Morti bianche
Le tragedie nel padovano, in provincia di Cuneo e vicino ad Avellino. Fra le vittime due stranieri
Schiacciati da una trave o folgorati da una scarica. L'intervento del ministro del Lavoro
Infortuni sul lavoro, ancora 3 morti
Damiano: "I controlli non bastano"
ROMA - L'elenco già tristemente lungo delle morti bianche si è allungato oggi con i nomi di
tre operai morti nel padovano, in provincia di Cuneo e a pochi chilometri da Avellino, schiacciati da una trave o folgari da una scarica elettrica.
Il ministro del Lavoro Cesare Damiano ammette che
le leggi di tutela nei confronti dei lavoratori "sono buone" e i controlli sono aumentati, "ma da soli non bastano". Un recentissimo rapporto stilato dall'Anmil, l'Associazione nazionale mutilati e invalidi del lavoro, ha svelato che
l'Italia è lo stato europeo dove le vittime sul lavoro sono più numerose. E il presidente della Repubblica non perde occasione per ribadire che gli infortuni sul lavoro sono "un fenomeno gravissimo e spaventoso che impone il massimo intervento di tutte le componenti del mondo sociale e istituzionale". Oggi Damiano ha detto che per arginare il flagello delle morti bianche "serve una cultura del lavoro che parte dall'impresa e dal sindacato attraverso la concertazione".
Raffaele Maffei, 44 anni, tre figli, è morto folgorato da una scarica elettrica mentre lavorava alla costruzione del solaio di un'abitazione a Serra di Pratola, una frazione a pochi chilometri da Avelino. Era dipendente di una piccola ditta di costruzioni di Solofra, la stessa città dove vivveva con la moglie e i bambini. La tragedia si è verificata nella tarda mattinata. Il lungo braccio meccanico della betoniera utilizzata per pompare il cemento sul solaio, ha tranciato i cavi dell'alta tensione che gli sono caduti addosso: 20 mila volt che non hanno lasciato scampo.
Qualche ora più tardi, un incidente simile è accaduto in Piemonte. Un giovane polacco impegnato nella potatura di un pioppeto nelle campagne di Ruffia, vicino a Cuneo, è morto anche lui a causa di una scarica elettrica. Il braccio meccanico del suo trattore ha sfiorato i cavi dell'alta tensione e la morte è stata immediata.
La terza vittima era un romeno, padre di tre bambini. Abitava a Castello di Godegno, in provincia di Treviso. Stamane lavorava a una macchina utensile in una segheria a San Martino di Lupari. Un grosso pezzo di legno è schizzato via colpendolo alla testa. Proprio oggi, Vasile Danc compiva 46 anni.
La cronaca prosegue con altri due gravi incidenti. Uno nell'azienda Tegolaia di Casier, vicino a Treviso, dove un operaio di 55 anni è stato ricoverato in gravi condizioni dopo essere stato colpito dalla forcella di un muletto. L'altro a Grugliasco, in provincia di Torino: Omar Oscarino, architetto di 36 anni, è caduto dal tetto di un capannone dove era salito per valutare l'avanzamento dei lavori di ristrutturazione ed è ricoverato nell'ospedale di Rivoli in prognosi riservata.
Ieri vicino a Viterbo lo scoppio di una fabbrica di fuochi d'artificio ha provocato la morte di quattro persone. Anche stamane, i vigili del fuoco e gli agenti della scientifica hanno rifatto un sopralluogo per capire le cause della tragedia. Nell'ospedale Sant'Eugenio di Roma, dove è ricoverato per ustioni su circa il 30% del corpo, è stato interrogato Giandomenico Cignelli, 26 anni, unico sopravvissuto all'incidente. Cignelli si è salvato perché al momento dell'esplosione era fuori dell'edificio. Ha detto che fino al momento dello scoppio non aveva rilevato nulla di strano nella lavorazione dei fuochi.
(7 febbraio 2008)
da:
repubblica.it
Inoltre, da fonte INAIL:
"Si approvino subito le deleghe al testo unico"
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A dicembre, in occasione della tragedia nell'acciaieria di Torino si fermò tutta la nazione, anche i responsabili di questo forum avevano espresso la solidarietà loro e di tutti noi utenti chiudendo per quasi tutta una giornata.
Però le morti sul lavoro sono, in Italia, una piaga troppo grossa, ogni giorno ve ne sono alcune. In questi ultimi due giorni e abbiamo collezionate ben
sette, senza contare il numero di feriti, anche molto gravi.
Ogni anno le morti bianche nel nostro paese superano, e di molto, le mille unità, spesso si avvicinano o superano anche le duemila unità, sempre senza contare i feriti.
E sempre senza contare ciò che accade nel mondo del lavoro in nero, dove queste morti o questi ferimenti non vengono alla luce. Ho ragione di credere che contando anche il lavoro in nero il numero potrebbe quasi raddoppiare.
Io ritengo che questa sia forse la peggiore piaga del nostro paese, in questo momento, assieme all'emergenza stipendi (e forse collegata ad essa).