La crisi greca può portare ad un nuovo collasso finanziario

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texdionis
00lunedì 18 aprile 2011 18:11
Roma - Se la Grecia scivolasse in una situazione di default, le "conseguenze sarebbero estreme, possibilmente peggiori del collasso di Lehman. E la stessa osservazione puo' essere fatta riguardo all'Irlanda e al Portogallo". Parola di Jeremy Warner, assistant editor del The Daily Telegraph e tra gli opinionisti piu' noti nel mondo della finanza.

Warner ricorda le parole dell'analista David Owen, di Jefferies, che per semplificare la questione afferma. "Anche la Grecia e' troppo grande per fallire". Un default avrebbe un effetto finanziario tsunami in Europa, in quanto si tradurrebbe in forti svalutazioni dei bond detenuti dalle banche tedesche e di altri paesi: il passo successivo sarebbe dunque la necessita' per gli istituti finanziari in questione di procedere a nuovi aumenti di capitale, proprio in un momento in cui le loro casse devono adeguarsi ai parametri di Basilea 3.

A crolllare per prima sarebbero ovviamente le banche greche, visto che esse sono i principali detentori del debito sovrano del paese: in questo scenario, continua Warner, "una svalutazione degli asset di un terzo ma anche della meta' del valore totale darebbe il via a una catastrofe e a un vero e proprio collasso del sistema bancario della Grecia". Ma non solo: il default provocherebbe anche il crollo del sistema pensionistico del paese, che tra i suoi asset ha anche i titoli di debito emessi da Atene.

L'opinionista del quotidiano britannico si interroga allora su una opzione. Visto che la situazione e' seria, e visto che i tassi di interesse continuano a balzare verso l'alto, si potrebbe riuscire a evitare conseguenze catastrofiche ricorrendo a un "soft default", ovvero a una ristrutturazione basata sull'estensione delle scadenze dei titoli di debito e sulla riduzione dei tassi di interesse da pagare su questi bond? Forse, ma per Warner una tale misura potrebbe non rivelarsi sufficiente.

Atene, infatti, si trova ormai in una situazione di "debito non sostebile. I debiti sono a livelli cosi' elevati che riuscire a dimostrare che la Grecia potra' farcela non e' solo difficile e faticoso, ma praticamente impossibile. Gli interessi sono troppo alti affinche' l'economia riesca a farcela".

C'e' una cosa che pero' non convince l'opinionista: come e' possibile che la dichiarazione del ministro delle finanze tedesco Wolfgang Schauble, sul rischio che alla fine la Grecia sia costretta a far ricorso a una ristrutturazione, abbia assunto le vesti di una "rivelazione"? "La dichiarazione e' infatti talmente ovvia e ormai e' conosciuta dai mercati da piu' di un anno", continua Warber.

Sta di fatto, prevede l'opinionista, che forse alla fine la Grecia andra' in default, ma evitera' oculatamente una ristrutturazione volontaria almeno fino a quando l'ESM, ovvero il meccanismo di stabilita' europea, non diventera' attivo nel 2013. Prima di allora, un ricorso volontario al default non fara' bene a nessuno.

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