La figura di Maria nella "Buona Novella" [Faber]

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Etrusco
00martedì 27 febbraio 2007 21:53

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

La buona novella (1970) è il quarto album registrato in studio di Fabrizio De André.
L'album è un concept album tratto dalla lettura dei Vangeli apocrifi: il lavoro di lettura e di scrittura dei testi, svolto con Roberto Danè, è durato più di un anno.

Seguendo le caratteristiche degli Apocrifi, in questo album
la narrazione della buona novella sottolinea l'aspetto più umano e meno spirituale assunto da alcune tradizionali figure bibliche (ad esempio, Giuseppe)
e presta maggiore attenzione a figure minori della Bibbia, che qui invece diventano protagonisti (ad esempio, Tito e Dimaco, i ladroni crocefissi insieme a Gesù)
.

È l'album che De André considerava tra i suoi più riusciti.



Trama:
La narrazione, introdotta da un Laudate Dominum, inizia raccontando L'infanzia di Maria:
la piccola Maria vive una infanzia terribile segregata nel tempio ("dicono fosse un angelo a raccontarti le ore, a misurarti il tempo fra cibo e Signore");
l'impurità delle prime mestruazioni
("ma per i sacerdoti fu colpa il tuo maggio, la tua verginità che si tingeva di rosso")

provocò il suo allontanamento e la scelta forzata di uno sposo;
il matrimonio avviene con un uomo buono ma vecchio, il falegname Giuseppe
("la diedero in sposa a dita troppo secche per chiudersi su una rosa")
che la sposa per dovere e la deve poi lasciare per quattro anni per lavoro.

Ne Il ritorno di Giuseppe si può cogliere la fatica della vita di Giuseppe; nel suo ritorno a casa porta una bambola per Maria, e la trova implorante affetto e attenzione.
Il sogno di Maria riporta la scena nel tempio.
In un sogno l'angelo che usava farle visita la porta in volo lontano "là dove il giorno si perde";
lì le da la notizia della futura nascita di un bimbo;
il testo allude ad un concepimento più terreno di quello raccontato dai vangeli canonici.
Al risveglio Maria capisce di essere incinta
("parole confuse nella mia mente, svanite in un sogno ma impresse nel ventre") e si scioglie in pianto.

La maternità inaspettata
("ave alle donne come te Maria, femmine un giorno e poi madri per sempre"),
si esprime in Ave Maria, un omaggio alla donna nel momento del concepimento.

Dalla letizia che traspare in Ave Maria il passaggio a Maria nella bottega del falegname è drastico:
il ritmo dato dalla pialla ed il martello scandiscono il dolore straziante dal falegname che costruisce la croce
("tre croci, due per chi disertò per rubare, la più grande per chi guerra insegnò a disertare")
con la quale il figlio di Maria ed i due ladroni verranno crocifissi.
Infine sotto la croce stessa:
"non fossi stato figlio di Dio t'avrei ancora per figlio mio".
Questo aspetto è completamente trascurato dai Vangeli canonici.

La via della croce è una delle canzoni in cui Fabrizio lascia trasparire i suoi pensieri e i suoi sentimenti anarchici:
"il potere vestito d'umana sembianza ormai ti considera morto abbastanza".
L'opera termina con una sorta di canto di chiesa che incita a
lodare l'uomo, e non in quanto figlio di un Dio, ma in quanto figlio di un altro uomo, quindi fratello.



Tracce:
- Laudate Dominum (Fabrizio De André) - 0'21"
- L'infanzia di Maria (Fabrizio De André) - 5'01"
- Il ritorno di Giuseppe (Fabrizio De André) - 4'07"
- Il sogno di Maria (Fabrizio De André) - 4'07"
- Ave Maria (Fabrizio De André) - 1'53"
- Maria nella bottega di un falegname (Fabrizio De André) - 3'14"
- Via della Croce (Fabrizio De André) - 4'33"
- Tre madri (Fabrizio De André) - 2'55"
- Il testamento di Tito(1) (Fabrizio De André) - 5'51"
- Laudate hominem (Fabrizio De André) - 3'29"
(1)testo di De André e Michele, musicato da Corrado Castellari, secondo le dichiarazioni di quest'ultimo [1] [2] e secondo quanto riportato nei ringraziamenti nella busta interna del disco

Musicisti:
Franco Mussida: chitarra
Franz Di Cioccio: batteria
Giorgio Piazza: basso
Flavio Premoli: organo
Mauro Pagani: flauto
tutti membri del complesso I Quelli, con la collaborazione di
Andrea Sacchi: chitarra

Curiosità:
Da quest'album nel 2000 sono stati tratti uno spettacolo teatrale con Claudio Bisio e Lina Sastri
e un libro che ne analizza genesi, aspetti peculiari e il rapporto che esiste tra i vangeli apocrifi e le leggende popolari:
Fabrizio De André e la Buona Novella: Vangeli Apocrifi e leggende popolari, Monica Andrisani, Firenze Libri 2002
.

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