltrato» viene poi fermato dalla polizia, e che mentre implora clemenza ripetendo più volte «sono minorenne» non si cura della telecamera che lo riprende. Fosse stato uno sbirro in missione segreta, avrebbe permesso (e avrebbero permesso i suoi «colleghi» poliziotti) quelle riprese? Con un po’ di pazienza, poi, i sostenitori del complotto avrebbero appurato che le fotografie in cui si vedono manifestanti con gli stessi scarponi dei poliziotti non sono state scattate a Roma martedì, ma a Toronto quattro mesi fa. Infine, un po’ di paziente attesa avrebbe permesso la lettura del comunicato con il quale la questura ha fatto sapere che ieri sera ha identificato e arrestato il ragazzo, che è un estremista di sinistra, e non un brigadiere.

Purtroppo questo ricorso al complottismo e al vittimismo è un vizio antico della nostra sinistra. Già negli Anni Settanta si cercò goffamente, e per anni, di negare la vera matrice delle Brigate Rosse; e anche allora, negli scontri di piazza, secondo una certa vulgata c’erano da una parte i giovanotti inermi, e dall’altra la polizia assassina. È un vizio che forse ha origine nella pretesa di una immacolata concezione, per cui è impossibile che «qualcuno dei nostri» possa anche comportarsi male; e nella tentazione di cercare sempre un alibi ai propri insuccessi, per cui se non si vince è perché qualcuno rema contro in modo sporco.

E invece uno dei - non il solo: ma uno dei - motivi per cui la sinistra italiana non ha vinto è anche questo suo ahimè ricorrente atteggiamento, che l’ha resa agli occhi di molti poco simpatica e ancor meno credibile. Ne ha sicuramente, la sinistra, di argomenti per fare opposizione. Lasci perdere i complotti della polizia.

Fonte
Etrusco
00giovedì 16 dicembre 2010 10:56
Re: Complotto il vecchio vizio della sinistra

Vatti a rivedere la storia dell'On.Cicchitto (PdL)
quanti scheletri nell'armadio...
altro che complotti! [SM=x44452]
fabius039
00giovedì 16 dicembre 2010 21:52
Secondo me la manifestazione degli "studenti" è stata strumentalizzata da chi voleva solo creare disordini, e gruppi di facinorosi si sono mescolati per dare sfogo ad una violenza gratuita che certamente non giova a nessuno, e forse solo una azione di "intelligence" può trovare i mandanti e cercare di prevenire il ripetersi di questi fatti.

Ciò premesso però vediamo cosa si può fare dentro il sistema, se vogliamo migliorarlo e non distruggerlo.

Io credo che un migliore addestramento delle forze di polizia andrebbe comunque perseguito, sia da un punto di vista militare, sia da quello umano.
Non è giustificabile, qualunque sia il livello di stress ed aggressione subito, un comportamento di pubblici ufficiali come nel video di Repubblica.



Mi sono sempre chiesto dove sono, cosa fanno le centinaia, migliaia di poliziotti che vediamo impeganti da anni nelle guerriglie urbane, negli altri giorni.

Io non li vedo in giro a sorvegliare il territorio. Sono forse gli stessi agenti che passano le giornate in ufficio a battere con un solo dito le denunce dei furti auto, che poi all'improvviso sono sbattuti, armati di scudo e manganello, a fronteggiare torme di scalmanati? con che preparazione?
O invece sono tenuti blindati in caserme, come antichi legionari, ad esercitarsi in scontri simulati, per poi scatenarli come belve feroci contro i manifestanti?

Ovviamente nessuna di queste ipotesi è accettabile, non debbono essere mandati al massacro pacifici marescialli che passano il tempo tra le scartoffie, nè rambo sanguinari.

Occorrono professionisti preparati, equilibrati, e che abbiano uno sviluppo di carriera che li mantenga ancorati alla vita reale del paese.

Certo vorrei che anche chi vuole dimostare fosse più maturo, assertivo e non violento, ma su quel lato posso farci poco, o comunque solo in maniera indiretta, mentre un più efficiente ed equilibrato addestramento delle forza dell'ordine dovrebbe essere possibile ed auspicabile.

Va bene che ufficialmente il ministro e le alte cariche difendano a spada tratta il loro operato, ma internamente un serio discorso dovrebbero pur farlo.

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PS: ma perchè questa discussione è ambientata nella "Quarta dimensione"? non è Mars Attack, o mi sfugge qualcosa? teletrasporto? brain washing? contaminazione DNA tipo "La mosca"? zombie? [SM=x44473]
Arjuna
00martedì 28 dicembre 2010 15:04
Infiltrati nelle manifestazioni?

Verità e leggende nella storia degli agenti provocatori tra i manifestanti.

Qualche giorno fa, durante le violente manifestazioni contro la riforma dell’Università, in molti erano convinti di aver trovato la prova delle prove, quella che nel gergo complottista viene definita la “pistola fumante”: le immagini mostravano un giovane con giubbotto beige prima impegnato a fracassare auto e vetrine, e poco dopo a sfoggiare manette e manganello, chiara dimostrazione che le violenze erano state provocate da agenti in borghese infiltrati tra la folla. Anna Finocchiaro, capogruppo del PD al Senato, ha subito puntato il dito contro le forze di polizia chiedendo al Ministro dell’Interno di riferire su questi infiltrati e diverse testate giornalistiche hanno pubblicato velenosi articoli per denunciare l’episodio. Poi però si è scoperto che il giovane con il giubbotto beige era un vero manifestante, di quelli a Denominazione di Origine Controllata: appartenente al movimento “Senza Tregua” e figlio di un ex militante di Autonomia Operaia. Vero che aveva manette e manganello, ma le aveva sottratte a un finanziere aggredito durante gli scontri. La vicenda – che peraltro dimostra come fotografie e video possano portare a interpretazioni opposte rispetto alla verità che vorrebbero documentare – si è quindi rivelata in un boomerang per chi sostiene che gli scontri di piazza siano provocati da infiltrati della Polizia.

NON LA PRIMA VOLTA - Anche durante gli scontri di Piazza Navona nel 2008, s’era detto che il camion pieno di estremisti che avevano innescato gli scontri e le violenze, era una messa in scena della Polizia, perfino Beppe Grillo aveva gridato vendetta e fatto nomi e cognomi. Poi però è saltato fuori che camion ed estremisti erano reali, appartenenti al movimento Blocco Studentesco. Niente pistola fumante nemmeno allora. Ma dove sta scritto che debbano esserci agenti provocatori della Polizia in mezzo ai manifestanti? In effetti non sta scritto da nessuna parte, tanto meno ci sono prove. I sostenitori della teoria chiamano in causa, infatti, soprattutto le parole che Francesco Cossiga, l’ex Presidente della Repubblica, ebbe a dire in un’intervista rilasciata nell’ottobre del 2008: “Maroni dovrebbe fare quel che feci io quand`ero ministro dell`Interno… Lasciarli fare. Ritirare le forze di polizia dalle strade e dalle università, infiltrare il movimento con agenti provocatori pronti a tutto, e lasciare che per una decina di giorni i manifestanti devastino i negozi, diano fuoco alle macchine e mettano a ferro e fuoco le città”. Il problema è che negli ultimi anni della sua vita Cossiga ha fatto un bel po’ di dichiarazioni senza capo né coda, al punto che non è agevole capire se le abbia fatte seguendo una sua logica umoristica o per lanciare messaggi criptici o addirittura per effetto della senilità: il DC9 di Ustica abbattuto dai francesi, la strage di Bologna causata da una bomba esplosa per errore, i video di Bin Laden montati da Mediaset… Con questi precedenti, è ben difficile considerare affidabili le sue dichiarazioni sulla presenza di agenti provocatori nelle dure manifestazioni che hanno infiammato le piazze tra la fine degli anni sessanta e gli anni settanta. Tra l’altro, appena un annetto prima Cossiga aveva rilasciato un’altra intervista al Corriere con dichiarazioni di tenore opposto. E poi, perfino il famigerato Caruso, adesso che ha smesso i panni dell’estremista, ha ammesso che disordini e violenze non nascono certo dall’azione di infiltrati della Polizia. Quali altri elementi, dunque, consentono di sostenere o anche solo sospettare che in passato le piazze siano state sobillate dagli agenti provocatori delle forze dell’ordine?

PROVE -Qualcuno cita le foto di poliziotti in borghese che impugnavano le armi durante gli scontri di piazza di trenta e più anni orsono. Vero. Ma è anche vero che in quegli anni le manifestazioni raggiungevano livelli di violenza di ben altro spessore, talvolta sfociando in veri e propri conflitti a fuoco come quello in cui perse la vita l’agente di polizia Settimio Passamonti, per cui non è così strano che qualche agente impugnasse le armi quando gli scontri salivano di intensità. Tutto è possibile, specialmente in Italia e specialmente in quegli “anni di piombo” densi di misteri che probabilmente non saranno mai chiariti (perché in Italia le carte più scomode finiscono in cenere e non certo nei computer di Wikileaks) ma di qui a sostenere che le forze di polizia fecero uso di agenti provocatori e addirittura che ciò accada ancora oggi, ce ne passa. E’ appena più plausibile – ma tutto da dimostrare – che in determinate situazioni di tensione sociale qualche gruppo estremista più vicino a certi settori dello Stato – apparato e con la compiacenza di questi possa aver avuto interesse a infiltrare i movimenti e a provocare disordini durante le manifestazioni. Anche il plausibile, però, è pur sempre qualcosa che resta nel campo delle speculazioni e non dei fatti. Spesso poi si gioca con i termini, in particolare confondendo ed equivocando tra “l’infiltrato” e “l’agente provocatore”. Da sempre le forze di polizia infiltrano – o cercano di infiltrare – i gruppi criminali (dalla malavita organizzata al terrorismo passando per i movimenti estremistici) allo scopo di carpirekossiga infiltrati anteprima 420x360 219557 Infiltrati nelle manifestazioni? informazioni e raccogliere prove contro di essi. Questa attività è documentata ed è quindi un fatto, ma è ben diversa dall’attività di agente provocatore, ossia di quella figura che partecipa attivamente alla consumazione dei reati e addirittura li provoca. La figura dell’agente provocatore è in una posizione – tranne casi molto particolari – di completa illegalità, al contrario di quella del semplice infiltrato. In Italia, infatti, l’infiltrato e l’agente provocatore non devono in alcun modo indurre altri a compiere delitti che non avevano in animo di compiere e tantomeno contribuire fattivamente alla loro esecuzione. L’infiltrato deve limitarsi a osservare e riferire, l’agente provocatore deve limitarsi a svolgere attività del tutto secondarie e marginali sempre con il fine di raccogliere informazioni e prove e con specifiche autorizzazioni da parte dell’autorità giudiziaria. Il caso tipico è quello del finto acquirente di droga o di armi. In nessun caso, quindi, è ammessa la possibilità di provocare qualcuno a compiere un reato: la condotta criminosa deve essere pre-esistente, non certo effetto dell’azione dell’agente provocatore. Stabilito quindi che la presenza di “infiltrati” (nel senso stretto del termine tra i manifestanti) è legittima, mentre l’azione di agenti provocatori non lo è, e verificato che non ci sono prove che questi ultimi siano mai stati utilizzati dalle forze dell’ordine italiane, ora come in passato, la costante allusione alla loro presenza ogni qualvolta si verificano violenze e incidenti di piazza appare un comodo tentativo di scusare ogni tipo di nefandezze e addossarne la colpa ai propri nemici. La cosa piace non solo ai facinorosi, ma anche ai loro genitori, ben lieti di poter proclamare l’innocenza e la castità spirituale dei loro pupilli. La verità è che molto spesso nelle manifestazioni bastano poche teste calde per far scattare nella folla quei meccanismi comportamentali descritti sin dal 1895 da Gustave Le Bon nel suo “Psicologia delle folle”. Se poi le teste calde sono tante, il pandemonio è garantito. E’ poi del tutto inutile chiedere che le forze dell’ordine riescano a isolare e fermare i facinorosi che agiscono tra i manifestanti. Penetrare un corteo di migliaia di manifestanti allo scopo di prelevarne qualcuno, è un’ottima ricetta per andare incontro a guai ben peggiori. Molto spesso è meglio lasciar distruggere qualche vetrina e incendiare qualche macchina, piuttosto che creare situazioni in cui basta un errore per provocare una tragedia o innescare incidenti ben più gravi.

Fonte
Arjuna
00martedì 28 dicembre 2010 15:05
Re:
fabius039, 16/12/2010 21.52:


PS: ma perchè questa discussione è ambientata nella "Quarta dimensione"? non è Mars Attack, o mi sfugge qualcosa? teletrasporto? brain washing? contaminazione DNA tipo "La mosca"? zombie? [SM=x44473]



Figurava bene come ipotesi del complotto. [SM=x44462]
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