Le piramidi in Bosnia

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Runningman77
00mercoledì 6 dicembre 2006 16:33
TRATTO DALLA PUNTATA DI VOYAGER del 4 dicembre

Diciamolo subito: anche se in questo viaggio parleremo di Piramidi, non siamo in Egitto.
Alle mie spalle scorre infatti la vita intensa della gente di Sarajevo.

Sembra incredibile, ma solo pochi anni fa questa città è stata teatro di una guerra cruenta e folle.
Ora invece, a dieci anni dai trattati di pace di Dayton, la vita scorre normale. In questi giorni, l’entusiasmo dei bosniaci è alle stelle: tutto ruota intorno a una scoperta archeologica che ha – semplicemente – dell’incredibile.

Dobbiamo prendere una jeep e viaggiare per una cinquantina di chilometri per vedere con i nostri occhi se, come rimbalza nelle agenzie stampa di tutto il mondo, stiamo per assistere alla più grande scoperta archeologica del secolo. Una scoperta che sarebbe in grado di riscrivere la Storia che conosciamo.

La strada che percorriamo, fino a poco tempo fa territorio minato, ci porta a Visoko, a quella che i bosniaci hanno ribattezzato “La Valle delle Piramidi!”
Riprese satellitari della NASA, analisi spettrali e telerilevamenti morfologici hanno stabilito chiaramente che si tratta di una immensa struttura piramidale. Anzi: di tre strutture piramidali, considerando le colline vicine.

Le evidenze hanno convinto gli scienziati e il governo che fosse il caso di scavare per capire cosa ci fosse sotto la terra di queste colline.
La direzione dei lavori è stata affidata all’archeologo bosniaco-americano Semir Osmanagich, che ha accettato di incontrarci, nonostante in questi giorni si stia scavando e si stanno rivenendo reperti che sembrano prove mozzafiato.

Siamo sulla sommità di quella che qui viene chiamata la Piramide del Sole. Qui gli archeologi stanno scavando e già dai primi risultati sembrano esserci pochi dubbi sul fatto che sotto questa terra ci sia un’opera lavorata dall’uomo.

Ma c’è di più: se come sembra stiamo camminando sopra un’antica piramide, questa sarebbe più alta della Grande Piramide di Cheope!

Un gruppo di tre piramidi, di cui la più alta è superiore a quella di Cheope. Tutto questo in Europa. Ma le sorprese sono solo iniziate.

La considerazione che ha fatto saltare sulla sedia metà della comunità archeologica mondiale, difatti, è che le prime datazioni di questo sito archeologico indicano come anno di costruzione, circa il diecimila a.C., circa ottomila anni prima della data ufficiale delle piramidi egiziane.

Questa ipotesi sorprendente costringerebbe gli archeologi a riscrivere i libri di storia: questa piramide potrebbe infatti essere la testimonianza di un’antica civiltà tecnologicamente avanzata.

Ma questa data, dodicimila a.C., risveglia anche altre ipotesi. Dobbiamo ancora una volta tornare in Egitto attraverso le visioni di un profeta dormiente. Un visionario che parlava della fine di Atlantide, che sarebbe avvenuta proprio in quegli anni.

Edgar Cayce è considerato il più grande sensitivo del ventesimo secolo. La sua fama raggiunse il vertice negli anni trenta, quando venne battezzato il "Profeta Dormiente". Cayce, infatti, dava le sue profezie in uno stato di trance indistinguibile dal sonno.
Le sue profezie sono state fedelmente trascritte, in più di 8 mila sedute private.
Nonostante molte si siano rivelate inesatte, è comunque suggestiva la precisione di alcune particolari visioni del profeta a stelle e strisce.
Edgar Cayce affermò che la grande piramide di Giza fu ultimata molti secoli prima di quanto si creda: esattamente nel 10500 Avanti Cristo. Questa data, nelle visioni di Cayce, coinciderebbe con il grande esodo degli abitanti di Atlantide, in fuga dal leggendario continente che si stava inabissando.
E non è tutto: in trance Cayce vide anche nitidamente la “Sala dei Documenti”, un locale segreto nascosto sotto le zampe della Sfinge che conterrebbe le tavole in cui è scritta la vera storia delle piramidi, le cronache di Atlantide e l’origine della nostra Storia.

L’ipotesi che ha quasi il sapore di fantascienza è che le piramidi, sparse in diversi punti del nostro pianeta, in punti molto particolari funzionassero da “indicatori” per antichissime civiltà. Una sorta di “fari”, anche se non si sa per quali tipo di “navi” e quale tipo di “mare”.



Piramidi: costruzioni megalitiche, enigmatiche, incomprensibili.
Quale che sia la loro storia, appaiono in ogni angolo del pianeta. Certamente le più conosciute sono quelle in Egitto, nella piana di Giza, che sono però solo una piccola parte delle 106 costruzioni stimate nel territorio egiziano. Altrettanto note le piramidi Maya, Azteche e Inca, nel Sud America dove si continua a ritrovare tali costruzioni nonostante l'intricata e impenetrabile vegetazione che le avvolge. I Toltechi le costruirono a Chichen Itza, Tenochtitlan e Xochicalco. Nel Messico numerosi siti archeologici dove sono presenti piramidi: Ake, Becan, Chicanna, Dzbilnocac, Edzna, El Tajin, Monte Alban, Teotentenango, Tula, Tulum, Uxmal con la sua nota Piramide del Mago, Zempoala, Calakmul, Sayil ed altri centri più isolati dove la vegetazione ha preso il sopravvento. A un'ora di treno da Città del Messico si trovano le Piramidi di Teotihuacan, ove troneggiano quelle del Sole e della Luna, di origine Maya, in pieno territorio Azteco. Piramidi sono state ritrovate in Venezuela ai confini con l'Amazzonia Colombiana. Nel 1979 un aereo fotografò dodici piramidi grandissime nel dipartimento di Madre de Dios in Brasile, collocate simmetricamente in due file di sei. Così in Bolivia, Honduras, Belize. Nel Perù sud orientale una foto satellitare mostra otto misteriosi punti disposte in due file parallele che uno studio a raggi infrarossi rivelò essere di pietra: nessuna spedizione è mai riuscita a raggiungerle via terra
A Tiahuanaco, in Bolivia, si erge la collina dei sacrifici costituita da una grandissima piramide di centocinquanta metri per duecento, alta circa cinquantacinque metri, costruita su precisi riferimenti astronomici e con la base allineata al nord magnetico. Si parla di una "valle Egizia" fra i fiumi Xingù e Tucantus, in Amazzonia Meridionale e piramidi esistono in Polinesia, erette in onore di Ra; in Algeria a El Madrassem, dello stesso tipo di Saccara. Intorno a Sebastopoli sono state scoperte fortuitamente ben 37 piramidi completamente interrate. Tra Foros e Khersones, lungo la costa del Mar Nero, sono state rinvenute sette piramidi interrate che formano un rombo quasi regolare e risultano tutte allineate come quelle egiziane e colombiane. Altre piramidi sono state scoperte nell’Uzbekistan, nelle regioni di Kashandariyn e Samarcanda, di forma tetraedrica come quelle egizie, con le pareti completamente lisce e un altezza compresa fra i dodici e i quindici metri. 160 km. a nord di Brisbane, in Australia, lungo il fiume Mary, nel 1850 fu rinvenuta una piramide a gradoni, con un piccolo idolo in pietra che sembra raffigurare il dio egizio Thoth . In Nuova Guinea ne sono state rinvenute ben cinque identiche a quella Australiana. Ad Haiti, i francesi ritrovarono piramidi a piani come quelle di Saccara.
Piramidi si trovano in Micronesia, nelle Hawaii, nelle Isole Marchesi. Tra Tibet e Cina sono diverse le testimonianze sia russe che tedesche, di costruzioni piramidali. Nel territorio cinese sono state rinvenute anche "piramidi contrarie", cioè scavate nel terreno, come fossero a testa in giù. La più famosa è a Xian nei pressi del ritrovamento dell'esercito in terracotta dell'imperatore She-Huang-Ti. Piramidi sono segnalate in Germania, Stati Uniti, Inghilterra, Turchia e, sotto l’oceano, anche a Yonaguni, in Giappone.
Anche in Italia sembrano esserci piramidi simili: in Sardegna, a Monte d’Accodi esiste una struttura piramidale di nove metri d’altezza e quasi quaranta per trenta di base che ricorda gli ziggurat della Mesopotamia. Ma ancora più famose e controverse in Italia sono quelle di Montevecchia, visibili però solo dall’alto ma perfettamente allineate con quelle egizie. Ma non è tutto: costruzioni piramidali sarebbero state fotografate anche oltre il nostro pianeta.
Negli sterminati archivi delle missioni spaziali della Nasa sono infatti presenti fotografie della Luna e di Marte che lasciano più di un sospetto ma, soprattutto, lasciano tanto spazio alla fantasia...

Torniamo invece con i piedi ben piantati per terra. Cosa è stato ritrovato esattamente in questa Piramide del Sole?

Si parla di una tomba all’ingresso della piramide e di cunicoli con iscrizioni, mattonelle, utensili antichi e precisissimi per tagliare la pietra.
Ma non è tutto. Come abbiamo capito stando qui, è stato scoperto anche un tunnel. Un tunnel stretto in cui si entra quasi strisciando ma che risulta perfettamente ventilato.

Tutto l’interno della piramide è pieno di fori che sembrano essere camini, fori di aerazione o veri e propri accessi: c’è veramente tanto da scavare e da scoprire qui.

È una delle avventure più emozionanti che ci sia capitato di vivere qui a Voyager!

Unendo il vertice della Piramide del Sole con quelli delle altre due - che sono state battezzate della Luna e del Dragone - otteniamo un perfetto triangolo equilatero: tutti gli angoli sono di 60 gradi.
Ma a questo collegamento “virtuale” corrisponderebbe anche un preciso sistema di cunicoli sotterranei che unirebbero le presunte piramidi.

Che questo sia un luogo “magico” è fuori di dubbio. Sulla sua sommità sono state rinvenute iscrizioni dell’Ordine del Tempio: anche i templari, dunque sono passati di qui. Ma non solo.

Antiche leggende locali raccontano infatti che a nessuno era permesso di vivere sulla vetta della collina se non fosse stato disposto a difendere con la vita i segreti delle sue fondamenta.

“I segreti sono rimasti custoditi e inviolati per generazioni, fino ai giorni nostri. Di sicuro, però, quando i Turchi invasero la Bosnia nel XIV secolo conoscevano la leggenda e si limitarono a conquistare solo i villaggi di Travnik e Jayce, nonostante ciò significasse rinunciare a un prezioso avamposto strategico costituito dalla piccola città sulla sommità della collina.”

Se tutto questo è vero, se questa costruzione è veramente ciò che sembra: una piramide più alta di quella di Cheope realizzata con strumenti di tecnologia avanzata per il dodicimila a.C., la domanda che rimane è chiara e suggestiva: chi l’ha costruita?
Le ipotesi possibili sono molte. Ma noi abbiamo scoperto qualcosa, qui vicino che forse è un indizio per una risposta ancora più suggestiva.

Siamo a pochi chilometri dalle piramidi e stiamo seguendo il corso di un fiume...
Queste sfere di pietra perfettamente rotonde sono state ritrovate nei dintorni della valle delle piramidi. E difficilmente è un caso.

Si tratta di oggetti pesantissimi, faticosi da trasportare e possono essere state lavorate solo a temperature incandescenti.

Ci sono molte domande legate a queste sfere: chi le ha fatte, come, quando e soprattutto per quale scopo?
Esiste solo un altro posto nel mondo in cui esistono una tale concentrazione di sfere: il Costarica.
Sono state azzardate ipotesi di ogni tipo, ma nessuna sembra riuscire a trovare le risposte giuste.
Si sa solo che le sfere risalgono, probabilmente, a una data che oggi continuiamo a incrociare sul nostro cammino: dodicimila a.C.

E c’è chi sostiene che, guardate dall’alto, segnino una serie di punti che tracciano una rotta navale.

“Il ricercatore russo Ivan Zapp partendo da Bolas – la città costaricana con la maggior concentrazione di sfere – seguì la rotta indicata dalle sfere e giunse a Uvita sulla costa del Pacifico, altro luogo in cui si trovavano moltissime sfere.

Prolungando la rotta giunse al Monte Chiripò, un colosso di 3.800 metri attraversato da quello che i locali chiamano “Il cimitero della macchina dell’oro".
Una antica leggenda racconta infatti che al suo interno fu infatti sepolto un oggetto definito "la macchina volante".

Piramidi che funzionano da antichi “fari” e enormi sfere di pietra che segnano puntini su rotte visibili solo dal cielo: per chi ama far viaggiare la fantasia c’è di che sognare in questo angolo di Bosnia.

Un’ultima curiosità: la data di fine lavori è prevista per il 2012. L’ennesima coincidenza in questa storia appassionante: il 2012 è infatti la data indicata chiaramente nelle profezie Maya come il momento in cui inizierà una Nuova Era per l’umanità. Una data che torna anche nell’iconografia egizia, negli antichi mitrei romani e persino nella lontana Cambogia...
Ma questa - forse- è un’altra storia: il viaggio continua...

-Asmodeus-
00mercoledì 6 dicembre 2006 16:50
Non è assolutamente possibile che, all'epoca cui sono state datate, in Bosnia qualcuno potesse erigere piramidi. Tra 27,000 e 12,000 anni fa, i Balcani erano allegramente coperti dal ghiccio, essendo in pieno investiti dagli effetti della glaciazione. Gli unici abitanti di cui si abbia traccia nella zona sono cacciatori-raccoglitori che avevano appena superato la fase "vita nelle caverne" per iniziare a costruire semplici capanne. I ritrovamenti parlano di cibo, semplici attrezzi in pietra, e cose simili. Non esiste possibilità che avessero la conoscenza tecnica e l'organizzazione necessaria per anche solo pensare a strutture complesse di tipo piramidale!

Mr. Osmanagic, il fantomatico tale a cui si ascrive la scoperta, è inoltre ben noto per alcune teorie quantomeno "estreme", senza il minimo supporto logico, archeologico o altro...semplicemente è uno dei tanti fanatici delle piramidi fatte dagli omini verdi che ogni piè sospinto escono allo scoperto. In un suo libro, "The world of the Maya", dice testuale: the Maya should be considered watchmakers of the cosmos whose mission it is to adjust the Earthly frequency and bring it into accordance with the vibrations of our Sun (i Maya sono gli orologiai del cosmo, la cui missione è aggiustare la frequenza della terra e accordarla con quella del nostro sole!) [SM=x44457] [SM=x44457] [SM=x44457]

io spero che blocchino gli scavi. chi li sta facendo non ha la professionalità e la conoscenza tecnica necessaria, probabilmente distruggerà buona parte dei resti di epoche successive che si trovano nella zona (illirici, romani e medievali). Osmanagic sta sfruttando il bisogno di soldi e pubblicità di quella zona, martoriata da anni di guerra. l'ex direttore del Museo Nazionale di Sarajevo, Enver Imamovic, in proposito ha detto: "permettere questi scavi è come se lasciassero fare a me, archeologo, un'operazione chirurgica."
Runningman77
00mercoledì 6 dicembre 2006 17:17
Re:

Scritto da: -Asmodeus- 06/12/2006 16.50
Non è assolutamente possibile che, all'epoca cui sono state datate, in Bosnia qualcuno potesse erigere piramidi. Tra 27,000 e 12,000 anni fa, i Balcani erano allegramente coperti dal ghiccio, essendo in pieno investiti dagli effetti della glaciazione. Gli unici abitanti di cui si abbia traccia nella zona sono cacciatori-raccoglitori che avevano appena superato la fase "vita nelle caverne" per iniziare a costruire semplici capanne. I ritrovamenti parlano di cibo, semplici attrezzi in pietra, e cose simili. Non esiste possibilità che avessero la conoscenza tecnica e l'organizzazione necessaria per anche solo pensare a strutture complesse di tipo piramidale!

Mr. Osmanagic, il fantomatico tale a cui si ascrive la scoperta, è inoltre ben noto per alcune teorie quantomeno "estreme", senza il minimo supporto logico, archeologico o altro...semplicemente è uno dei tanti fanatici delle piramidi fatte dagli omini verdi che ogni piè sospinto escono allo scoperto. In un suo libro, "The world of the Maya", dice testuale: the Maya should be considered watchmakers of the cosmos whose mission it is to adjust the Earthly frequency and bring it into accordance with the vibrations of our Sun (i Maya sono gli orologiai del cosmo, la cui missione è aggiustare la frequenza della terra e accordarla con quella del nostro sole!) [SM=x44457] [SM=x44457] [SM=x44457]

io spero che blocchino gli scavi. chi li sta facendo non ha la professionalità e la conoscenza tecnica necessaria, probabilmente distruggerà buona parte dei resti di epoche successive che si trovano nella zona (illirici, romani e medievali). Osmanagic sta sfruttando il bisogno di soldi e pubblicità di quella zona, martoriata da anni di guerra. l'ex direttore del Museo Nazionale di Sarajevo, Enver Imamovic, in proposito ha detto: "permettere questi scavi è come se lasciassero fare a me, archeologo, un'operazione chirurgica."

non per smentirti di botto

ma non è che gli egizi possedessero ruspe e buldozer...

oltretutto la datazione delle piramidi egizie non è certa

ricorda che non esiste mezzo testo egizio che riporti come siano state costruite le piramidi


pertanto c'è da chiedesri se l'abbiano fatte loro

di certo si sa che la sfinge è erosa da acqua
le piramidi no

quindi le due strutture hanno epoche diverse

e si sa che la testa è stata riscolpita

ps: ce ne è un'altra in giappone subacquae e ha circa la stessa datazione

ps: la storia narra di costruzioni megalitiche alcune son rimatse altre no
e alcune sono molto più antiche delle piramidi

[Modificato da Runningman77 06/12/2006 17.19]

-Asmodeus-
00mercoledì 6 dicembre 2006 17:23
Re: Re:

Scritto da: Runningman77 06/12/2006 17.17
non per smentirti di botto

ma non è che gli egizi possedessero ruspe e buldozer...

oltretutto la datazione delle piramidi egizie non è certa

ricorda che non esiste mezzo testo egizio che riporti come siano state costruite le piramidi


pertanto c'è da chiedesri se l'abbiano fatte loro

di certo si sa che la sfinge è erosa da acqua
le piramidi no

quindi le due strutture hanno epoche diverse

e si sa che la testa è stata riscolpita

ps: ce ne è un'altra in giappone subacquae e ha circa la stessa datazione

ps: la storia narra di costruzioni megalitiche alcune son rimatse altre no
e alcune sono molto più antiche delle piramidi



1 - Gli egizi erano tecnologicamente molto più avanti delle popolazioni che avrebbero dovuto costruire le "piramidi" bosniache.

2 - Le piramidi sono datate eccome. Non diciamo bestialità, per favore. Le hanno fatte loro, non esistono teorie contrarie che abbiano la minima valenza scientifica.

[Modificato da -Asmodeus- 06/12/2006 17.24]

Runningman77
00mercoledì 6 dicembre 2006 17:30
Re: Re: Re:

Scritto da: -Asmodeus- 06/12/2006 17.23


1 - Gli egizi erano tecnologicamente molto più avanti delle popolazioni che avrebbero dovuto costruire le "piramidi" bosniache.

2 - Le piramidi sono datate eccome. Non diciamo bestialità, per favore. Le hanno fatte loro, non esistono teorie contrarie che abbiano la minima valenza scientifica.

[Modificato da -Asmodeus- 06/12/2006 17.24]


non esiste neanche una teoria su come le abbiano fatte

se la memoria non mi inganna
quella di cheope si sa che è di cheope solo perchè è stato trovato un pezzo di geroglifico che riporta la parola cheope rimasto integro dal colpo di genio di un inglese che fece saltare una parete per accedere alle camere interne...




minima valenza scientifica?
nella storia ogni giorno si fanno scoperte nuovo

la sfinge è erosa dall'acqua piovana e le piramidi no

secondo te non è strano?
poiche le due strutture secondo quanto affermi tu hanno la stessa datazione.

Runningman77
00mercoledì 6 dicembre 2006 17:36
VESTIGIA DI ATLANTIDE IN GIAPPONE

Aprile 1997. L'équipe di oceanografi diretta dal professor Masaki Kimura, geologo dell'Università Ryukyu di Okinawa, ha scoperto i resti di un'antica civiltà, nelle acque dell'isola Yonagumi.

di Adriano Forgione


Posti al largo del Mar della Cina, nello stretto che collega il Giappone a Formosa e sommersi a 25 metri sotto il livello del mare, rappresentano per gli scopritori la testimonianza di una civiltà vissuta oltre 10.000 anni fa.
Le costruzioni, di enormi dimensioni, hanno suscitato eccitazione e sgomento nella comunità archeologica internazionale. Le caratteristiche architettoniche di quella che può essere considerata una colossale struttura, di grandezza paragonabile a quella della piramide di Cheope, sono accostabili alle costruzioni mesopotamiche chiamate "Ziggurat", piramidi a gradoni, tipiche dell'area medio-orientale. Non possono quindi essere associate a niente che abbia a che fare con le culture nipponica e cinese a noi note. In precedenza nessuno aveva fatto caso alla presenza di queste costruzioni ed il professar Kimura è stato il primo ad aver capito che la struttura non era opera della natura, bensì dell'uomo. Inoltre, nella stessa zona, ritrovamenti di altre costruzioni si sono aggiunti alla scoperta principale, a conferma che, sommerso a poche decine di metri sotto la superficie marina, un intero complesso architettonico era in attesa di essere scoperto e fornire una nuova chiave di lettura alla storia della civiltà orientale e mondiale. Al sito sottomarino si sono interessati anche il geologo Robert Schoch e l'egittologo John Antony West, sostenitori dell'esistenza di Atlantide e consulenti per gli approfonditi studi di Robert Bauval e Graham Hancock, che hanno considerato la struttura opera della natura. Ma Kimura ha replicato a queste affermazioni. "Se i gradoni fossero il risultato dell'erosione causata dalle correnti marine - ha dichiarato Kimura - lo stesso fenomeno sarebbe leggibile anche sulle rocce circostanti. La scoperta di ciò che sembra essere una strada che cinge l'intero complesso, conferma che è solo opera dell’uomo". Dopo che le immagini del luogo sono state divulgate, Schoch e West hanno dovuto ammettere il loro errore.

UNA PIRAMIDE DI 10.000 ANNI FA
Una certa agitazione regna fra gli studiosi giapponesi, in quanto le analisi e gli studi sembrano confermare che il complesso sottomarino di Ryukyu ha strette relazioni con le rovine precolombiane ed egiziane.
Forse si trattava di un sito religioso e cerimoniale che non ha corrispondenze con nessun'altra architettura sacra dell'estremo Oriente e che si lega invece a siti archeologici presenti in altre parti del mondo. In particolare, l'intero complesso sottomarino come progetto architettonico è sorprendentemente simile alla città Inca di Pachacamac in Perù. Il professar Kimura si dichiara convinto che il tutto è opera di un popolo molto intelligente "con un alto grado di conoscenza tecnologica e di cui finora non avevamo nessuna traccia". Anche l'età stimata del complesso lascia perplessi; Teruaku Ishi, docente di geologia all'Università di Tokio, sostiene che la Piramide sommersa potrebbe risalire almeno all'ottomila a.C.. Altri studiosi la retrodatano addirittura al 12.000 a.C.; come dire, più antica delle piramidi d'Egitto. La corrispondenza architettonica tra le strutture sommerse di Okinawa e i templi egiziani, mesopotamici e mesoamericani pone sul tavolo le argomentazioni che gli studiosi di paleoastronautica hanno sino ad oggi avanzato e che molti archeologi solo ora iniziano a prendere in considerazione: vale a dire la presenza di una civiltà planetaria molto evoluta, antecedente il diluvio, Atlantide o la leggendaria Mu, (oppure ciò che i giapponesi chiamano la mitica "Onogorojima") della cui cultura pre-diluviana si trovano tracce nei monumenti megalitici sparsi un po' ovunque nel mondo. Il fatto che la Piramide di Ryukyu sia posta sotto il livello delle acque è un indizio consistente del fatto che la civiltà che la eresse scomparve con il diluvio.

INGEGNERIA ANTIDILUVIANA

Una civiltà che in un lontano passato dovette esercitare una grossa influenza su tutto il globo terracqueo.
Non sono altrimenti spiegabili le notevoli analogie tra le costruzioni peruviane e boliviane e quelle giapponesi. Non è noto a molti infatti che anche in Giappone sono state ritrovate piramidi a facce levigate. Il 19 ottobre 1996 una spedizione archeologica ha scoperto nel nord del Giappone, nell'isola di Honsu, in località Hang sul monte Kasagi, una piccola piramide monolitica e simmetrica, versione in miniatura della piramide di Cheope. Formata da un unico blocco granitico, misura 4,70 metri di base per 2,20 di altezza e rappresenta un elemento architettonico del tutto sconosciuto in Giappone; sino ad oggi almeno. La piccola piramide giapponese non è la sola struttura apparentemente inconsistente con la classica architettura del Sol Levante. Molti dei lettori conosceranno le costruzioni peruviane della città di Cuzco con il suo "Curichanca", il recinto d'oro, e la vicina Sacsayhuaman ancora caratterizzata da lunghe file murarie. L’ingegneria inca era contraddistinta dalla capacità di saper assemblare blocchi monolitici e giganteschi con una tecnica ad incastro che non ha corrispettivi validi in epoca moderna. Queste costruzioni hanno vinto la sfida del tempo, superando anche forti eventi sismici, pur essendo costruite senza alcun cementificante. Il segno di una tecnica superiore ancora oggi enigmatica. Il sistema ad incastro non è solo prerogativa del centro-sud America. Le piramidi e i templi egiziani, la piattaforma del tempio di Baalbek in Libano, le fondamenta del tempio di Gerusalemme, oggi visitabili dalla parte cristiana della città sacra presentano la stesse caratteristiche, da molti ricercatori addebitabili ad una cultura antecedente il diluvio, in un periodo compreso tra il 10.000 e il 15.000 a.C.. Peculiarità incredibilmente presenti nelle mura di cinta del palazzo imperiale di Tokio, anch'esse formate da blocchi monolitici perfettamente incastrati l'uno nell'altro, come per le costruzioni inca e caratterizzate dalla medesima tecnica ingegneristica. Tra i resti del palazzo è stata inoltre trovata una piccola porta, versione in scala ridotta della Porta del Sole di Tiahuanaco in Bolivia, e come quest'ultima sovrastata da un idolo il cui originale è stato distrutto dai bulldozer durante gli scavi. È una statua, per stile, assimilabile agli idoli a tutto tondo peruviani. Il sistema con cui è assemblata la porta, caratterizzato da tre blocchi monolitici, sembra collegarla ai "Dolmen" europei e soprattutto ai "Triliti" che formano l'intero complesso di "Stonehenge".

I MENHIR DI NABEYAMA
Se, infatti, le recenti scoperte archeologiche hanno rivelato incredibili corrispondenze con monumenti americani, medio-orientali ed egiziani, colpisce il fatto che anche l'architettura bretone e celtica, trovi i suoi corrispettivi in Giappone. Nella foresta di Nabeyama sono stati rinvenuti, sempre nel 1996, due "Menhir" affiancati, elementi del tutto sconosciuti alla cultura giapponese. Si è appurato che i megaliti dell'antica cultura neolitica europea e bretone in particolare avevano lo scopo di segnalare, come un vero calendario, i principali eventi astronomici, dalle eclissi ai solstizi, e su questi le popolazioni scandivano il loro ritmo di vita. Gli studiosi di paleoastronautica sapranno che il tempio megalitico bretone di "Stonehenge" ha un'origine ancora oscura e la sua data di costruzione viene continuamente anticipata. Anche in Egitto è stata scoperta, proprio quest'anno, una struttura simile, risalente al 7000 a.C., formata da monoliti di 3,6 metri di diametro e oltre 2 metri d'altezza disposti in circolo e perfettamente allineata nord-sud, est-ovest e con il solstizio d'estate. Il fatto che queste costruzioni siano presenti in luoghi così distanti e in tre continenti differenti, Asia, Europa ed Africa, riconduce alle stesse ipotesi formulate per le costruzioni piramidali nipponiche. Una cultura sviluppata ha agito da impronta a livello planetario in un lontano passato, per poi sparire improvvisamente.

LA RADICE COMUNE
Se queste costruzioni si trovassero in Perù o in Bretagna, nessuno avrebbe dubbi sulla loro origine. Che significato dare a queste perfette corrispondenze? La risposta deve per forza di cose considerare che America, Asia ed Europa furono in un lontano passato legate da una cultura estremamente evoluta. La presenza in terra giapponese di questo tipo di architettura conferma che Atlantide deve essere realmente esistita e che essa estese il suo dominio anche in Estremo Oriente o quanto meno influenzò con la sua conoscenza le popolazioni vicine. È un dato di fatto che sta emergendo con forza grazie alle nuove scoperte, molto più di quanto ancora gli archeologi siano pronti ad ammettere. Come si spiegherebbe altrimenti l'esistenza in Giappone di elementi estranei alla cultura estremo orientale, ma perfettamente inseribili in contesti culturali così lontani quali quelli precolombiani, medio-orientali ed europei? Se il Giappone nella sua storia conosciuta mai venne a contatto con queste popolazioni, dove va cercata la radice comune? Probabilmente in una realtà cancellata dalle acque devastatrici di una catastrofe di 10.000 anni fa, che solo ora sta restituendoci un'antica memoria storica sepolta nel buio dei secoli.




LA LEMURIA DI FRANCIS DRAKE
Che il Giappone facesse parte, migliaia di anni fa, di un antico impero scomparso, era già stato ipotizzato nel 1968 da W. Raymond Drake nel suo libro "Spacemen" in the "Ancient East", in cui il Sol Levante viene inserito all'interno dei continente di Lemuria. Drake scrive che i primi coloni del Giappone erano uomini di razza bianca, custodi della conoscenza lemuriana. La bandiera del Sole nascente, simbolo dei Giappone, rappresenterebbe ancora il sacro simbolo di Lemuria. "Come gli lndù, i Cinesi e gli Egiziani, i Giapponesi hanno avuto ben dodici dinastie di imperatori divini - afferma Drake - che hanno regnato per 18.000 anni, suggerendo una dominazione di origine cosmica. Gli etnologi concordano sul fatto che i primi antenati dei Giapponesi erano uomini bianchi che soggiogarono gli autoctoni Ainu, oggi quasi dei tutto scomparsi, iniziando così la stirpe Yamato. Analisi linguistiche suggeriscono che la lingua giapponese ha affinità con il babilonese". Ciò conferma che non sono i soli monumenti a fornire le tracce di una radice culturale comune di epoca antidiluviana tra le popolazioni dell'antichità.

[Modificato da Runningman77 06/12/2006 17.37]

-Asmodeus-
00mercoledì 6 dicembre 2006 17:38
Re: Re: Re: Re:

Scritto da: Runningman77 06/12/2006 17.30
non esiste neanche una teoria su come le abbiano fatte

se la memoria non mi inganna
quella di cheope si sa che è di cheope solo perchè è stato trovato un pezzo di geroglifico che riporta la parola cheope rimasto integro dal colpo di genio di un inglese che fece saltare una parete per accedere alle camere interne...




minima valenza scientifica?
nella storia ogni giorno si fanno scoperte nuovo

la sfinge è erosa dall'acqua piovana e le piramidi no

secondo te non è strano?
poiche le due strutture secondo quanto affermi tu hanno la stessa datazione.




Runni, di teorie su come le abbiano costruite ce ne sono eccome. La più accreditata parla si basa sulle rampe. Vi sono prove concrete a sostegno dell'ipotesi secondo la quale gli egizi sarebbero stati capaci di tagliare la roccia utilizzando cunei di legno che venivano successivamente bagnati. La dilatazione subita riusciva a spaccare la roccia lungo le linee volute. Per quanto riguarda il trasporto, anche in questo caso è presumibile che gli egizi utilizzassero slitte di legno trainate da molti uomini. Esiste addirittura un dipinto tombale della XII dinastia che raffigura la tecnica con la quale veniva trasportata un'enorme statua di oltre 60 tonnellate. Nel dipinto si vede chiaramente l'enorme slitta di legno, trainata da 172 uomini, e due individui che versano latte sotto le slitte per lubrificarne lo scorrimento. Il sollevamento dei massi poteva infine essere realizzato utilizzando rampe ascendenti. In una delle prime piramidi realizzate in Egitto e rimasta incompleta, quella di Saqqara, sono state ritrovate proprio rampe evidentemente costruite a tale scopo.





Sulla non valenza delle teorie: certo, oggigiorno si fanno progressi pazzeschi. Ma le torie sulle piramidi aliene, o risalenti al 10000 a.C. si basano su presupposti fallati, e soprattutto prendono in considerazione solo i dati che fanno loro comodo, escludendo qualunque evidenza che vada contro.

La Sfinge è scolpita partendo da un affioramento di roccia presente nella zona delle cave delle pietre usate per la costruzione di alcune parti della stessa piramide di Cheope. L'erosione di cui parli non è da acqua piovana, ma provocata da una falda acquifera. [SM=x44461] [SM=x44462]

EDIT: interessante anche l'articolo su Atlantide. Ora devo correre all'aereoporto, ma appena ho tempo commento anche quello. [SM=x44450]

[Modificato da -Asmodeus- 06/12/2006 17.42]

Runningman77
00mercoledì 6 dicembre 2006 17:50
Re: Re: Re: Re: Re:

Scritto da: -Asmodeus- 06/12/2006 17.38


Runni, di teorie su come le abbiano costruite ce ne sono eccome. La più accreditata parla si basa sulle rampe. Vi sono prove concrete a sostegno dell'ipotesi secondo la quale gli egizi sarebbero stati capaci di tagliare la roccia utilizzando cunei di legno che venivano successivamente bagnati. La dilatazione subita riusciva a spaccare la roccia lungo le linee volute. Per quanto riguarda il trasporto, anche in questo caso è presumibile che gli egizi utilizzassero slitte di legno trainate da molti uomini. Esiste addirittura un dipinto tombale della XII dinastia che raffigura la tecnica con la quale veniva trasportata un'enorme statua di oltre 60 tonnellate. Nel dipinto si vede chiaramente l'enorme slitta di legno, trainata da 172 uomini, e due individui che versano latte sotto le slitte per lubrificarne lo scorrimento. Il sollevamento dei massi poteva infine essere realizzato utilizzando rampe ascendenti. In una delle prime piramidi realizzate in Egitto e rimasta incompleta, quella di Saqqara, sono state ritrovate proprio rampe evidentemente costruite a tale scopo.





Sulla non valenza delle teorie: certo, oggigiorno si fanno progressi pazzeschi. Ma le torie sulle piramidi aliene, o risalenti al 10000 a.C. si basano su presupposti fallati, e soprattutto prendono in considerazione solo i dati che fanno loro comodo, escludendo qualunque evidenza che vada contro.

La Sfinge è scolpita partendo da un affioramento di roccia presente nella zona delle cave delle pietre usate per la costruzione di alcune parti della stessa piramide di Cheope. L'erosione di cui parli non è da acqua piovana, ma provocata da una falda acquifera. [SM=x44461] [SM=x44462]

EDIT: interessante anche l'articolo su Atlantide. Ora devo correre all'aereoporto, ma appena ho tempo commento anche quello. [SM=x44450]

[Modificato da -Asmodeus- 06/12/2006 17.42]


secondo quanto scritto nei libri
le piramidi furono costruite da migliaia di schiavi

ma non furono schiavi a costruire le piramidi sai
dai resti degli operai e dal ritrovamento dei resti alimentari nella piana
erano più che ben nutriti
uova pesce carne pane
non è certo una alimentazione da schiavi...
quindi già una teoria è partita [SM=x44450]


se fosse una falda acquifera si avrebbe una erosione orizzontale
non verticale...
-Asmodeus-
00mercoledì 6 dicembre 2006 17:53
Re: Re: Re: Re: Re: Re:

Scritto da: Runningman77 06/12/2006 17.50
secondo quanto scritto nei libri
le piramidi furono costruite da migliaia di schiavi

ma non furono schiavi a costruire le piramidi sai
dai resti degli operai e dal ritrovamento dei resti alimentari nella piana
erano più che ben nutriti
uova pesce carne pane
non è certo una alimentazione da schiavi...
quindi già una teoria è partita [SM=x44450]


se fosse una falda acquifera si avrebbe una erosione orizzontale
non verticale...



"Deve essere costruita una rampa di settecentotrenta cubiti, con una larghezza di cinquantacinque cubiti, consistente di centoventi file di mattoni provvisti di canne e di travi, con un'altezza di sessanta cubiti alla sommità, di trenta cubiti nella zona centrale, mentre l'inclinazione è di quindici cubiti, la sua base di cinque cubiti. Viene richiesta dal comandante dell'esercito la quantità di mattoni necessari per essa"

Papiro Anastasi I. [SM=x44461]

Sull'erosione: la maggior parte dei geologi di cui ho letto hanno diverse ed alternative spiegazioni, non sono sicuro quindi che i segni dell'erosione siano di così univoca interpretazione (e questo è un esempio di come la scienza - la geologia in questo caso - non sia quella Scienza monolitica che alcuni credono che sia). In ogni caso credo sia possibile quel che tu dici, ci avevo pensato anche io. Non so quanti elementi a carico abbia però, nè so quanto siano fondate altre eventuali spiegazioni, nè tantomeno so se ci siano effettivamente elementi decisivi per poter scegliere tra l'una o l'altra. Per esempio sentivo tempo fa da alcuni paleoclimatologi che quelle piogge torrenziali di cui parla la teoria che citi, effettivamente in Egitto non ci sarebbero mai state, neanche in tempi remoti, neanche durante il mutamento climatico del 10.000 a.C. circa, che provocò in ogni caso inondazioni, piene e aumento delle precipitazioni. Del resto non sono neanche molto sicuro che per tempi così remoti, nonostante l'utilizzo di metodi rigorosi da parte dei climatologi, si possa giungere a "certezze" risolutive una volta per tutte, probabilmente anche qui è un fatto di scelta: si tratta di scegliere evidentemente la spiegazione più razionale, che maggiormente concorda con un quadro generale, utilizzare il rasoio di Occam magari. Del resto senza il coraggio di una scelta (tenendo sempre conto che in quanto tale non è e non deve diventare una Verità assoluta, ma deve esser sempre aperta ad una revisione), non esisterebbe neanche la ricostruzione e l'interpretazione storica.

La teoria sulla falda è ad oggi la più gettonata. [SM=x44462]

Ora scappo davvero, ci si legge domani. [SM=x44475]

[Modificato da -Asmodeus- 06/12/2006 17.56]

-Asmodeus-
00giovedì 7 dicembre 2006 20:19
Re:

Scritto da: Runningman77 06/12/2006 17.36
Al sito sottomarino si sono interessati anche il geologo Robert Schoch e l'egittologo John Antony West, sostenitori dell'esistenza di Atlantide e consulenti per gli approfonditi studi di Robert Bauval e Graham Hancock, che hanno considerato la struttura opera della natura. Ma Kimura ha replicato a queste affermazioni. "Se i gradoni fossero il risultato dell'erosione causata dalle correnti marine - ha dichiarato Kimura - lo stesso fenomeno sarebbe leggibile anche sulle rocce circostanti. La scoperta di ciò che sembra essere una strada che cinge l'intero complesso, conferma che è solo opera dell’uomo".
[cut]
La corrispondenza architettonica tra le strutture sommerse di Okinawa e i templi egiziani, mesopotamici e mesoamericani pone sul tavolo le argomentazioni che gli studiosi di paleoastronautica hanno sino ad oggi avanzato e che molti archeologi solo ora iniziano a prendere in considerazione: vale a dire la presenza di una civiltà planetaria molto evoluta, antecedente il diluvio, Atlantide o la leggendaria Mu, (oppure ciò che i giapponesi chiamano la mitica "Onogorojima") della cui cultura pre-diluviana si trovano tracce nei monumenti megalitici sparsi un po' ovunque nel mondo.

Non sono altrimenti spiegabili le notevoli analogie tra le costruzioni peruviane e boliviane e quelle giapponesi.



Su Atlantide e l'archeologia misterica in genere:

Gran parte di quello che si raccoglie sotto la denominazione di Archeologia misteriosa è in realtà proprio basato su tesi indimostrate o diplomaticamente "difficilmente dimostrabili" ed è frutto di fantasia, o se vuoi di fede, più che di riflessione e ricerca.

L'archeologia si è evoluta nel tempo, ha prodotto sulla base di una notevole quantità di dati una ricostruzione non certa, ma plausibile del passato e che deriva dall'insieme di tutti quei dati e dei loro collegamenti. Non tutto può essere spiegato, perché i dati oggettivi che abbiamo sono lacunosi e ci troviamo a cercare di ricostruire un grande puzzle con tanti pezzi mancanti ogni volta che affrontiamo un aspetto della storia o preistoria antica. L'atteggiamento della scienza ufficiale è quello di cercare di raggiungere la migliore approssimazione possibile della verità e di mantenere la consapevolezza (e questo e importantissimo) che non si tratta di verità assolute, mai.

Un singolo reperto archeologico non ha forza sufficiente per smontare una ricostruzione del passato che si basa su migliaia di altri oggetti e osservazioni. Una teoria per essere ritenuta valida non basta che spieghi un dato che ci sembra allo stato attuale delle nostre conoscenze incongruo, ma deve inserire quel dato nel quadro, dando spiegazione soddisfacente anche di tutti gli altri oggetti rinvenuti fino a quel momento (ovviamente quelli che hanno qualcosa a che fare con l'oggetto della discussione). Non ha molto senso invece che per spiegare un oopart si rendano oopart altre migliaia di oggetti. La poca onestà intellettuale di molti di questi pseudoricercatori sta nel fatto che per inseguire le proprie teorie si scordano di tutto quanto non vi rientra (e che il grande pubblico ovviamente non conosce nel dettaglio). O nei casi migliori sono essi stessi dei dilettanti che si credono dotati di genio e intuizioni eccezionali, tale di poter saltare tutta la faticosa fase di raccolta dei dati e della loro analisi per ricreare da tutto l'insieme un quadro coerente: più semplice ignorare le minuzie fastidiose e concentrarsi su un singolo oggetto di sicura attrazione mediatica. Non mi pare che al momento ci si sia abbastanza esercitati con le armi del nemico da renderle efficaci.

Ci saranno indubbiamente delle eccezioni, che si potrebbero riconoscere guardando caso per caso (e certamente ci sono archeologi accademici il cui modo di operare è più vicino a quello dell'archeologia misteriosa che dell'archeologia seria).

Quando poi sulle piramidi giapponesi e altri esempi, già di per sé dubbi, rinvenuti in luoghi e riferiti a tempi distanti l'uno dall'altro, chi vorrebbe ricostruire un quadro coerente, dandone una spiegazione unitaria, a me sembra solo faccia una forzatura. La presenza di una (o più?) civiltà scomparse (ognuna delle quali si ricostruisce non da un insieme coerenti di dati, ma da un solo un oggetto?) o la testimonianza dell'arrivo degli alieni? beh, lo trovo affascinante. Magari sarà persino vero e persino mi piacerebbe che lo fosse. E' piuttosto rassicurante pensare che anche se dovessimo autodistruggerci, la specie umana risorgerà probabilmente dalle sue ceneri o sarà aiutata da una benevola presenza esterna. Però al momento queste sono teorie non sufficientemente provate e hanno -almeno per me- uno status diverso da quello dell'esistenza dei Romani o dei paleolitici che fabbricavano utensili di pietra. E non mi sembra che siano sufficienti ad intaccare il quadro storico ricostruito finora dalla scienza ufficiale da una quantità ben più notevole di dati, per quanto meno eclatanti.

Per spiegarmi con un esempio: Forgione nell'articolo linkato qui sopra parla di Atlantide. Forse è in assoluto il mito che meglio descrive il "metodo" di cui parlo. Ogni tanto spunta qualcuno che dice che è sicuro di averla trovata, se ne parla qualche giorno, poi tutto sfuma. Chi la trova dice che i resti sono in "tot punti" aderenti alla descrizione platonica, ecc.

Già il fatto che di Atlantide parli soltanto Platone, fra gli autori antichi, non dovrebbe far riflettere? Dopo di lui la leggenda venne liquidata sbrigativamente da Aristotele, quindi avvalorata da Strabone (I sec. d.C.) e garantita da Proclo (V sec.), in un crescendo che non si è più fermato. Tutti, bisogna sottolineare, si basavano su Platone. Il quale in due dialoghi, il Timeo e soprattutto il Crizia, sviluppa la storia mettendola in bocca appunto a Crizia, che dice di averla appresa da suo nonno, che l'aveva saputa da Solone, che a sua volta l'aveva appresa dai sacerdoti egizi a cui aveva fatto visita a Sais, sul delta del Nilo. C'è un modo più esplicito per prendere le distanze dalla veridicità di quanto si sta per riferire (pensate a mio cuggino di Elio)? E del resto, se la catastrofe di cui qui si parla fosse realmente avvenuta (come altre sicuramente erano avvenute, che in qualche modo avranno fornito lo spunto a Platone), non ne sarebbe rimasta traccia almeno nell'abbondante documentazione papiracea egizia?

Anche in un altro senso Platone prende le distanze: situando l'isola scomparsa al di là delle Colonne d'Ercole, in un luogo remoto, oltre i confini del mondo conosciuto. Perché allora individuarla qua e là nel mare nostrum, dalle parti di Cipro, a Santorini com'era prima dell'esplosione vulcanica (1500 a.C.), e così via perforando (l'acqua)? Bisogna peraltro sapere che la storia di Atlantide è evocata dal filosofo per contrapporre il modello ideale della Atene primigenia - ordinata, ben governata, rispettosa degli dèi - al nemico dell'isola ricchissima e progredita che volle attaccare la capitale dell'Attica, perse la guerra e per un sovrappiù di punizione venne sprofondata negli abissi. E non va trascurato che la vicenda è fatta risalire da Platone a novemila anni prima della sua era: ossia un'epoca in cui non esistevano ancora né l'agricoltura, né la domesticazione degli animali, né la metallurgia, né la scrittura, né tantomeno le città, e quindi neppure Atene.

Ora, delle due l'una. O si crede alla lettera del racconto platonico - ma allora si lascia Atlantide nell'Atlantico, e si ricusa tutto ciò che l'archeologia, la paletnologia e le altre discipline scientifiche ci hanno insegnato sulla preistoria dell'uomo, per aprirsi magari a ipotesi avventurose come quelle che chiamano in causa interventi extraterresti nel cammino della civilizzazione (niente di sconvolgente, per carità, in America c'è chi si fa eleggere presidente dando corda ai fanatismi creazionistici: ma in questo caso ogni discussione diventa inutile). Oppure si opta per un'interpretazione libera, in chiave simbolica, come (non da tutti) si fa per la Bibbia - ma allora non si invoca più la corrispondenza "perfetta" alla "descrizione dettagliata" di Platone.

E un po' di sensibilità per il significato dei miti nei dialoghi platonici. Se ne sono scritti volumi su volumi. Tutte le volte (e sono tantissime) che si appresta a introdurre un mito, Platone ha cura di avvertirci. Nel Protagora, per esempio, Socrate domanda ai suoi interlocutori se desiderino sentire una certa dimostrazione attraverso un mythos, "come sogliono fare i vecchi con i giovani", oppure attraverso un logos; e dal momento che quelli lo lasciano libero di scegliere, opta per la prima soluzione, perché "mi sembra più piacevole". Tutto qui: un modo per rendere meno indigesti certi passaggi del ragionamento, un puro espediente didascalico-esornativo, qualche cosa che vale come veicolo per la comprensione, non come enunciato di fatti reali. Bisogna tenerne conto, prima di avventurarsi in fatiche maldestre.

Altrimenti che succede? Prendiamo per esempio un altro celebre mito platonico, quello raccontato da Aristofane nel Simposio, sugli esseri umani primordiali composti di maschio e femmina - schiena e fianchi a cerchio, quattro braccia, quattro gambe, due teste - poi spaccati da Zeus in due opposte metà: c'è qualcuno che si candida a trovarne la prova paleoantropologica? [SM=x44451]

Le uniche due teorie IMHO plausibili su Atlantide (ma da approfondire, e tenendo conto che sono basate su una grossa scrematura del mito) sono quelle su Thira (Santorini) e, forse anche meglio, la Sardegna. Ma entrambe partono dal presupposto che l'elaborazione successiva sia molto distante dalla realtà fattuale.

[Modificato da -Asmodeus- 07/12/2006 20.26]

provolaino
00sabato 9 dicembre 2006 20:23
Re:

Scritto da: Runningman77 06/12/2006 16.33
TRATTO DALLA PUNTATA DI VOYAGER del 4 dicembre



Un’ultima curiosità: la data di fine lavori è prevista per il 2012. L’ennesima coincidenza in questa storia appassionante: il 2012 è infatti la data indicata chiaramente nelle profezie Maya come il momento in cui inizierà una Nuova Era per l’umanità. Una data che torna anche nell’iconografia egizia, negli antichi mitrei romani e persino nella lontana Cambogia...
Ma questa - forse- è un’altra storia: il viaggio continua...






Ma se è tutto vero
allora dovrò annullare tutti i miei impegni per il 2012 [SM=x44497]
texdionis
00domenica 10 dicembre 2006 15:12

Riprese satellitari della NASA, analisi spettrali e telerilevamenti morfologici hanno stabilito chiaramente che si tratta di una immensa struttura piramidale. Anzi: di tre strutture piramidali, considerando le colline vicine.



Questa però non può essere un'invenzione di Osmanagich,quindi non mi pare da bollare subito come bufala.Bisogna prima necessariamente approfondire.
-Asmodeus-
00lunedì 11 dicembre 2006 11:29
Re:

Scritto da: texdionis 10/12/2006 15.12

Riprese satellitari della NASA, analisi spettrali e telerilevamenti morfologici hanno stabilito chiaramente che si tratta di una immensa struttura piramidale. Anzi: di tre strutture piramidali, considerando le colline vicine.



Questa però non può essere un'invenzione di Osmanagich,quindi non mi pare da bollare subito come bufala.Bisogna prima necessariamente approfondire.



Quello che han individuato i satelliti probabilmente altro non è che una necropoli medievale, di cui buona parte dei resti sono già stati in passato scavati a Visoko (il paesino delle fantomatiche piramidi).
Runningman77
00martedì 12 dicembre 2006 22:25
Re: Re:

Scritto da: -Asmodeus- 11/12/2006 11.29


Quello che han individuato i satelliti probabilmente altro non è che una necropoli medievale, di cui buona parte dei resti sono già stati in passato scavati a Visoko (il paesino delle fantomatiche piramidi).

basta una semplice analisi con onde sonore nel terreno per verificare la natura o meno della formazione piramidale

penso sia stata fatta [SM=x44467]
-Asmodeus-
00mercoledì 13 dicembre 2006 00:24
Re: Re: Re:

Scritto da: Runningman77 12/12/2006 22.25
basta una semplice analisi con onde sonore nel terreno per verificare la natura o meno della formazione piramidale

penso sia stata fatta [SM=x44467]



La collina che nasconderebbe la prima piramide europea, e' opera della natura e non dell'uomo. Ricerche effettuate da un team di sette/otto geologi, dopo i sondaggi effettuati sui lati della collina orientati verso i quattro punti cardinali, hanno concluso che e' costituita da sedimenti stratiformi di vario spessore, mentre la sua forma regolare e' il risultato di processi endodinamici ed isodinamici nel dopo miocene. [SM=x44450]
Le pietre trovate nei pressi, che venivano attribuite alla piramide, sono invece parti della necropoli, come anche alcune delle cavità del terreno.

Ora non sono in ufficio e non posso citarti le fonti, ma le metto appena posso.

Se ti interessa, questo è il sito della Fondazione (a favore della scoperta), mentre qui ci sono interessanti informazioni sul signor Osmanagic.
-Asmodeus-
00mercoledì 13 dicembre 2006 20:02
Il link promesso, sulla geologia. [SM=x44450]

Qui un articolo del Dr. Robert M. Schoch, dell'università di Boston, che descrive la formazione naturale delle "piramidi". (è in inglese)

Un excursus sull'argomento, sfrutto l'essere solo soletto in ufficio:


Carta della zona durante il Miocene: possiamo notare, tra Zvijezda (NE) e Vranica (SO), un grosso lago.


Nella carta qui sopra, il lago è evidenziato in giallo.


Il lago, presente per quasi tutto il Miocene, la zona di Visoko (M2 - M2,3), vi fu un'intensa sedimentazione sul fondo dello stesso, tanto che in alcune parti del bacino raggiunge i 2000 metri di spessore.

Se andiamo a osservare gli strati sedimentari della zona, notiamo che, a partire dall'inferiore (più antico), salendo abbiamo:



Sedimenti lacustri del medio Miocene (M2 sulla cartina sopra).

La formazione subacquea ne spiega la peculiarità: sono "ripple marks", cioè mostrano l'orma del moto delle acque.



Fossili di animali acquatici.


Sedimenti di poco successivi al medio Miocene - che Osmanagic ritiene essere la rampa d'accesso alla piramide - simili a quelli presenti in tutta la zona del lago.


Grosse quantità di fossili, a testimoniare la presenza di correnti.


Formazioni rocciose con evidenti segni di orogenia. L'amico dice che sono parti dei "muri" della piramide.

Il lago si prosciugò attorno alla fine del Miocene (tra i 5 e i 7 milioni di anni fa).


Prove dell'attività tettonica nella zona le abbiamo da molti reperti:





L'ultima immagine può far pensare a una pavimentazione di fattura artificiale. Invece altro non è che una (relativamente comune) formazione geologica. Ecco altri esempi:




In conclusione, l'attuale conformazione delle "piramidi" bosniache, altro non è che il risultato di una miscela di fattori: strutturali (spostamento e modifica degli strati sedimentari) e climatici (modellamento delle rocce e eliminazione dei detriti, a causa di vento e acqua).




Ciao. [SM=x44475]



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