L'Inter passa, ma perde Vieri

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Asgeir Mickelson
00mercoledì 23 aprile 2003 17:10
VALENCIA, 22 aprile 2003 - La solita Inter tutto cuore e poco gioco torna in semifinale di coppa Campioni dopo 22 anni resistendo nella corrida del Mestalla, protetta dalle manone di un monumentale Toldo, graziata dall'arbitro sul fallo in area di Materazzi. Ma soprattutto aggrappata a un carattere immenso e al gol di Vieri che renderà inutili quelli di Aimar e Baraja, per il 2-1 finale. Proprio il bomber azzurro, in rete anche all'andata, è uscito nel primo tempo per uno stiramento al legamento collaterale del ginocchio destro. Per lui si teme un lungo stop; la sua stagione potrebbe essere finita qui.

Le sofferenze di Brescia? Un pic-nic al parco rispetto al panico che prende i nerazzurri al Mestalla. Vanificato dopo pochi secondi il prezioso vantaggio di Vieri (impacchettato da Ayala), l'Inter si fa acchiappare da Aimar e non ci capisce più nulla per 40' minuti che paiono lunghi un mese. Benitez la studia bene, ma la complicità della squadra di Cuper è sconcertante. Il Valencia parte con Carew largo a destra, Sanchez unica, minuscola, punta a vanificare i centimetri di Materazzi e Aimar che balla tra le linee. Angulo e Vicente stanno larghi, Pasquale e Dalmat sono argini fragilissimi, uno dei due centrali difensivi è costretto a uscire e Toldo si vede sbucare di tutto. Che sia un fraseggio centrale o un cross dagli esterni, la retroguardia nerazzurra fa acqua da tutte le parti.

In questi casi è difficile capire dove finiscono i meriti degli uni e dove iniziano le colpe degli altri. Sta di fatto che una squadra che ha segnato sei reti nelle undici gare ufficiali si procura palle gol ogni volta che attacca. L'Inter è subito lunghissima, C. Zanetti e Di Biagio (ripreso duramente da Toldo, metterà le mani al collo del compagno, a conferma che la tensione è oltre il livello di guardia) inseguono avversari più freschi di loro, ma non riescono mai a far ripartire l'azione, Crespo e Vieri (k.o. alla mezzora, dentro Recoba) rimangono isolati e non aiutano i compagni a respirare, non difendendo quasi mai il pallone.

A inizio ripresa la musica non cambia: spagnoli a testa bassa, Inter in affanno malgrado Cuper tolga Pasquale per Adani, con J. Zanetti che sale a centrocampo e Dalmat che passa a sinistra. Toldo compie l'ennesimo miracolo su Baraja, che poi sfrutta l'amnesia di Di Biagio per il 2-1 che infiamma il Mestalla. Mancano più di 40', una vita per una squadra che non riesce a mettere insieme tre passaggi di file. Entra Okan per Di Biagio, J. Zanetti passa in mezzo, mentre Benitez cerca forze fresche con Rufete, Fabio Aurelio e Mista. All'improvviso emergono la stanchezza degli spagnoli e il solito immenso cuore nerazzurro. Crespo e Recoba sprecano un contropiede due contro uno, ma l'abnegazione e il sacrificio di tutti (Dalmat si scopre terzino sinistro aggiunto) valgono l'impresa. Col dubbio se sperare nella rivincita col Milan o tifare per quell'Ajax già battuto due volte.
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