La singolarità si avvicina, a velocità esponenziale

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texdionis
00martedì 22 febbraio 2011 18:45
Vernor Vinge, padre del concetto di Singolarità Tecnologica, annuncia l'imminente avvento di una nuova era per l'umanità. Niente paura, vivremo meglio e con meno preoccupazioni

05 maggio 2009 di Riccardo Di Stefano

Ancora vent'anni e i progressi tecnologici dell'uomo supereranno la nostra capacità di comprenderli e, quindi, di controllarli. Il fenomeno è conosciuto negli ambienti scientifici come Singolarità Tecnologica e a preconizzarne l'avvento imminente è il Dr. Vernor Vinge, matematico e romanziere che per primo negli anni 80 introdusse il concetto nella letteratura fantascientifica.

In un suo saggio del 1993 (intitolato appunto "Technological Singularity") le elucubrazioni di Vinge si spinsero verso affermazioni a dir poco sconvolgenti: "Entro trent'anni, avremo i mezzi tecnologici per creare una intelligenza superumana. Poco dopo, l'era degli esseri umani finirà".

Oggi il dr. Singolarità ci dice che si stupirebbe se entro il 2030 la Singolarità Tecnologica non si fosse ancora manifestata.

Dobbiamo preoccuparci? Ci dobbiamo preparare a un imminente olocausto tecnologico? O a un futuro in cui le macchine prenderanno il sopravvento sui loro creatori?

Niente di così catastrofico. Nelle previsioni di Vinge infatti la Singolarità potrebbe anche avere sviluppi positivi per la civiltà umana.

"Penso che grazie alla tecnologia in un futuro prossimo gli uomini saranno in grado di creare (o diventare) creature dall'intelligenza sovrumana" afferma Vinge in un'intervista a H+ Magazine, rivista di trans umanesimo, "Solo che a differenza degli altri cambiamenti tecnologici (ad esempio la stampa) questo sarà incomprensibile per gli uomini di oggi, allo stesso modo in cui la nostra civiltà attuale sarebbe incomprensibile per un pesce rosso".

Secondo Vinge ciò che distingue l'uomo dagli altri animali è la sua capacità di concepire esternalizzazioni della propria coscienza (esempi sono la scrittura, la lettura o la creazione artistica). Se nei prossimi dieci anni riusciremo ad automatizzare processi finora legati alla coscienza umana (ad esempio la capacità di giudizio o di rielaborazione dei dati appresi) e riusciremo a confezionarli in dispositivi informatici separati (gli studi sulle Intelligenze Artificiali non sono tanto lontani da ciò) vorrà dire che la Singolarità starà già bussando alla porta.

Tuttavia, per smorzare gli entusiasmi basta dare un'occhiata alla legge del Ritorno Accelerato sviluppata da Ray Kurzweil. L'informatico statunitense infatti spiega come l'evoluzione tecnologica segua un processo non lineare, bensì esponenziale. Ciò è dovuto al fatto che ogni nuova tecnologia viene sfruttata per realizzarne di nuove, in un processo a cascata che nel giro di poco tempo potrebbe portare ad esiti imprevedibili, e incontrollabili (immaginate che un computer impari a riprogrammarsi da solo a seconda della situazione).

Ma allora qual è l'orizzonte che ci attende: saremo tutti superuomini capaci di gestire decine di processi mentali in multitasking? Oppure diventeremo esseri implumi schiavizzati da intelligenze artificiali perfette come preannunciava Isaac Asimov in "Io, Robot"?
Solo il tempo saprà darci una risposta. Ma tranquilli, non ce ne vorrà molto.


Grazie a Kunta che ha in qualche modo riesumato il link [SM=x44452] [SM=x44475]
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