La Consulta boccia il ricorso di Berlusconi, il processo Mediaset e la condanna in appello non si azzerano

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binariomorto
00mercoledì 19 giugno 2013 23:53
30 Luglio: Sentenza finale.
La Consulta respinge il ricorso di Berlusconi
Ministri Pdl all'attacco: 'Toghe contro la politica'. Immediato vertice a Palazzo Grazioli.
Il Cav, decisione contro il buon senso. Processo Mediaset, ora parola alla Cassazione



Respinto, dalla Consulta, il conflitto di attribuzione tra poteri dello Stato sul mancato riconoscimento del legittimo impedimento dell'ex premier Silvio Berlusconi a comparire nell'udienza del processo Mediaset - del primo marzo 2010 - in quanto impegnato a presiedere un Consiglio dei ministri non programmato.

BERLUSCONI, CONFERMO LEALE SOSTEGNO A GOVERNO - "Dalla discesa in campo ad oggi - afferma Silvio Berlusconi in una nota - la mia preoccupazione preminente è sempre stata ed è il bene del mio Paese. Perciò anche l'odierna decisione della Consulta, che va contro il buon senso e tutta la precedente giurisprudenza della Corte stessa, non avrà alcuna influenza sul mio impegno personale, leale e convinto, a sostegno del governo né su quello del Popolo della Libertà. E ciò nonostante continui un accanimento giudiziario nei miei confronti che non ha eguali nella storia di tutti i Paesi democratici. Questo tentativo di eliminarmi dalla vita politica che dura ormai da vent'anni, e che non è mai riuscito attraverso il sistema democratico perché sono sempre stato legittimato dal voto popolare - conclude - non potrà in nessun modo indebolire o fiaccare il mio impegno politico per un'Italia più giusta e più libera"

MINISTRI PDL, COSI' SUBALTERNITA' POLITICA - "Ci rechiamo immediatamente da Berlusconi. La decisione travolge ogni principio di leale collaborazione e sancisce la subalternità della politica all'ordine giudiziario". Lo afferma in una nota i ministri del Pdl in merito alla decisione della Consulta. 'E' una decisione incredibile. Siamo allibiti, amareggiati e profondamente preoccupati - si legge nella nota dei ministri del Pdl - La decisione stravolge ogni principio di leale collaborazione e sancisce subalternità della politica all'ordine giudiziario".

EPIFANI, NON CREDO EFFETTI SU GOVERNO - "Per quanto riguarda il Pd le sentenze si applicano e si rispettano quindi non ho motivo di ritenere che possa avere effetti su un governo che è di servizio per i cittadini e il Paese in una fase molto drammatica della vita nazionale e dei cittadini". Così Guglielmo Epifani commentando la sentenza della Consulta. "E' una sentenza - ha sottolineato Epifani parlando al Pd - che era attesa da tempo. Dà ragione a una parte e torto all'altra, non vedo un rapporto tra questa sentenza e il quadro politico".

GASPARRI: DIMISSIONI DI MASSA SOLO SE CAV ESPULSO DALLA POLITICA - "Ho più volte detto che se qualcuno pensasse a un'assurda espulsione di Silvio Berlusconi dalla vita parlamentare, o per via giudiziaria o votando in Parlamento la sua ineleggibilità, l'indignazione per un fatto tanto grave sarebbe generale". Maurizio Gasparri precisa l'annuncio di dimissioni del Pdl se Berlusconi venisse condannato, sganciandole dalla sentenza della Corte Costituzionale prevista in giornata. "Non possiamo immaginare - dice Gasparri - che qualcuno voglia eliminare o espellere Berlusconi dalla scena politica italiana. Se ci fosse una palese violazione dei diritti di Berlusconi attraverso sentenze o decisioni definitive non potremmo rimanere inerti e per questo non ho escluso iniziative eclatanti come le dimissioni di tutti i parlamentari del Pdl". "Ribadisco che si tratterebbe di iniziative a fronte di eventi definitivi che mi auguro mai ci saranno. Le decisioni in corso in queste ore - precisa Gasparri - non sono tra quelle conclusive dei vari iter in atto".

VERDINI, FAVOREVOLE A DIMISSIONI DI MASSA - "Sì, sono favorevole": così Denis Verdini, coordinatore nazionale del Pdl, risponde a chi gli chiede dell'ipotesi di dimissioni in massa dei parlamentari Pdl nel caso che a Berlusconi fosse data l'interdizione dai pubblici uffici. "'Nel Pdl ognuno e' libero di fare ciò che vuole", ha aggiunto a proposito di chi è invece contrario. Verdini ha parlato a margine del convegno su "La fine della seconda repubblica" organizzato da ReL, la Fondazione 'Riformismo e Liberta''.

MEDIASET, SI AVVICINA VERDETTO PER BERLUSCONI - Ore cruciali, quelle a venire, per Silvio Berlusconi, con l'atteso pronunciamento della Corte Costituzionale sul legittimo impedimento nell'ambito del processo Mediaset - ora pendente in Cassazione - per il quale il 'cav' è stato condannato per frode fiscale a quattro anni di reclusione e a cinque anni di interdizione di pubblici uffici. In particolare, la Consulta deve decidere sul conflitto tra poteri sollevato nell'aprile 2011 dalla Presidenza del Consiglio contro il Tribunale di Milano. Il primo marzo 2010 Berlusconi, allora premier, avrebbe dovuto partecipare a un'udienza del processo di primo grado secondo il calendario concordato dai legali con i giudici, ma chiese il legittimo impedimento perché un Consiglio dei ministri, fissato al 26 febbraio 2010, era slittato nella data dell'udienza. Il tribunale rigettò l'istanza e Berlusconi fece ricorso alla Corte Costituzionale.

Il caso è complesso e questo - al di là delle possibili ragioni di opportunità politica che il 24 aprile scorso, nel pieno della formazione del governo Letta, possono aver indotto la Corte a far slittare il verdetto atteso per quella data - spiega perché la vicenda si trascini da 2 anni e abbia richiesto un supplemento di attività istruttoria. Il 22 maggio 2012, infatti, ci fu una prima udienza in Consulta e la Corte chiese al tribunale di Milano ulteriori atti, tra cui le motivazioni di rinvio del Cdm e l'istanza di legittimo impedimento. I risultati di quell'istruttoria sono stati resi noti in udienza il 23 aprile di quest'anno dal giudice costituzionale relatore, Sabino Cassese: su 37 udienze del processo a Milano, 13 avevano coinvolto Berlusconi, che 4 volte non ha potuto comparire, 3 ha chiesto il legittimo impedimento, 2 se l'é visto negare. La Consulta, quindi, ha svolto approfondimenti per capire come inquadrare la tesi dei giudici di Milano secondo i quali i legali dell'ex premier avrebbero dovuto indicare, nel chiedere il legittimo impedimento, la "specifica inderogabile necessità" della sovrapposizione dei due impegni: udienza e Cdm. Sicuramente presiedere un consiglio ministri è, di per sé, un atto che giustifica il legittimo impedimento: per il premier non presiederlo sarebbe come per un presidente di Tribunale non presiedere alle udienze. Se ci si dovesse fermare qui, insomma, Milano avrebbe torto. Ma il tribunale sostiene che era stato concordato un calendario e poi c'é stato uno rinvio improvviso e arbitrario del Cdm, mentre l'avvocatura dello Stato che rappresenta la presidenza del Consiglio di fronte alla Consulta, ha motivato il rinvio con i lavori sul ddl anticorruzione.

La questione è fino a che punto il giudice costituzionale possa sindacare lo slittamento di un Cdm. "Può la Consulta addentrarsi in una sorta di indagine per stabilire se è vero che una convocazione fu spostata strumentalmente?", ha argomentato un presidente emerito della Consulta. "Le esigenze di un governo - ha aggiunto lo stesso giurista - possono mutare da un momento all'altro e la Corte non può dire: la data era quella e non si poteva spostare. Per questo ritengo che le possibilità di accoglimento del ricorso siano maggiori di quelle del rigetto". Ma ci sono anche valutazioni di segno opposto che la Corte sta soppesando. E cioé se non sia da ascrivere piuttosto all'ex premier il mancato rispetto del principio di leale collaborazione, che avrebbe minato l'equilibrio dei valori costituzionali a discapito del solo interesse giurisdizionale. Quando nel 2011, relatore lo stesso Cassese, la Consulta decretò l'illegittimità parziale della legge sul legittimo impedimento, stabilì che il premier deve indicare indicare un "preciso e puntuale impegno" ed è nel potere del giudice "valutare caso per caso". Se vincerà l'ex premier, spetterà poi alla Cassazione stabilire se l'assenza di Berlusconi a quell'udienza del primo marzo 2010 a Milano produsse un tale vulnus ai diritti di difesa, da comportare un annullamento del processo riportando indietro il calendario di oltre tre anni. Ma la Suprema Corte potrebbe dire che si trattò di un'udienza secondaria e in questo caso non ci sarebbero effetti sul processo penale.

Fonte: ANSA
Etrusco
00mercoledì 10 luglio 2013 11:19
berlusconi-silvio

Processo Mediaset Cassazione: Berlusconi: ‘Tutta colpa della procura di Milano’; elezioni ad ottobre?

Il 30 luglio ci sarà la sentenza sul Processo Mediaset e Silvio Berlusconi, in quella giornata, saprà quale sarà il suo destino giudiziario legato ad una delle cause più impegnative del suo impero imprenditoriale. Una velocità incredibile, quella dei giudici, anche se di norma i tribunali fissano sempre le senzente a ridosso dellefestività. Ma lui, Silvio Berlusconi, non ci sta: “È stata la procura di Milano a dettare la decisione della Cassazione – sostiene - ma sul governo non ci saranno conseguenze”.

Un ritornello al quale, però, nessuno crede fermamente. Nemmeno i suoi stessi sostenitori politici, pronti a tutto per sostenerlo. Anche a far cadere l’Esecutivo, con dimissioni di massa dal Parlamento che farebbero partire la crisi di governo. Anche perché la sua eventuale condanna porterebbe il Senato a dichiararlo decaduto e la sentenza lo renderebbe ineleggibile.

Ma se fine del governo dovesse arrivare a breve, ci si potrebbe recare alle urne nella finestra elettorale di metà ottobre. I calcoli sono stati fatti ieri a palazzo Grazioli, davanti a un Berlusconi a cui l’avvocato Coppi ha imposto il silenzio. [SM=x44452] Intanto stamattina il PdL si riunirà per decidere come appoggiare il proprio leader, forzatamente silenzioso.

[SM=g1741324]

Etrusco
00mercoledì 10 luglio 2013 11:38
  •  Corriere della Sera Interdizione, rinvio o annullamento I tre scenari

IL VERDETTO POTREBBE ARRIVARE DOPO IL 30 LUGLIO MA COMUNQUE PRIMA DELLA PRESCRIZIONE

Interdizione, rinvio o annullamento
I 3 scenari

Se la Cassazione confermerà la condanna spetterà al Parlamento dichiarare la decadenza

 

MILANO - «Nei procedimenti per reati la cui prescrizione maturi durante la sospensione» dei termini feriali, «il giudice pronuncia, anche d'ufficio, ordinanza non impugnabile con la quale è specificamente motivata e dichiarata l'urgenza del processo». Questo terzo comma dell'articolo 2 della legge n.742 esiste per tutti i processi dal 7 ottobre 1969, e in base ad esso anche i giudici di Cassazione non possono farsi prescrivere in mano i procedimenti su reati che abbiano prescrizioni imminenti pur durante la pausa estiva. Di qui ieri, nel caso diritti tv Mediaset, la fissazione al 30 luglio davanti alla sezione feriale della Suprema Corte (presidente Antonio Esposito, relatore Amedeo Franco) del processo pervenuto in Cassazione da Milano nove giorni fa con i ricorsi difensivi depositati il 19 giugno.

 


Prescrizione evitata 
Ieri il Corriere aveva calcolato che in un periodo compreso fra il 31 agosto e il 30 settembre, ma più probabilmente il 13 settembre, si sarebbe prescritta una delle due annate di frode fiscale (il 2002 per 4,9 milioni di euro asseritamente evasi, il doppio dei 2,6 milioni del 2003 destinati a prescriversi solo nell'estate 2014) per le quali i giudici di Tribunale il 26 ottobre 2012 e di Appello l'8 maggio 2013 avevano condannato il patron di Mediaset ed ex premier a 4 anni di reclusione e 5 anni di interdizione dai pubblici uffici. La conseguenza giuridica sarebbe stata che, anche in caso di condanna, una Corte di legittimità fissata in media dopo 7 mesi, e dunque a fine 2013/inizio 2014, avrebbe fatto passare in giudicato la colpevolezza di Berlusconi ma, non potendo operare apprezzamenti di merito sull'entità della pena, avrebbe dovuto demandare a un nuovo Appello milanese il ricalcolo della pena alla reclusione, dalla quale sarebbe dipesa (solo se ancora superiore a 3 anni) anche la permanenza o meno della pena accessoria di 5 anni di interdizione dai pubblici uffici.


Il precedente 
Uno schema identico si è appena verificato pochi giorni fa nel processo al chirurgo Pier Paolo Brega Massone per le operazioni inutili e dannose su pazienti della clinica milanese Santa Rita: la Cassazione ha confermato la colpevolezza per lesioni volontarie ma, rilevando che 15 delle 90 lesioni contestate si erano nel frattempo già prescritte, e pur potendo in teoria commisurarsi sulla pena-base di 5 anni e 8 mesi calcolata dai giudici di merito sui reati più gravi e non prescritti, ha ugualmente ordinato un nuovo Appello ai soli fini del ricalcolo della pena. 
Il rebus dei 30 giorni di termini 
La fissazione al 30 luglio, cioè prima della più vicina fra le possibili date di prescrizione intermedia che la Corte d'Appello di Milano ha segnalato alla Cassazione addirittura in un teorico 1 agosto, elimina ora il rischio di prescrizioni e consegna il giudizio a un esito nitido di assoluzione o condanna. Non è però detto che il verdetto arrivi già il 30 luglio. È possibile infatti che i difensori pongano il problema dei soli 20 giorni di avviso da ieri ad allora, inferiori di 10 giorni al termine ordinario di 30 giorni. Sull'accordo tra le parti la Cassazione potrebbe dunque aggiornare l'udienza di una manciata di giorni, in agosto, comunque cominciando a incardinare un giudizio che in ogni caso arriverà a sentenza prima del 13 o 14 settembre, data più attendibile di prescrizione dell'annualità 2002.


Annullamento o conferma 
La Cassazione potrà accogliere uno dei molti motivi di ricorso contro la condanna elaborati dall'avvocato Niccolò Ghedini e dal professor Franco Coppi, e in questo caso annullare la sentenza: o senza rinvio, con assoluzione secca e definitiva dell'ex premier, o con rinvio a un altro processo di Appello su specifici punti indicati poi nella motivazione. Oppure la Corte potrà far diventare definitiva la condanna di Berlusconi sia nella reclusione a 4 anni (di cui 3 già cancellati però dall'indulto del 2006) sia nella pena accessoria dell'interdizione dai pubblici uffici per 5 anni.


Coda parlamentare 
Seppure divenisse definitiva, l'interdizione avrà comunque ancora un'ultima coda, stavolta in Parlamento: spetterà infatti alla Giunta per le immunità prendere atto dell'interdizione e dichiarare, con il voto dei propri componenti, la decadenza di Berlusconi da senatore e la sua incandidabilità per 5 anni. Il Parlamento potrebbe in teoria disattendere la sentenza? Per esempio provando a prospettare che l'indulto (benché la legge del 2006 non l'abbia contemplato) cancelli anche le pene accessorie per analogia in passato con altri indulti? Non ci sono precedenti, nei pochi casi paragonabili nessuno si è spinto a questa soglia di conflitto tra poteri dello Stato; e nel 2007 lo stesso parlamentare di Forza Italia Cesare Previti, condannato per Imi-Sir, pur dopo un iniziale braccio di ferro anti-interdizione del suo partito, all'ultimo momento scelse di non andare alla conta e preferì anticipare le proprie dimissioni da parlamentare. 

binariomorto
00venerdì 2 agosto 2013 15:12
Sentenza Mediaset, Berlusconi condannato a 4 anni.
Annullata l’interdizione

Diventa definitiva la pena per il leader del Pdl, colpevole di frode fiscale, ma la Cassazione rinvia in Corte d'appello a Milano la rideterminazione della pena accessoria. Per il Cavaliere la prospettiva degli arresti domiciliari o dell'affidamento ai servizi sociali per l'anno non coperto da indulto. Bruti Liberati: "Pena subito eseguibile". Ghedini, Coppi e Longo: "Sgomenti, ricorreremo in Europa"


Silvio Berlusconi è condannato in via definitiva a quattro anni di reclusione per frode fiscale nel processo sui diritti Mediaset. Annullata la pena accessoria dell’interdizione dai pubblici uffici, che dovrà essere rideterminata dalla Corte d’appello di Milano. Lo hanno deciso i giudici della sezione feriale della Cassazione dopo sette ore di camera di consiglio. Confermate anche le condanne di tutti i coimputati: Daniele Lorenzano, Gabriella Galetto e Frank Agrama.

E’ la prima volta che Silvio Berlusconi subisce una condanna definitiva e irrevocabile. Dei quattro anni, tre sono coperti da indulto e l’ex premier – che comunque non andrà in carcere perché ultrasettantenne – potrà scontare la pena agli arresti domiciliari o chiedere l’affidamento ai servizi sociali. Prima di qualunque iniziativa, la sentenza deve essere trasmessa alla Procura di Milano, dove è originato il procedimento sulla frode fiscale nella compravendita dei diritti tv. Il procuratore capo Edmondo Bruti Liberati si è limitato al momento a spiegare che “la pena principale è definitiva ed è eseguibile, si seguiranno i tempi consueti”. La definitività della sentenza fa cadere automaticamente ogni privilegio parlamentare, perciò il Senato non avrà alcune voce in capitolo sulle sorti di Berlusconi.


IL DESTINO DEL CAVALIERE: DOMICILIARI O SERVIZI SOCIALI. Bruti Liberati ha spiegato che, secondo la procedura, una volta arrivata la sentenza il pm dovrà emettere il cosiddetto ordine di esecuzione con contestuale sospensione perché la pena effettiva da scontare è di un anno. Dal momento della notifica dell’atto il Cavaliere, entro il tempo massimo di 30 giorni, potrebbe andare ai domiciliari o chiedere l’affidamento in prova ai servizi sociali. Ma il termine, vista la pausa feriale, decorre dal 16 settembre. La richiesta verrà valutata dal Tribunale di sorveglianza in tempi lunghi. Se non verrà presentata alcuna istanza di misura alternativa, toccherà ad un magistrato di sorveglianza decidere nell’arco di pochi giorni e, in base anche alla legge ‘Svuota-carceri’: la misura per Berlusconi sarebbe comunque quella dei domiciliari.

COPPI E GHEDINI: “SGOMENTI, RICORSO IN EUROPA”. “Non farò l’esule, come fu costretto a fare Craxi. Nè accetterò di essere affidato ai servizi sociali, come un criminale che deve essere rieducato”. Così si leggeva qualche giorno fa in un’intervista di Silvio Berlusconi a Libero, che però fu subito smentita da una nota di Palazzo Grazioli. I legali di Silvio berlusconi attendono qualche ora prima di dire la loro: “La sentenza della Corte di Cassazione nel Processo Diritti non può che lasciare sgomenti” affermano in una nota Franco Coppi, Niccolò Ghedini e Piero Longo. “Vi erano solidissime ragioni ed argomenti giuridici per pervenire ad una piena assoluzione del Presidente Berlusconi. Valuteremo e perseguiremo – annunciano – ogni iniziativa utile anche nelle sedi Europee per far si che questa ingiusta sentenza sia radicalmente riformata”.

INTERDIZIONE, LA MINA DISINNESCATA. L’annullamento con rinvio dei cinque anni di interdizione dai pubblici uffici – come da richiesta del procuratore generale – disinnesca però un problema politico immediato per il Cavaliere, perché per avviare un’eventuale procedura di decadenza da senatore sarà necessario attendere il nuovo verdetto d’appello. La conferma della pena definitiva fa cadere comunque il rischio di prescrizione del reato. “La pena accessoria dell’interdizione dai pubblici uffici, per Silvio Berlusconi, potrebbe ridursi fino a un anno di interdizione, perché le norme alle quali ha fatto riferimento il dispositivo del verdetto prevedono un’interdizione da un anno a un massimo di tre. La misura dunque la rideterminerà la corte di Milano”, ha affermato l’avvocato Filippo Dinacci, che nel processo Mediaset in Cassazione ha difeso Gabriella Galetto, e che difende l’ex premier in altri procedimenti.

Il processo d’appello per rideterminare al ribasso i cinque anni di interdizione potrebbe aprirsi già entro la fine dell’anno, ma dipende da quando gli ermellini invieranno le motivazioni del provvedimento di oggi. Dopo di che, non più la seconda ma la terza corte d’Appello di Milano, nel giro di un mese, dovrebbe fissare il nuovo processo che riguarderà dunque solo la durata del periodo dell’interdizione dai pubblici uffici del Cavaliere. Anche in questo caso il verdetto sarà impugnabile di nuovo davanti alla Suprema Corte.

MA LA LEGGE ANTICORRUZIONE POTREBBE FAR DECADERE BERLUSCONI. Ma sul futuro politico del leader del centrodestra potrebbe pesare anche la nuova legge anticorruzione approvata nel 2012, secondo la quale se interviene una condanna definitiva superiore ai due anni, scatta infatti la procedura per l’incandidabilità del parlamentare. A prescindere dalle pene accessorie. A ricordarlo è il presidente della Giunta per le Elezioni e Immunità del Senato Dario Stefano (Sel). “Appena ci notificheranno la sentenza – spiega il senatore alle agenzie – la Giunta si riunirà e si procederà con le stesse modalità già avviate per l’ineleggibilità. Il relatore farà la sua proposta e la Giunta dovrà decidere in Camera di Consiglio. La decisione della Giunta poi dovrà passare il vaglio dell’Aula e basterà che 20 senatori lo chiedano e ci sarà il voto segreto”.

L’udienza era iniziata il 30 luglio, davanti alla sezione feriale per scongiurare il rischio di prescrizione. La sentenza, molto attesa dal mondo politico, è via via slittata fino al pronunciamento di oggi, arrivato dopo la requisitoria del pg e le arringhe dei difensori di tutti gli imputati. Il pg della Cassazione Antonello Mura aveva chiesto la conferma della pena principale – 4 anni di reclusione – e una riduzione della pena accessoria da 5 anni a 3 anni. Secondo la pubblica accusa l’ex premier è stato ”l’ideatore del meccanismo delle frodi fiscali” e “perdurante il controllo di Berlusconi su Mediaset”. La difesa, sostenuta dagli avvocati Niccolò Ghedini e Franco Coppi, avevano chiesto l’annullamento del verdetto sostenendo l’assenza della prova nei confronti del Cavaliere. “Al massimo possiamo dire che questa è una gigantesca evasione fiscale ma qui non c’è in alcun modo un profilo penale” aveva detto il professore.

I legali dell’ex premier non hanno ascoltato dal vivo la lettura della sentenza. Ghedini e Coppi sono Palazzo Grazioli con Berlusconi e hanno seguito il verdetto in diretta tv. Con il Cavaliere, nel palazzo blindato, i figli Marina e Pier Silvio, Gianni Letta e Angelino Alfano. Fuori Palazzo Grazioli ressa di giornalisti e telecamere. Le strade limitrofe, infatti, per motivi di sicurezza sono state chiuse.

IL DISPOSITIVO DELLA SENTENZA

La Cassazione ha “annullato la sentenza impugnata limitatamente alle statuizioni relative alla condanna della pena accessoria dell’interdizione dai pubblici uffici per violazione dell’art. 12 dlgs. 10 marzo 2000 e dispone trasmettersi gli atti ad altra sezione per rideterminare la pena accessoria nei limiti temporali citati dall’art. 12. Valutazione -precisa piazza Cavour- non consentita alla Corte di Cassazione”. Per il resto nel dispositivo piazza Cavour ha rigettato il ricorso, confermando quindi la condanna per frode fiscale a 4 anni nei confronti di Berlusconi “nei cui confronti dichiara irrevocabili tutte le altre parti della sentenza impugnata”. Respinti anche i ricorsi degli ex tre manager Mediaset: il produttore cinematografico egiziano Frank Agrama (3 anni), Gabriella Galetto (1 anno e 2 mesi) e Daniele Lorenzano (3 anni e 8 mesi). Per effetto del rigetto del ricorso tutti e quattro gli imputati sono stati condannati a rifondere l’Agenzia delle Entrate, costituitasi parte civile, con 5.000 euro ciascuno.

Fonte: ilfattoquotidiano
58TINO
00venerdì 2 agosto 2013 19:55
Da ieri sera mi vergogno un po' meno di essere italiano ...!
sbandieratore-solitario
00sabato 21 settembre 2013 09:21
allora, fammi capire come funziona ...
... se Berlusconi viene intercettato, allora dichiara che deve essere cambiata la legislazione riguardo la privacy ... non va bene ...
... se Berlusconi viene condannato, allora va cambiata la giustizia ... non va bene ...
... se a Berlusconi invecchiano le vallette alla Villa Arcore, allora va riformata la bruna ... non va bene ...
...
... oh, ma bisogna fare le leggi solo a suo favore ?
Ma com'è che prima l'Italia era un Paese che tutti ci invidiano, ed adesso un paese senza libertà, e leggi adatte a tutelarla ?
Che strano ... proprio dopo i tremila processi a Berlusconi ...
... e mi sa che a qualcuno sono girati un po i ... c...opert... oni !
Ad ogni modo : come mai le malefatte di Berlusconi vengono a galla proprio adesso ? Lo si sapeva da anni ...
... ah, già ... adesso va oltre i 70 ... non fa più comodo a nessuno ...
... l'Italia è governata da una lotta tra fazioni mafiose. Tutto li. Controllano tutta la politica e l'economia del paese.
Hanno distrutto la possibilità che ha un italiano di votare per i suoi ideali.
Destra e Sinistra sono diventate la stessa cosa : CENTRO e basta !
Le leggi sono TUTTE a favore della criminalità.
Il cittadino, soprattutto quello a corto di soldi, non può difendersi da nulla. Subisce e basta.
Intanto, l'economia italiana è distrutta.
Prodotti venduti in Italia ?
Made in China.
Made in Bangladesh.
Made in Romania.
La nota marca milanese di biciclette Bottecchia ... ne ho viste due esposte. SSotto il telaio si leggeva in una Made in China, nell'altra Made in Taiwan.
La Bottecchia è una marca di bici milanesi ...
Ora, tutto questo per dire che la Mafia ha creato il personaggio Berlusconi per ingabulare gli italiani.
A) Dagli le televisioni.
Ormai costa di più un piatto di pasta, che un TV LED, per fare un esempio di quanto conta il mezzo televisivo per imbambolare gli italiani.
B) Dagli un'immagine vincente nello sport più seguito dagli italiani.
Il gioco è fatto.
Voti a palate, perchè gli italiani pensavano di ribaltare il governo, portando in parlamento gente che sa lavorare, rispetto a quelli che scaldavano il posto.
Sbagliato : quelli che sanno lavorare erano costruiti, infatti, poi al governdo hanno distrutto l'economia di un Paese in 19 anni.
Ora l'Italia è un Paese dove la gente se ne sta rinchiusa in casa a vedere la TV digitale, con il corpo femminile esposto a più non posso.
Indovina ? Chi controlla la piaga del fenomeno della prostituzione ?
Chi è fortunato, esce per andare a lavorare.
Da schiavo, però.
E c'è chi ha abboccato al trucchetto " Berlusconi ".
Io non lo so.
L'Italia è conciata così ? Se la sono creata ( ce la siamo creata ) gli italiani.
Rembambiti dalla TV, ormai non sanno più lavorare gli italiani.
Intanto dall'estero ci stanno invadendo.
Per forza, la lotta è persa. E' impari.






















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detraers975
00sabato 28 settembre 2013 19:56
i ministri del PDL rassegnano le dimissioni,non che questo mi dispiaccia.
altra figura di cacca dell'Italia e questo mi dispiace parecchio. questa è la dimostrazione che il PDL è davvero un partito di lavativi,delinquenti irresponsabili....come diavolo fanno a prendere tutti i voti che prendono io sinceramente non me lo spiego.
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